Tepilora, Tumbas e Littos, Crastazza, Mamone.
Questi posti mi hanno sempre affascinato. Passo da sempre le vacanze alla Caletta di Siniscola e a due passi dalla confusione estiva esiste questo stupendo nulla. Una zona praticamente vergine con gole profonde, boschi fittissimi, stupende rocce, cascate e fiumi dove si possono ancora trovare le trote. Una zona di 6500 ettari che è l'anima del Parco di Tepilora e del Parco fluviale del rio Posada.
Già dal 2008 con Man65, Amb69, Sirbone e Li Cani (Special guest) abbiamo provato i primi approcci alla zona entrando dalla parte di Torpè nella forestale di Tumbas e Littos. Approcci timidi fatti per lo più di tentativi (visto che con il gps un po ci litigo) e conditi da tantissima sofferenza in salita ma anche da grandi soddisfazioni per l'anima. Questa primavera, poi, ho provato in solitaria a fare un giro entrando dalla parte di Mamone che non avevo mai visto.
A questo punto era giunto il momento di mettere in fila tutte le esperienze e unire il giro di Tumbas con la forestale di Crastazza.
Detto fatto.
Ho buttato giù una traccia su google earth e preallertato Man65 con il quale ho condiviso tutte le altre uscite nella zona. Poca gente perchè per questa avventura era necessario un team all'antica. Parlo di Bikers con spirito di adattamento che accettano di buon grado sacrifici e non cercano per forza giri con discese estreme o con rigide contabilità dei dislivelli o dei km totali. Vedere i giri su google infatti può riservare tante sorprese una volta sul posto e bisogna avere la giusta elasticità per accettare (magari) di non fare neanche una bella discesa per tutto il giro.
Ullallà ha dato forfait il giorno prima e sabato mattina ci siamo ritrovati con Man 65 e Cavallo a Posada. Caffè e spostamento verso Tumbas e Littos passando per la strada che costeggia la diga di Torpè e porta ad Alà dei Sardi. Prima delle 10,00 eravamo già in sella per una giornata che si è conclusa alle 16,30 con oltre 5 ore di pedalata effettiva, 1300 di dislivello e 45 km di percorrenza conditi da discese toste e salite tostissime.
Abbiamo visto posti meravigliosi e i disastri dell'alluvione del 2013. Abbiamo rischiato la pioggia senza mai beccarla, visto per due volte i mufloni, bevuto un ottimo vino, scoperto discese molto belle in un posto dove in prevalenza ci sono stradoni forestali. Abbiamo finalmente a trovato il single track in cresta (...di ben 5 km) che fa in modo che il giro finisca con una bella discesa, abbiamo chiacchierato tantissimo sull'altopiano e ci siamo divertiti molto.
Meno male che abbiamo avuto l'idea di caricare il giro sul gps di Man perchè, altrimenti, la giornata sarebbe stata più un horror che un giro. Se si vogliono abbandonare gli stradoni è davvero facile perdersi o infilarsi in gole impossibili dalle quali uscire non è proprio un gioco. Cmq la mia traccia si è rivelata affidabile, il GPS ci ha guidato senza errori e tutto è filato liscio. Ci siamo regalati davvero una giornata perfetta alla vecchia maniera con anche il vinello per pranzo.
Grazie ai due compagni di avventura super collaudati … Man65 e Cheval.
Gli effetti dell'alluvione su una cava a Torpè
Monte Tepilora...il nostro punto di partenza si avvicina
il vecchio guado sl rio s'Aragone che porta alla forestale di Tumbas e Littos
Man imposta il GPS e ci prepariamo ad affrontare la prima salita da circa 10 km
Ogni tanto la monotonia della salita è interrotta da questi divertenti passaggi ... va bene così ma non sarei voluto essere qui quando è passata l'acqua
Nei punti più alti l'alluvione non ha fatto nessun danno e le strade sono intatte
Il campo eolico verso Buddusò
e sotto di noi il terribile saliscendi che costeggia il rio s'Aragone e che abbiamo percorso in salita tutte le altre volte ... altro che mangia&bevi Gaddhuresi!
Siamo sul bellissimo altopiano che porta alla caserma forestale di Crastazza di fronte a Mamone ... se si sta sugli stradoni qui si può girare anche in modalità random
per godersi panorami e silenzio
La diga di Torpè, il rio Posada, Posada e la spiaggia di Orvile
Lodè e il MOntalbo con il "Cartellone" di Punta Cupetti
Dopo tanta fatica ci concediamo una discesa verso il fiume. La strada si è trasformata ma la cosa ci piace molto anche perché i motociclisti hanno già fatto le linee per loro che usiamo con piacere
eccoci giù al fiume...rio s'Aragone (il nostro confine di giro a ovest)
con gli evidenti segni della forza dell'acqua
Pranzetto con vinello (grazie ai produttori Andejos e Cavallo)
ed è già ora di ripartire anche perché abbiamo perso quota e quindi ...
ogni tanto si scende
ma, sopratutto, si sale
ed eccoci di nuovo vicini a monte Tepilora. ci aspetta ancora l'ultimo sforzo prima della lunghissima discesa verso le macchine
Nessuna foto della discesa ma solo qualche panorama del fiume che abbiamo sotto di noi
ed eccoci arrivati al guado iniziale
La giornata finisce al bar dove Kiccofire verrà a tenerci compagnia e invitarci "alcune" birre.
