La Salsa beargrease carbon di nonnocarb (test)

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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Con la fine del Tuscany Trail si è conclusa anche la mia esperienza con la Salsa beargrease in alluminio. Sono stati 100 giorni intensissimi, un colpo di fulmine, un innamoramento come da tanto non mi succedeva! 35 uscite, 2000 km, 40000 metri di dislivello. L'ho usata su tutti i tipi di fondo, sulla neve, sull'asfalto, sulla sabbia, sulle sterrate, sui sentieri flow e su quelli supertecnici, in salita e in discesa. L'ho usata con vari assetti, con i cerchi Surly in alluminio e con i Kuroshiro in carbonio, con tantissime gomme da 3.8 a 4.8, con il reggisella telescopico e senza, "leggera" o in assetto da bikepacking, l'ho usata sulle piatte ciclabili olandesi o facendoci 11000 mteri di dislivello in 3 giorni in toscana. L'ho confrontata con la mia canyon strive da 160 e con altre fat.
Posso perciò dire di conoscere la beargrease alla perfezione. E confermo quello che ho detto finora: è una vera bici tuttofare, nel senso che si può fare tutto e con grande soddisfazione. Tutto! L'unico limite, come già detto, è sui sentieri molto tecnici e veloci, che si fanno con molta sicurezza ma solo più lentamente.
E visto che mi piace cosi tanto la cambio!
Si, la cambio, perchè sono talmente convinto della superiorità in polivalenza delle fat in generale e della beargrease in particolare, che passo al modello top, la Salsa beargrease carbon con ruote kuroshiro enso in carbonio, in tutto 11 kg di perfetta funzionalità, probabilmente la migliore fat in questo momento.
E se qualcuno si chiedeva come mai il mio nick è nonnocarb, adesso lo sa, visto che torno al carbonio, il mio primo vecchio amore! ;-)

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Qui il test della Salsa beargrease in alluminio http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=285779


17-18 maggio 2014

I fratelli Scavezzon mi preparano in tempo record la carbon per poterla subito provare in un test impegnativo, l'invitational veneto sul monte Maggio e il monte Cengio, due giorni da più di 2000 metri di dislivello al giorno con salite e discese molto impegnative. Il montaggio è più o meno lo stesso del modello in alluminio, ho infatti spostato i componenti, ad esclusione di pedivelle, movimento centrale e guarnitura, qui ho preferito mettere un 22/36 al posto del 22/32 che in pianura non mi permetteva di spingere a più di 32 all'ora. Non mi succede spesso di pedalare in pianura, ma quando succede mi piace andare veloce, visto che questa fat lo permette senza problemi. Le differenze con il modello in alluminio non sono cosi evidenti, ma sostanziali. Intanto il peso, sceso a circa 11 kg. Si potrebbe, con componenti più leggeri, farlo scendere fino a 10 senza problemi, ma a me va benissimo cosi. La differenza di peso è data principalmente da telaio e forcella e poi dal movimento centrale e pedivelle e dai mozzi, che ho dovuto cambiare sulle kuroshiro in carbonio perchè la carbon è predisposta per perno passante anteriore e posteriore.
E proprio i perni passanti sono l'altra grande differenza, visto che rendono la guida molto più precisa. Naturalmente il telaio fa la sua parte, visto che la risposta del carbonio è sicuramente diversa da quella dell'alluminio. Le misure sono praticamente le stesse, taglia m, ottimo angolo di sterzo da 68.5 e carro più corto in assoluto fra tutte le fat, il che garantisce reattività e maneggevolezza senza uguali.

