[Made in Taiwan] Visita a Giant

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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gasate

Biker forumensus
25/2/08
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fabriano
www.giorgioroscioni.com
concordo sul test niccolai, e da buon operario cassaintegrato, vi posso dire che le 2 pause da 10 min le facevo anche io. ma la nostra fabbrica di elettrodomestici è saltata per la scadente gestione della stessa. gli operai nel bene e nel male lavorano. i ritmi sono tosti ma dipende anche dal posto di lavoro che hai. è risaputo che ci sono i posti più leggeri e quelli più pesanti. anche se il nostro direttore di fabbrica diceva che i posti erano tutti uguali. esempio, uno che mette tre viti e tre tasselli in plastica lavora come uno che mette 1150 pezzi di cemento al giorno da 15 kg. spero che l'italia abbia un cambiamento di mentalità e di direzione a roma, ma grazie a marco che ci ha dato un'idea della cina. io in cina ci sono stato, non nelle fabbriche ma in giro e se parliamo di inquinamento ci fregano di sicuro come per la produttività. un aneddoto, la guida che ci accompagnava ci disse "andiamo a visitare un paese rurale" gli chiedo ma quanta gente ci abita, "500000 persone" alla faccia del paese. quando loro svuotano una valle per fare il bacino, spostano anche 2 milioni di persone, come da noi ne spostano 500 per fare una diga. escludo dal discorso i cambiamenti climatici, sia chiaro. concludo esprimendo il consueto concetto, se vogliamo contrastare la cina compriamo roba con scritto made in italy, oppure niente.

mi sono dimenticato di parlare sulla qualità del lavoro, leggete anche sopra, noi lavoravamo anche a turni, ma il bello era la pulizia, fatta solo nei momenti di fermo per qualche incidente, rumore da tappi aria con polvere da paura, utilizzo di collanti senza aspiratori, se finiva un pezzo sulla catena rimozione a mano almeno fermavamo la catena , sensori staccati ecc. in un'altra esperienza lavorativa, ho verniciato con una pistola a polvere di vernice infilandomi per verniciare dentro il forno, evviva taiwan.
 

tasi

Biker novus
scusate ragazzi, non ho tempo di leggere la catena di botte risposte e commenti di tutti... Vedendo le immagini delle fabbriche Giant-DT etc.. mi si e' riaccesa la menoria. Vorrei solo portare la mia testimonianza in merito a catene di montaggio e bici.
Eh si, perche' la mia prima mtb del '94 era un acciaio (-azzo) rigido , montato Shimano Altus C90, 21 velocita', proveniente proprio dalla fabbrica dove lavoraro e me n'ero innamorato montandola. Funzionava pure egregiamente, per le esigenze che avevo.
Ebbene, tutti noi siamo od eravamo convinti che le condizioni dei lavoratori cinesi cono pessime se confrontate a quelle dell ns fabbriche europee.
Alcuni numeri per farvi cambiare idea:
in 60 secondi dovevo prendere il telaiazzo Heavy Duty quasi completo (forca, serie sterzo, manubrio completo di comandi, guarnitura), metterlo sulla catena rovescio come nelle foto Giant, fare dai 4 agli 8 filetti (dipende dai parafanghi e portapacchi), mettere il passacavo soto la scatola movimento, montare e fissare il gancetto di sicurezza alla forca per i cantilever, filettare il cambio (magari diritto possibilmente), montare il cambio e fissare la controvite cnc, montare e fissare il deragliatore (magari pure allineato..), montare e fissare il cavalletto. Da notare che le attrezzature erano pessime, obsolete e pure malfunzionanti. La catena veniva pulita soltanto quando lo sporco che aveva dentro ai carter ne bloccava il funzionamento. Tra una linea di produzione e l'altra non venivano eseguite pulizie perche' si perdeva tempo, cosicche' il rischio di inciampare in reggette, nylon cartoni etc era alto. Si poteva fumare a piacimento con conseguente richio d'incendio elevato. NON vi era tecnicamente tempo di fare pipi' (figuriamoci altre deiezioni ), la catena non si fermava se non a fine lotto di produzione, anzi, partiva 5 min prima e teminava 5 min dopo l'orario. Quando vi era un problema tecnico che rallentava la produzione arrivavano i titolare, (due fratelli)che ho visto addirittura litigare furiosamente tra di loro innanzi a tutti perche' l'uno non riusciva a "regolare" il cambio che l'altro aveva montato, ...ma pretendevano che noi ci riuscissimo. In 18 dipendenti montavamo, imballavamo e caricavamo su container almeno 250 bici al giorno. Con punte di 350. Non vi erano extracomunitari, vi ho lavorato per tre mesi, mio fratello per 6. La maggior parte della gente faceva mezza giornata di prova, al max 2 giorni e poi spariva. La fabbrica non era nel ns meridione, ma a Padova, e si montavano bici marchiate Atala. La Cina e' anche qui. Vergogna. No comment sulla qualita' della produzione .
 

