Tech Corner L'ammortizzatore

Mike biker

Biker extra
25/4/07
702
1
0
33
Livorno
Visita sito
Con ordine:

1) L'estrattore è composto di due elementi: un cilindro calibrato su cui vai a posizionare la boccola nuova ed una bussola o tazza, più larga della boccola stessa. Stringendo con una vite il cilindro calibrato, una scanalatura spinge la boccola nuova contro la vecchia che va ad uscire nella tazza. L'estrattore non è caro, ma se hai un tornio te lo puoi costruire.

2) Si, se il cilindretto filettato che hai quotato è estraibile allora quel kit va bene. Se il cilindro è solidale con il riduttore, allora sono boccole speciali fuori standard.

4) Si, nei kit heavy duty si consuma solo la boccola in polimero e non il perno in acciaio. Quando il tutto prende gioco ti basta sostituire solo la boccola.

5) No, quel kit è solo per la revisione della parte aria. Fox consiglia di revisionare la parte idraulica annualmente, operazione che però consiglio di far eseguire presso Vittoria o da un centro assistenza revisioni competente e con la giusta attrezzatura.

fantastico!
dato che il cilindro filettato internamente non è solidale procedo!
grazie mille
 

Allegati

  • ammo 006.jpg
    ammo 006.jpg
    33,6 KB · Visite: 44

matteo_84

Biker marathonensis
Con ordine:

1) L'estrattore è composto di due elementi: un cilindro calibrato su cui vai a posizionare la boccola nuova ed una bussola o tazza, più larga della boccola stessa. Stringendo con una vite il cilindro calibrato, una scanalatura spinge la boccola nuova contro la vecchia che va ad uscire nella tazza. L'estrattore non è caro, ma se hai un tornio te lo puoi costruire.


come si installa una boccola, qualora non fosse presente?! ho sempre bisogno dell'estrattore!? oppure potrei usare una morsa ad esempio?!

Grazie.
 

clauddd

Biker superioris
26/1/10
887
114
0
bari
Visita sito
ciao a tutti
sulla mia full, presa da poco, è montato di serie un ammo monarch r (ammo base della casa rock shox) che non ha il blocco e il propedal, quindi mi ritrovo la sospenzione che gioca un po se pedalo un po più forte in piano o su asfalto.

vorrei quindi cambiare ammortizzatore e mettere un monarch rt3 che possiede le caratteristiche che cerco.

premetto che ho abbastanza manualità e mi smonto e rimonto tutta la bici da solo (l'unica cosa che non ho mai fatto è la registrazione e tensione dei raggi delle ruote) oltre al fatto che non mai sostituito l'ammo.

vorrei sapere se per smontare quello che possiedo e rimontare il nuovo servono attrezzi particolari o eventualmente boccole nuove????

inoltre c'è una descrizione dettagliata del montaggio o eventualmente un video che spiega se c'è qualche passaggio obbligato da rispettare?????

se qualcuno l'ha già fatto potrebbe gentilmente spiegarmi la procedura?

grazie mille a tutti
 

gus

Biker infernalis
8/9/03
1.967
0
0
magliano dei marsi (AQ)
Visita sito
Bike
Honzo
Rocky%20Mountain%20Slayer%20SXC%202007_LevRatio.jpg

ciao a tutti, vi allego la funzione di compressione della mia slayer sxc ... se ho capito bene, si tratta di uno schema nella prima parte della corsa molto regressivo e poi, dopo il massimo attorno ai 90 mm,sempre più progressivo.
L'idea del progettista secondo voi è quella di sfruttare con linearità e maggiore sensibilità le asperità medio piccole e poi murare per evitare i fondocorsa?
inoltre mi chiedo e vi chiedo,per avere un'idea della reale curva di compressione della bici questa funzione ( che dovrebbe essere riferita ai leveraggi del telaio) andrebbe integrata con la curva di compressione dell'ammortizzatore oppure no?
 

