Le luci e le notturne

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Danybiker88

Redazione
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Torino
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Bentrovati all’ormai consueto appuntamento settimanale con il tech corner, la rubrica di officina e approfondimenti tecnici solo per voi su mtb-forum.it!

Dopo una parentesi sulla manutenzione delle sospensioni Fox, questa settimana cambiamo argomento occupandoci degli impianti di illuminamento per le uscite in notturna.
L’uscita in notturna è un’esperienza molto particolare che consiglio ad ogni biker, senza contare che uscire di sera/notte è un'ottima soluzione, specialmente nelle giornate più calde, per allenarsi con temperature più gradevoli.

Per poter affrontare in sicurezza un uscita in MTB notturna, bisogna essere attrezzati. Non bastano le luci di posizione che si montano sulle biciclette per farsi vedere dagli automobilisti, ma servono degli impianti che garantiscano un illuminamento sufficiente a farci individuare gli ostacoli. Inutile dire che la quantità di luce necessaria per una notturna dipende molto dallo stile dell’uscita. Per un giro XC notturno, con discese non impegnative, non sarà necessario un impianto molto potente, mentre per un’uscita FR servirà un maggiore illuminamento.
Ad ogni modo sia per l’uscita tranquilla che per quella più aggressiva, avere un impianto adeguato è una necessità. Gli impianti non sono economici, ma è inutile acquistare degli impianti inadeguati che rimarranno in un cassetto dopo la prima uscita…

In questo articolo cercheremo di analizzare le varie soluzioni offerte dal mercato e di capirne i vantaggi e gli svantaggi.

Un po’ di teoria…

Inutile parlare delle differenze tra i vari impianti, senza prima affrontare un pochettino di nozioni di illuminotecnica. Senza scendere in spiegazioni troppo tecniche, vediamo di capire un po’ cosa sono i lumen, il Cri, la temperatura di colore, come si misura la potenza e l'efficienza di una sorgente luminosa, cosa si intende con capacità di una batteria.

MISURA DEL FLUSSO LUMINOSO

Solitamente misurata in lumen o in lux, la misura del flusso luminoso è la grandezza che quantifica quanta luce è in grado di produrre una determinata sorgente luminosa.
-la misura in lumen è una misura in senso assoluto, ovvero misura la quantità totale di luce emessa dalla sorgente, percepita dall’occhio in un’unità di tempo. Tale misura è quella del flusso luminoso (Φ) propriamente detto.
-La misura in Lux invece è la quantità di luce che emessa da una sorgente luminosa cade su una superficie. L’unità di misura è appunto il lux=lumen/mq e la misura viene definita intensità luminosa (E).
A questo punto immagino che chi non ha particolare esperienza di illuminotecnica si sia perso. Vediamo di chiarire il concetto con un esempio pratico. Supponiamo di avere due torce, con la stessa sorgente luminosa (supponiamo lo stesso led). Le due torce hanno differenti proiettori: uno proietta con un angolo di 10°, l'altro con un angolo di 30°.
Se per quanto riguarda il flusso luminoso le due torce sono equivalenti, per quanto riguarda l’illuminamento (quantità di luce su un superficie) la torcia con proiettore da 10° avrà un flusso luminoso maggiore.
In parole povere il numero di Lumen sarà uguale (la luce totale è la stessa), ma la torcia con proiettore da 10° avrà un maggiore numero di Lux poiché il fascio luminoso sarà più concentrato.

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Come possiamo vedere dalla figura, la stessa sorgente luminosa a seconda dell’angolo del proiettore (beam angle) produce un’intensità luminosa differente (relative intensity, espressa in lux).

In parole povere a parità di lumen, una torcia può fare una luce più concentrata e potente oppure una luce più diffusa ma più debole.

ANGOLO DEL FASCIO LUMINOSO

Come abbiamo visto in precedenza a seconda dell’ampiezza del fascio luminoso si possono avere delle intensità luminose (lux) differenti pur mantenendo la stessa sorgente luminosa.

0235.jpg


Gli impianti da MTB hanno generalmente un fascio di luce molto direzionato. Tramite un proiettore, la luce viene fatta rimbalzare in modo che fuoriesca secondo un cono di apertura prestabilita.

