AM e FR in Vallese e VCO (Ott, Nov, Dic 2012) - info e punt

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Una lunga latitanza dovuta ad un becero tentativo di aumentare la produttività :-| ha prodotto invece una pigrizia nel cercare altri modi di aggiornare questo storico topic.
Beh, l'Agenzia Viaggi HK ugualmente ha portato alcuni bikers in posti degni d'essere ricordati. Visto lo spam che inonda vari altri topic, ho deciso di recuperare questa serie di discussioni, anche se scrivere dal cellulare tutto questo popò di informazioni è facile come scaccolarsi coi guanti da sci. :-P

NON QUOTATE I MESSAGGI INTERI, please. Dal cell poi è una menata!

Giri fatti:
8 Agosto - AO - Pila FR (HK, Tetta, NP) (HK foto)
26 Agosto - TI - Cima della Trosa FR (HK, Turi, Pol) (HK foto)
8 Settembre - VS - Spitzhorli FR (HK, Yura, G, SD) (HK foto)
7 Ottobre - TI - M. Bar (Tour allargato) AM (HK, Turi, Turbolince, Burden&BJ, Nomadmax, Turbolenta, Drunk, Smilzo, Vic, AndreaB) report
21 Ottobre - VS - Becs De Bosson + The Brazilian FR (HK, Smilzo, Vic, Turbolenta, Nomadmax) report nero - report colorato
17 Novembre - VS - Belalp AM (HK, Sergio, Manu) report+foto
8 Dicembre - VB - Motta Darkside FR(HK) report+foto
29 Dicembre - NO - Lagoni di Mercurago XC(HK, B)
30 Dicembre - VB - Pizzo Pernice FR(HK, Turi, Sinki, NomadMax, Burden, Yosku) foto

Proposte:
poi - VB - Cima Morissolo FR (Balcone sopra Cannero, discesa sul tecnico Sentiero N°5)
poi - VB - Ghiffa explore FR (due interessanti discese da Pollino, mai fatte)
poi - VB - M. Todum FR (classica, da fare con l'aria tersa e colori d'autunno o con la neve)
poi - VB - M. Carza FR (balcone su Cannobio. Magari discesa su Viggiona, risalita al Colle e picchiata su Cannero)


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"L'esplorazione è la via più creativa della conoscenza"