gus

Biker infernalis
8/9/03
1.967
0
0
magliano dei marsi (AQ)
Visita sito
Bike
Honzo
Anzi, pensandoci bene l'interazione tra la curva di compressione del talaio e quella dell'ammo ad aria dhx 4 che non conosco ma senz'altro progressiva, dovrebbe dare una risposta di tipo lineare fino ai 90 mm alla ruota (ca. 2/3 della corsa) e molto progressiva dopo.
Giusto?
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
12.241
186
0
35
Torino
www.picasawebweb.com
Esatto, la curva di compressione del telaio è regressiva nell'ultima parte proprio per compensare la marcata progressività finale della curva di compressione dell'ammo.
La curva di compressione reale si ottiene combinando quella del telaio e quella dell'ammo.
 

gus

Biker infernalis
8/9/03
1.967
0
0
magliano dei marsi (AQ)
Visita sito
Bike
Honzo
Esatto, la curva di compressione del telaio è regressiva nell'ultima parte proprio per compensare la marcata progressività finale della curva di compressione dell'ammo.
La curva di compressione reale si ottiene combinando quella del telaio e quella dell'ammo.

scusa dany qualcosa non mi quadra.

maggiore è il rapporto di leva e minore è la forza necessaria per comprimere un tratto della stessa lunghezza della corsa dell'ammo: giusto?

se è così mi sembra che la prima parte della curva con inclinazione positiva dovrebbe corrispondere ad un comportamento regressivo del telaio mentre la seconda, con pendenza negativa, ad uno progressivo. Mi sbaglio nel ragionamento?
 

antopeddis

Biker superis
9/8/08
368
0
0
iglesias
Visita sito
Salve. Dovrei smontare il mio rock shox pearl 3.3 dalla mia Enduro 2007. Ho problemi nello smontare l'ammo dal carro (l'altra estremita', quella che si fissa al telaio, l'ho gia smontata), nel senso che non capendo la tecnica di accoppiamento, non so come procedere. Svitando il dado, ho estratto il bullone, ma rimane tutto il resto: riduttori, perni, boccole ecc. Come devo procedere? Mi servono attrezzi particolari? A quale delle tre tecnologie del primo post di Danybiker corrisponde il pearl 3.3?
Ringrazio in anticipo.
 

comesquirol98

Biker superis
6/3/12
499
10
0
59
BORGO SAN DALMAZZO
WWW.diabetenolimits.org
Bike
Trek Farley 8 - Cannondale Moterra AM3
giuro che prima di postare questa domanda ho usato la funzione "cerca" disperatamente ma non ho trovato la risposta che cercavo (quindi è possibilissimo che sia imbranato, non me ne voglia nessuno).
Vorrei montare un ammo FOX al posto di un Manitou quindi il diametro interno delle boccole è diverso: 12,0 per il Manitou e 12,7 per il FOX. Ho pensato di ordinare delle boccole con diametro interno da 12,0 per il FOX (così da tenermi il Manitou di scorta perfettamente compatibile con la mia bici) ma mi è sorta questa domanda: IL DIAMETRO DEGLI OCCHIELLI DEI DUE AMMORTIZZATORI E' UGUALE? so che per il Fox è 15 mm ma per il Manitou? Più banalmente: se ordino delle boccole compatibili con il Manitou (quindi con diaametro 12,0 mm) che diametro esterno hanno? 15 mm? Questo è il dato che non sono riuscito a trovare da nessuna parte.
 

giuseppe.iandiorio

Biker novus
21/6/13
7
0
0
Avellino
Visita sito
Bentrovati, come ogni mercoledì, all’appuntamento settimanale con il Tech Corner!

Nelle puntate precedenti ci siamo occupati parecchio di sospensioni ed in particolare di ammortizzatori posteriori, occupandoci anche di procedure di revisione avanzate. Questa settimana invece ci occupiamo di argomenti meno specifici, ma che comunque è importante conoscere.

