Ciao a tutti,
sabato scorso, falliti tutti i tentativi di accordarmi per un giro in montagna, alla fine ho deciso di arrangiarmi e realizzare un'idea che mi ronzava in testa da un po' di tempo: la discesa dalla cima del Mulaz, sulle Pale di S. Martino. Fra l'altro, dubito che avrei trovato un altro pazzo disposto ad accompagnarmi, quindi era la giornata giusta per provare.
Avevo parlato con un mio amico di Falcade il quale e' riuscito, parecchi anni fa, ad arrivare in cima con la moto da trial, per cui nutrivo una segreta speranza di riuscire a fare qualcosa anche con la bici. Purtroppo, alla fine molto meno di quello che mi aspettavo.
Quindi alle 8.30 con gran calma sono partito da Padova e alle 11.30 con la bici da Falcade, in localita' Molino a quota 1200, con prima destinazione passo Valles. Per evitare in parte il traffico motorizzato ho deciso di risalire la pista da sci, ma la scelta e' stata pessima visto che le pendenze erano eccessive e le temperature torride. Sono arrivato al passo bello cotto.
Al passo pero' ho mangiato e bevuto parecchio - alla fine del giro saranno 5 litri d'acqua - e vista l'aria piu' fresca alle 13.30 sono ripartito convinto, spingendo la bici su fino ai 2217 metri di forcella Venegia. Da qui poi giu' in Val Venegia per il sentiero 749 inizialmente un po' rovinato dalle mucche ma poi molto bello.
Dal fondo della Val Venegia, prima pedalando, poi spingendo e infine con la bici in spalla alle 16.30 ho raggiunto il Passo Mulaz, quota 2619, per il 710. Mentre salivo, pensavo: chissa' che anche il resto del sentiero sia cosi', non sarebbe male anzi. E invece ...
Durante la salita incrocio alcune persone, tutti mi salutano e mi incitano ma sotto sotto mi immagino cosa stanno pensando. Riesco a superare anche tre camminatori che quando mi vedono sgranano tanto d'occhi.
La salita alla cima, tutta con la bici in spalla, dura 45 minuti, ma mentre salgo mi rendo conto che qui c'e' poco di pedalabile: soprattutto nella parte mediana il percorso e' una specie di pendio franoso, ripido e pieno di pietrone. La parte finale invece non e' male, gia' vedo che in parte si puo' fare. In cima trovo una coppia di signori che, sinceramente ammirati, insistono per farmi una foto. Non e' da tutti i giorni vedere una bici a quota 2906.
Poco dopo indosso le
protezioni e inizio la discesa. Come previsto, la prima parte non molto pendente e' fattibile in sella, con difficolta'. Poi pero' inizia un traverso troppo difficile e a tratti esposto e poi il pendio franoso che affronto a piedi. Un po' sopra il passo Mulaz risalgo in sella e riesco a restarci fino al rifugio Volpi, dove inizia la discesa verso Falcade.
Al rifugio, dove mi fermo a bere un litro e mezzo d'acqua, la gente mi guarda come se fossi un marziano. Mi auguro che i loro sguardi beffardi siano mal riposti, quindi parto come un missile dimostrando loro che si stavano sbagliando. Il sentiero e' il 722. Purtroppo, poco piu' giu del rifugio ma per fortuna lontano da sguardi indiscreti, mi attende una serie di balze rocciose che mi concedono solo pochi difficili passaggi in sella, mentre per lo piu' devo scendere a piedi. Devo dire la verita' pero' che sui questi tratti mi sono divertito, anche se estremamente impegnativi, almeno per me.
Di questo passo, un po' a piedi e un po' in sella, raggiungo la fine delle rocce e la casera Focobon in fondo valle a quota 1894, non prima pero' di una serie di tornantini strettissimi che mi obbligano ad esercitarmi col nose press che non sempre riesce, anzi poco ...
Qui le pendenze cambiano e il sentiero diventa un poco piu' ciclabile, anche se sempre stretto e molto tecnico per la presenza di pietre e saltini. Piu' avanti un'altra serie di tornanti da nose press, con continui passaggi tecnici molto faticosi, mi portano finalmente alla strada sterrata e poi all'auto, dove arrivo alle 20. In tutta la discesa non ho incontrato anima viva.
Complessivamente sono circa 2000 metri di dislivello di cui 1200 a spinta o con la bici in spalla, un itinerario grandioso ma straordinariamente difficile e faticoso, forse anche per il gran caldo, che comunque sconsiglio di fare tranne a chi ormai dalla mtb ha avuto tutto ed e' in cerca di nuove emozioni al limite. O a chi ha voglia di flagellarsi per espiare qualche peccato.
Michele