A seconda dell’ampiezza del fascio luminoso distinguiamo due tipologie di torce o fari:
-Lampade Flood (luce diffusa): sono caratterizzate da un fascio di luce piuttosto ampio, con un’apertura maggiore. La luce è molto diffusa ma non troppo potente. Sono ottime per vedere il sentiero a breve distanza nella sua totalità e identificare eventuali ostacoli o traiettorie. Ideali da montare sul manubrio.
-Lampade Spot (luce concentrata): il fascio di luce di queste sorgenti è invece molto stretto e poco ampio. Il fascio luminoso è molto concentrato, ma l’angolo di apertura del fascio luminoso è piuttosto basso. Sono ottime luci di profondità in quanto garantiscono un buon illuminamento in lontananza, in modo da poter anticipare gli ostacoli, ma la zona illuminata rimane limitata. Ideali da montare sul casco.
Risulta quindi evidente che la condizione ottimale si ottiene utilizzando almeno due sorgenti, una di tipo flood e una di tipo spot. Ad ogni modo in commercio esistono anche dei proiettori che emettono un fascio di luce differenziato, più tenue ma sui lati ma con un’apertura maggiore e più concentrato al centro per avere maggiore profondità, come si vede nella figura di inizio paragrafo.

TEMPERATURA DI COLORE

Il concetto di temperatura di colore trae origine dal concetto di corpo nero. Senza scendere in dettagli fisici, definiamo un corpo nero come un oggetto (ideale) che assorbe tutta la radiazione elettromagnetica incidente apparendo di colore nero.
Questo corpo ideale ha la caratteristica di emettere, se scaldato oltre la temperatura di incandescenza, una radiazione elettromagnetica caratterizzata da uno spettro continuo che segue una distribuzione dipendente dalla temperatura secondo la legge di Wien, come possiamo vedere da questo grafico:

03.png

A seconda della temperatura a cui si trova questo corpo nero, la distribuzione delle intensità delle varie lunghezze d’onda corrispondenti ai vari colori caratteristici risulta sbilanciata (si noti il picco delle distribuzioni che col scendere delal temperatura risulta spostato a DX). In parole povere a seconda della temperatura a cui si trova il corpo nero, la luce emessa avrà una colorazione diversa.
La scala di classificazione della temperatura di colore mette a confronto la luce emessa da una sorgente luminosa con la corrispondente luce emessa da un corpo nero ad una determinata temperatura. In parole povere una lampada con una temperatura di colore di 4500K (kelvin, unità di misura della temperatura assoluta) emette una luce corrispondente a quella emessa da un corpo nero a 4500K.

Qui di seguito vediamo uno schema che illustra le varie temperature di colore:
04.png

Come possiamo vedere, per temperature di colore basse la luce assume una tonalità calda, tendente al giallo-rosso. Mano a mano che la temperatura di colore sale, la luce si fa sempre più fredda, assumendo dapprima una colorazione biancastra, poi bluastra. Il concetto di luce calda/fredda esula dalla scala della temperatura di colore, riferendosi alla sensazione percettiva trasmessaci dalla luce.

Per quanto riguarda l’utilizzo in MTB bisogna sottolineare che l’utilizzo di una luce più calda (con temperatura di colore bassa, ndr) tendente al giallo/arancione migliora la percezione degli ostacoli migliorando i contrasti.

INDICE DI RESA CROMATICA (IRC)


La temperatura di colore, facendo riferimento ad uno spettro di emissione continuo, non è sufficiente da sola a descrivere le caratteristiche della luce emessa da una determinata sorgente.

Molte sorgenti infatti non hanno uno spettro di emissione continuo e uniforme (i led o le lampade a scarica nei gas, per quanto ci riguarda) e di conseguenza non sono in grado di rendere in modo veritiero i colori.
La teoria dei colori prevede che gli oggetti ci appaiono colorati poiché, colpiti da un fascio luminoso, assorbono tutti i colori tranne uno, quello che lo caratterizza. Ogni colore corrisponde ad una determinata lunghezza d’onda. Risulta quindi evidente che se lo spettro di emissione non è continuo, alcuni colori non saranno percepibili. É ad esempio ovvio che se una sorgente di luce non emette nel rosso, non potrà mai rendere adeguatamente il colore degli oggetti che ci appaiono rossi sotto la luce diurna.

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Spettro di emissione irregolare

L’indice di resa cromatica misura quindi in una scala che arriva fino a 100 (indice di resa cromatica massimo, equivalente a quello della luce diurna) la capacità della luce di far distinguere all’occhio umano i vari colori.