Ci occuperemo infatti dell’ammortizzatore posteriore. Che cos’è, a cosa serve, come si identifica la misura, come si monta sul telaio.

L’ammortizzatore.
L’ammortizzatore è l’elemento che ha il compito di gestire il movimento del carro della bicicletta. La sollecitazione che interviene sulla ruota, tramite un insieme di leveraggi, viene trasmessa all’ammortizzatore che avrà il compito di smorzare tale sollecitazione comprimendosi e di far ritornare la sospensione posteriore nella sua posizione di riposo grazie ad un elemento elastico (molla o aria).
La velocità di compressione e ritorno sono gestite dall’idraulica.

INTERASSE E CORSA.

Poiché ogni telaio è differente, sia per tipologia di schema di sospensione, sia per escursione e destinazione d’uso non esiste un’unica misura per gli ammortizzatori.

Esistono ad ogni modo delle misure standardizzate, utilizzate dalla stragrande maggioranza dei produttori, anche se naturalmente esistono alcune eccezioni.

Un ammortizzatore si misura in base all’interasse e alla corsa
0142.jpg

Immagine 01: interasse e corsa di un ammortizzatore.

L’interasse è la distanza tra i due occhielli di fissaggio dell’ammortizzatore al telaio. La misura si prende considerando gli assi baricentrici dei due snodi (il centro del foro, ndr) e con ammortizzatore completamente esteso.
La corsa è invece la differenza della lunghezza dell’interasse nelle posizioni di ammortizzatore esteso e a fondo corsa. In pratica la corsa si può misurare considerando la lunghezza di stelo che entra all’interno del corpo dell’ammortizzatore a sospensione del tutto compressa. Attenzione a non confondere la corsa con la lunghezza dello stelo: non sempre infatti le due grandezze coincidono in quando su molti ammortizzatori, anche a fondo corsa, lo stelo non entra completamente.

Solitamente, per ragioni di peso e di minore sollecitazione, per usi meno gravosi si utilizzano interassi e corse minori, mentre per usi più pesanti (discipline gravity) e su telai con maggiore escursione alla ruota, si utilizzano interassi e corse maggiori.

L’escursione alla ruota non corrisponde mai alla corsa dell’ammortizzatore, ma vi è una corrispondenza data dal rapporto di compressione.

IL RAPPORTO DI COMPRESSIONE E LA TARATURA IDRAULICA DI FABBRICA

Il sistema di bielle che costituisce il carro posteriore di una bicicletta non trasmette la sollecitazione in maniera lineare all’ammortizzare, ma la trasmette con un determinato rapporto di compressione che varia a seconda dell’affondamento. La rappresentazione analitica di questa funzione rappresenta la curva che sul linkare viene definita “leverage ratio”, in italiano rapporto di compressione.
0236.jpg

Immagine 02: curva del rapporto di compressione della Giant Faith. Notare come non ci sia una corrispondenza lineare tra escursione alla ruota e rapporto di leva e come questo vari a seconda dell’escursione.

Il grafico riporta in ascisse l’escursione alla ruota, mentre in ordinata il rapporto di compressione a. Quello che è importante notare è come il rapporto non sia costante ma subisca una variazione a seconda dell’escursione utilizzata. La variazione spesso non è del primo ordine (ovvero lineare) ma segue un andamento che può variare a seconda dei leveraggi del carro.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, consiglio di leggere la trattazione di Ser nel test della Giant Faith (scorrete in basso fino all’analisi cinematica):
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=151001

Seppur il rapporto di leva non sia costante durante l’escursione della ruota, possiamo definire un valore medio di rapporto di compressione, linearizzando la curva del rapporto di compressione. Tale valore sarà indicativo ed indicherà soltanto il livello di “stress” a cui è sottoposta l’idraulica dell’ammortizzatore, valore che tornerà utile nel valutare la taratura oppurtuna dell’idraulica per quel determinato telaio.
I produttori di ammortizzatori infatti propongono diverse tarature a seconda del rapporto di compressione dell’ammortizzatore.