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Cielo velato, nubi sulle vette e un tentativo di azzurro che cerca spazio. La temperatura è gradevole.
Con Vic e Smilzo arriviamo con imbarazzanti 45 minuti di anticipo all'appuntamento a Tesserete. Google esagerava.
Siamo in 11. Gruppone! Graziano ci propone una versione più ampia del giro "calssico", arrivando alla chiesa di San Lucio con una salita diversa, in Val Colla.
Bei boschi di castagni, poi faggi, poi pascoli. In salita tutti arrampicano bene, senza problemi né attese (cosa difficile quando il gruppo è così ampio).
La salita, pur con qualche strappo, sale piacevolmente, ma si conclude con delle rampe ripide, che ho la malaugurata idea di fare in sella, come i soliti arrampicatori (Smilzo, Vic e Turbolenta), latticizzandomi l'acido nelle cosce per il resto del giro.
Il Passo di San Lucio è un luogo molto carino, con l'erba-moquette, su cui pranziamo, ridendo a crepapelle. La chiesa di S. Lucio è un bell'esempio di architettura sacra montana del XVI secolo, tanto semplice da rendere insospettabili da fuori gli affreschi rinascimentali al suo interno.
Da lì, ripartiamo sul lunghissimo sali-scendi che taglia orizzontalmente il versante sud-orientale del M. Gazzirola, la cui cima è avvolta nelle nuvole.
Andrea spacca la catena, ma si aggiusta e via.
Io spacco il filo del cambio posteriore, ma il provvidenziale Turi ne ha uno di scorta. Rapido stop&go.
Arrivati a Piandanazzo, dopo quel bel su e giù panoramico sulla Val Colla (in lontananza l'orizzonte era lattiginoso per la foschia), ci tuffiamo a velocità supersoniche su un divertente sentiero verso Pianca del Bosco.
Anche se è Graziano a far da guida, io apro la strada, visto che sono in giornata e il flow ignoto è pane per i miei denti (tasselli). Turi, preso dall'euforia, fa un dritto, con capottone. Avendo dimenticato le gomitiere, sfiga vuole che si faccia un bel taglio sporco sull'avambraccio.
In fondo alla discesa salutiamo qualche pelosa e cornuta mucca di razza Highland, giusto per sottolineare il sapore scozzese che ci aveva annunciato Graziano all'inizio del giro.
Divertiti dalla gustosa discesa, ci togliamo i finimenti e ricominciamo a salire su asfalto, dopo un altro traverso su strada sterrata sotto il M. Bar. C'è un po' di stanchezza, ma il gruppo è sempre straordinariamente compatto. Quel saliscendi con l'integrale mi ha bollito ben bene.
La vista sul lago di Lugano è sfumata ancora dalla foschia, benché sia uscito finalmente un bel sole.
Al punto panoramico del Motto della Croce, prima di iniziare la discesona finale, Raymi e Marco e altri chirurghi da strapazzo, torturano Turi a fin di bene; il quale stava sottovalutando la sporcizia entrata nel profondo taglio sull'avambraccio. Acqua ossigenata, fazzolettini puliti e cerotti ci dissuadono dall'abbattere il ferito e lasciarlo in balia di quel fastidioso sciame di formiche volanti assassine. VIA!
Il sentiero è ben scassato, con grossi sassi smossi che fanno godere le mie (più) grosse ruotone con un sentimento di supremazia altezzosa.
Burden, come al solito, buca. Fortunatamente siamo fermi su un pianoro verde con alcuni ruderi che davvero ci fanno sentire in Scozia.
La discesa riprende allegra, ancora sassosa... e subito Burden buca di nuovo. A mo'?! Le sfighe si sommano alla recidività delle stupide single-ply a bassa pressione, per cui il povero Burden deve tribulare un sacco prima di riuscire a ripartire. Ma intanto il tempo scorre inesorabilmente e io già mi pregusto i musi e le prediche dei miei e della mia ragazza, con una formula: sgridata = giornata via + 100 elevato a (minuti di ritardo). Vista la funzione esponenziale, le ripercussioni socio-familiari e le poche ore di sonno, risulto piuttosto insofferente alla lunga attesa. Me ne scuso (anche se la notte successiva ho dormito 3 ore e mezza, per fare tutto quello che avevo da fare domenica sera).
Approfitto dell'attesa per far un droppetto su un prato con le mazze di tamburo.
C'è una bella luce, la discesa prosegue tra boschi e pascoli, sempre flow, divertentissima. Gli scorci bucolici e il tracciato scorrevole, con qualche rilancio, rende la discesa veramente gustosa. La fretta aggiunge un tocco pepato che la insaporisce ancora di più.
Rimaniamo stupiti dell'abilità raggiunta da tutto il gruppo: dalla Turbolenta che non si spaventa davanti a niente, allo Smilzo e Vic che fanno cose incredibili con quelle bici gracili, a tutti gli altri che crescono visibilmente di volta in volta.
Io mi sono divertito parecchio.
Grazie a tutti :celopiùg:


Certi drift in ingresso delle curve in appoggio, schizzando poi via come una molla, mi fanno insuinire oinkando ancora oggi. :medita:

Bella gente, alla prossima! o-o

[non quotate tutto il messaggio]
 

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Se il meteo lo consente
http://www.meteoblue.com/en_GB/weath.../crans_ch_1040
http://www.meteosvizzera.admin.ch/we...+Crans-Montana
http://www.meteo-valais.ch/webcams.php


Domenica prossima o appena si può, vorrei andare a Sierre per fare questo giro in stile HK (fatica, panini panoramici, esplorazioni incognite)
La logistica è scomoda, la sveglia inumana, la funivia è cara (più del caffè), ci può essere neve in alto, la salita è tosta, ci sono tratti da fare a spinta/spalla, si faranno sentieri pericolosi, alcuni proibiti, la discesa è di 2800m di singletrack.