Per quanto riguarda l’utilizzo in MTB risulta quindi chiaro che più è alto è l’IRC, meglio è in quanto ci permette di avere una migliore percezione dei contrasti e della profondità.

POTENZA ASSORBITA ED EFFICIENZA DI UNA SORGENTE LUMINOSA

La potenza assorbita misura l’energia necessaria per far funzionare la nostra sorgente luminosa. Si misura in Watt, la potenza è una delle grandezze fondamentali per dimensionare il nostro impianto.
Con un piccolo ripassino di fisica, ricordiamo che la potenza in un circuito a corrente continua vale:

P = V x i

Dove P è la potenza, V la tensione (misurata in volt) e i l’intensità della corrente misurata in ampere (A) o milliampere (mA), nel caso dei nostri impianti.
Una sorgente con una potenza di 30W a 12V, assorbirà una corrente di 2,5A (2500mA).

L’efficienza luminosa invece è il rapporto tra flusso luminoso (lumen) e potenza assorbita (W) e si misura in lumen/watt. Risulta quindi evidente che maggiore sarà l’efficienza di una sorgente luminosa, minore sarà il consumo di energia elettrica per produrre un determinato flusso luminoso.

In ambito MTB l’efficienza luminosa è estremamente importante. Poiché le batterie sono uno degli elementi più pesanti dell’impianto (e spesso rappresentano un limite tecnologico alla potenza dell'impianto), l’utilizzo di sorgenti con elevata efficienza permette di avere elevati flussi luminosi con pesi accettabili.

CAPACITA’ DI UNA BATTERIA

La capacità di una batteria si misura in Ampere/ora (Ah) o in milliampere/ora (mAh). La capacità di una batteria è la corrente che questa è in grado di fornire in un’ora. Una batteria da 3000mAh sarà in grado di fornire 3A per un’ora, oppure 1A per 3 ore o ancora 1,5A per 2 ore.

Facciamo un piccolo esempio pratico di dimensionamento. Supponiamo di avere una batteria da 6000mAh e 12V con collegata una lampadina alogena da 30W e sempre 12V.
La corrente assorbita i della lampadina sarà ricavabile dall’equazione della potenza: P = V x i ovvero 30/12=2,5A=2500mA.
Con il rapporto tra capacità della batteria e corrente assorbita, possiamo determinare la durata oraria del nostro impianto: 6000/2500=2,4h.

Per velocizzare i calcoli, la durata del nostro impianto si può anche determinare come:

D = (Cb x V) / P

Dove D è la durata di funzionamento del nostro impianti (ore), Cb è capacità batteria in Ah, V la tensione (in volt) e P la potenza (in W).

Le sorgenti luminose

Dopo aver analizzato un po di aspetti tecnico/teorici di illuminotecnica e di elettrotecnica, vediamo ora di analizzare le principali tipologie di sorgenti luminose utilizzate per gli impianti MTB.

LAMPADE ALOGENE AD INCANDESCENZA.

Le lampade alogene sono delle particolari lampade ad incandescenza, nelle quali al gas contenuto nel bulbo viene aggiunto iodio, kripton, e a volte, xeno per permettere il riscaldamento del filamento fino a oltre 3000 K, in modo da aumentare l'efficienza luminosa e spostare verso l'alto la temperatura di colore.
Nelle alogene il tungsteno che evapora a causa della temperatura elevata reagisce con il gas formando un alogenuro di tungsteno. Successivamente il composto, entrando in contatto con il filamento incandescente si decompone e rideposita il tungsteno sul filamento stesso realizzando un ciclo, il ciclo alogeno. In questo modo la durata di vita di una lampada alogena può essere almeno doppia di una lampadina ad incandescenza normale, sebbene il filamento sia molto più caldo.
Poiché il bulbo, per permettere la reazione chimica tra iodio e tungsteno, deve avere una temperatura non inferiore a 250 °C, viene utilizzato un vetro speciale (quarzo) ad alta resistenza.

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Queste lampade sono spesso vendute con il proiettore incorporato, che è caratterizzato da un particolare angolo di fascio luminoso. Esistono quindi diverse tipologie di proiettori di tipo flood o di tipo spot (più concentrati o più diffusi).

