Trail...foto...video...dei nostri giri...non quotate le foto e i video

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Dr. Ergal

Redazione
Girettino tranquillo e (relativamente) senza fretta, domenica.
Dico "relativamente" perchè avevo comunque moglie e figlio a casa ad aspettarmm, quindi non potevo permettermi troppe divagazio, ed il tempo è pur sempre contato.
Per via di questo, non ho caricato la bici in macchina in cerca di trail esotici, ma sono rimasto intorno a casa.
La solita (e per me ancora cazzutissima) salita fino a Margone e poi sù verso la Malga Gazza mi mette subito a dura prova, ma sa regalare, specie in autunno, scenari bucolici...
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e incontri d'altri tempi (un rimorchio slitta per portare le persone a valle con la neve, suppongo)
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fino all'arrivo in malga
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per verificare i miei progressi (non intesi come spirito competitivo, ma solo come metro per cercare di essere meno d'impaccio possibile ai miei più allenati vicini di casa, nonchè compagni di sgambate) mi ero prefissato di arrivare in malga entro le 2 ore.
Ci ho messo 1h 53m
Non male, per me. DILUDENTE per i miei amici :smile: ma la pratica render perfetti :i-want-t:

Da qui continuo verso la cima del Gazza, godendomi l'impareggiabile panorama del del gruppo del Brenta
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Mi incammino verso il P.so S. Giovanni lungo un trail divertente e poco impegnativo, e paesaggisticamente esaltante, fin quando, raggiunta l'ora critica, devo girare le ruote e tornare a casa, scegliendo però una divagazione discesistica e divertante alla (ripida) strada asfaltata fatta in salita.
Il sentiero è scivolosetto e strapieno di foglie che non ti fanno vedere i sassi sottostanti, ma è fattibile (almeno per un pippone come me :mrgreen:

Mi son fermato per una foto in un tratto tranquillo e scorrevole; in quelli incazzati non ho potuto fermarmi: ero troppo impegnato a cercare di sopravvivere :))):
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Alla prossima :celopiùg:
 

claudiovr

Biker novus
30/6/10
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cermenate
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Domenica scorsa, giro strepitoso sulla dorsale lariana che ancora oggi continuamente mi torna in mente.

Lasciata l'auto a Nesso (15 km prima di Bellagio sul ramo di Como del Lario) parto subito in salita asfaltata verso la Colma di Sormano. 14 Km di salita che non molla mai con pendenze in certi punti anche significative. Fortunatamente, almeno nella prima metà, la strada offre ottime viste sul lago che, mano a mano che si sale, diventano sempre più belle quindi la fatica si fa sentire un po' meno. Arrivo alla Colma di Sormano dopo 1 ora e 40 minuti di pedalata abbastanza stanco e inconsapevole che il "difficile" deve ancora arrivare.

Dopo aver rifiatato un po', mi butto sul sentiero della dorsale lariana che parte subito dopo il ristorante della Colma. Il sentiero parte in piano e poi in leggera salita con ottime viste sui monti e gli alpeggi circostanti. La pendenza diventa sempre maggiore e il fondo sempre più rovinato fino all'inizio della vera e propria scalata all'alpe di Terra Biotta che si trova subito sotto il monte San Primo a circa 1500 mt di altezza.

La salita è una vera e propria scalata, lunga, interminabile su fondo sassoso, scassato e con pendenze allucinanti. La faccio tutta in bici con qualche sosta per rifiatare. Arrivato in cima, la vista sul lago di Como è veramente spettacolare. E' una sorpresa perché fino a lì il lago non si è visto. Prima della vetta si vede solo il prato in alto e il cielo azzurro. Arrivato al prato, percorro qualche metro in salita fino allo scollinamento e resto basito da ciò che mi si apre davanti. Il lago si trova 1300 metri sotto, sembra di stare in aereo. Si vede Bellagio e tutta la parte oltre l'unione dei 2 rami. Una vista veramente pazzesca che le foto non riescono a rendere reale.
L'alpe di Terra Biotta è costituita da un grande prato. Metto la bici a terra e mi siedo con di fronte una delle più belle viste sul lago che, a memoria, possa ricordare. Quel posto è veramente eccezionale. Ad arrivarci ho fatto veramente tanta fatica (1300 metri di dislivello tutti in un colpo solo e 2 ore e mezza di pedalata in salita con punti veramente faticosi al limite della pedalabilità) ma giunto in vetta, mi dimentico tutto e me la godo veramente. Faccio tutto con molta calma per ritardare la ripartenza. Cambio la maglia sudata e infilo le protezioni alle ginocchia perché la successiva discesa verso Bellagio, da quanto ho letto, è veramente tosta. Si parla di 1200 metri di dislivello con discesa continua per 10 Km.

