Venerdì, approfittando, mio malgrado, di uno dei due giorni di Cassa Integrazione mensili a cui siamo sottoposti in ditta, ho pensato bene di farmi un bel giro in bici.
Bell'idea, peccato che abbia pagato (fortunatamente non a caro prezzo) una certa eccessiva leggerezza nell'affrontare sentieri "tosti" che a 25 anni facevo senza problemi, ma adesso a 40 mi hanno battuto inesorabilmente
Ma andiamo per gradi...
Venerdì 10/10, tempo così così, è piovuto fino al giorno prima, ed il cielo è ancora coperto (ma niente di che).
Dal terrazzo di casa vedo la strada, scavata nella roccia, che mi porterà fino a Ranzo, ultimo paesino prima di incontrare il sentiero che mi porterà sulle vette del monte Gazza (almeno nei miei programmi
)
La strada fino a Ranzo è asfaltata, ma ripaga con panorami incantati sulla Valle dei Laghi, con un sublime scorcio di CastelToblino
Vi prego di far caso allo strapiombo; sarà l'elemento cardine dell'epilogo di questa vicenda
Dunque, lasciato Ranzo, comincia lo sterrato
Mi inerpico verso Malga Bael...
...che raggiungo dopo un tratto di salita INFINITO, almeno per le mie povere gambe a corto di allenamento
Ma lo splendido scenario dell'autunno ripaga ogni goccia di sudore versata
Da qui, per raggiungere la Malga Gazza, bisogna passare da un tratturo non pedalabile (ci ho provato, ma mi sono arreso dopo 100 metri); vista l'ora, propendo per scendere direttamente a valle, passando dal sentiero "Cruze" (SAT 602), che all'inizio si rivela facile, invitante e divertente...
...ma poi comincia a farsi più tecnico...
...ma soprattutto strapiombante
Ecco... da qui il fattaccio.
Arrivo un po' troppo lanciato (sono stato stupido, lo so, ancor di più perchè ero da solo) a una curva a sx, non sono riuscito a starci dentro e sono finito di sotto. Mi sono fermato battendo una violenta culata su un alberello, che si è rivelato abbastanza robusto da sostenermi. la bici si è fermata un paio di metri più in basso.
Tra il riprendermi dalla botta (sono rimasto senza fiato) e recuperare la bici, mi ci è voluta mezz'ora buona, e il rientro per il resto del sentiero, con tutti i muscoli che mi facevano male e gli arbustelli che grattavano le ferite fresche
è stato un'odissea.
Vabbè, sono stato stupido e fortunatamente ho potuto pagare tanta stupidità con soltanto qualche livido e qualche graffio. La bici se l'è cavata con un paio di graffietti e basta.
Piccola nota positiva: il supporto ultraimbottito del telefono sul manubrio ha retto alla stragrande il test
Se non altro, questo giro (e il successivo di sabato), mi ha fatto capire meglio che tipo di bici voglio, ma questo è un altro post...