Il ventun ottobre c'è la chiusura della stagione, quindi abbiamo solo 2 weekend in cui andare.
La cabinovia Violettes Express apre alle 9.15.

Questa domenica è prevista pioggia mista a neve e maltempo durante quasi tutta la settimana successiva. A 2880m ci sarà un bel po' di neve fresca.
Temperature massime vicine ai minimi storici:
binary



La proposta trova un riscontro di fattibilità in questa descrizione, che ricalca gran parte del percorso studiato:
http://www.trail.ch/tour/plaine-morte/plaine-morte.htm


Alcune foto di studio.
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Oppure nella variante che avevo studiato io, per chiudere l'anello, senza usare il treno: dopo la diga, si risale per 100m su una comoda sterrata in direzione Crans-Montana e si prende il famoso, spettacolare, aereo (sicuramente vietato) Ancient Bisse du Rô:
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Che ha il parapetto per tutta la sua lunghezza, quindi può essere scomodo da fare in sella in qualche breve tratto, ma non è esposto/pericoloso.
Questo bel balcone ci porta direttamente nella parte finale del bikepark, nella zona delle north shores.

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(immaginati questi immensi vigneti con i colori autunnali)

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La birra La Marmotte di Crans-Montana è buona!


Chi dimentica la macchina fotografica non avrà le foto degli altri.
 

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In virtù di problemi logistici per Plaine Morte, ho studiato varie alternative... commuoventi tanto sono belle e fanno sognare.

Tra tutte quelle viste (video, mappe, roadbook), ne ho selezionata una che mi pare particolarmente bella.



photo upload (immagine presa da GoogleEarth)
quasi tutti i rifugi svizzeri sono in 3D! che sboroni!


Proposta definitiva per Domenica 21:

The Brazilian dalla Valle d'Anniviers

http://www.vttour.fr/sorties/cabane-des-becs-de-bosson,3174.html mappa, traccia e altimetria



Tour iper-panoramico in scenari da fiaba e una delle discese più belle del Vallese.



Sole con qualche velatura, temperature miti

http://www.meteoblue.com/en_gb/weather/forecast/tab/sierre_ch_4335/b/pictocast/sday/Sun

meteosvizzera ha scritto:
Domenica abbastanza soleggiato e in particolare in montagna molto mite. Temperature massime sui 19 gradi

A Grimentz 1572m ci saranno 9°C / 17°C. Alla grande, direi.



Video della discesa dal Col de Cou:
Freeride im Wallis - The Brazilian (extended) - YouTube



Borgomanero - Sierre: 2h25'

Gravellona - Sierre: 2h



Funivia Chalais - Vecorin: http://www.vercorin.ch/index.cfm?Pa...MenuId=0&LocationId=5&ObjetId=4554&PageId=613

Sarebbe ottima cosa prendere la funivia delle 9, perché il giro è lungo e molto "fotografico".



Let's Rock! :rock-it:



Alcune info dalla descrizione di questo giro molto simile:
http://trail.ch/tour/louche/col-de-louche.htm
Altre foto: http://www.panoramio.com/photo/38811764
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http://www.panoramio.com/photo/21983873
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(intanto ho scovato anche questo bel sentiero in Valle d'Anniviers: Sex de Marinda on Vimeo)
 