La peculiarità delle lampade ad incandescenza è l’elevato indice di resa cromatica (CRI=100) che è uguale a quello della luce diurna. Se a questo si aggiunge la bassa temperatura di colore (la luce emessa è piuttosto calda, con tonalità tendente al giallo/rosso), si capisce che questo tipo di sorgenti luminose garantiscono un ottimale percezione degli ostacoli e della profondità.

Di contro la bassa efficienza luminosa (sui 23.0 Lm/W) fa si che se si vuole un fascio luminoso potente, si deve andare incontro ad un elevato consumo andando ad utilizzare lampade di potenza elevata. Questo comporta, se si vuole mantenere una sufficiente durata, l’uso di batterie con elevata capacità e quindi peso elevato.

I LED

Il LED (Light Emitting Diode) è un dispositivo semiconduttore che genera luce al passaggio di cariche elettriche attraverso una giunzione in silicio opportunamente drogata. Si tratta di un diodo che al raggiungimento della tensione di soglia (generalmente da 3 a 5 V) diventa una sorgente luminosa di luce; la luce emessa dalla giunzione è monocromatica e il colore dipende dal tipo di drogaggio volutamente introdotto nel silicio.

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Il colore della luce dei LED é classificato in warm white (temperatura di colore da 3.000 a 4.000 K) e cool white (temperatura di colore da 5.000 a 8000 K). La maggior parte dei LED bianchi emette una luce con una temperatura di colore di 5500 K, più "fredda" di quella delle lampade a incandescenza ed ha un IRC (indice di resa cromatica) di 60-70, sia a 3200 K che a 5500 K. I LED XR-E "cool white" emettono una luce con temperatura di colore tipica di 5500 K ed hanno un CRI pari ad 80, valore molto vicino a quello delle sorgenti luminose ad incandescenza, offrendo quindi un rendering colorimetrico migliore rispetto ai led di tipo dìtradizionali. I nuovi LED XR-E "warm white" emettono una luce molto brillante, con una temperatura di colore di 3250 K e sono quindi una valida alternativa alle lampadine a incandescenza, mantenendo sempre un CRI di 80.

Ad ogni modo la caratteristica più interessante dei led è l’elevata efficienza luminosa: si parla di valori compresi tra 67 Lm/W e 104 Lm/W per il led di tipo XR-E.

Per quanto riguarda la MTB uno dei led maggiormente usati è il Seoul P7, utilizzato sia in impianti di alta gamma che in moltissime torce reperibili in vari negozi online. Questo led è caratterizzato da un’efficienza luminosa piuttosto buona (90 Lm/W) e da una potenza luminosa estremamente alta (700Lm), la più elevata per un singolo sistema di led. L’indice di resa cromatica è 70 e la temperatura di colore è di 6300K, quindi la luce emessa è piuttosto fredda.

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Led Seoul SSC P7. Come si può vedere il led è costituito da 4 led P4 uniti in un unico bulbo.

L’elevata efficienza dei led permette quindi di avere delle elevate potenze luminose senza dover ricorrere a batterie molto pesanti.

Se fino a qui i led possono sembrare la soluzione definitiva, purtroppo c’è un rovescio della medaglia. Come abbiamo visto, i led sono caratterizzati da una temperatura di colore piuttosto alta (ca 6000K) ed emettono quindi una luce molto fredda, di colore bianco ghiaccio. L’indice di resa cromatica poi è piuttosto basso. Di conseguenza il led non da un’ottimale percezione della profondità, seppur avendo ottime prestazioni in termini di potenza luminosa. La cattiva percezione della profondità e della distanza, di appiattimento è il grosso limite di queste sorgenti luminose.

Ad ogni modo l’elevata potenza luminosa sopperisce in parte a questo problema, fornendo un illuminamento molto più potente. Nel futuro ci saranno sicuramente notevoli passi avanti nella tecnologia dei led e probabilmente questo problema sarà superato.