La discesa parte dalla parte opposta del prato rispetto a quella di arrivo. Si fa inizialmente un lungo traverso su sentiero stretto con vista sul lago. Bellissimo! Ho rischiato di cadere un paio di volte perché la vista è talmente bella che mi dimenticavo di guardare il sentiero che stavo percorrendo. Terminato il traverso inizia una serie di "ripidoni" su sassi smossi. Lì i freni servono a poco perché le ruote si bloccano subito e la bici non si ferma. Bisogna guidare come sullo snowboard. La discesa si fa poi un po' meno ripida e con sassi meno smossi fino ad entrare in un bosco caratterizzato da passaggi trialistici in discesa su radici sporgenti e pietre. Tranne un paio di passaggi veramente impossibili, l'ho percorso tutto in bici con qualche rischio di caduta ma è andato tutto bene (il solito paio di jolly giocati). Uscito dal bosco, per un pezzo, il sentiero passa a fianco della pista di downhill del monte San Primo. Senza nemmeno pensarci, lascio il sentiero e mi butto sulla pista. Addirittura raggiungo 2 bici da downhill davanti a me e li seguo copiandone le traiettorie fino alla fine. Divertentissimo!! Arrivato in fondo, in zona partenza dell'impianto di risalita, c'è un grande parcheggio e centinaia di bici da downhill in coda per salire. Un casino abominevole! L'idea di farmi un giro con l'impianto di risalita e poi la discesa mi abbandona subito e riprendo la mia strada verso Bellagio. Dopo un breve pezzo di asfalto, la traccia mi conduce dentro un altro bosco con molte radici, parecchi passaggi complicati e molti tornanti stretti che, per la maggior parte, riesco a superare in bici fino ad arrivare, con mani e braccia intorpidite, all'ultimo tratto della discesa che è anche il più incredibile che abbia mai visto. Si tratta di una interminabile scala formata la lastre di pietra verticali nel bosco lunga più di 1 km. La scala è per alcuni tratti dritta, per altri in curva fino a comporre veri e propri tornanti. Pezzo divertentissimo ma si arriva in fondo senza più sentire braccia e mani. Ho dovuto fermarmi un paio di volte sulla scala perché non ce la facevo più.

Giunto a Bellagio, panino e birra in centro e poi gli ultimi sofferti 15 km di saliscendi per tornare a Nesso a riprendere l'auto.

Giro straordinario, estremamente faticoso sia in salita che in discesa, ma è da provare, ne vale veramente la pena.
Complimenti veramente un giro epico!!!!!!! La discesa dal san Primo segue la dorsale lariana? Quanto tempo è durato il tutto e un'ultima cosa hai una traccia gps di questo stupendo percorso? Ciao e complimenti ancora!
 

nsfzcbr

Biker novus
10/9/11
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Brianza
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Complimenti veramente un giro epico!!!!!!! La discesa dal san Primo segue la dorsale lariana? Quanto tempo è durato il tutto e un'ultima cosa hai una traccia gps di questo stupendo percorso? Ciao e complimenti ancora!

grazie per i complimenti. Si tratta veramente di un bel giro.

Credo che la discesa segua la dorsale lariana ma non ci sono cartelli evidenti, meglio seguire il gps perchè è facile sbagliare nei boschi.
La traccia la trovi qui: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/13330.
Il giro è durato circa 6 ore compresa una sosta di un'oretta circa a Bellagio per il pranzo e il meritato relax prima di pedalare fino alla macchina
 

giancazaza

Biker superioris
19/9/11
952
416
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Aosta Valley
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ZazàBike + CicciaBici + CosoPattino
A voi è mai capitato di partire pieni di entusiasmo aspettandovi un bel panorama ed un tracciato divertentissimo ... e invece trovarvi a fare un giro schifoso, senza panorama ... ma arrivare a casa comunque soddisfatti?

beh ecco la cronaca del famigerato Tour dei Rovi

(stavolta invece del solo link http://www.pleinairmtb.com/it/diario/289-gita-di-fine-stagione,-il-tour-dei-rovi.html lo copioincollo)

L'obiettivo era proporre qualcosa di nuovo, così dopo ricerche estenuanti, per la gita di fine stagione, il buon Chris ci propone una traccia nella zona del Lago di Candia, nelle terre dell'Erbaluce.