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Link corretto se lo guardi dal cell, come posso fare io, non potendo usare il pc per guardare il forum. Non sapevo che fosse diverso e non si auto-reindirizzasse da sé.
Link per pc: https://picasaweb.google.com/101652315714890039823/20121021BecsDeBossonTheBrazilianFR? authuser=0&authkey= Gv1sRgCJLJmdSu186SAg&feat=directlink
Try again.
Cmq questa volta la mia macchinina fotografica è stata deludente.

esce pagina non trovata :maremmac:

Non avevo dubbi :celopiùg:

Attendo con ansia report e foto, nel frattempo lo metto tra i millemila progetti del "da fare"...( :spetteguless: a dire il vero è già li dalla scorsa stagione) :rosik:

:cucù:
Ma sì che funzia! Dopo la segnalazione del Tetta, ho risposto con il link corretto per PC! :rosik:

Il giro è stato una merda.
Siamo partiti con un terribile ritardo di 15 minuti. Il cielo era coperto con pochi sprazzi d'azzurro. Subito abbiamo ciccato l'imbocco della strada che avremmo dovuto fare. D'altra parte Max non era riuscito a scaricare la traccia e io non riuscivo ad aprire col cell la traccia gpx scaricata. Così non facciamo un bel pezzo di sterrata e perdiamo quota su asfalto, prima di ribeccare la salita giusta. Poi vengono delle rampe troppo ripide e sconnesse per essere pedalate. Così i ritardi si cominciano a non contare.
Le successive salite sono davvero faticose. Max arranca e ci frena. Vorremmo abbandonarlo, ma lui vuole salire a tutti i costi fino in cima, "anche coi denti". Io sono senza acqua. L'ultima parte di salita è ripidissima, lungo le piste da sci, in alcuni tratti ha pure un fondo molle. Smilzo la fa tutta in sella e ci fa incazzare. Max invece non arriva mai.
Quando inizia la neve, ormai siamo molto stanchi e la salita si impenna ulteriormente. La neve si aggrappa alle ruote fino a non farle girare. Dobbiamo fare avanti e indietro a turno per aiutare l'esausto Max. E il tempo scorre.
Arrivati a poche centinaia di metri in linea d'aria dal Col des Becs de Bosson ci rendiamo conto che l'ultimo tratto è talmente ripido ed innevato che sarebbe troppo pericoloso da percorrere e soprattutto non abbiamo più tempo per completare il giro delle Becs de Bosson, passando dal rifugio. Niente.
Arranchiamo tra gli sfasciumi innevati, con 2 ore di ritardo sulla tabella di marcia, fino al Col de Louché a 2890m, con l'angoscia di trovare una discesa impraticabile, dato che la cartina fa presagire solo lacerti di traccia, senza sentiero sul ripido pendio di detriti.
Max ha i crampi. La discesa è una specie di frana ricoperta di neve viscida.
Il traverso verso il Col de Cou è ben più lungo del previsto, stretto, esposto e con rampe ripide che spezzano le gambe. Arriviamo al passo al tramonto. Siamo a 2529m e il sole se ne va.
Il video di The Brazilian (Extended) aveva tagliato i tratti delle risalite, trovandoci impreparati ad un ultimo sforzo. Adesso che Max s'è ripreso, il freno posteriore di Vic comincia a fare i capricci, fino ad abbandonarlo completamente, costringendoci a lunghe attese. Finisce pure le pastiglie davanti, roventi, che dobbiamo sostituire con la poca luce del crepuscolo, poi ci separiamo, perché Vic non è più in grado di scendere su sentiero: la notte è alle porte e con un freno solo è troppo lento e pericoloso.
A Nax le luci sono già accese, presi dalla fretta, sbagliamo un bivio e finiamo in una stalla con i conigli e le mucche. Invece di tornare sui nostri passi, tagliamo per un prato e prendiamo una sterrata che si rivela un vicolo cieco. Intanto taglio incautamente per un pascolo appena concimato e potete immaginare l'odore che accompagnerà la mia bici anche per i giorni successivi.
Stiamo per tagliare per un altro pascolo e raggiungere una sterrata più in basso, quando controlliamo col gps dove porta quella sterrata: strapiombi. Vicolo cieco. E' notte. Non abbiamo altra scelta che tornare al paese e scendere su asfalto bruciandoci 600 metri di dislivello. E' buio pesto. Anche scendere su asfalto è angosciante. Inoltre sono 13km infiniti! Freddo. Arrivati a Grone, ci manca ancora un penoso trasferimento nel buio più totale, su e giù (ancora salite?!) tra i vigneti di cui non possiamo apprezzare i colori e gli ultimi grappoli scampati alla vendemmia. Siamo preoccupati per Vic, di cui non abbiamo più notizie. Cell scarico.
Arriviamo alle auto alle 20, cotti. Dopo 10 ore e 30 da quando abbiamo cominciato a pedalare. Vic è lì mezzo gelato ad aspettarci, per fortuna.

