Negozi di articoli tarocchi

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alemz

Biker ciceronis
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castiglione d'adda
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Prova ad avere una figlia di 16 anni con gli ormoni in fibrillazione e poi dimmi se sei talmente bravo da fargli indossare il nostro piumino di ottima qualita' ma - purtroppo - senza alcun brand .... O sei San Francesco d'Assisi, o sei molto ben armato oppure non esisti ....:spetteguless:

ehi li ho avuti anch'io 16 anni!!! una volta :smile::smile::smile:
so quali siano i problemi in quella fase a livello sociale e di dinamiche di accettazione da parte di un gruppo, ho anche studiato psicologia all'università tra l'altro :-)

e mica ho mai detto che sia una cosa facile "l'educazione" :-)
 
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ehi li ho avuti anch'io 16 anni!!! una volta :smile::smile::smile:
so quali siano i problemi in quella fase a livello sociale e di dinamiche di accettazione da parte di un gruppo, ho anche studiato psicologia all'università tra l'altro :-)

e mica ho mai detto che sia una cosa facile "l'educazione" :-)


Qui non e' questione di educazione. Ed avere 16 anni vent'anni fa o oltre trent'anni fa come il sottoscritto non e' assolutamente paragonabile ad avere 16 anni ora. I nativi digitali sono continuamente "bombardati" da subliminali che gli dicono cosa si deve avere e come ci si deve comportare.
Noi genitori facciamo di tutto per infondere quello che riteniamo siano i giusti imprinting: a volte ci riusciamo ma nella stragrande maggioranza dei casi soccombiamo sotto la falce dell'omologazione a tutti i costi. Pero' adesso chiudo, perche' sono oggettivamente OT.
 

sembola

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Non è così semplice... Se il tizio dimostra di averli comprati e applicare il giusto ricarico dichiarando che non sono originali, ma simili... Ci paga magari anche le tasse sopra, non c'è alcun reato

I brevetti si aggirano facilmente

In questo caso non si parla di brevetti, ma di marchi distintivi, che è cosa molto diversa. E ad ogni modo va dimostrato che si tratta di "imitazione" e non di "copia", fermo restando la probabile mancanza delle certificazioni CE e quant'altro. Credimi, in casi come questi se l'importatore tramite un avvocato mette un po' di pepe al cxxo a chi di dovere il personaggio passa un guaio che neanche immagina.


Scusate ma l' unico modo per combattere il mondo della contraffazione è quello di vendere i prodotti "originali" a prezzi più accessibili. Di leggi ne puoi mettere fin che vuoi, ma se io vado in un negozio e vedo un piumino a 300 euri e sul pontile di Viareggio lo vedo uguale dall' ambulante (e qua comincio a pensare...) che dopo un po di tiritera me lo lascia a 1/10, é palese dove lo acquisto.

E perchè mai? l'occhiale od il piumino di marca non è mica un diritto... Vuoi gli Oakley per fare il pottone (e dopo sei mesi son tutti rigati...)? cacci 250 euro, se no puoi benissimo usare un paio di (peraltro ottimi) Briko o Alpina a meno della metà, o meglio ancora un paio di Deca a 25 euro...
A me da bimbino hanno insegnato che "chi 'unn'a soldi unn'abbia voglie" :spetteguless:
 

May fly

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In questo caso non si parla di brevetti, ma di marchi distintivi, che è cosa molto diversa. E ad ogni modo va dimostrato che si tratta di "imitazione" e non di "copia", fermo restando la probabile mancanza delle certificazioni CE e quant'altro. Credimi, in casi come questi se l'importatore tramite un avvocato mette un po' di pepe al cxxo a chi di dovere il personaggio passa un guaio che neanche immagina.

Se faccio un prodotto uguale al tuo e applico il tuo marchio commetto reato, se produco qualcosa di molto simile ma non esattamente uguale ed applico il mio marchio, magari non in bella vista, sono in regola con norme ecc, non sono punibile, mettici pure che la mia sede legale è in un paese dove non esistono determinati reati, sono inattaccabile! Tu spendi per creati un mercato in cui il tuo prodotto è molto desiderato, io lo faccio uguale ma diverso il tanto che basta per dimostrare che non è identico, sfrutto il tuo design ed il tuo marketing per vendere un prodotto che solo l'occhio attento percepisce come falso...