tyui

Biker extra
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loria
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scusate ragazzi, non ho tempo di leggere la catena di botte risposte e commenti di tutti... Vedendo le immagini delle fabbriche Giant-DT etc.. mi si e' riaccesa la menoria. Vorrei solo portare la mia testimonianza in merito a catene di montaggio e bici.
Eh si, perche' la mia prima mtb del '94 era un acciaio (-azzo) rigido , montato Shimano Altus C90, 21 velocita', proveniente proprio dalla fabbrica dove lavoraro e me n'ero innamorato montandola. Funzionava pure egregiamente, per le esigenze che avevo.
Ebbene, tutti noi siamo od eravamo convinti che le condizioni dei lavoratori cinesi cono pessime se confrontate a quelle dell ns fabbriche europee.
Alcuni numeri per farvi cambiare idea:
in 60 secondi dovevo prendere il telaiazzo Heavy Duty quasi completo (forca, serie sterzo, manubrio completo di comandi, guarnitura), metterlo sulla catena rovescio come nelle foto Giant, fare dai 4 agli 8 filetti (dipende dai parafanghi e portapacchi), mettere il passacavo soto la scatola movimento, montare e fissare il gancetto di sicurezza alla forca per i cantilever, filettare il cambio (magari diritto possibilmente), montare il cambio e fissare la controvite cnc, montare e fissare il deragliatore (magari pure allineato..), montare e fissare il cavalletto. Da notare che le attrezzature erano pessime, obsolete e pure malfunzionanti. La catena veniva pulita soltanto quando lo sporco che aveva dentro ai carter ne bloccava il funzionamento. Tra una linea di produzione e l'altra non venivano eseguite pulizie perche' si perdeva tempo, cosicche' il rischio di inciampare in reggette, nylon cartoni etc era alto. Si poteva fumare a piacimento con conseguente richio d'incendio elevato. NON vi era tecnicamente tempo di fare pipi' (figuriamoci altre deiezioni ), la catena non si fermava se non a fine lotto di produzione, anzi, partiva 5 min prima e teminava 5 min dopo l'orario. Quando vi era un problema tecnico che rallentava la produzione arrivavano i titolare, (due fratelli)che ho visto addirittura litigare furiosamente tra di loro innanzi a tutti perche' l'uno non riusciva a "regolare" il cambio che l'altro aveva montato, ...ma pretendevano che noi ci riuscissimo. In 18 dipendenti montavamo, imballavamo e caricavamo su container almeno 250 bici al giorno. Con punte di 350. Non vi erano extracomunitari, vi ho lavorato per tre mesi, mio fratello per 6. La maggior parte della gente faceva mezza giornata di prova, al max 2 giorni e poi spariva. La fabbrica non era nel ns meridione, ma a Padova, e si montavano bici marchiate Atala. La Cina e' anche qui. Vergogna. No comment sulla qualita' della produzione .
vero,mandavano i manager a scuola di tempi e metodi con tragiche conseguenze
stiamo regredendo a secondo mondo :nunsacci:
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
15/12/09
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Su per i monti
www.arsie.net
scusate ragazzi, non ho tempo di leggere la catena di botte risposte e commenti di tutti... Vedendo le immagini delle fabbriche Giant-DT etc.. mi si e' riaccesa la menoria. Vorrei solo portare la mia testimonianza in merito a catene di montaggio e bici.
(...) La Cina e' anche qui. Vergogna. No comment sulla qualita' della produzione .