Un rapporto di compressione molto elevato infatti rappresenterà un maggiore stress per l’idraulica che dovrà intervenire in maniera maggiore per ottenere una determinata frenatura. Al contrario un rapporto di leva basso assicurerà un minore stress dell’idraulica, migliorando la risposta dell’ammortizzatore alle varie regolazioni. Il rovescio della medaglia è però che data una determinata escursione alla ruota, per avere un basso rapporto di compressione bisogna utilizzare un ammortizzatore con più corsa e quindi con un interasse maggiore e di conseguenza più pesante.

Il rapporto di compressione medio può essere calcolato facilmente come:

Rc = Er / Ca

Dove: Rc è il rapporto di compressione (numero puro), Er è l’escursione alla ruota (mm) e Ca è la corsa dell’ammortizzatore (mm).

AMMORTIZZATORI AD ARIA E A MOLLA.

Il mercato ad oggi offre due grandi tipologie di ammortizzatori: gli ammortizzatori ad aria e quelli a molla.

Negli ammortizzatori ad aria l’elemento elastico è costituito dall’aria contenuta in pressione all’interno di un’opportuna camera. Quando l’ammortizzatore si comprime, so stelo entra all’interno di questa camera causando una riduzione di volume e comprimendo quindi l’aria.
0340.jpg

Immagine 03: un ammortizzatore ad aria.
Il pregio di questi ammortizzatori è essenzialmente nel peso contenuto e nel fatto che hanno un certo carico di stacco. Infatti l’ammortizzatore prima di mettersi in movimento deve vincere l’attrito delle guarnizioni. Di conseguenza le piccole oscillazioni indotte dalla pedalata verranno filtrate da questo attrito e il bobbing sarà minore e l’effetto del propedal più netto. Di contro questo determina una minore burrosità sui piccoli urti e l’utilizzo della camera d’aria richiedere una maggiore manutenzione (più tenute da sostituire rispetto ad un ammortizzatore a molla).

Negli ammortizzatori a molla invece l’elemento elastico è una molla compressa da due piattelli, uno solidale col corpo dell’ammortizzatore, una solidale con lo stelo.
0429.jpg

Immagine 04: ammortizzatore a molla.

Il vantaggio di questa tipologia di ammortizzatori è essenzialmente nella performance. Non avendo tenute pneumatiche non hanno quasi carico di stacco e la burrosità sui piccoli urti è nettamente maggiore. Inoltre non patiscono in surriscaldamento che sugli ammortizzatori ad aria causa una variazione di pressione dell’aria nella camera principale.

Per queste ragioni gli ammortizzatori ad aria sono utilizzati nelle discipline pedalate (XC, marathon, AM, enduro), mentre nelle discipline gravity (enduro, freeride, DH) si utilizzano ammortizzatori a molla.

L’hardware di montaggio al telaio.

Gli attacchi dell’ammortizzatore sono per lo più standard. A parte qualche caso di attacchi dedicati (Cannondale Jeckill o le nuove Specilized) solitamente l’ammortizzatore presenta due occhielli, al cui interno è presente una boccola.
0531.jpg

Immagine 05: occhiello con all’interno la boccola.

La boccola è un cuscinetto radente. Si tratta di un cilindretto in acciaio ricoperto di materiale a basso attrito su cui scorre un perno oppure due riduttori in alluminio, a seconda della tipologia di hardware utilizzato. La boccola dopo un certo periodo di tempo perde il trattamento a basso attrito e si consuma, aumentando il diametro e quindi creando gioco sullo snodo. Anche i riduttori si consumano, specie se in alluminio.