Hai presente il marchio CE ed il marchio china export? Ti serve un esempio più lampante per capire di quanto sia lacunosa la legislazione vigente? (Volutamente secondo me)

Il mondo è pieno di prodotti spudoratamente simili a prodotti italiani, soprattutto nel campo alimentare e le aziende con avvocati alle loro dipendenze non riescono ad ottenere praticamente nulla

Personalmente ritengo che comprare qualcosa di falso, contraffatto o al limite del legale sia di cattivo gusto, come hai detto tu, se voglio il marchio lo pago, non faccio il morto di fame andando a comprare il tarocco, esistono buoni prodotti a prezzi accessibili, non c'è alcuna giustificazione per alimentare il mercato del falso, che tra l'altro spesso, non è in mano a "brava gente", non dimentichiamolo!



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kamy-kaze

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Norco range 2
Concordo che il piumino a 300 euro e' estremamente caro, non concordo affatto sul fatto che quello che trovi sul pontile di Viareggio e' uguale .... Provali tutti e due e poi ti farai da solo l'idea che le differenze sono notevoli.

Fatto! Erano uguali identici come vestibilità (non garantisco per l' imbottitura) con tanto di etichetta interna. E questo mi ha fatto pensare: Ma non è che in negozio poi....

E perchè mai? l'occhiale od il piumino di marca non è mica un diritto... Vuoi gli Oakley per fare il pottone (e dopo sei mesi son tutti rigati...)? cacci 250 euro, se no puoi benissimo usare un paio di (peraltro ottimi) Briko o Alpina a meno della metà, o meglio ancora un paio di Deca a 25 euro...
A me da bimbino hanno insegnato che "chi 'unn'a soldi unn'abbia voglie" :spetteguless:

Sfondi una porta aperta. Il mio messaggio era riferito al ridurre la contraffazione e non al diritto o non diritto di acquistare prodotti griffati
 

sembola

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Se faccio un prodotto uguale al tuo e applico il tuo marchio commetto reato, se produco qualcosa di molto simile ma non esattamente uguale ed applico il mio marchio, magari non in bella vista, sono in regola con norme ecc, non sono punibile, mettici pure che la mia sede legale è in un paese dove non esistono determinati reati, sono inattaccabile! Tu spendi per creati un mercato in cui il tuo prodotto è molto desiderato, io lo faccio uguale ma diverso il tanto che basta per dimostrare che non è identico, sfrutto il tuo design ed il tuo marketing per vendere un prodotto che solo l'occhio attento percepisce come falso...

Hai presente il marchio CE ed il marchio china export? Ti serve un esempio più lampante per capire di quanto sia lacunosa la legislazione vigente? (Volutamente secondo me)

Il mondo è pieno di prodotti spudoratamente simili a prodotti italiani, soprattutto nel campo alimentare e le aziende con avvocati alle loro dipendenze non riescono ad ottenere praticamente nulla

Personalmente ritengo che comprare qualcosa di falso, contraffatto o al limite del legale sia di cattivo gusto, come hai detto tu, se voglio il marchio lo pago, non faccio il morto di fame andando a comprare il tarocco, esistono buoni prodotti a prezzi accessibili, non c'è alcuna giustificazione per alimentare il mercato del falso, che tra l'altro spesso, non è in mano a "brava gente", non dimentichiamolo!



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Sono d'accordo solo in parte.

E' vero che esiste un confine tra imitazione e contraffazione.

Ma se fai degli occhiali identici (per dire) ai Jawbone, puoi dire quanto vuoi che "sono solo imitazioni", se il design è registrato è contraffazione. Così come se fai occhiali di fantasia e ci scrivi "Okley", a poco può valere la differenza. Fermo restando che la decisione non spetta certo a me o te o alla GdF, ma ad un giudice...

Per quanto riguarda l'alimentare, per dire, il famigerato "parmesan" in UE viene perseguito.