Quando alle 22e30 arrivo a casa, trovo i miei stizziti e mi intimano di chiamare la mia morosa che, senza mia notizie, aveva chiamato casa più volte, sempre più inviperita. La chiamo e non risponde. 2 cell spenti.
Prima di ritirare tutte le baracche e tentare di lavare la bici al buio e caricarla in macchina per portarla a Pavia, si fanno le 2.20 di mattina. Alle 5.30 suona la sveglia per andare a lavorare. Appena salgo in macchina, l'abitacolo mi accoglie con una fragranza di ano di vacca. E così inizia la settimana nella nebbia pavese.


:arrabbiat:


Ok. Questa è la versione triste.

Vorreste sapere in realtà come l'abbiamo presa e com'è andata? :omertà:
:free:
 

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in poche parole.
na figata pazzesca. :sbavon:
Pur non avendo detto bugie sostanziali nel racconto precedente, il bilancio corretto è quello espresso da Max. ;-)

Il viaggio con lo Smilzo e Vic mi ha fatto apprezzare maggiormente il lato umano di questi bikers che spesso sono troppo lontani, in cima al gruppo, con il loro passo da speedy Gonzales. Veramente piacevole anche il lungo trasferimento fino a Sierre. o-o

Con un pelo di ritardo prendiamo la cabinovia a Chalais, che sul subito non trovavamo.
Si paga all'arrivo. Non c'è "conducente"; carichiamo noi le bici e in 5, stipati, iniziamo l'avventura.
L'adrenalina ma già inondato ogni cellula, pregustando la giornata epica.

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Non abbiamo la traccia pronta da seguire e, non avendo tracciato io l'itinerario, non sono preparatissimo, a differenza di altre volte. Pazienza, ho preparato una mappa 1:20'000, e ci arrangeremo.
Il cielo non è limpido, per l'umidità del mattino che si alza dai pascoli, ma i colori sono già portentosi e l'aria non è fredda. :-)
A Vecorin, sbagliamo subito un bivio, ma consapevolmente proseguiamo su asfalto, pensando di risparmiare energie. In realtà allungheremo di un po' il tragitto.

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Il cielo è progressivamente più sereno, facendo risaltare l'oro dei larici nel suo blu intenso.
Si sale in maglietta, su asfalto, poi agevole sterrato, seguendo le indicazioni di un gentile nonnetto francofono in mtb.
La compagnia è ottima e ci chiediamo perché non sono venuti anche gli altri soci.
Facciamo un minuto di silenzio per Turi, che si trova nella situazione più terribile che un biker possa immaginare dopo il matrimonio.
Intanto gli scorci sulla Val d'Anniviers ci fanno brillare gli occhi di gioia.

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Alcune rampe molto ripide e sconnesse ci fanno optare per una conservativa spinta a piedi, prima di poter ricominciare a pedalare dove le pendenze si rilassano...

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Arriviamo al bel pascolo di Orzival, al di sopra della linea degli alberi, godendo di un panorama eccezionale.