La prima prova

Ringrazio subito l'amico @The Voice che con il fratello Bebemtbiker mi ha portato la beargrease dal negozio di Scavezzon a Mirano fino ad Arsiero. Mi scaricano la bici che risulta subito al centro delle attenzioni di tutti: leggerissima e con una linea invidiabile. Partiamo subito in salita, già ero contento con il modello in alluminio, adesso ho ancora quasi un kg in meno e si sale con una facilità incredibile. Dopo una lunga salita, arriviamo al sentiero in quota. Qui c'è ancora tanta neve, e allora bisogna spallare. Secondo miglioramento: 11 kg in spalla si sentono veramente poco, abituato com'ero gli altri anni a farmi anche 1000 metri di spallata con la strive da 15 kg. Adesso il sentiero in discesa, però non era quello previsto, chiuso per neve, questo è sporco con tante foglie e sassi sparsi, sgonfio bene l'anteriore e scendo anche veloce, ma non mi permette di giudicare bene le differenze. Secondo giorno, si sale per un sentiero con pochi tratti pedalati e il resto a spalla, come già detto comoda da portare. Nella seconda parte la pendenza non diminuisce ma comincia un bellissimo sentiero tutto al limite della pedalabilità, su radici e tratti lastricati. E qui il terzo miglioramento: la carbon sale benissimo, la leggerezza della bici unita al grip incredibile delle gomme larghe gonfie al punto giusto crea un mix micidiale di potenza e riesco a pedalare tutto il sentiero senza mai scendere, a vederlo da sotto non ci avrei mai creduto. E poi ancora discese, salite, sentieri in costa e sassosi sui quali la fat passa senza problemi. Alla fine del giro l'ultima sorpresa: comincia un sentiero stretto e ripido, abbastanza flow ma piuttosto sporco e con tratti tecnici e gradoni naturali di circa mezzo metro.
E qui il quarto miglioramento: nelle curve strette la bici è precisissima, merito dei perni passanti, e noto che posso tenere le gomme anche un pò più sgonfie rispetto al modello precedente, senza la perdita di direzionalità tipica della gomma troppo sgonfia, con conseguente aumento del comfort. Nei tornanti stretti gira benissimo, ma questo succedeva già con il modello in alluminio. Proprio per la precisione di guida, comunque, riesco a tenere una velocità notevole e a stare dietro agli amici con le bici da am-enduro.
Prima prova perciò veramente soddisfacente, la carbon mi ha specialmente stupito sul sentiero tecnico in salita, incredibilmente performante!

24/05/2014

Visto che ancora in molti resiste il pregiudizio che le fat non vadano bene in salita, ho deciso di testarla sulla salita più difficile d'Europa, la Scanuppia, 7.5 km al 17.6% di media e un dislivello di più di 1300 m. Quasi all'inizio 1 km bestiale al 27% di media, mentra la pendenza massima è del 45%, ma misurata all'interno di un tornante, quella reale è in effetti del 35% circa.

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In più ho affrontato la salita con i padali flat, non il massimo in questa occasione per la possibilità di perdere il pedale e di non poter fare la pedalata completamente rotonda, ma sono partito con un occhio anche alla discesa, visto che si svolgeva su un magnifico sentiero nel bosco con 118 tornanti anche stretti e 1500 metri di dislivello. Perciò un test non solo per la salita, ma anche per la discesa e per provare la polivalenza di questa bici, che è, secondo me, il suo punto forte.
E infatti si è dimostrata molto polivalente, in salita è venuta su molto bene, avevo gonfiato abbastanza le gomme, circa a 1.5, e la beargrease si è dimostrata rigidissima e pronta ad ogni pedalata. Poi in discesa anche mi è piaciuta molto, ho naturalmente sgonfiato, circa a 0.6, e qui si è notata la differenza con il modello in alluminio: i perni passanti, che la rendono ancora più precisa in traiettoria e nelle curve.

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Alla fine, per rientrare, dobbiamo fare un ultimo lungo tratto in pianura, e anche qui buone sensazioni, nel senso che ho cambiato le corone da 22/32 che avevo prima, mettendo un 22/36 e questo mi permette di fare delle belle tirate anche in piano, swnza problemi fino ai 35 all'ora

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Differenze perciò riscontrate con la beargrease in alluminio (che già mi soddisfaceva molto): peso ancora minore, seppure di poco, possibilità di avere una maggior velocità in piano e leggera discesa con il 36 e grande precisione in traiettoria e in curva con i perni passanti. Inoltre, con i pp, ho notato che la gomma si può, anzi bisogna per avere un migliore comfort, tenere un pò più sgonfia, diciamo almeno 0.1-0.2 in meno (che su una fat si sentono).