Sfondi una porta aperta. Il mio messaggio era riferito al ridurre la contraffazione e non al diritto o non diritto di acquistare prodotti griffati
Mah, dubito che se un paio di Oakley costassero 120 euro invece di 250 la gente comprerebbe gli originali invece dei tarocchi a 60 euro.
Quello che a volte mi viene da sospettare è che alcuni attori lascino deliberatamente prosperare i tarocchi per rinforzare il "prestigio" del brand...
 

maurocip

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No? E con chi dovremmo prendercela?
da un punto di vista "morale"
- con le politiche dei brand "fichissimi" che ti fanno pagare una tshirt 70 euro o una borsa in plastica con piccoli inserti in pelle 500 euro
- con chi magari fa i debiti per "permettersi" questi brand "fichissimi"

da un punto di vista "legale"
- con i mancati controlli da parte delle autorità sulle ditte che producono/importano/commercializzano prodotti tarocchi, ma si sa il controllo non è il nostro forte

prendersela col consumatore "finale" è veramente puerile oltre che inutile, dato che "eticamente" potrebbe essere molto più discutibile la posizione del consumatore visto sopra...

il VERO problema, è che fare una campagna basata sulla qualità, che sarebbe l'unica arma per scongiurare il malcostume, non paga o paga solo in quei settori specifici dove è il fattore preminente: la Tshirt col marchio fichissimo e quella tarocca spesso hanno la stessa infima qualità, ma una permette ricarichi del 70000% l'altra solo del 100%
Ma comunque il consumatore finale, sia nell'uno, che nell'altro caso è la "vittima" consenziente del fattore "firma".

Poi quale dei due sia più intelligente o più moralmente deprecabile non è mio intento giudicarlo.
 

Impa65

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da un punto di vista "morale"
- con le politiche dei brand "fichissimi" che ti fanno pagare una tshirt 70 euro o una borsa in plastica con piccoli inserti in pelle 500 euro
- con chi magari fa i debiti per "permettersi" questi brand "fichissimi"

Non basterebbe non comprare il prodotto visibilmente "fuori prezzo"?

da un punto di vista "legale"
- con i mancati controlli da parte delle autorità sulle ditte che producono/importano/commercializzano prodotti tarocchi, ma si sa il controllo non è il nostro forte

Posso essere d'accordo. Ma ti dimentichi che lo Stato (e le autorita' che citi ne fanno parte) siamo noi cittadini. Dovremmo essere sempre noi a non generare la domanda del "taroccato". Cosi', per mancanza di richiesta, il mercato di estinguera' da solo (come il tuo citato esempio dei CD/DVD).

prendersela col consumatore "finale" è veramente puerile oltre che inutile, dato che "eticamente" potrebbe essere molto più discutibile la posizione del consumatore visto sopra...

Il consumatore finale e' colui che genera la domanda. A cui dei malavitosi sono ben contenti di rispondere prontamente.

il VERO problema, è che fare una campagna basata sulla qualità, che sarebbe l'unica arma per scongiurare il malcostume, non paga o paga solo in quei settori specifici dove è il fattore preminente: la Tshirt col marchio fichissimo e quella tarocca spesso hanno la stessa infima qualità, ma una permette ricarichi del 70000% l'altra solo del 100%
Ma comunque il consumatore finale, sia nell'uno, che nell'altro caso è la "vittima" consenziente del fattore "firma".

In questo caso specifico, la qualita' senza design, purtroppo non paga.
A mio avviso l'end-user e' colui che innesca il meccanismo. Non esiste mercato senza una spinta della domanda.
 

sembola

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Aspetta che abbiano a che fare con qualcuno con le strisce sui pantaloni... Vedrai che riuscita hanno certe scuse
 

emmellevu

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- con le politiche dei brand "fichissimi" che ti fanno pagare una tshirt 70 euro o una borsa in plastica con piccoli inserti in pelle 500 euro
- con chi magari fa i debiti per "permettersi" questi brand "fichissimi"

...

Poi quale dei due sia più intelligente o più moralmente deprecabile non è mio intento giudicarlo.

Premetto che io sono un consumatore e non un venditore, ne' ho nulla a che fare con le aziende di brand di cui sopra.

Cio' detto, io credo che dobbiamo uscire da questa mentalita' secondo la quale e' immorale chiedere prezzi molto elevati per un prodotto con bassi costi di produzione. Dovrebbe essere semplicemente fuori mercato. Se invece c'e' qualcuno che comunque acquista, allora vuol dire che il prezzo e' giusto.