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Ad ogni bivio perdiamo tempo a consultare la mappa e il navigatore. Mi rimprovero più volte di essermi affidato ad una traccia preconfezionata. Speravo nell'aiuto del gps, risparmiandomi la piacevole quanto impegnativa preparazione.
Beh, da Orzival la sterrata lascia posto ad un bel saliscendi su sentiero in mezzo ai larici e pascoli.

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Il cielo è di un blu incredibile!
Dopo il bel sentiero, si perde quota su una sterrata, dove avvisto due caprioli che attraversano la strada. Prima invece avevamo potuto apprezzare le acrobazie di agili scoiattoli neri sugli alberi di fianco alla strada.

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Dicevo.... Sterrata in discesa, sentiero a spinta in salita e di nuovo sterrata con pendenze comode.
Siamo ormai quasi in fondo alla Val d'Anniviers, dove si biforca nelle due valli minori, sotto le imponenti masse dei monti imbiancati. Sembrano tutte montagne importanti con quella spolverata di neve!
Siamo in ritardo. C'è ancora un botto di salita e siamo ancora bassi. Io sono senza acqua e le fontane sono già chiuse per non gelare d'inverno.
Cominciamo a salire per i tornanti asfaltati che portano ad una stalla, proseguendo sterrati fino alla conca del Marais.

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La stanchezza si fa sentire. Il gruppo si sfilaccia un po', seguendo ciascuno il proprio ritmo, fino ad allora uniforme tra tutti.
Raymi è arrivata terza in una gara di skyrunning di 14km il giorno prima, ma pare che per la parola stanchezza non compaia nel suo vocabolario.
È l'una e mezza quando raggiungiamo la combe du Marais, vedendo concretamente di che morte dobbiamo morire...

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È maledettamente tardi. Pranziamo, ricarichiamo i camelback in un ruscello e ricominciamo a salire. Adesso le pendenze sono quasi proibitive. In alcuni punti in ombra c'è ancora neve. Si spinge. Io pedalicchio, mentre lo Smilzo sale anche dove la pendenza sarà superiore al 25% su terra molle. Impressionante!
Il tempo scappa veloce.

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Ad un certo punto, poco sotto alle Becs de Bosson, la neve rende ancora più faticosa la progressione.

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Il paesaggio è magico. Siamo decisi a portare a termine l'impresa, nonostante le condizioni difficili e il tempo sempre più impiccato.
Giunti a 100m dal Col des Becs de Bosson, che porta al rifugio, prendiamo la decisione di non andare in quella direzione, perché c'è troppa neve su quella'ultimo muro da fare in portage: siamo stanchi, è tardi ed è pericoloso.

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Responsabilmente decidiamo di provare la sorte, passando dal Col de Louché, a nord delle Becs. Il passo si raggiunge tra sfasciumi e neve, correndo cmq meno rischi rispetto all'altra opzione.

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Ovviamente l'ipotesi di tornare indietro non viene nemmeno presa in considerazione.
Arriviamo al Col a 2890m davvero stanchi. È maledettamente tardi, ma il posto è meraviglioso, come la compagnia e il clima.
Ho fatto la salita da 2300m a 2850m a torso nudo!

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Dopo uno spuntino, ci corazziamo (Lo Smilzo no, come al solito) e ci buttiamo giù su quella massa instabile di detriti, coperta parzialmente di neve. Uno dei fondi più inconsistenti mai provati. Eppure è divertente! Smilzo stupisce anche in discesa. Max sembra aver riacquistato energia.

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Con somma goduria ci fiondiamo verso il lago di Le Louché, seguendo i pali dei segnavia. Non potevamo essere più fortunati. La mappa non era così ottimista nel presentarci una traccia che si perdeva....
Invece tutto bene.

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Il tempo scorre... Maledetto!
Questa valle incontaminata sospesa tra la val d'Anniviers e la Val d'Hérens è uno spettacolo.

