Breve report di questo itinerario:
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/10434 (by ruotalpina) che ho percorso ieri 12/07/2014 in solitaria.
Queste le località attraversate: Valle di cadore - Cibiana - passo Cibiana - monte Rite - rif. Talamini - rif.Venezia - Borca di Cadore
Partenza con il sole e i freschi 15° del mattino dal paese di Valle di Cadore a 850mslm. Si pedala inizialmente sull'asfalto della statale, lasciandola quasi subito per scendere sulla sinistra una stradina secondaria che in breve porta ad attraversare la diga di Valle, con l'omonimo lago sulla destra:
(foto MikeG - Google earth)
La successiva salita è un'intensa serie di rampe prima in asfalto poi su sterrato sassoso, che a causa dei rivoli d'acqua che vi scorrono, costringono ad uno sforzo in più per mantenere l'equilibrio. Si procede anche su tratti meno impegnativi fino a quando, sulla destra, si imbocca un sentiero divertentissimo nel bosco con solo qualche tratto meno pedalabile (vi sono dei cartelli che indicano la direzione per Cibiana), che annulla il pensiero delle rampe percorse per arrivarci.
Si raggiunge quindi il paesino di Cibiana di Cadore (985mslm), noto per i numerosi murales dipinti sui muri delle case.
Si prosegue lungo vie secondarie, si attraversa la strada principale e ci si inerpica lungo una stretta viuzza fino a raggiungere un largo sterrato che sbuca nella salita asfaltata che a suon di tornanti porta al passo Cibiana a quota 1530m. Qui si seguono le indicazioni per il monte Rite che ospita in vetta il Messner Mountain Museum Dolomites di Reinhold Messner. Lo sterrato per raggiungere la vetta, transitabile solo da escursionisti, biker e qualche jeep-navetta (non è aperto ai mezzi privati), è agevole e senza pendenze eccessive. Superata la galleria finale (non illuminata) e percorsi gli ultimi tornanti si raggiunge la cima a 2160m. Qui la vista si apre su 360°: a ovest l'imponente monte Pelmo (la meta successiva dell'itinerario):
a nord-ovest il Sorapiss (sfiorato dalle nuvole) e a nord l'Antelao, che svettano sulla valle verso Cortina:
A sudest il Gruppo Sfornioi-Bosconero, a sud ovest il Prampèr e infine il Civetta.
Durante l'ascesa il cielo si è rannuvolato, lasciando qualche varco alla luce e caldo del sole. Non sembra ancora presagire l'arrivo di un temporale, ma è meglio rimettersi in sella, la strada è ancora lunga.
Si ridiscende al bivio sotto al museo, si svolta a destra sulla strada di sassi e si riprende a scendere, superando alcuni alberi caduti e un tratto di neve congelata. Il successivo bivio da prendere è poco visibile, infatti lo manco e scendo troppo. Quando mi accorgo di aver cannato, mi aspetta una risalita di qualche centinaio di metri (in lunghezza eh) e imbocco il sentiero corretto che si addentra nel bosco.
Inizialmente pedalabile, diventa successivamente sempre più difficile restare in sella data la tecnicità eccessiva, con tratti difficili da affrontare anche a piedi. Mi aspetta quindi una lunga scarpinata, quando posso monto in sella ma è per poche decine di metri. A forcella val Inferno (segnata con un paletto) si prende il sentiero a destra, che è visibile ma in gran parte coperto da larghe foglie di piante montane. Qualche altro tratto di discesa impervia in sella, ma i passaggi eccessivi sui torrenti, su contropendenze, su tratti scavati e su tratti di pietre sono forzatamente da farsi a piedi; è un sentiero piuttosto tecnico anche per un escursionista. Il tempo passa, e con quello arriva anche un velo di frustazione.
Con l'approssimarsi del rifugio Talamini, quasi 1h30' dopo il Rite, il morale migliora e con quello pure il sentiero, che finalmente diventa del tutto pedalabile. Scorta d'acqua alla fontana del rifugio e proseguo per raggiungere il bivio per il rifugio Venezia. Lo raggiungo dopo qualche chilometro, svolto a destra e riprendo a salire su sterrato facile con pendenze poco impegnative. Supero un paio di cancelli per il bestiame e il terreno, uscendo dal bosco, comincia a farsi più tecnico con alcuni brevi tratti da spallare.
A sinistra a farmi compagnia c'è la maestosa roccia del monte Pelmo:
Raggiunto il valico, è visibile il rifugio Venezia poco più avanti:
Raggiungo quindi la meta, scendendo anche l'ultimo tratto in sella:
Pausa necessaria a contemplare il paesaggio che ho intorno, immerso nello spettacolo delle Dolomiti bellunesi, dei boschi poco più in basso e dei prati dove pascolano alcune mucche. L'aria è fresca, le nuvole coprono buona parte del cielo che si intravede azzurro nei tratti liberi.
E' tempo di muoversi, lascio che le immagini mi si imprimano bene in testa prima di buttarmi in discesa verso il fondo valle.
Ecco, l'ultima discesa, un cordone di sassi e ghiaia in picchiata verso il fondovalle, molto bello, pendente che a guardarsi indietro ci si chiede come si faccia a salire di là. I
freni fischiano mentre la pendenza non accenna a diminuire. Un breve tratto piano sul ghiaione che scende dal Pelmo e di nuovo in picchiata.
Spettacolare.
Il primo paese che incontro dopo ore ed ore di pura montagna è Villanova, frazione di Borca, e solo allora mi accorgo dei tuoni che mi rombano sopra la testa. Ultimo rifornimento d'acqua alla fontana del paese, imbocco la ciclabile che costeggia la statale e mi avvio ad andatura sostenuta verso il punto di partenza di questa mattina.
In sella dalle 9.30, raggiungo l'auto alle 17.00, con 2200m di dislivello e 60km alle spalle o, meglio, sulle gambe.
Un itinerario davvero bello, molto impegnativo dal punto di vista fisico, che lascia grandi immagini nei ricordi. Il sentiero verso Cibiana, l'ultimo tratto verso il rif. Venezia e la discesa finale sono la ciliegina sulla torta della giornata.
La nota dolente è la lunga spallata dal Rite al rifugio Talamini: il sentiero è bello e tecnico dal punto di vista pedonale, ma in bike non è assolutamente percorribile (un 90% almeno, con tratti ardui).