Questi posti mi hanno sempre affascinato. Passo da sempre le vacanze alla Caletta di Siniscola e a due passi dalla confusione estiva esiste questo stupendo nulla. Una zona praticamente vergine con gole profonde, boschi fittissimi, stupende rocce, cascate e fiumi dove si possono ancora trovare le trote. Una zona di 6500 ettari che è l'anima del Parco di Tepilora e del Parco fluviale del rio Posada.
Già dal 2008 con Man65, Amb69, Sirbone e Li Cani (Special guest) abbiamo provato i primi approcci alla zona entrando dalla parte di Torpè nella forestale di Tumbas e Littos. Approcci timidi fatti per lo più di tentativi (visto che con il gps un po ci litigo) e conditi da tantissima sofferenza in salita ma anche da grandi soddisfazioni per l'anima. Questa primavera, poi, ho provato in solitaria a fare un giro entrando dalla parte di Mamone che non avevo mai visto.
A questo punto era giunto il momento di mettere in fila tutte le esperienze e unire il giro di Tumbas con la forestale di Crastazza.
Detto fatto.
Ho buttato giù una traccia su google earth e preallertato Man65 con il quale ho condiviso tutte le altre uscite nella zona. Poca gente perchè per questa avventura era necessario un team all'antica. Parlo di Bikers con spirito di adattamento che accettano di buon grado sacrifici e non cercano per forza giri con discese estreme o con rigide contabilità dei dislivelli o dei km totali. Vedere i giri su google infatti può riservare tante sorprese una volta sul posto e bisogna avere la giusta elasticità per accettare (magari) di non fare neanche una bella discesa per tutto il giro.
Ullallà ha dato forfait il giorno prima e sabato mattina ci siamo ritrovati con Man 65 e Cavallo a Posada. Caffè e spostamento verso Tumbas e Littos passando per la strada che costeggia la diga di Torpè e porta ad Alà dei Sardi. Prima delle 10,00 eravamo già in sella per una giornata che si è conclusa alle 16,30 con oltre 5 ore di pedalata effettiva, 1300 di dislivello e 45 km di percorrenza conditi da discese toste e salite tostissime.
Abbiamo visto posti meravigliosi e i disastri dell'alluvione del 2013. Abbiamo rischiato la pioggia senza mai beccarla, visto per due volte i mufloni, bevuto un ottimo vino, scoperto discese molto belle in un posto dove in prevalenza ci sono stradoni forestali. Abbiamo finalmente a trovato il single track in cresta (...di ben 5 km) che fa in modo che il giro finisca con una bella discesa, abbiamo chiacchierato tantissimo sull'altopiano e ci siamo divertiti molto.
Meno male che abbiamo avuto l'idea di caricare il giro sul gps di Man perchè, altrimenti, la giornata sarebbe stata più un horror che un giro. Se si vogliono abbandonare gli stradoni è davvero facile perdersi o infilarsi in gole impossibili dalle quali uscire non è proprio un gioco. Cmq la mia traccia si è rivelata affidabile, il GPS ci ha guidato senza errori e tutto è filato liscio. Ci siamo regalati davvero una giornata perfetta alla vecchia maniera con anche il vinello per pranzo.
Grazie ai due compagni di avventura super collaudati … Man65 e Cheval.
Gli effetti dell'alluvione su una cava a Torpè
Monte Tepilora...il nostro punto di partenza si avvicina
il vecchio guado sl rio s'Aragone che porta alla forestale di Tumbas e Littos
Man imposta il GPS e ci prepariamo ad affrontare la prima salita da circa 10 km
Ogni tanto la monotonia della salita è interrotta da questi divertenti passaggi ... va bene così ma non sarei voluto essere qui quando è passata l'acqua
Nei punti più alti l'alluvione non ha fatto nessun danno e le strade sono intatte
Il campo eolico verso Buddusò
e sotto di noi il terribile saliscendi che costeggia il rio s'Aragone e che abbiamo percorso in salita tutte le altre volte ... altro che mangia&bevi Gaddhuresi!
Siamo sul bellissimo altopiano che porta alla caserma forestale di Crastazza di fronte a Mamone ... se si sta sugli stradoni qui si può girare anche in modalità random
per godersi panorami e silenzio
La diga di Torpè, il rio Posada, Posada e la spiaggia di Orvile
Lodè e il MOntalbo con il "Cartellone" di Punta Cupetti
Dopo tanta fatica ci concediamo una discesa verso il fiume. La strada si è trasformata ma la cosa ci piace molto anche perché i motociclisti hanno già fatto le linee per loro che usiamo con piacere
eccoci giù al fiume...rio s'Aragone (il nostro confine di giro a ovest)
con gli evidenti segni della forza dell'acqua
Pranzetto con vinello (grazie ai produttori Andejos e Cavallo)
ed è già ora di ripartire anche perché abbiamo perso quota e quindi ...
ogni tanto si scende
ma, sopratutto, si sale
ed eccoci di nuovo vicini a monte Tepilora. ci aspetta ancora l'ultimo sforzo prima della lunghissima discesa verso le macchine
Nessuna foto della discesa ma solo qualche panorama del fiume che abbiamo sotto di noi
ed eccoci arrivati al guado iniziale
La giornata finisce al bar dove Kiccofire verrà a tenerci compagnia e invitarci "alcune" birre.