la salita
la madre di tutti i vizi
la salita non è fina a se stessa per quello che mi riguarda
è solo il necessario per poi scendere e divertirsi
la salita
cè salita e salita
ma questa è la salita
la salita
e quando si parla di salita si pensa sempre alla fatica
si cerca sempre di non pensarci
questa è la salita
qua non si si può non pensarci
se non ci pensi non riesci a salire
se non ci pensi la bike si rifiuta di salire
si impenna
la ruota anteriore si alza verso il cielo
la ruota posteriore si dimentica di girare
tutto ruota su se stesso e in un attimo si ferma...tutto svanisce se non ci pensi
se non pensi che devi pedalare e questo è un eufemismo
se non pensi che sono solo 7.5Km
una media del 17.6% di pendenza con una punta che si aggira attorno al 37% (45% interno tornante)
il fondo è in cemento grezzo
e partendo da quota 225 si arriva a quota 1560 dove si apre uno scenario unico
si arriva nella riserva naturale della Scanuppia sul gruppo della Vigolana
dove ripeto non sono le gambe che ti portano in cima
ma è la testa
la salita ufficialmente è vietata alle bici
a tutti i veicoli a motore
ed è mantenuta da un gruppo privato e i permessi per salire si devono richiedere in comune
ma si sa che noi ci proviamo ugualmente a vincere le nostre sfide
e questa è una sfida che ciclicamente si ripropone sotto vesti diverse
una volta per i nostri 50anni
prima per curiosità
e ora per dimostrare che qualsiasi bici può arrivare in cima
quando ci torno ho sempre un po di timore...in Scanuppia preferisco salirci per un'altra via molto più all mountain
ma questa è una buona occasione
siamo in tre ognuno con la propria sfida da vincere
cè lui
il buon Maurizio o meglio conosciuto come @
nonnocarb che vuole portare in cima la sua nuova fat bike
per dimostrare che anche le sgraziate ruotone ciccione da 4 possono salire qua
cè Davide conosciuto anche come @
1maggio
con la sua front 27.5 in acciaio e forcella da 140 in impostazione all mountain
ci sono io che voglio vedere se con le
ruote da 27,5 e la mia plasticona rigida
il gruppo xxi modificato con una guarnitura ovale da 32 riesco a salire su questa salita che ho sempre fatto usando il classico 22x32 con ruote da 26
e quando il cuore ti esce dalla cassa toracica
gli occhi sono sgranati in avanti a cercare una inutile via di fuga
è la testa che deve prendere il sopravvento
è la testa che ti porta in fondo alla sfida
ci troviamo ognuno col proprio cavallo di razza e con le proprie paure
con le proprie motivazioni
ci avviamo verso Besenello sulla ciclabile tanto per scaldare un po i motori
non è pensabile partire subito su quelle rampe
chiacchieriamo del più e del meno mentre le nostre menti ormai stanno li sulle rampe
incominciamo a salire e già dai primi momenti la strada prende inevitabilmente una brutta piega verso lalto e non siamo ancora giunti allinizio...al fatidico cartelle che ne sancisce linizio
ed ora ognuno si chiude nei suoi pensieri
i battiti aumentano
i muscoli si contraggono
la ruota anteriore non ne vuole sapere di restare sul cemento
eccola è lei che tra un tornante e laltro
tra una semicurva e una finta retta
si srotola sotto le nostre ruote
il capitello segna linizio del tratto più pendente
dove tutto sembra cadere talmente è in piedi la strada
il tornante che sancisce il punto più verticale si avvicina
li cè anche una prima fontana che torna utilissima come scusa per interrompere lagonia
ancora une semiretta davanti a noi con pendenze al limite del capottamento
poi dopo una curva a dx il tutto comincia a tornare più umano
ancora una fontana con tavolino ci aiuta a riprendere fiato ed energie
si riprende a salire su pendenze che se si trovassero in un giro normale metterebbero a dura prova chiunque
ma ora dopo aver passato la parte iniziale qua sembra di pedalare in pianura
siamo sempre con pendenze che si avvicinano al 17/20% ma ormai i tratti più ripidi sono sotto di noi
sono solo gli ultimi 100m prima della stanga che delimita la riserva naturale ora i più ostici anche per via del fondo che da cementato diventa ciottolata
ma una volta passata la stanga siamo giunti alla fine del nostro calvario e in un attimo si giunge a Malga Palazzo da dove si domina la valle sottostante con un panorama indescrivibile
larrivo a Malga Palazzo tutte le volte toglie il fiato per lo splendido panorama e la splendida location della stessa
ed è un peccato non passarci anche se si allunga di pochissimo il giro
infatti si dovrebbe girare a sx una volta arrivati a Malga Imprec
ma se si fa 30 si fa anche 31
ma ora inizia la parte più goduriosa e piacevole di tutto il giro
ci dirigiamo verso il Becco dellAquila da cui parte il sentiero 446
ben 118 tornantini in successione che ci porterà fina a Mattarello da cui poi tramite ciclabile si torna al punto di partenza
dovremmo però superare un paio di ripide rampe sterrate prima di poterci gustare uno dei più bei traversi in Valle dellAdige prima di poter porre fine alle nostre fatiche di scalatori
peccato che alcune slavine ci costringono col piede a terra in un paio di punti durante il traverso
...ma poi il sentiero si srotola sotto le nostre ruote con una interminabile serie di tornanti e vedute sulla valle sottostante
per poi purtroppo tornare nella civiltà e su una striscia nera che ci condurrà al punto di partenza del giro
[album]43960[/album]
...o-o...