L'uomo di Leitera

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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bikerciuc

Biker infernalis
Ovvero l’orgoglio del lichene

Per la valle sono passati i guerrieri Celti, i Romani, Annibale, i Franchi di Carlo Magno, i Saraceni ed i pellegrini diretti a Roma, i “bögianen” Piemontesi che resistettero all’Assietta, Napoleone, i fascisti ed i partigiani, il giro d’Italia e la fiaccola olimpica, i treni che hanno portato la gente a sciare o a lavorare ed i cortei contro il treno.

La bassa valle ha due facce, “l’indrit” (indiritto = versante solatìo) e “l’invers” (inverso= versante bacìo) e questo dualismo non si limita a una connotazione geografica, trascende verso implicazioni più elevate quali il misticismo e la coltivazione della vite e finisce per rendere diversi anche gli abitanti.
L’indrit è il versante più materiale e pagano: C’è il Rocciamelone che fu sacro ai Celti prima che consacrato alla Madonna, ci sono i terrazzamenti dove maturano le uve di “avanà”, c’è il Maömet, le fabbriche o le ex fabbriche rosse, la borgata dove quei due qualche anno fa nascosero la bara con Enrico Cuccia dentro, e, in fondo, là dove la valle diventa pianura anche il Musinè: la montagna magica degli alieni.

L’invers è il versante pio per eccellenza…la via Francigena,le chiesette della Madonna della Losa e di S.Saturnino, le certose di Montebenedetto e Banda e, a contrastare il paganesimo new age del Musinè, la mole severa ed ardita della Sacra di S.Michele…con la leggenda della bell’Alda che pur di non esser corrotta nella sua virtù dai mercenari (o saraceni a seconda delle declinazioni) si lanciò dalla rupe ma venne sorretta (e salvata) nella caduta dagli angeli del Signore , sennonché quando volle ripetere il gesto per vanità il Signore si occupò d’altro lasciando che si sfrantecasse sulle rocce sottostanti…
I Franchi di Carlo Magno, che erano dei baciapile, camminarono manco a dirlo sul versante dell’Invers, i partigiani della Garibaldi che erano dei miscredenti bolscevichi su quello opposto.

Lui non era certo là così tanto tempo fa da vedere Annibale, ma mentre in quella mattina fredda di sole dello scorso Inverno mi raccontava la sua vita nello spazio di una sosta nella mia discesa, la terrazza della borgata Leitera superiore di Bruzolo mi parve la galleria di un cinema da cui guardare il mondo scorrere sul fondovalle al confine tra la luce e l’ombra delle montagne disegnata sulla piana. Il mio andare in bicicletta era un miscuglio di sentimenti e di dolore, il ginocchio si piegava a malapena e l’ortopedico mi aveva detto: “faccia un po’ di bicicletta” certo non immaginando che la mia interpretazione del “po’ di bicicletta” prevedesse questa discesa lastricata e infinita che dall’antica Borgata di Maffiotto di Condove porta giù a S.Didero per un migliaio di metri ricchi di ripidi, gradoni, tornantini e, soprattutto, di una spettacolare vista su due montagne sacre a me: il Villano e l’Orsiera.

L’uomo della borgata Leitera, dove si arriva dopo una sezione abbastanza tecnica, abita su quella terrazza naturale da quando è nato. Ora è in pensione. Sta nel suo mondo con due cani dagli occhi gentili che ti abbaiano più per dovere che per convinzione, una damigiana vuota a scolare sopra la fonte, un fuoristrada con qualche anno alle spalle sulla strada (relativamente recente) che arriva fino qui.., ignoro se anche con una donna di Leitera.

