Quella volta. Lo sheriffo -3-

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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Diretur
16/6/03
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Vico Road, Dalkey
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-segue-

Passo dopo passo lo sheriffo si era avvicinato ad una piccola finestrella incorniciata da una parete in legno.
Attraverso i vetri vide un'ombra muoversi e si arresto'.
Non aveva paura, anzi, c'era qualcosa che lo attraeva.
Era forse la curiosità di capire.
Sapeva che guardare dentro quella finestrella gli avrebbe fatto capire qualcosa di quella situazione assurda. Di quella giornata assurda.
Allo stesso tempo quella stessa assurdità lo faceva temere.
I vetri erano sporchi. Non perfettamente trasparenti a causa dello sporco e del velo lattiginoso causato da strati sedimentati di ragnatele agli angoli.
Solo al centro della finestra ed a una distanza molto ravvicinata era possibile vedere all'interno. Non era possibile mantenere una distanza. Occorreva volere guardare all'interno.
Tra le travi del basso soffitto all'interno penzolavano ciuffi di fieno marcio del fienile. Il pavimento era di terra battuta.
Accatastati lungo i muri vi erano barattoli aperti, cassette di legno sfondate dentro le mangiatoie, attrezzi abbandonati. Una flebile luce illuminava l'interno dalle due finestrelle sulla facciata assieme ad un fascio di luce che proveniva dal soffitto e dal tetto sfondati.
Su una sedia era seduto qualcuno vestito di bianco. Se ne vedevano solo le corte gambe ed i piccoli piedi scalciare nell'aria. La vista della parte superiore del corpo era pero' impedita da un individuo che vi si affaccendava sopra, come un dentista su un paziente.
Un uomo di media altezza, coi capelli brizzolati, vestito di un paio di pantaloni grigi di polvere e terra ed una camicia di un verde scuro indefinibile.
L'uomo si volto' e appoggio' un flacone bianco su una tavola. Lo sheriffo riconobbe un flacone di Dot4. Liquido per freni idraulici.
Sollevando lo sguardo dal flacone rimase paralizzato nel constatare che l'uomo, che portava occhiali neri, lo fissava attraverso la finestrella.
Udi' la sua voce che gli urlo': "SaluTi Sheriffo!"
Lo sheriffo Muldox non capiva, era sconcertato.
Poi il suo sguardo si sposto' alle spalle dell'uomo con gli occhiali.
Sulla sedia era seduto un bambino vestito di bianco che agitava i pugni nell'aria e scalciava. Lo sguardo contratto in una smorfia indecifrabile. Digrignava i denti e gemeva con un verso strozzato ed acuto.
Al posto degli occhi due grandi globi rosso fuoco con delle lacrime scarlatte che gli solcavano le gote.
Lo sheriffo era pietrificato. Spiazzato, cercava di concentrarsi sul da farsi. Ma non riusciva a focalizzare la possibilità di "fare" in quella situazione.
I suoi pensieri vennero pero' sopraffatti da un rumore proveniente alle sue spalle.
Il rumore di cigolio.
Questa volta pero' era molto amplificato e proveniva da più direzioni dietro di lui.
Divenne fortissimo e vicinissimo in un attimo. Poi di colpo cesso'.
Lo sheriffo vedeva solo il bambino sulla sedia e l'uomo con gli occhiali che lo fissava da dentro la malga, attraverso i vetri. Gli sorrideva con supponenza.
Lo sheriffo si giro' lentamente. In altra occasione si sarebbe girato di scatto.
Ma non questa volta.
A semicerchio attorno a lui, a varie distanze, c'erano 8, forse 10 o forse più uomini in sedia a rotelle.
Tutti vestiti di blu scuro. Tutti con braccia enormi e senza gambe.
Non riusciva a focalizzarne i volti. Come se fossero sfocati.
Uno di loro disse:
-"Ti aspettavamo sheriffo. Da tanto tempo. Finalmente sei tra noi"
Lo sheriffo Muldox non sapeva cosa rispondere. Non voleva rispondere. Sperava solo che fosse un sogno. Quei sogni in cui sei consapevole, ma non riesci a svegliarti. Assommando angoscia reale all'angoscia della situazione onirica.
Un altro uomo sulla sedia a rotelle, un uomo con la faccia sfocata, ma barbuta, vicino alla grande croce in legno, appoggio' calmo una mano sulla croce e disse:
-"Sheriffo, questa l'abbiamo fatta per te".
In quel momento, da dentro la malga, alle sue spalle, lo sheriffo Muldox udi' una fragorosa risata. Era la risata di un uomo doppiata da una risata in falsetto di un bambino.
A quel punto la mente dello sheriffo scatto'. Come durante una discesa su un sentiero sconosciuto in cui ti trovi davanti un ostacolo imprevisto e di particolare difficoltà, ed hai due possibilità: fermarsi e scendere o avere l'intuizione subitanea di affrontarlo buttandosi. Facendo la scelta di una traiettoria, stringendo i denti e mollando i freni.
Lo sheriffo Muldox fece uno scatto e con un balzo era in piedi sui pedali.
Con l'indice della mano destra continuava a scalare rapporti del cambio. Anche se ormai era già a fine corsa.
Spingeva con tutta la proria forza sui pedali lanciandosi verso il sentiero in discesa.
Una sola certezza in mente: non fermarsi, non voltarsi.
Ora sapeva che stava fuggendo e cercava di farlo più velocemente possibile.
Dietro di se sentiva fortissimo uno, dieci o più rumori di cigolii. Lo braccavano.
Nella valle risuonava fortissima la doppia risata. Come se provenisse dal cielo.
Correva, pedalava anche sul ripido. Aguzzava l'occhio il più avanti possibile per anticipare gli ostacoli. La bocca chiusa, praticamente in apnea. Il cuore in bocca, il rumore di cigolii nelle orecchie.
I rumori pero' diventavano flebili man mano che perdeva quota. Correva e scendeva più veloce che poteva.
Ad una curva gli si apri' la vista sul fondovalle. Poteva vedere con la coda dell'occhio le tegole color mattone delle case del paese in fondovalle.
Due tornanti rocciosi fatti col piede a terra all'interno curva derapando con il posteriore. E poi sui pedali scattando. Sentiva flettere la spalla del copertone anteriore. I sassi più grossi scomponevano l'avantreno, ma lo sheriffo teneva il manubrio più forte che poteva. Le mani gli bruciavano.
Un torrente da superare.
Lo sheriffo accompagno' la compressione col corpo ed appena uscito dal torrente, in leggera salita, spinse più forte che poteva sui pedali.
Un rumore secco. Come di ramo spezzato, ma metallico.
La catena.
Lo sheriffo si vide proiettato in avanti, verso le rocce. Cerco' di attutire il colpo con la mano sinistra. Poi il colpo. Poi il dolore.
Il rumore di cigolio si rifece più forte, più vicino.
Lo sheriffo strinse i denti. Si rialzo' e si rimise in sella. Spingendo da seduto fino a riprendere il ripido e farsi portare dalla gravità.
Il polso sinistro gli faceva male. "Rotto", penso'.
Riusciva a malapena a tenere il manubrio, ma stringendolo forte il dolore gli pareva che gli penetrasse nelle tempie facendolo quasi svenire.
Strinse i denti.
Il rumore di cigolio era fortissimo. Vicinissimo.
Un'ultima scalinata di pietra. L'imbocco di una via crucis. Presa al contrario.
Ormai era in paese. Era seduto sulla bici con la sella bassa. Sentiva il rumore dei tasselli sui ciottoli di cui erano lastricate le antiche vie.
Vide un'anziana signora, vestita di nero. Portava dei fiori.
Le si fermo' accanto. Esausto. Decise di girarsi finalmente indietro.
Nessuno.
"Buondi'" disse l'anziana.

Una settimana dopo lo sheriffo era sul lettino di una sala operatoria.
Flebo nelle braccia. Un drappo verde ad impedirgli la vista del polso sinistro.
Medici ed infermieri con le mascherine. In piedi attorno a lui.
Lo sheriffo fischiettava da molto tempo la linea di basso di "What I say" di Miles Davis.
Poi, d'un tratto, tutti i medici e gli infermieri se ne andarono senza dire una parola.
Lo sheriffo rimase solo nella sala. Nel silenzio.
Dalla finestra entrava una luce acida. Era mattino.
Il cielo era blu scuro. Senza nuvole.
Lo sheriffo decise di alzarsi.
E se ne ando'.

-Fine-

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Reactions: Mòlle
R

Rottadicollo

Ospite
......Si, ma avete notato che al 20 giugno nevica in Valtellina ?????? Speriamo che lo sceriffo riprenda a pedalare alla svelta...........:maremmac::maremmac::!:
 

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