Per migliorare la resa della profondità è comunque possibile prendere alcuni accorgimenti nella realizzazione del nostro impianto:
-Posizionare più sorgenti luminose in posizioni diverse (es una sul casco e una sul manubrio). Il gioco di ombre che si crea migliora la percezione delle distanze e la profondità.
-Abbinare all’impianto led una lampada di tipo alogeno che, anche se di non elevata potenza, migliora la percezione della profondità.
LAMPADE HID (HIGH INTENSITY DISCHARGE)

I sistemi HID usano un diverso principio di creazione della luce, rispetto alle alogene. Le lampade HID contengono una capsula con una miscela di gas xeno e sali alogenuri, che creano una fonte luminosa tramite una scarica elettrica nel gas che è 3 volte più potente delle alogene. Le lampade alogene utilizzano invece un filamento che crea luce per resistenza ohmica. Mentre le lampade alogene funzionano a 12V, le HID richiedono un circuito stabilizzatore che fornisca un'alta
tensione costante. Mancando il filamento, queste lampadine hanno una durata superiore a quelle convenzionali (ancora circa il doppio) e consumano il 70% in meno. Vanno regolate con centralina elettronica per evitare il danneggiamento in seguito a sbalzi di tensione.

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Il rendimento delle lampadine HID è molto più alto delle lampade alogene e addirittura superiore ai led: una HID di 35W da 3500 lumen è pari a 100 lm/W.

Di contro le HID presentano alcuni svantaggi: il costo prima di tutto, in quanto solo la lampadina può costare anche più di 100 Euro! La centralina elettronica si aggira sui 200 Euro. Certo si risparmia sulla batteria, ma le tensioni in gioco sono dell’ordine di 6000-30000 Volt e, quindi, il tutto è sensibilissimo all’umidità: anche una piccolissima quantità di acqua condensata genera archi che provocano danni irreparabili alla parte elettronica, con perdite economiche notevolissime.

Le lampade HID hanno un’eccellente efficienza luminosa, ma come visto hanno il problema del costo. Con una lampada da 35W si raggiungono prestazioni molto elevate, pressoché irraggiungibili con altri sistemi (si parla di 3500 lumen!). Altra nota negativa è la temperatura di colore della luce: si tratta di una luce piuttosto fredda, mentre l'IRC è migliore rispetto ai LED.

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Ad ogni modo oggi i pochi impianti HID disponibili per utilizzo outdoor stanno mano a mano venendo soppiantati dai led. L’utilizzo dei led, più economici, permette comunque risultati considerevoli in termini di flusso luminoso: esistono impianti a led da 1750Lm. La soluzione HID comunque resta comunque molto valida per chi vuole un impianto di altissimo livello.

Le batterie.

Le batterie sono l’elemento più pesante di un impianto di illuminazione. Spesso è proprio il peso delle batterie a porre dei limiti alla potenza illuminante.

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Oggi esistono 3 tecnologie di batterie utilizzabili per alimentare i nostri impianti:

Le batterie al piombo sono la soluzione più economica. Costano poco ma il rapporto peso capacità è molto elevato, ovvero sono più pesanti a pari capacità, rispetto alle altre soluzioni. Oltre che pesanti le batterie al piombo patiscono il sovraccarico e l’eccessivo scaricamento.

Le batterie nichel-idruro metallico (ni-mh) sono una soluzione intermedia. Il rapporto peso/capacità è migliore rispetto alle batterie al piombo, ma non al livello delle batterie al litio. Non soffrono di effetto memoria e possono quindi essere ricaricate anche se non completamente scariche. Il costo delle batterie e del caricabatteria non è elevato ed è possibile auto costruirsi pacchi batteria utilizzando celle con lamelle presaldate.

Le batterie al litio sono invece quelle con il miglior rapporto peso/capacità. Nessun effetto memoria. Con il litio è possibile realizzare batterie dalla elevata capacità rimanendo su pesi contenuti. Non è possibile saldare le celle in casa (rischio di esplosione, non provateci nemmeno!) e sia le batterie che il caricatore sono piuttosto cari.

Il posizionamento delle sorgenti luminose.

Come sicuramente avrete capito leggendo l’articolo, la soluzione migliore prevede almeno l’utilizzo di due faretti, uno di tipo flood (diffusa) e uno di tipo spot (di profondità). In questo modo la sorgente flood garantirà un efficiente illuminamento del sentiero più vicino, permettendoci di identificare ostacoli o le caratteristiche del terreno, mentre la sorgente spot illuminerà in distanza in modo da permetterci di individuare l’andamento del sentiero in anticipo.

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Il posizionamento ideale delle sorgenti luminose è sul casco. Infatti, in curva, le luci posizionate sul manubrio puntano l’esterno della curva e non illuminano l’uscita. Posizionando le luci sul casco la luce seguirà sempre la direzione dello sguardo: ovunque guarderemo (di lato, l’uscita di una curva, dietro di noi per cercare un compagno ecc) avremo il fascio luminoso puntato nella direzione del nostro sguardo. Specialmente per saltare o sui cambi di pendenza poi la luce sul casco è di vitale importanza.