Se poi uno si indebita per comprare oggetti con brand noto ma di bassa qualita' ... il problema non e' di chi chiede i prezzi elevati, il problema e' di chi decide (liberamente) di pagarli.

E finiamola con il solito scaricabarile secondo cui:
- se perdo soldi in investimenti e' colpa della banca
- se ingrasso e' colpa del fast food
- se butto i soldi in tshirt da 100 euro e' colpa di chi le produce/vende

La colpa e' di ciascuno di noi che accetta un'offerta liberamente, conoscendone i contenuti o non informandosi.

P.S. Diversi sono i casi in cui volutamente chi vende da' informazioni false e fuorvianti per influenzare l'acquisto, ma si tratta di eccezioni
 
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E finiamola con il solito scaricabarile secondo cui:
- se perdo soldi in investimenti e' colpa della banca
- se ingrasso e' colpa del fast food
- se butto i soldi in tshirt da 100 euro e' colpa di chi le produce/vende

La colpa e' di ciascuno di noi che accetta un'offerta liberamente, conoscendone i contenuti o non informandosi.

Sarebbe l'ora che tornassimo ad essere responsabili delle nostre azioni...:il-saggi:
 

Jaco MtB

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Se abbiamo un articolo che costa X ed è desiderato da N persone,bisogna necessariamente prevedere che molte di queste a pagare X non ci arrivano.
Ma desiderano lo stesso comprare X ed ecco che la domanda crea l'offerta...
Ipotizziamo che per fare MTB esistano due sole biciclette in produzioneadatte allo scopo, la Bianca e la Rossa,che costano rispettivamente 2.000 e 3.000 euro. Bene,ci sono molte persone a cui piacerebbe andarsene per boschi in quel modo ma non possono permettersi nessuna delle due. Abbiamo una domanda,che prevedibilmente il mercato soddisferà. Lo potrà fare in modi diversi... un altro marchio produrrà la Verde che sta a 1.000,poi la Grigia a 300 etc etc... oppure la contraffazione (perchè devo per forza comprare una Bugatti che non posso permettermi per fare due sgommate e un 1-2-3 al semaforo.... compro l'imitazione,che per quello che devo farci basta e cresce) oppure... le possibilità sono infinite.

Se c'è domanda,l'offerta arriva. Da qualche parte ma arriva,questione di tempo; da dove venga (contraffazioni,imitazioni,prodotti più accessibili,etc...)poco importa.

Lo sa bene Nicola Zanichelli (fondatore della casa editrice omonima) che nella lotta ai falsi intuì che doveva oltre a reprimere,soddisfare chi allora (parliamo dell'800) il libro avrebbe voluto leggerlo ma non poteva permetterselo,e produsse il libro economico.

La nota casa di chitarre e bassi Fender per non vedersi soffiare la domanda da imitazioni etc... decise di mettere una chitarra o basso per ogni tasca e così fece. Fender ad oggi (con la sottomarca Squier per i prodotti più economici) ha una chitarra o un basso,partendo dai 130eu. e arrivando alle U.S.A. dai 1300-1500 eu. in su,ogni 100-150 euro. Trovi una Fender o "By Fender" qualunque cifra tu abbia in tasca.

Per dire che IMHO cose come contraffazzioni e imitazioni,prodotti di qualità inferiore o concorrenti fanno parte della logica di mercato. Rispondono solo a una domanda che esiste....
 

sembola

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Dal punto di vista economico non c'è altro da aggiungere: c'è una domanda ed un'offerta.

Dal punto di vista giuridico però tra imitazione e contraffazione c'è un confine abbastanza netto.

Dal punto di vista del buon senso i prodotti per ogni tasca esistono già, non si capisce perchè il marchio (anche falso) sarebbe un diritto...
 

Jaco MtB

Biker forumensus
Dal punto di vista economico non c'è altro da aggiungere: c'è una domanda ed un'offerta.

E qui ci siamo


Dal punto di vista giuridico però tra imitazione e contraffazione c'è un confine abbastanza netto.