Qui la carbon in versione minimal bikepacking, vista la durezza della salita sono andato su senza zaino

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31/5-1/6 2014
Anche questo fine settimana sensazioni molto positive padalando la full carbon! Sabato sono salito, prima assoluta per una fat bike, al passo del Rombo, 2509 m. in mezzo a giganteschi muri di neve

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Domenica 110 km e 2200 m/d su terreno misto, salita ripida, sentieri stretti, sterrate, piste ciclabili e su ogni tipo di terreno la beargrease si trova sempre a suo agio. Ho tenuto le gomme per tutto il giorno ad una pressione media e si adattavano bene a ogni situazione, le ho gonfiate un pò solo per il ritorno su pista ciclabile asfaltata.

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Ma sapete qual'è la cosa più bella? La fat mi ha fatto tornare una voglia pazzesca di pedalare (non che mi fosse mai passata, ma fino a qualche mese fa, con l'enduro, se dovevo fare tanti km su ciclabile o su salita asfaltata cercavo di cambiare itinerario, mentre adesso non mi fa ne caldo ne freddo fare ciclabili o percorsi "facili", perchè la beargrease si adatta a tutto e ti fa divertire sempre!). In questo senso è una vera bici tuttofare e megadivertente. E la neve si è ormai sciolta da tempo! ;-)

20/09/2014
Ritornando al test della salsa beargrese full carbon, due cose che ho potuto notare solo con l'uso prolungato. La prima è che il lattice nelle gomme (ricordo hüsker dü da 4 davanti e dietro) si secca più velocemente che nelle gomme slim. Dopo due mesi infatti il mio (schwalbe) era gia secco, mentre lo stesso che avevo nelle 2.4 fat albert teneva almeno 4 mesi. Qui ne ho messo 120 g, nelle fat albert 60 g. Probabilmente è dovuto al fatto che nella fat entra molta più aria, e inoltre al fatto che si sgonfia-gonfia molto più spesso che nelle normali mtb.
La seconda è che le fat hanno bisogno di molta meno tassellatura rispetto alle mtb normali. Questo si vede già chiaramente sulle gomme nuove, ma ancora di più adesso che ho portato al limite minimo la hüsker dü posteriore, è praticamente una gomma slik. Quando usavo le normali gomme slim, già con metà tassellatura cominciavano a soffrire e avere meno grip e a un terzo circa bisognava cambiarle. Qui invece è già un mese che continuo a dire che devo cambiare la gomma, ma ogni volta mi stupisco quanto grip abbia ancora anche su sentieri bagnati e smossi pur completamente liscia. Questo perchè sgonfiando al punto giusto il grip è dato dalla superficie a terra e non dai tasselli, assolutamente necessari invece sulle "vecchie" gomme. Insomma, le gomme per fat costano tanto (per edesso), ma si riescono ad usare anche molto più tempo rispetto alle slim. Almeno le hüsker dü, che si sono rivelate veramente ottime gomme, molto polivalenti, scorrevoli su asfalto e con tanto grip sui sentieri.
Un altra considerazione che avevo già fatto sulla tenuta in discesa e in curva, ma che ogni volta mi stupisce: la tecnica di frenata sulle normali mtb obbliga assolutamente a mollare il freno anteriore ad inizio curva, specialmente su terreno smosso, pena la perdita di aderenza e la caduta sicura. Con la fat invece no, data l'enorme impronta a terra e il conseguente grip incredibile, si può affrontare la curva senza mollare minimamente il freno anteriore e senza che la ruota scivoli via, tranne che in casi particolari su terreni molto sdrucciolevoli. Questo porta innegabili vantaggi, innanzitutto di sicurezza, rischiando molte meno cadute, e poi , in ottica race, superenduro ad esempio, si può ritardare all'ultimo la staccata frenando con entrambi i freni anche ad inizio curva e la bici risulta sicuramente più bilanciata e veloce. Si riduce anche il rischio degli antiestetici e mai ben visti segni di derapate in frenata.