La discesa si fa per la vecchia mulattiera. Di qui a giù sono 400 metri di dislivello lastricati e resi scivolosi dai mille e mille passaggi in sù e in giù degli antichi abitanti di questi monti, lui li ha fatti tutti i giorni, a piedi, in discesa prima e in salita poi per andare a lavorare all’acciaieria giù a Bruzolo, con la pioggia e con il sole che asfalta, con il vento furioso che soffia da Ovest quando in Francia fa brutto e con la neve degli almeno trentacinque inverni che gli ci sono voluti a maturare la pensione.
Mi parla in Piemontese, gli rispondo in Piemontese…lingua perduta di gente che ha voluto perderla, la sua parlata è già influenzata dal patöis di matrice franco-provenzale ma riusciamo ancora ad intenderci e capirci, più su per la valle mi si sarebbe rivolto in Occitano, l’antica lingua d’Oc dei trovatori e della repubblica degli Escartons, ma in quell’idioma così affascinante e misterioso non avrei potuto rispondergli.
Gli fa piacere parlare, non dev’essere molta la gente che passa di lì, specie nell’Inverno.
Il sole è alto e caldo, l’aria fredda,secca, limpida e semplice come questi sassi, come la fontana con sopra la damigiana vuota, come il sudore che s’asciuga piano sotto al giubbotto.
Mi dice che adesso ogni tanto qualcuno passa con la bici come me, ma che quasi nessuno si ferma, pochi rallentano..forse nessuno deve mediare la sua velocità di discesa con un ginocchio a pezzi penso…o forse non saprebbero nemmeno che cosa dirgli pensandolo zotico e lontano da una possibile discussione su pezzi al CNC, taratura delle sospensioni, hydroforming e mescole performanti…forse financo del tutto ignorante circa la precisa liturgia che li ricomprende in una categoria di biker (freeriders? All mountaineers ? trailriders?) e della quale vanno, pur negandolo, così orgogliosi.
Tutto sommato però all’uomo di Leitera non importa granchè, lui è fiero di essere lì e di esserci sempre stato…si sente dalla fermezza nella sua voce…guardo la valle che scintilla nel mezzogiorno freddo e penso che ha ragione di voler stare in questo suo cantuccio semplice di pietre, cielo e acqua che gorgoglia dalla fontana staccando i pezzi di ghiaccio lasciati dalla notte.

Mentre torno verso casa con il sole che mi scalda attraverso il parabrezza, sento il ginocchio gonfio e sono certo che la giornata di oggi non sia stata solo un esercizio fisico: so anche di aver scoperto un angolo di mondo, un’esistenza umana ed una storia da raccontare.
C’è qualcosa sulle montagne che non si trova lì appoggiato come un cristallo o un fiore da prendere e portare via, c’è qualcosa che ci si accorge d’aver trovato senza la cognizione precisa del dove e del quando, qualcosa che si capisce di aver portato giù a fine giornata insieme con la fatica fatta e i profumi respirati.
Salire, sputare l’anima, arrancare…saper soffrire finchè si finisce noi o finisce la montagna ci avvicina alla nostra intimità, ci obbliga alla sincerità con noi stessi e con quello che ci sta attorno, ci fa sentire umili e al contempo coraggiosi di fronte al mondo, ci restituisce a un tempo antico fatto di ritmi lenti perché tutto è da conquistare, un passo alla volta, un poco per volta.

Per questo ho rispetto per la gente della montagna, per la fatica di vivere, per chi non ha tutto facile e per chi non si tira indietro di fronte a una mulattiera scivolosa da fare tutti i giorni per tutta la vita. Qualcuno può riconoscerci un supplizio tantalico, qualcun altro sa vederci una qualche forma di ricompensa data dal colore meraviglioso che hanno le montagne illuminate dal sole d’inverno… ma questo, nei cataloghi fatti per vendere le bici, non lo scrive nessuno.


Vostro
Bikerciuc

Immagini in allegato:

1 il Maomet di Bruzolo
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2 Muri di Valle
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3 inverno 2009/2010
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http://www.mtb-forum.it/community/forum/picture.php?albumid=4936&pictureid=33979
 

Sinki22

Biker assatanatus
30/6/10
3.222
-9
0
33
Ornavasso (VB)
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Shan
Complimenti o-o
Per tutto il racconto ma soprattutto per

Per questo ho rispetto per la gente della montagna, per la fatica di vivere, per chi non ha tutto facile e per chi non si tira indietro di fronte a una mulattiera scivolosa da fare tutti i giorni per tutta la vita. Qualcuno può riconoscerci un supplizio tantalico, qualcun altro sa vederci una qualche forma di ricompensa data dal colore meraviglioso che hanno le montagne illuminate dal sole d’inverno… ma questo, nei cataloghi fatti per vendere le bici, non lo scrive nessuno.
 

BlacK2 Baron

Biker tremendus
12/3/04
1.030
15
0
Valle Maira
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Trek Rail
Bikerciuc, ti vedo affascinato dalla cultura dei nostri luoghi, quindi volevo dirti checi sono dei bei corsi di Occitano serali, l'Occitano non è affatto perso anche in bassa valle, così potrai finalmente parlare anche dove la Valle è più alta!!

PS per i più pigri ci sono anche i corsi online!
 

depax

Biker serius
16/10/08
227
1
0
56
Trieste
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Caro amico,
la scrittura di montagna è un genere a sè, e la sua specificità sta nel procedere per allusioni e analogie, suggerendo qualcosa come la soluzione di un mistero o di un segreto. Non può non essere prosa poetica.
Io in questo tuo racconto ho trovato, scusami, arte, nel senso di saper elaborare la propria esperienza per farla diventare universalmente comprensibile agli altri.
«C’è qualcosa sulle montagne che non si trova lì appoggiato come un cristallo o un fiore da prendere e portare via, c’è qualcosa che ci si accorge d’aver trovato senza la cognizione precisa del dove e del quando, qualcosa che si capisce di aver portato giù a fine giornata insieme con la fatica fatta e i profumi respirati. »
Complimenti sinceri, non è da tutti riuscirci.
 