Poiché un buon impianto può essere composto da più sorgenti luminose (anche 3), risulta evidente che non si può mettere tutto sul casco per ragioni di peso. Dovendo scegliere, personalmente consiglio di montare le lampade di tipo spot sul casco e le lampade di tipo flood sul manubrio.
 

Kinesis18

Biker ultra
23/9/06
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Pioltello
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Sempre interessanti e utili gli articoli, io mi sono costruito un faretto con un Led da 8w con un consumo da 1 amperora e accoppiandolo con due batterie da 6 v e 4.5 amperora. Il risultato è una luce incredibile per oltre 4 ore!
 

afano

Biker ultra
22/5/07
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Bergamo
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TROOOOOPPO TENNICO!! Al solito la professionalità di questi articoli è veramente notevole.

La mia soluzione, molto economica ma efficace:
2 faretti da incasso alloggiati ognuno in una mezza cartuccia di silicone (vuota ovviamente) di alluminio, uno a led da 1W per la salita, uno alogeno da 20W per la discesa, comandabili separatamente e alimentati da batteria al piombo da 4,2A. Con utilizzo "diligente" durata più che sufficiente per una notturna di 3 ore.

Appena riesco magari posto una fotina.
 

in3pdo75

Biker serius
20/8/07
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Castello di Serravalle
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Ellsworth
Ciao Danybiker88, SEI UN BUGIARDO...non puoi avere solo 21 anni! (ti sei registrato con false identità):smile:
Scherzi a parte ti faccio i complimenti per come tratti gli argomenti (le volte che trovo difficoltà a seguirli è un mio limite, non certo il tuo modo di illustrarli) sono rimasto sbalordito dalla tua esperienza, soprattutto raffrontata alla tua età, scusa il post
semi-OT ma sono veramente impressionato.
 

AlfreDoss

Biker electrificatus
2/9/08
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Sotto il Canto (BG)
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Specy Turbo Levo
Sempre interessanti e utili gli articoli, io mi sono costruito un faretto con un Led da 8w con un consumo da 1 amperora e accoppiandolo con due batterie da 6 v e 4.5 amperora. Il risultato è una luce incredibile per oltre 4 ore!
Scusa ma parli dei faretti ad incasso tipo alogeni, con più led all'interno?
Vedendoli in giro ero tentato di fare qualche esperimento ma prima volevo qualche testimonianza al riguardo.
 

calmocalmo

Biker cesareus
30/8/08
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Salento
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BiXs Sauvage 100
...........
.............Il posizionamento ideale delle sorgenti luminose è sul casco. Infatti, in curva, le luci posizionate sul manubrio puntano l’esterno della curva e non illuminano l’uscita.....
.........personalmente consiglio di montare le lampade di tipo spot sul casco e le lampade di tipo flood sul manubrio.


Permettimi una piccola osservazione...
Ho affrontato il problema delle nottune un bel pò di anni fà e dopo svariati esperimenti, sono arrivato a qualche conclusione...

Le fonti luminose devono essere 2: una sul casco e l'altra sulla bici, però...

La luce sul casco, come appunto hai detto, segue lo sguardo, ma ha un angolo di illuminazione molto piccolo rispetto alla vista del biker.
Questo produce un appiattimento di tutto ciò che il biker vede (anche con lampade ad incandescenza).
Infatti adottando una fonte di illuminazione solo sul casco è difficile percepire anche le dimensioni di un sasso.
Si potrebbe pensare di mettere una staffa e portarla più in alto, ma credo che sia decisamente meno pratico...:hahaha:

E' essenziale avere una fonte di illuminazione anche sulla bici, tenendo conto però, che l'effetto di profondità al biker, aumenta quanto più si riduce l'altezza della fonte di illuminazione rispetto altezza degli occhi del biker stesso...

Io ho fatto la prova a montarla sull'arco della forca, con il risultato di ottenere delle ombre più lunghe dai rilievi del percorso, così da migliorare la percezione di profondità...