Dovremmo capire che non è garantendo tutto solo ad una parte, a prescindere dal resto, che le condizioni migliorano o le aziende camminano.
Purtroppo la mia esperienza e quella di molti altri confermano che a monte sta la capacità di chi dirige le aziende, capacità di far funzionatre le cose, di motivare e mettere in condizione di lavorare bene.
Laggiù è facile, probabilmente: le aziende serie possiedono impianti adeguati, se in quelle condizioni lavori allora bene, se non reggi te ne vai, la normativa sul lavoro ha il suo peso.
Peraltro i problemi ci sono dove si tira troppo la corda, chi tratta i dipendenti in maniera corretta in funzione del contesto generale lavora e cresce.
Da noi ci si trova con situazioni come quelle descritte da altri interventi, chi rende deve rendere anche per quello che non regge (o non vuole reggere) il ritmo imposto, indipendentemente dalle condizioni dell'attrezzatura che è perlopiù vecchia, sfruttata, obsoleta.
E' chiaro che non si regge alla concorrenza, ben presto si soccombe.

Tutte cose da me viste e ampiamente fatte presenti a chi di dovere.
Ma se la direzione non vuole sganciare i quattrini anche se fai presente che quella spesa la recuperi in DUE SETTIMANE e dopo è tutto guadagno, è una spesa e non si deve fare.
Poco importa se la "Raskin" quasi perse il volano (2 tonnellate di acciaio da 2 metri di diametro che per poco non finì a spasso per la fabbrica) o se, in altro contesto, c'era un magnete di sollevamento da suddividere tra 5 squadre che operavano in due capannoni distinti...

Non mancano le eccezioni, naturalmente, ma sono poche e il panorama generale vede un preoccupante regresso che già una dozzina di anni fa si intuiva essere cominciato ed essere quasi inesorabile.

Regresso cominciato nel settore bici dalle stesse aziende produttrici di componenti.
All'Ofmega si vantavano di essere i pionieri in questo, già serie sterzo e mozzi li acquistavano dall'oriente perché più economici e pure di qualità migliore.
Il risultato fu che a poco a poco lo stabilimento si riempì di macchine dismesse e catene di produzione ferme, a nulla valsero i tentativi di rimettere in servizio linee di produzione obsolete conprodotti altrettanto obsoleti quando la richiesta superava la capacità di importazione, ormai il cliente era abituato ad un certo standard e la porcheria non la voleva più.
Così a metà anni '90 l'azienda era ormai condannata, con prodotti vecchi e fatturato in calo, i profitti degli anni d'oro (1988 - 1995 circa) erano finiti altrove invece che in ammodernamento dello stabilimento, macchine efficienti, prodotti nuovi.
Inutile fu il tentativo di risollevare le sorti a fine anni '90 prendendo su dei tecnici di buona volontà, senza la volontà dell'azienda di investire nel rinnovamento, anche le migliori idee erano destinate a naufragare se "dovevamo fare cose nuove adoperando stampi, macchine e attrezzature vecchie, senza cambiare nulla se proprio non necessario, visto che costava"
R.I.P. Ofmega, e con essa moltissime aziende del settore ciclo italiano.
 
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Vitoshi san

Ospite
sinceramente non ho trovato niente di disumano a Shanghai o a Taipei, tantomeno a Hongkong. I conti si fanno poi alla fine, quando le fabbriche chiudono e i disoccupati aumentano. Vediamo poi l'umanità...




bè sentiamo...dove finisce secondo te l'umanità se chiudono le fabbriche?
(con tutto il rispetto e aggiungo che non voglio essere polemico)
 
V

Vitoshi san

Ospite
In quel momento l'umanità e i buoni propositi sono presto dimenticati, visto che si deve arrivare alla fine del mese.



grazie per la rapida risposta

se lungo la strada che stiamo percorrendo il valore dell'essere umano e i buoni propositi possono passare in secondo piano, forse dobbiamo fermarci e riconsiderare le nostre scelte

tu cosa ne pensi?
 

mikku

Biker urlandum
Mah, quest'ultimo report, ancor più dei precedenti, mi ha definitivamente spiazzato: tutta un serie di luoghi comuni personali, sono stati spazza via più che dalle parole, dall'evidenza delle immagini. Non vedo differenze dalle nostra fabbriche, se non forse in meglio: nella tipografia dove ho lavorato, nel ricco Trentino-Alto Adige, il rumure di fondo della rotativa ed i turni lavorativi sulla macchina off-set, hanno dato problemi di salute a vari operai specializzati, per fare esempio.
DIRITTI UMANI E TUTELA DEL LAVORO: siamo poi sicuri, che standardizzando tali sacrosanti principi sugli standard europei, le aziende del Sol Levante perdano la leadership mondiale assottigliando il divario di Mercato: io ho dei forti dubbi.