Gingig

Biker marathonensis
17/6/07
4.292
8
0
Provincia Milano
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Caro amico,
la scrittura di montagna è un genere a sè, e la sua specificità sta nel procedere per allusioni e analogie, suggerendo qualcosa come la soluzione di un mistero o di un segreto. Non può non essere prosa poetica.
Io in questo tuo racconto ho trovato, scusami, arte, nel senso di saper elaborare la propria esperienza per farla diventare universalmente comprensibile agli altri.
«C’è qualcosa sulle montagne che non si trova lì appoggiato come un cristallo o un fiore da prendere e portare via, c’è qualcosa che ci si accorge d’aver trovato senza la cognizione precisa del dove e del quando, qualcosa che si capisce di aver portato giù a fine giornata insieme con la fatica fatta e i profumi respirati. »
Complimenti sinceri, non è da tutti riuscirci.

Si mi associo. Complimenti !!!
 

bikerciuc

Biker infernalis
Bikerciuc, ti vedo affascinato dalla cultura dei nostri luoghi, quindi volevo dirti checi sono dei bei corsi di Occitano serali, l'Occitano non è affatto perso anche in bassa valle, così potrai finalmente parlare anche dove la Valle è più alta!!

PS per i più pigri ci sono anche i corsi online!

guarda, il corso di occitano serale lo farei pure, il problema sarebbe tornare a casa dopo perchè per quel che conosco la cultura occitana, è dura che dopo non venga fuori un po' di festa...e dato che dicevano i saggi ...nomen omen... e che sulla patente i punti sono quelli che sono..

[url=http://www.youtube.com/watch?v=qI_F69kckGc]YouTube - Se Chanto Lou Dalfin[/URL]
 

bikerciuc

Biker infernalis
Caro amico,
la scrittura di montagna è un genere a sè, e la sua specificità sta nel procedere per allusioni e analogie, suggerendo qualcosa come la soluzione di un mistero o di un segreto. Non può non essere prosa poetica.
Io in questo tuo racconto ho trovato, scusami, arte, nel senso di saper elaborare la propria esperienza per farla diventare universalmente comprensibile agli altri.

Complimenti sinceri, non è da tutti riuscirci.

Si mi associo. Complimenti !!!

grazie... :oops: ma non penso di meritare tante lodi...ho raccontato un pezzetto del mio scorso inverno e niente più perchè, forse, proprio quando uno non è al 100%, un giro in bici può significare molto di più che X metri di dislivello o tot kilometri...

in ogni caso il mio racconto in realtà voleva chiarire la differenza tra andare in bici e fare friraid...:smile::fantasm::smile:
 

enri le fou

Biker cesareus
in ogni caso il mio racconto in realtà voleva chiarire la differenza tra andare in bici e fare friraid...:smile::fantasm::smile:

Complimenti!!!
il tuo racconto è bellissimo ed intenso, è un bello specchio delle sensazioni che prova un cittadino nel visitare certi luoghi e nel conoscere loro pochi "ultimi indigeni"... mi ci sono ritrovato... qualche anno fa ci trovavamo in val maira, durante la discesa dal m.tibert incontrammo un signore anziano sopra Soglio... gli chiedemmo dove cominciasse il sentiero P.O. e finimmo per parlare di partigiani di fascisti e di come si viveva una volta li prima e dopo che ci fosse la guerra, di come se ne era andato e poi tornato, insomma ci raccontò una microstoria d'italia...lo salutammo commossi*
ma la differenza tra andare in bici e fare free ride non ve l'ho colta:nunsacci:
* mi sarei commosso anche se fossi stato a piedi
** cos'è il friraid?
 

pippixe

Biker grossissimus
29/2/08
5.169
-12
0
55
Tra Latina e Quartu S.Elena
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Bikerciuc, è la seconda volta che leggo le tue riflessioni e rimango affascinato dalla loro forma e ancor più dalla loro sostanza.

Ci sono due persone che oggi riescono a trascinarmi con i loro racconti, profondi e godibili come un buon libro. Racconti che vanno ben oltre l'impresa ciclistica e/o la prestazione atletica.