La percezione di profondità poi varia a seconda delle discipline MTB.
Praticando XC, si ha già una buona percezione di profondità se la fonte di illuminazione è posta sul manubrio, perchè differenza di altezza tra gli occhi del biker ed il manubrio stesso è sufficiente allo scopo.
Per le discipline Gravity spesso il biker ha una posizione più arretrata e bassa rispetto al manubrio, quindi differenza di altezza tra gli occhi del biker ed il manubrio si riduce, facendo appunto tornare sensibilmente l'effetto di appiattimento del percorso.

Da queste prove mi è nata l'esigenza di provare il montaggio sulla forca...:celopiùg:
 
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Danybiker88

Redazione
4/9/04
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La luce profonda (montata sul casco) serve per vedere in lontananza l'andamento del sentiero, mentre quella diffusa (montata sul manubrio) serve per vedere gli ostacoli in prossimità. Tutto torna secondo il tuo ragionamento.

Montare la luce sull'archetto della forcella mi sembra una cosa poco furba perchè sarebbe soggetta a grosse vibrazioni, sarebbe esposta al fango, senza contare che bisognerebbe trovare un modo che non interferisca con la testa della forcella in caso di fondocorsa o forti compressioni.

Ad ogni modo comunque il vantaggio di avere la luce che punta sempre nella direzione in cui guardi fa si che il montaggio sul casco sia preferibile anche se si dispone di una luce sola. Sui cambi di pendenza e in curva, senza contare sui salti avere solo la luce sul manubrio o sulla forcella significa andare alla cieca. Per questo imho la luce sul casco è importantissima.
 

Salgomasudo

Biker grossissimus
25/6/03
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IMHO
la migliore soluzione sono le luci P7 a led
Due sul manubrio possibilmente il più lontano possibile l'una dall'altra per ampliare il fascio di luce
una sul casco
totale 2700 lumen per una durata al max della potenza di un'oretta abbondante
poi la potenza decade velocemente ma basta portarsi dietro le batterie di ricambio due minuti svita/avvita e si può ripartire a tutta...

Altro consiglio meglio se le P7 sono di modelli diversi l'una dall'altra, perchè ognuna ha un fascio personale che permette di ampliare la visuale.
 

BlacK2 Baron

Biker tremendus
12/3/04
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Valle Maira
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Trek Rail
sono rimasto sbalordito dalla tua esperienza, soprattutto raffrontata alla tua età

A me non sbalordisce, dovrebbe essere la norma, siamo freschi di studi e spesso affrontiamo i particolari in maniera più tecnica e scientifica, invece spesso la gente con scetticismo immotivato è diffidente o crede che "non possiamo avere esperienza".

Credo che l'esperienza non sia data dal tempo in cui si pratica una disciplina, ma dalla serietà con cui la sia affronta.

E Dany ne è l'esempio.

Dany, ora che ti ho acclamato, preparaci un bel post sull'autocostruzione del suddetto impianto luci!!
 

andre El gringo

Biker superioris
10/5/08
838
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Trana near laghi di avigliana
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Trek Remedy
Prima di tutto faccio i complimenti per l' articolo molto ben spiegato;
secondo avrei una curiosità da chiedere:
so che sarà un discorso molto semplicistico ma mi chiedevo se si potevano dare dei valori di partenza sui lux/lumen....voglio dire....qual è un minimo di lumen/lux che deve avere una luce (in questo caso da mettere sul casco) per poter fare già una sufficiente illuminazione?
grazie.
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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IMHO
la migliore soluzione sono le luci P7 a led
Due sul manubrio possibilmente il più lontano possibile l'una dall'altra per ampliare il fascio di luce
una sul casco
totale 2700 lumen per una durata al max della potenza di un'oretta abbondante
poi la potenza decade velocemente ma basta portarsi dietro le batterie di ricambio due minuti svita/avvita e si può ripartire a tutta...

Altro consiglio meglio se le P7 sono di modelli diversi l'una dall'altra, perchè ognuna ha un fascio personale che permette di ampliare la visuale.

Tieni conto che le nostre P7 producono ca 500 lumen, quindi arrivi a ca 1500lumen effettivi con 3 torce. Immaginati la potenza di un impianto HID da 35W, che produce 3500lumen effettivi (più del doppio!) :mrgreen:

Anche secondo me le torce P7, ad oggi, sono la soluzione migliore come rapporto qualità/prezzo, come praticità di uso, come versatilità. Però non si può dire che siano il meglio in assoluto.