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La spolverata di neve accentua le sagome morbide delle morene che si specchiano nei laghetti, in contrasto con la durezza imperiosa delle Becs de Bosson alle nostre spalle.

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Ad un bivio non segnalato, in prossimità di un laghettino, inizia un traverso in ombra con più rampe del previsto, rallentandoci ulteriormente. È stretto, esposto, con neve e rocce smosse...

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Con un ultimo sforzo arriviamo al Col de Cou 2529n...5 minuti prima che il sole si eclissasse dietro una coltre di nubi impigliate sulle montagne ad Ovest.

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Non c'è più tempo!
Ora inizia finalmente The Brazilian!
Il primo tratto è per prati fangosi. In basso il gioco di gialli dei larici comincia a perdere saturazione. Il panorama è sempre uno spettacolo, ma non ci si può fermare a contemplarlo adeguatamente. Il sentiero continua sempre più divertente tra le piantine di mirtillo e ginepro ed erica..
Max sembra rinato, ma alla prima risalita imprevista mostra temporaneamente di nuovo la sua stanchezza.
Eppure, appena la pendenza torna negativa, lui riscopre un simpatico granello di pepe tra le natiche e viaggia .
Vic comincia ad avere grossi problemi al freno posteriore, che non si farà addomesticare, morendo definitivamente poco dopo.
Raymi e Smilzo vengono giù come razzi e non si fanno aspettare. Turbolenta fa anche un capottone, fortunatamente senza conseguenze.
Vic, non potendo più frenare col post, consuma rapidamente le pastiglie ant. È quasi notte e facciamo un cambio pastiglie (roventi) più in fretta che possiamo.
decidiamo di separarci, perché Vic non può più affrontare ripidi sentieri con un freno solo, con la fretta della notte incalzante. Lui scenderà subito per asfalto, mentre noi ci cimenteremo nella ricerca dell'ultima parte della discesa.
A Nax, un incantevole paesino fiorito con le case walser e un aria di perfezione svizzera sbagliamo un bivio, per fretta. Finiamo in una stalla, con cane abbaiante, conigli e mucche. Invece di tornare sui nostri passi fino al bivio perso, sciaguratamente scendiamo attraverso un pascolo, per raggiungere una sterrata più in basso, che si rivela essere un vicoli cieco.
Merda. Doppiamente merda, dato che ho la malsana idea di tagliare una curva su un prato.... appena concimato!
È quasi completamente buio. Vediamo una sterrata ancora più in basso, ma prima di attraversare anche quel pascolo, saggiamente controlliamo il gps (era troppo buio per vedere qualcosa sulla mappa cartacea). Anche la seconda sterrata finiva su uno strapiombo!
Game Over. È notte. L'unica possibilità di arrivare a casa interi è di scendere su asfalto.
Troppo buio!

:free:
Ringrazio tutti i miei grandissimi compagni d'avventura, la Natura svizzera, la WFO impeccabile e il meteo eccezionale. o-o


Video della discesa:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=b9RxO4W7KUE
(scusate la musica tamarra scelta da NomadMax :-P)
 

drunk@tramp

Biker velocissimus
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Lago Maggiore
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Purtroppamente ho imparato che un sabato sera impegnativo e una sveglia prima dell' alba per un giro tanto rimunerativo quanto esigente dal punto di vista fisico non vanno d'accordo, sopratutto per quanto riguarda la salita

Vuoi per il sabato notte, vuoi per la paura di trovare troppa neve ho dovuto e preferito saltare, mangiandomi le dita per quello che ho visto in foto ma con la speranza di rifarlo l' anno prossimo, con giornate più lunghe a disposizione e senza il rischio neve..

Ho girato in solitaria aspettando amici saliti a piedi e con cui ho poi pranzato al rifugio dell' alpe Parpinasca, sopra Trontano, alle porte della VV. Bellino come posto e come scorci, chissà se la zona offre qualche possibilità in più per qualche giro in bici..
 

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