Shanghai come l'Inghilterra della Rivoluzione Industriale: non si tratta più di polveri di carbone ma di idrocarburi e polveri sottili in concentrazione mostruose; non mi sentirei di paragonarla a Milano, nemmeno nelle giornate di stop al traffico.

Cina ed il Sud Est asiatico stanno facendo i conti in maniera esponenziale, con i problemi di approviggionamento delle materie prime (che pagano, quanto le paghiamo noi), e con l'impatto della produzione sul contesto ambientale; si tratta di una socetà non meccanizzata, portiamo un'automobile ad ogni famgilia cinese (noi ne abbiamo due), gli equilibri si spostano:
Se paragoniamo la situazione auto con l’Italia, i dati sono ancora più sconvolgenti: nel nostro paese circolano 35 milioni di auto su 60 milioni di persone: praticamente un’auto ogni due persone Pensate cosa sarebbe se la densità delle auto in Cina raggiungesse quella dell’Italia: si avrebbero circa 6/700 milioni di veicoli!!

E’ dal 2006 che il gigante asiatico occupa la prima posizione nella classifica dei paesi con le maggiori emissioni di, CO2 o biossido di carbonio, emissioni che sono il primo fattore del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. La Cina, con 6,5 miliardi di tonnellate di CO2 prodotte nell’arco dell’anno, è davanti a Stati Uniti (5,8 miliardi) e Russia (1,7 miliardi), mentre l’Italia è soltanto 12esima con 455 milioni di tonnellate.


E' tutto da vedere, se anche in base a queste fosche previsioni il Gap Oriente-Occidente si assottiglierebbe. Rimangono problemi aperti.

Una sola cosa, per me è ora certa: il saldatore-artigiano che produce nell'officina sotto casa prodotti all'apparenza inarrivabili, ora fa più parte del Mito che della realtà oggettiva.
 

bubugaz

Biker serius
7/3/11
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verona
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Bike
"la povera"
Insomma sembra proprio che la cina ci seppellirà. Magari saremo morti d' inquinamento prima che di fame, dato quello che stanno scaricando nell' aria gli amici cinesi, in aggiunta a quello che abbiamo scaricato noi finora. Purtroppo comanda il capitale e il liberismo sfrenato sembra la regola oramai e non solo da quelle parti. Poco male, a noi è andata pure di lusso in fin dei conti, se penso a quei poveretti, almeno io fin chè la giostra ha girato mi ci sono fatto un sacco di giri con le bici realizzate da quelle brave formichine a 100 euro al mese prima di crepare di disoccupazione o (più probabilmente) di inquinamento. Loro hai voglia che ne hanno da pedalare per potersene comprare una in tempo prima di salire al creatore...
 

Solo2ruote

Biker novus
12/5/11
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Modena
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Ok, sorvolando faticosamente sul dibattito socio-economico, avrei una questione differente da sottoporre agli esperti...

Se nell'impianto che produce GIANT si realizzano bici di altre marche (e mi sembra di capire che non si tratti di prodotti da supermercato, ma di bici di un certo livello), non va persa tutta la ricerca, il valore aggiunto, l'esperienza, le differenze che sono puntualmente e doverosamente esaltate da ogni azienda che cerca di far preferire le proprie creazioni al biker/acquirente?

Cioè, se gli operaio e i tecnici che sfornano una bellissima e performante GIANT sono gli stessi che danno la luce ad una bellissima e performante ALTRAMARCA, dove sta la differenza tra le due case? I progetti arrivano in busta chiusa? I telai sono assemblati in zone diverse dell'impianto? Vige il segreto professionale tra i saldatori?

Non voglio essere polemico, solo non capisco come funzioni...:nunsacci:
Spero che l'argomento non sia già stato trattato, e che qualcuno ne sappia più di me (probabile).
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Valtellina
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Cube Stereo 29
Ok, sorvolando faticosamente sul dibattito socio-economico, avrei una questione differente da sottoporre agli esperti...