Basta pensare ad esempio al Lupine Betty 24W Led (giusto per citare una soluzione a LED, senza andare su impianti HID), che produce 1850 lumen con l'ausilio 7 led CREE XP-G R5, migliori dei P7 come temperatura di colore e con un rendimento migliore, quindi in grado di dare una migliore sensazione di profondità e di consumare un po meno.
Naturalmente se 3 torce P7 ti costano poco più di 100€, per il Betty ne servono quasi un migliaio.
 

demo-niaco

Biker superis
12/3/07
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FEL3 BELLUNO
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qualcuno mi sa dare una classifica dei tipi di led?per es led p7 è migliore di un r2?ho comprato una luce da casco con l r2 lo danno a 300 lumens con 3 batteria da 1,5v AAA nn vedo l ora che arrivi x provala
 

alexg83

Biker superioris
30/4/07
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Albenga (SV)
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Orbea Laufey, Orbea Rise
Articolo stupendo! Semplice e chiaro come sempre!
Permettimi un appunto...
La formula per determinare la durata delle batterie è una formula teorica che non tiene conto della caduta di tensione della batteria dovuta all'aumentare del'assorbimento.
Nella realtà se hai una batteria da 2000 mAh e assorbi 2000 mA non arriverai mai al valore teorico di un ora di luce, mentre se assorbi 250 mA è molto più facile avvicinarti al valore teorico di 8 ore.
Comunque molti produttori di batterie forniscono grafici con le curve di scarica alle varie correnti. Meglio fare i calcoli con quelli quando possibile. Se non li trovate meglio sovradimensionare un pò la batteria per non ritrovarsi al buio nel bosco :maremmac:
 

kundam

Biker ciceronis
29/1/05
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Mondraker Dune - MDE Damper
Ultimamente ho costruito un sistema di illuminazione a LED che utilizzerò alla 24h di Finale, pur non essendo propriamente "tecnico" mi sento di dare qualche piccolo consiglio..

Il P7 è un ottimo LED, purtroppo costa una ventina di euro e consuma 2800mAh!, se necessitiamo di un autonomia che superi le 2 ore, i costi iniziano ad essere piuttosto salati..
ecco alcuni consigli per un buon impianto, con materiale facilmente reperibile sul mercato e a costi più concorrenziali:

LED Luxeon da 1W, si trovano a circa 3 euro ed hanno un ottima resa, tipicamente arrivano a 90 Lm/W alimentati a circa 3,4V e 300mA;
un gradino sopra troviamo i Luxeon da 3W, 130Lm per 3,4V a 700mA (+- 6 euro).

Al LED in genere và abbinata una lente, queste sono suddivise in gruppi a seconda di come viene indirizzato il fascio luminoso : Narrow - Medium - Wide
per angoli di collimazione rispettivamente di circa 10°, 20° e 30°; esistono inoltre lenti in grado di unire il fascio di più LED(3), in uno unico.

Per "pilotare" il LED è molto importante dare a esso un flusso di corrente costante, a tal scopo esistono i "driver",
il LED và mantenuto a ottimale temperatura di esercizio, quindi a seconda del modello, dovremmo adeguare un dissipatore di calore da fissare alla base del LED che ci consenta di raffreddare il sistema,
un LED con dissipatore inadeguato e privo di driver consuma in modo proporzionale alla temperatura d'esercizio, quindi più il LED scalda, più consuma corrente (da qui l'utilità del driver).

Il mio impianto:
per le batterie ho utilizato un portabatterie da 10 stilo tipo AA (3 euro), e batterie NiMh da 1,2V - 2500mAh;
il peso è sensibilmente inferiore alle batterie al piombo, la resa è praticamente doppia, ci alimento una lente da 3 LED da 1W, per un totale di 270Lm e un autonomia superiore alle 10 ore, a cui affianco un LED da 3W da accendere nei passagi più critici (altri 130 Lm), volendo si potrebbe spremere ancora qualcosina.. ma ad ora credo di avere costruito un impianto con un ottimo compromesso tra peso, costo, resa ed autonomia.
 

calmocalmo

Biker cesareus
30/8/08
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BiXs Sauvage 100
......
Montare la luce sull'archetto della forcella mi sembra una cosa poco furba perchè sarebbe soggetta a grosse vibrazioni.....

Infatti le vibrazioni sono l'unico limite di questa soluzione, ho dovuto saldare a stagno perfino la lampadina....
Però l'effetto in profondità è molto buono...

Ah... dimenticavo...
Ottimo TOPIC...
 

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