Uno, avrai capito sei tu, indovina chi è l'altro??????:cucù:

Hai una grande qualità e spero di poter leggere altri mille tuoi racconti. :celopiùg:
 

ride&rock

Biker ultra
10/4/09
623
0
0
33
pradalunga (Bg)
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Per questo ho rispetto per la gente della montagna, per la fatica di vivere, per chi non ha tutto facile e per chi non si tira indietro di fronte a una mulattiera scivolosa da fare tutti i giorni per tutta la vita. Qualcuno può riconoscerci un supplizio tantalico, qualcun altro sa vederci una qualche forma di ricompensa data dal colore meraviglioso che hanno le montagne illuminate dal sole d’inverno… ma questo, nei cataloghi fatti per vendere le bici, non lo scrive nessuno.


:hail:rispetto!!!!!

concordo al 100%
 

aerre75

Biker popularis
15/7/08
66
0
0
Torino
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Mentre leggevo le tue parole, un misto di serenità e ottimismo pervadeva i miei pensieri. Pensavo che non è tutto finito, che anche se in tanti cercano di ridurre la montagna ad un'attrazione turistica ad uso e consumo di "quelli di città", c'è ancora qualcuno che crede la montagna un luogo vivo, e non importa se tutta la settimana si indossa una cravatta lavorando in centro, o si è guida un camion su e giù per le autostrade, quello che conta è riconoscere rispetto e ammirazione a chi con dignità non ha mai smesso di credere nella montagna e nel suo immenso valore, incantandosi davanti a colori unici e profumi irripetibili.

Complimenti per come scrivi, e per le emozioni che sai trasmettere.


Respect & Ride free
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
12.241
186
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Torino
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Ho sempre ammirato chi abita in queste borgate di alta montagna, poco più di una stalla e una casa di pietra... La vita in questi posti ha un qualcosa di mistico...
Ho sempre incontrato cordialità nei vari incontri avuti lungo gli anni, addirittura più di una volta abbiamo ricevuto ospitalità: quando in quà un torinese o ancora peggio un abitante della bassa val di susa ti offre un caffè (ovviamente corretto) o addirittura ti invita a pranzo?
Per noi "cittadini" è strano incontrare queste realtà. Presi dai nostri ritmi frenetici non riusciamo a cogliere l'essenza di un'esistenza completamente diversa dalla nostra. L'andare al lavoro tutti i giorni a piedi in mezzo alla neve, invece che con la nostro nuovo SUV con il riscaldamento acceso bestemmiando in mezzo al traffico, rende le persone diverse, più aperte, più amichevoli nei confronti degli altri, più ospitali. L'incontro con un gruppo di bikers, scambiare due parole con loro diventa l'evento clou di una giornata, passata nella semplicità delle azioni quotidiane.

Spesso il cittadino che va in montagna non ha la pazienza e il tempo di prestare attenzione a quello che lo circonda. La montagna non è solo bei paesaggi, sentieri divertenti, ambiente incontaminato. La montagna è anche la sua gente, la montagna per chi ci vive è un modo di essere e questo modo di essere si esprime in ogni dettaglio e nel modo di essere delle persone.

Un mondo diverso, io abituato a vivere in città non sarei in grado di resistere per più di una settimana, ed è per questo che ammiro chi riesce a vivere in questo mondo.
 

ribazzi

Biker superis
26/6/08
310
2
0
54
Verona
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Caro bikerciuc,
non ti chiamo ne amico ne fratello perché, per quel poco che ti conosco, so che non apprezzeresti, però ti scrivo.
Ti scrivo perché sento il bisogno di dimostrare apprezzamento per i tuoi racconti. E non tanto per i contenuti, quelli li posso apprezzare o meno ma sono fatti miei, quanto piuttosto per il semplice fatto che tu li scrivi quei racconti.
Mi spiego:
Io faccio parte di quella sparuta minoranza di umanità che preferisce osservare per capire piuttosto che imporre in qualche modo la sua presenza. Io son di quelli che vanno per sentieri solo nei giorni feriali per non condividere la bellezza con i gitanti della domenica. Conoscere realtà diverse dalla mia è ciò che più mi interessa ma finisco per evitare confronti diretti perché inevitabilmente si trasforma in discorsi tipo "si belle le valli del Piemonte ma anche noi qua in Veneto non scherziamo" oppure "si si bello, io in Piemonte c'ho fatto il vallone dell' Oronaye piuttosto che il giro del Monte Bianco". Ecco questo non mi va.
Molto meglio che tu metta a disposizione i tuoi racconti poi, se voglio li leggo, altrimenti tiro dritto.
E in genere finisce che li leggo i tuoi racconti. Tu sei la mia finestra semi aperta su quella Cultura delle valli piemontesi che con tanto amore racconti.
Vedi che allora questo messaggio di risposta ha il suo perché,
ti ringrazio una volta e poi non ti disturbo più...

Grazie Bikerciuc :prost:
 

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