Non ci piove :celopiùg:

Dal punto di vista del buon senso i prodotti per ogni tasca esistono già, non si capisce perchè il marchio (anche falso) sarebbe un diritto...

Evidentemente se qualcuno propone prodotti contraffatti si torna al punto di prima: c'è una domanda che può soddisfare. Ma di che domanda parliamo? la domanda utopica di chi vuole portarsi a casa una BMW al prezzo di un modello base della Citroen?
Comunque,come vedi,ad ogni tipo di domanda arriva un'offerta
 

sembola

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Evidentemente se qualcuno propone prodotti contraffatti si torna al punto di prima: c'è una domanda che può soddisfare. Ma di che domanda parliamo? la domanda utopica di chi vuole portarsi a casa una BMW al prezzo di un modello base della Citroen?
La domanda di chi crede che la presenza (consapevole) di un marchio sebbene contraffatto doni qualità ulteriori alla propria esperienza di consumo.

Possiamo discutere su fino a che punto il marchio possa contribuire all'esperienza di consumo, cioè quanto sia qualità effettiva e quanto suggestione da marketing; ma sul marchio consapevolmente falso c'è poco da ragionare, almeno dal punto di vista del buonsenso...:prost:
 
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Se c'è domanda,l'offerta arriva. Da qualche parte ma arriva,questione di tempo; da dove venga (contraffazioni,imitazioni,prodotti più accessibili,etc...)poco importa.

Lo sa bene Nicola Zanichelli (fondatore della casa editrice omonima) che nella lotta ai falsi intuì che doveva oltre a reprimere,soddisfare chi allora (parliamo dell'800) il libro avrebbe voluto leggerlo ma non poteva permetterselo,e produsse il libro economico.

La nota casa di chitarre e bassi Fender per non vedersi soffiare la domanda da imitazioni etc... decise di mettere una chitarra o basso per ogni tasca e così fece. Fender ad oggi (con la sottomarca Squier per i prodotti più economici) ha una chitarra o un basso,partendo dai 130eu. e arrivando alle U.S.A. dai 1300-1500 eu. in su,ogni 100-150 euro. Trovi una Fender o "By Fender" qualunque cifra tu abbia in tasca.

Per dire che IMHO cose come contraffazzioni e imitazioni,prodotti di qualità inferiore o concorrenti fanno parte della logica di mercato. Rispondono solo a una domanda che esiste....

Un conto sono i prodotti di qualità' inferiore, un conto sono i prodotti contraffatti. La minimale:rosik: differenza e' tra ciò che è lecito e ciò che è illecito.
Io sono per il libero mercato, ma il mercato deve essere libero nei limiti delle leggi vigenti. :arrabbiat:
Non è che un'offerta diventa lecita perché soddisfa un bisogno della domanda.
 
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Secondo me comprare oggetti contraffatti, oltre che illegale è da "poser sfigato" .... "visto che figo il mio nuovo manubrio Ritchey in carTonio!!?!"....della serie non ho i soldi pe comprarmi quello vero ma visto che voglio essere fico mi prendo il tarocco!!!

Peccato che è sempre un tarocco e si vede anche lontano un miglio da uno un minimo sgamato....se non vuoi spendere per un pezzo di marca liberissimo di non farlo.... e altrettano libero di spendere molto meno per un pezzo NOBRAND..... ma il pezzo Tarocco BRAND........ no per favore!!!

:smile::smile:
 

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La domanda di chi crede che la presenza (consapevole) di un marchio sebbene contraffatto doni qualità ulteriori alla propria esperienza di consumo.

Possiamo discutere su fino a che punto il marchio possa contribuire all'esperienza di consumo, cioè quanto sia qualità effettiva e quanto suggestione da marketing; ma sul marchio consapevolmente falso c'è poco da ragionare, almeno dal punto di vista del buonsenso...:prost:

Il punto e' proprio questo.
Il marchio non è solo un simbolo o una scritta. Rappresenta l'insieme delle percezioni che vi si abbinano: la qualità del prodotto, l'affidabilità dell'assistenza, la serietà del produttore, a volte l'esclusività e così via.
Con la contraffazione non si ruba solo il simboletto, ma anche l'insieme delle motivazioni per cui noi siamo disponibili a pagare un extra price per quel marchio.
 

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