6/10/2014
Ben, ho portato le 45nrth husker du al loro limite, anzi di più. In salita anche se consumatissime il grip è ancora ottimo, mentre in discesa veloce non c'è niente da fare, la gomma liscia non ha nessuna presa e dopo un paio di dritti, per fortuna senza conseguenze, mi sono deciso che era l'ora di cambiarle. (già lo sapevo, ma un buon tester rischia anche di finire nelle scarpate per verificare la durata di un prodotto ;-)).
Le gomme tengono veramente a lungo, le ho usate da maggio, perciò migliaia di km su tutti i terreni e tantissimo dislivello, forse 100.000 m. Costando abbastanza, si può tenerle su un pò più di quello che sarebbe giusto, ma poi la discriminante la fa la discesa e quando ci si accorge che non tengono più bene è naturalmente meglio cambiarle. Il lattice nelle gomme fat tende ad asciugarsi prima che nelle gomme normali, per il fatto che entra più aria e si sgonfiano e rigonfiano spesso. Tiene circa un mese e mezzo, al massimo due ed è gia secco.
Il bello di queste gomme è che sono veramente polivalenti, perfette per la beargrease che è una bici polivalente per eccellenza. Dall'asfalto ai sentieri alla neve, sono sempre performanti.
E adesso viene il bello, l'altro giorno ho montato le husker du nuove, latticizzate (grazie ai cerchi enso già pronti per i tubless operazione piuttosto facile) e via per un lungo giro con salita di 35 km e 2600 m/d, la prima metà asfaltata. Ora potrete dirmi che sono un talebano delle fat, che esagero, potete dirmi tutto quello che volete, a me non interessa. A me interessa solo quello che provo. E quello che ho provato con la gomma nuova è che la bici è scorrevolissima. Salita su asfalto, gomma bella gonfia, incredibile come si possa salire con facilità. Termine di confronto sempre l'amico robi con la sua radon, ottimo scalatore anche lui. Ora naturalmente non sto dicendo che tutte le fat con qualsiasi gomma salgano in modo scorrevole, sto dicendo che la mia beargrease con queste gomme gonfiate nel modo giusto è scorrevolissima. Se io mettessi un paio di gomme più tassellate già su asfalto sarebbe diverso. E poi naturalmente sterrate, sentieri, spallate, e 2000 m/d di discesa tecnica, basta solo sgonfiare le gomme. Grande soddisfazione!

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FabioTS

Biker forumensus
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era prevedibile questa tua scelta....a prescindere dal nickname
:mrgreen:

Gran bella bici assolutamente !
era nei miei obiettivi iniziali ma poi purtroppo ho dovuto deviare su qualcosa di più economico ma non per questo di meno divertente
Credo sia effettivamente la più performante tra le fat bike del momento

p.s.
Non hai pensato a una forcella ammortizzata ?
 

nonnocarb

Redazione
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Merano
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era prevedibile questa tua scelta....a prescindere dal nickname
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Gran bella bici assolutamente !
era nei miei obiettivi iniziali ma poi purtroppo ho dovuto deviare su qualcosa di più economico ma non per questo di meno divertente
Credo sia effettivamente la più performante tra le fat bike del momento

p.s.
Non hai pensato a una forcella ammortizzata ?

Si, per la tipologia dei sentieri che faccio, tecnici e scassati, non sarebbe male, un pò alla volta proverò anche quella, tanto la carbon è già predisposta :spetteguless:

E' proprio bella l'orsetta in carbonio...

Va talmente veloce che è avanti di un anno!!!

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
:hahaha: hai ragione, comunque in effetti è vero, salsa è molto avanti rispetto alla massa ;-)
 

Tira la careta

Biker perfektus
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Scott, vecchia e pesante!
Questo è un pò difficile da dire, per adesso l'ho usata solo due giorni, in teoria dovrebbe essere cosi, però in una fat il comfort è dato in gran parte dalla presione delle gomme o-o
Immagino, insieme al volume,
quindi per soddisfare la mia curiosità monta due ruote da 29 in sezione massima da 32mm e prova.
Ovviamente recuperando anche la alu...:smile:
 

lecs

Biker superis
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Questo è un pò difficile da dire, per adesso l'ho usata solo due giorni, in teoria dovrebbe essere cosi, però in una fat il comfort è dato in gran parte dalla presione delle gomme o-o

Perdonatemi ma il composito non è più rigido delle leghe d alluminio e acciaio?! Casomai ha perso flessibilità (dunque comfort) a favore della precisione di guida ed efficienza in pedalata.
Bona questa salsa, molto piccante :P
 

funcool

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Beh un dato oggettivo è la lunghezza del carro della beargrease, per esempio, il più corto in assoluto. Riuscire a fare un carro cosi corto non è da poco su una fat, e il vantaggio è sicuro!