In commercio esistono 3 tipologia di hardware di montaggio: il kit standard con riduttore in alluminio, il kit con asse in acciaio e il kit con cuscinetto ad aghi.

RIDUTTORI TRADIZIONALI.

Il kit di riduttori tradizionali è composto come in figura:
0627.jpg

Immagine 06: hardware di tipo tradizionale. Fonte immagine originale TFTuned shock.
All’interno dell’occhiello dell’ammortizzatore è inserita una boccola DU. All’interno della boccola si inseriscono due riduttori in alluminio composti da una sede in cui va ad inserirsi la boccola e da una zona cilindra più spessa con il compito di mantenere centrato l’ammortizzatore durante il funzionamento.

Il pregi di questo sistema sono la facilità di montaggio e la facile reperibilità delle boccole DU. Gli svantaggi sono invece legati alla scarsa durata, al fatto che i riduttori in tenero alluminio si consumano insieme alla boccola (va sostituito tutto l’hardware quando lo snodo prende gioco), dall’assenza di protezione contro lo sporco. Inoltre la presenza di due riduttori separati aumenta la sollecitazione sulla vite di fissaggio che passa all’interno dei riduttori.

KIT CON ASSE IN ACCIAIO.

Conosciuti anche con il termine “heavy duty”, questo tipo di hardware è composto in questo modo:
0729.jpg

Immagine 07: hardware con asse in acciaio. Fonte immagine originale TFTuned shock.
All’interno dell’occhiello è sempre installata una boccola che può essere di tipo DU o meglio in polimero. All’interno della boccola è inserito un asse cavo in acciaio, molto più tenace dell’alluminio e soprattutto della boccola in polimero. Esternamente ai lati della boccola sono inseriti sul perno due distanziali che hanno il compito di mantenere l’ammortizzatore centrato durante l’utilizzo. Tra distanziali e boccola sono interposte solitamente due guarnizioni per prevenire l’ingresso di sporco.

I vantaggi di questa soluzione sono molteplici. Innanzitutto la durata è nettamente maggiore rispetto al kit di tipo standard. Inoltre l’acciaio dell’asse è estremamente tenace e l’unica parte soggetta ad usura rimane la boccola. Specialmente se si utilizzano boccole in polimero, quando lo snodo prende gioco è sufficiente sostituire la boccola in quanto l’usura del perno è quasi nulla. Inoltre la presenza di un asse unico migliora la distribuzione degli sforzi sul bullone di fissaggio, che lavora esclusivamente a taglio senza subire flessione in mezzeria. Gli svantaggi sono invece legati alla maggiore difficoltà del montaggio, soprattutto perché l’inserimento dell’asse nella boccola richiede una morsa.

KIT CON CUSCINETTO AD AGHI

Si tratta di una soluzione poco conosciuta, applicata forse esclusivamente dalla ditta Real World Cyclist, produttrice dei famosi Enduro Fork Seals.
0825.jpg

Immagine 08: hardware con cuscinetto ad ago. Fonte immagine Real World Cyclist.
Il kit è composto da un cuscinetto ad ago che si inserisce al posto della boccola nell’occhiello dell’ammortizzatore e da un asse in acciaio ad alta resistenza. Lateralmente all’asse si posizionano i due distanziali con una guarnizione che dovrebbe prevenire l’ingresso di acqua e sporco all’interno del cuscinetto.

Il più grosso vantaggio dovrebbe essere dato dal minore attrito alla rotazione che dovrebbe garantire questa soluzione. La sospensione pare risulti più burrosa sui piccoli urti. Di contro nel cuscinetto ad aghi può infilarsi polvere o sporco e pertanto è richiesta una maggiore manutenzione.

LE MISURE DEGLI OCCHIELLI.

Per nostra sfortuna non tutte le case produttrici utilizzano lo stesso diametro per gli occhielli.

