Leggendo questo articolo e ripensando a quallo che mi hai detto sia alla Madda, sia all'ultimo camp in Val Brembana, mi è venuto in mente quando studiavo pianoforte. Il metodo di apprendimento mi sembra molto simile.
Il consiglio che dai è quello di allenarsi in situazioni in cui si ha il pieno controllo, scendendo lentamente (la velocità spesso aiuta), focalizzandosi sul controllo, percorrendo sempre la linea che si è scelta.
Analogamente, per imparare un pezzo al piano non lo si eseguiva quasi mai come lo si sarebbe fatto in concerto. Lo si studiava lentamente, in modo da diminuire le difficoltà e poter badare soprattutto alla pulizia di esecuzione. Lo si ripeteva un sacco di volte, per acquisire l'automatismo (le dita dovevano muoversi da sole) e si articolavano bene i passaggi più ostici, per fissare bene in testa il movimento delle mani. Non serviva suonarlo tutto a botto, anzi si diceva che questo portava a sporcare l'apprendimento, perché faceva acquisire degli automatismi sbagliati.
Direi che l'apprendimento in condizioni di perfetto controllo e pulizia e l'uso delle ripetizioni siano metodi di lavoro condivisi in discipline molto diverse.