...dipende dall'ambiente d'utilizzo no ?
Sicuramente sarà ok per la reattività , ma con un carro un po' più lungo ne guadagna la stabilità ! ... credo che dia caratteristiche alla bici personali , cioè non lo vedo un reale vantaggio : lo sarà se per me quei 1/2 cm in meno contano davvero per come la uso io ....
Comunque non credo ci sia una fat che primeggia nettamente sull'altra !
Si comprano con gli occhi :i-want-t:
 

Tira la careta

Biker perfektus
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Scott, vecchia e pesante!
Perdonatemi ma il composito non è più rigido delle leghe d alluminio e acciaio?! Casomai ha perso flessibilità (dunque comfort) a favore della precisione di guida ed efficienza in pedalata.
Bona questa salsa, molto piccante :P

Ciao,
no, a parte forse telai iperrace da xc, il composito in genere consente un migliore comfort, anche perchè, si possono "indirizzare" i comportamenti, quindi avere magari rigidità laterale e flessibilità verticale.
Con i metalli è molto più complesso, puoi giocare sulle sezioni, spessori, forme, ma il metallo risulterà mediamente omogeneo.

Da quella che è la mia (poca) esperienza, in ordine decrescente di comodità, per quanto riguarda le front:
carbonio
acciaio (non tutti, alcuni sono delle putrelle!)
alluminio
 

lecs

Biker superis
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Ciao,
no, a parte forse telai iperrace da xc, il composito in genere consente un migliore comfort, anche perchè, si possono "indirizzare" i comportamenti, quindi avere magari rigidità laterale e flessibilità verticale.
Con i metalli è molto più complesso, puoi giocare sulle sezioni, spessori, forme, ma il metallo risulterà mediamente omogeneo.

Da quella che è la mia (poca) esperienza, in ordine decrescente di comodità, per quanto riguarda le front:
carbonio
acciaio (non tutti, alcuni sono delle putrelle!)
alluminio

Ah ok, grazie per la precisazione (:
 

scratera

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...
…la salita…la madre di tutti i vizi
…la salita non è fina a se stessa per quello che mi riguarda…è solo il necessario per poi scendere e divertirsi
…la salita…c’è salita e salita…ma questa è la salita
…la salita…e quando si parla di salita si pensa sempre alla fatica…si cerca sempre di non pensarci…
…questa è la salita…qua non si si può non pensarci…se non ci pensi non riesci a salire…se non ci pensi la bike si rifiuta di salire…si impenna…la ruota anteriore si alza verso il cielo…la ruota posteriore si dimentica di girare…tutto ruota su se stesso e in un attimo si ferma...tutto svanisce se non ci pensi…se non pensi che devi pedalare e questo è un eufemismo…se non pensi che sono solo 7.5Km…una media del 17.6% di pendenza con una punta che si aggira attorno al 37% (45% interno tornante)…il fondo è in cemento grezzo…e partendo da quota 225 si arriva a quota 1560 dove si apre uno scenario unico…si arriva nella riserva naturale della Scanuppia sul gruppo della Vigolana…dove ripeto non sono le gambe che ti portano in cima…ma è la testa…
…la salita ufficialmente è vietata alle bici...oggi però non abbiamo trovato il cartello del divieto…vietata a tutti i veicoli a motore…ed è mantenuta da un gruppo privato e i permessi per salire si devono richiedere in comune…ma si sa che noi ci proviamo ugualmente a vincere le nostre sfide…e questa è una sfida che ciclicamente si ripropone sotto vesti diverse…una volta per i nostri 50anni…prima per curiosità…e ora per dimostrare che qualsiasi bici può arrivare in cima…
…quando ci torno ho sempre un po’ di timore...in Scanuppia preferisco salirci per un'altra via molto più all mountain…ma questa è una buona occasione…siamo in tre ognuno con la propria sfida da vincere…


