Non è un urlo di dolore di un ciclista che cade dalla bici ,
Malecoste ti fanno veramente penare non poco e quindi i dolori che si provano sono veramente molto simili
. Quando lessi il report del Papero o Cinghiale su questo giro e di come ne parlava avevo subito capito che questo era il giro per me e ora a posteriori devo ammettere che tutte le sue parole sono state azzecatissime in quanto le creste delle malecoste come bellezza del posto non hanno eguali nel Gran sasso. Così giovedi approfittando anche della giornata prevista con rischio temporali 0 e accompagnato da due nuovi amici conosciuti finora solo virtualmente Enrico e Marco decidiamo di tentare questa avventura. Chiariamo subito si tratta di un giro cicloalpinistico anzi direi alpinistico e basta
il ciclo centra e non c'entra
dove bisogna fare molta ma molta attenzione perchè ci sono molti passaggi di 1° che anche a piedi non sono uno scherzo figuriamoci con quel fardello della bici appresso ma a chi piace questo genere di bike posso tranquillamente affermare che è il massimo.
Partiti da Campo Imperatore prima parte soft e pedalata fino alla sella della Portella
e poi da li in poi le selle delle nostre bike rivedranno i nostri culi solo dopo svariate ore
. Dalla sella della Portella ci dirigiamo verso la prima meta di giornata il Monte Cefalone si spinge ma il sentiero è ancora tranquillo
e ci sono dei bellissimi affacci sulle valli sottostanti, la Val Maone prima di tutto
I miei due compari non sono mai stati sul Gran Sasso e alla vista di cotanta bellezza sono rimasti a bocca aperta
un
bell'affaccio con Assergi ai nostri piedi
ma la pacchia
sta per finire bisogna risalire quei contrafforti rocciosi li
spettacolo
d'ora in avanti solo portage extreme ma molto molto remunerativo
ma lo spirito con cui affrontare simili giri è quello giusto, grandi ragazzi
e i giochi cominciano a farsi duri veramente ma i duri cominciano a giocare
in men che non si dica veniamo catapultati in mezzo ad un mare di rocce, qui sembra veramente di stare sulle alpi
fino a svalicare a 2507 mt proprio sotto al Cefalone, per la vetta ci sono altri 26 mt di dislivello ma in bici non ne vale la pena andare, e poi da qui lo spettacolo è superbo, il Corvo e il Lago di Campotosto sullo sfondo e incredibile ancora due pozze di neve dopo tutto il caldo che è stato
dall'alto poi è ancora più stupendo e si vede la nostra meta di giornata, le creste delle Malecoste
da qui in poi e fino alla cima Giovanni Paolo II cominicia il tratto estremo e dove bisogna fare veramente attenzione a dove si mettono le
ruote cioè i piedi
si avanza a velocità zero e trovare il giusto passaggio non è semplice anche perchè il sentiero benchè Cai non è segnato o i segni sono spariti boh
Stefano ma dove ci hai portato ?
In paradiso
, questo tratto è veramente spettacolare, selvaggio con le aquile che ci ronzano intorno sopra le nostre teste, qui trovare persone a piedi non è facile
ma è anche l'unico tragitto dda dove si possono ammirare tutte le valli più belle del Gran Sasso, dopo la Val maone la valle del Venacquaro
ma è meglio non distrarsi troppo e guardare dove si mettono i piedi, e le mani
qui ci sono anche gli anelli sulle rocce per attaccarci le corde
siamo scesi da li
vai avanti tu che a me mi vien da ridere
si intravede la croce ma nonostante che sembra li vicino arrivarci non sarà facile
Stefano ma ce l'hai la corda ?
no tranquillo il sentiero passa sotto si fa si fa
...tacci tua
ma è quasi fatta, passati sotto la croce c'è da affrontare un ultimo canalino in salita al 50% di pendenza
forse anche al 70%
è fatta, una preghiera al papa per averci fatto arrivare sani e salvi qui è d'obbligo
dopo una lunga sosta proprio sopra la Valle del Venacquaro
arrivano le tanto sospirate creste lisce come l'
olio
la forchetta falasca, chissà se in bici si fa, magari un giorno...
il Corvo in tutto il suo splendore
alla Sella delle Malecoste le creste terminano e comincia la discesa, sempre per il snetiero del Papa che passa per Iaccio del Vaduccio
da dove possiamo ammirare l'ultima valle, la Val Chiarino altra perla del Gran Sasso
questa parte, meno nota e frequentata del Gran sasso è veramente stupenda
purtroppo il gps fa le bizze e perdiamo il sentiero e così ci ritroviamo a vagare nel nulla per un po e a perdere un po di dislivello a smacchio
ma poi ritrovata la retta via veniamo ricmpensati da un trail da sballo, da 1850 a 1300 ci saranno e non esagero più di 200 tornantini di cui alcuni nose press obbligatori sennò non si girano, una vera scuola di mtb, questo tratto andrebbe percorso di più per segnare meglio la traccia che risulta molto flebile in quanto merita veramente
atterrati sulla terra
sbuchiamo sull'asfalto che va alle Capannelle in prossimità di San Pietro, qui prendiamo il rilassante single track del sentiero Italia che passando per i Prati di Ferruccio e i Prati Ranno in un ambiente anche qui bellissimo
ci riporta ad Assergi e poi sempre sul sentiero Italia riguadagnamo le auto con l'ultima salita fino a Fonte Cerreto.
Un grande grazie ai miei due compagni di sventura Enrico e Marco per avermi suportato in questa mia pazzia che poi tanto pazzia non è stata anzi
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