Attualmente sono utilizzati 3 standard:
1) Boccola da 10mm: utilizzata da Rock Shox per gli ammortizzatori prodotti dal 1996 al 2002, ora non più in uso.
2) Boccola da 12mm: utilizzata da Rock Shox per i modelli dal 2005 al 2008 (MC3, MC, Pearl) e per gli Ario dal 2005 al 2009, da DNM e da Manitou
3) Boccola da 12,7mm (1/2”): misura in pollici utilizzata su tutta la gamma da Fox, 5th Elementh, Romic Avalanche, Giant NSR e da Rock Shox per i modelli 2003-2004 e per i modelli Monarch e Vivid (prodotti dal 2008 in poi) e sull’Ario 2010.
Ad ogni modo non è difficile misurare con un calibro l’effettiva larghezza del foro. L’importante è ricordarsi che la misura fa fatta sull’occhiello dell’ammortizzatore e non sulla boccola, che ha uno spessore di ca 3-4mm. Occhio quindi a non scambiare un 12,7mm per un 12mm perché avete misurato il diametro interno della boccola e non dell’occhiello!

LE MISURE DEI RIDUTTORI.

I kit di montaggio, oltre al diametro dell’occhiello dell’ammortizzatore (che determina il diametro del perno o dei riduttori) prevedono altre 2 misure:
0923.jpg

Immagine 09: come misurare i riduttori.
La larghezza che è la misura della sede di fissaggio dell’ammortizzatore sul telaio e il diametro interno, o diametro della vite. A seconda che la vite sia un M6, M8 o M10 il foro dovrà avere un diametro di 6,8 o 10mm. Attenzione a quando si misura la larghezza ad essere estremamente precisi. La misurazione va fatta al decimo di mm.

scusate l'ignoranza ma io non mi trovo.
il grafico 2 mostra il rapporto di compressione in funzione dell escursione.
ora se Rc=Er/Ca quando l'ammortizzatore è a riposo (escursione=0) si ha che Rc=0; quando invece l'ammo va a pacco (escursione max) Rc=infinito.
ora se per Er (escursione ruota) si intende 0 quando è massima e 200 quando è a riposo il discorso fila.
qualcuno sa come funziona questa cosa???
devo cambiare ammo!!!!!
 

Fraski

Biker serius
18/9/12
154
8
0
51
Roma
Visita sito
Bike
Canyon Strive 2015 Al7.0 + Trek Rail 9 2021
Credo tu abbia frainteso : il Rc indica quanti mm di corsa fa la ruota per ogni mm di corsa dell'ammortizzatore. Un carro con 150mm alla ruota e un ammo da 50mm di corsa avrà un rapporto di compressione medio pari a 3, ma a seconda dei leveraggi potrebbe avere un rapporto più alto nei primi millimetri e più basso alla fine (come nel grafico) risultando quindi progressivo , oppure viceversa.
 

Ellsthar

Biker superis
11/11/14
317
57
0
Cascina (PI)
Visita sito
Bike
Evil The Wrekoning
Ciao,
ho montato su un telaio nuovo un rs monarch plus debonair. Ho avuto seri problemi ad inserire l'asse nelle boccole e, dopo aver bestemmiato per farlo entrare (usando una specie di estrattore fatto artigianalmente) mi accorgo che tale asse è fisso e non ruota nella boccola. Tutto ciò non credo sia normale, o sbaglio? Per quanto riguarda la misura dell'hardware di montaggio l'ho preso sulle specifiche datemi dal telaista, ma forse c'è qualcosa di sbagliato!

Inviato dal mio SM-T705 utilizzando Tapatalk
 

daniand

Biker serius
Beh io ci provo a fare la domanda...sto comprando un telaio ammortizzato dove il fabbricante mi indica il dato shock: 200x50...devo rispettare obbligatoriamente questa misura o posso in qualche modo adattarne uno di altra misura (ad esempio 165x 35)?
 

Classifica mensile dislivello positivo