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…c’è lui…il buon Maurizio o meglio conosciuto come @nonnocarb che vuole portare in cima la sua nuova fat bike …per dimostrare che anche le sgraziate ruotone ciccione da 4” possono salire qua…

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…c’è Davide conosciuto anche come @1maggio…con la sua front 27.5 in acciaio e forcella da 140 in impostazione all mountain
…ci sono io che voglio vedere se con le ruote da 27,5 e la mia plasticona rigida…il gruppo xxi modificato con una guarnitura ovale da 32 riesco a salire su questa salita che ho sempre fatto usando il classico 22x32 con ruote da 26

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…e quando il cuore ti esce dalla cassa toracica…gli occhi sono sgranati in avanti a cercare una inutile via di fuga…è la testa che deve prendere il sopravvento…è la testa che ti porta in fondo alla sfida…

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…ci troviamo ognuno col proprio cavallo di razza e con le proprie paure…con le proprie motivazioni…ci avviamo verso Besenello sulla ciclabile tanto per scaldare un po’ i motori…non è pensabile partire subito su quelle rampe…chiacchieriamo del più e del meno mentre le nostre menti ormai stanno li sulle rampe…
…incominciamo a salire e già dai primi momenti la strada prende inevitabilmente una brutta piega verso l’alto e non siamo ancora giunti all’inizio...al fatidico cartello che ne sancisce l’inizio…
…ed ora ognuno si chiude nei suoi pensieri…i battiti aumentano…i muscoli si contraggono…la ruota anteriore non ne vuole sapere di restare sul cemento…eccola è lei che tra un tornante e l’altro…tra una semicurva e una finta retta…si srotola sotto le nostre ruote…il capitello segna l’inizio del tratto più pendente…dove tutto sembra cadere talmente è in piedi la strada…il tornante che sancisce il punto più verticale si avvicina…li c’è anche una prima fontana che torna utilissima come scusa per interrompere l’agonia…

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…ancora une semiretta davanti a noi con pendenze al limite del capottamento…poi dopo una curva a dx il tutto comincia a tornare più umano…ancora una fontana con tavolino ci aiuta a riprendere fiato ed energie…

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…si riprende a salire su pendenze che se si trovassero in un giro normale metterebbero a dura prova chiunque…ma ora dopo aver passato la parte iniziale qua sembra di pedalare in pianura…siamo sempre con pendenze che si avvicinano al 17/20% ma ormai i tratti più ripidi sono sotto di noi…sono solo gli ultimi 100m prima della stanga che delimita la riserva naturale ora i più ostici anche per via del fondo che da cementato diventa ciottolata…ma una volta passata la stanga siamo giunti alla fine del nostro calvario e in un attimo si giunge a Malga Palazzo da dove si domina la valle sottostante con un panorama indescrivibile…

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…l’arrivo a Malga Palazzo tutte le volte toglie il fiato per lo splendido panorama e la splendida location della stessa…ed è un peccato non passarci anche se si allunga di pochissimo il giro…infatti si dovrebbe girare a sx una volta arrivati a Malga Imprec…ma se si fa 30 si fa anche 31…
…ma ora inizia la parte più goduriosa e piacevole di tutto il giro…ci dirigiamo verso il Becco dell’Aquila da cui parte il sentiero 446…ben 118 tornantini in successione che ci porterà fina a Mattarello da cui poi tramite ciclabile si torna al punto di partenza…dovremmo però superare un paio di ripide rampe sterrate prima di poterci gustare uno dei più bei traversi in Valle dell’Adige prima di poter porre fine alle nostre fatiche di scalatori …
…peccato che alcune slavine ci costringono col piede a terra in un paio di punti durante il traverso…

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...ma poi il sentiero si srotola sotto le nostre ruote con una interminabile serie di tornanti e vedute sulla valle sottostante…per poi purtroppo tornare nella civiltà e su una striscia nera che ci condurrà al punto di partenza del giro…

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[album]43960[/album]

...o-o...
....:celopiùg:....
 
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