Se nell'impianto che produce GIANT si realizzano bici di altre marche (e mi sembra di capire che non si tratti di prodotti da supermercato, ma di bici di un certo livello), non va persa tutta la ricerca, il valore aggiunto, l'esperienza, le differenze che sono puntualmente e doverosamente esaltate da ogni azienda che cerca di far preferire le proprie creazioni al biker/acquirente?

Cioè, se gli operaio e i tecnici che sfornano una bellissima e performante GIANT sono gli stessi che danno la luce ad una bellissima e performante ALTRAMARCA, dove sta la differenza tra le due case? I progetti arrivano in busta chiusa? I telai sono assemblati in zone diverse dell'impianto? Vige il segreto professionale tra i saldatori?

Non voglio essere polemico, solo non capisco come funzioni...:nunsacci:
Spero che l'argomento non sia già stato trattato, e che qualcuno ne sappia più di me (probabile).

Nonostante le balle di certe pubblicità una mtb non è un'astronave. Una volta avviata la produzione non vedo quali grandi segreti vi siano da mantenere.
Il fatto che più marchi si affidino alle stesse fabbriche non significa in ogni caso che le bici sono tutte uguali, dato che progetti e specifiche saranno diversi. Io credo inoltre che sia fondamentale il controllo sulla qualità, e non è detto che tutti lo facciano allo stesso modo.
 

marco

Not
Membro dello Staff
Diretur
29/10/02
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Monte Bar
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KM Percorsi
Bike
Diverse
Ok, sorvolando faticosamente sul dibattito socio-economico, avrei una questione differente da sottoporre agli esperti...

Se nell'impianto che produce GIANT si realizzano bici di altre marche (e mi sembra di capire che non si tratti di prodotti da supermercato, ma di bici di un certo livello), non va persa tutta la ricerca, il valore aggiunto, l'esperienza, le differenze che sono puntualmente e doverosamente esaltate da ogni azienda che cerca di far preferire le proprie creazioni al biker/acquirente?

Cioè, se gli operaio e i tecnici che sfornano una bellissima e performante GIANT sono gli stessi che danno la luce ad una bellissima e performante ALTRAMARCA, dove sta la differenza tra le due case? I progetti arrivano in busta chiusa? I telai sono assemblati in zone diverse dell'impianto? Vige il segreto professionale tra i saldatori?

Non voglio essere polemico, solo non capisco come funzioni...:nunsacci:
Spero che l'argomento non sia già stato trattato, e che qualcuno ne sappia più di me (probabile).

è tutta una questione di progetto e di ingegneri. La realizzazione di un telaio, una volta stabilito il progetto, non é nulla di trascendentale. Quindi sono i progettatori che fanno la vera differenza, le fabbriche di un certo livello come quella di Giant (tipo Merida, che produce per Specialized) hanno ormai degli standard molto simili.
 

berte_80

Biker serius
26/9/05
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piedmont!
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Giant Trance 29
Dears

ma in Cina / Taiwan un modello di alta gamma...biammortizzato, Trek, Specialized, Giant o magari qualcosa di piu ricercato (vedi Ibis) si trova ad acquistare? Ed a quale prezzo? sempre parlando di negozi ufficiali che vendono il prodotto originale ed ufficiale (lo so che il concetto puo essere discutibile...)

Quello che ogni tanto mi chiedo...é...quanto devono lavorare per accumulare il corrispettivo necessario a comprarsi una bike di alta gamma?!?!

Saluti
paolo
 

Solo2ruote

Biker novus
12/5/11
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Modena
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Ok, grazie ai "risponditori". Credevo solo che le varie case fossero più gelose delle loro idee... D'altra parte anche nel mondo dell'auto le alleanze sono d'obbligo, quindi niente di strano.
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Ok, grazie ai "risponditori". Credevo solo che le varie case fossero più gelose delle loro idee... D'altra parte anche nel mondo dell'auto le alleanze sono d'obbligo, quindi niente di strano.

Sono gelosi finchè si è in fase di progettazione, ma una volta che le bici sono state presentate e sono in produzione c'è poco da nascondere.
 

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