Ci fanno pure una gara ... sarà un posto frequentatissimo ... dovremmo essere in una botte di ferro.
Così di buon mattino ci presentiamo all'appuntamento, carichiamo le bici nei furgoni e partiamo.
La giornata è bellissima, la temperatura perfetta e dopo un'oretta di furgone cominciamo a pedalare.
Attraversiamo campi coltivati in direzione di una collinetta coperta da boschi, i giorni scorsi ha piovuto, e nei primi dieci minuti riusciamo a infangarci peggio dei bambini che giocano nelle pozzanghere.
Raggiunta la collinetta ci inoltriamo nel bosco, in un sali-scendi continuo il sentiero si fa evanescente, non siamo più in Piemonte, si sentono i richiami delle scimmie, forse è il Congo ... una giungla!
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Seguire la traccia non è facile, il gps nella boscaglia non sempre è affidabile però un'indicazione di massima la da e il nostro infallibile senso dell'orientamento ci fa scovare antichi passaggi nei posti più impensati.
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Raggiunto un boschetto dobbiamo abbandonare la labile sicurezza del gps perchè la nostra traccia passa in una zona impenetrabile dove pare sia caduto un meteorite, ci sono alberi sradicati e vegetazione impenetrabile in tutte le direzioni.. facciamo una deviazione per aggirare più l'area devastata, ci arrampichiamo alla bell'e meglio fino a ritrovare il sentiero.
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A quanto pare siamo i primi dopo mesi a passare di qui, la giungla è infestata di rovi e ragnatele, Zazà avrebbe voglia di fermarsi e riempire lo zaino con le grosse castagne che coprono il sentiero, ma Rino preferisce testare la resistenza della nostra pelle e parte a fuoco in mezzo ai rovi.
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Procediamo stoicamente nella boscaglia e dopo un tempo che pare interminabile scorgiamo i primi segni di civiltà ... delle case ... il miraggio di un bar e relativa birra fresca ... giungiamo a Barone Canavese.
Un passante con aria sconsolata ci rassicura sul fatto che sia un buco di posto senza bar, ma c'è una fontana nella piazzetta della chiesa.
Vabbè almeno ci laviamo via il sangue dalle braccia, panino e via si riprende a pedalare. L'ultima parte di tracciato è piacevole, pochi rovi e sempre tante castagne (lasciate a terra ... sigh) sul sentiero incrociamo un paio di persone, le scimmie sono ormai lontane, attraversiamo le vigne, qualche campo ed arriviamo al furgone ... qui c'è il bar ... il barista non si ricorda che birra è ... ma è birra quindi va bene.
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Un'oretta di relax e siamo pronti a ripartire ... tutti votano per il bike-park del castello di Masino, feriti ma entusiasti ci dirigiamo verso l'ambita meta che però ... è chiusa ... una mandria di erbacultori occupa tutto il castello ... cioè questi vendono rose ... roba con le spine ... li guardiamo male, saliamo in bici e facciamo un giretto nei dintorni ... altre castagne lasciate a terra ... altre spine su gambe e braccia ... ne abbiamo a sufficienza, è ora di infilarsi in una sauna e rilassarsi un pò, il centro sportivo di Burolo è li a due passi, poi a Ivrea per aperitivo e cenetta.

Insomma, è stata una questione spinosa ma ce la siamo spassata ... basta un pizzico di spirito d'avventura e la compagnia giusta per trasformare qualche piccola/grande avversità in puro divertimento.
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Zazà
 

giancazaza

Biker superioris
19/9/11
952
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Aosta Valley
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Bike
ZazàBike + CicciaBici + CosoPattino
Ieri, mezz'ora di permesso e via a pedalare con un paio di amici
poco più di un'oretta ed eravamo quassù ... lo so, siamo fortunati :celopiùg:
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sotto Aosta, sopra la prima neve ... ed in mezzo una ragnatela di stradine e sentieri da combinare tra loro per mille trail diversi ... quello di oggi non l'avevo mai fatto, e ce ne sono molti altri che devo ancora esplorare.
Poco più su ho raggiunto il sentiero per il rientro e giù veloce prima del buio.
Siamo arrivati in fondo che le luci della città erano già accese.
:il-saggi: Domenica cambia l'ora, dalla prossima settimana sarà meglio tenere i faretti nello zaino.
 

lorenzo16

Biker novus
31/1/09
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sulmona
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Per raggiungere la cresta di Pietra Maggiore 1605 m. si può scegliere di salire per il versante ovest, dal paese di Roccapia, oppure da quello est, nella zona del cosiddetto "bosco di S.Antonio".
Ho scelto di praticare quest'ultimo versante, per questa mia prima in solitario.

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Studiato il percorso sulla carta, ho notato che il sentiero T4 del ParcoMaiella nell'ultima parte della salita nel bosco è segnato quasi perpendicolare alle curve di livello, proprio li dove sono più vicine e quindi dove il terreno è più ripido.
Sapendo che mi aspettava qualcosa di non proprio rilassante nella parte finale della salita ed essendo oltremodo da solo, ho deciso prudentemente per un atteggiamento più conservativo e così dal cimitero di Sulmona ho preferito fare la prima parte della salita tranquillamente per la strada provinciale asfaltata fin dopo Cansano, invece che affrontare da subito il ben più impegnativo single track che, sempre dal cimitero, sale per il colle Mitra per poi perdere parte della quota faticosamente affrontata, riscendendo verso Cansano.
Superato il paese, dopo qualche km inizia la parte fuoristrada.
Ad un tornante, dove è ben evidente un fontanile, in prossimità del rifugio il Majo, si trova anche la segnaletica del ParcoMaiella che indica l'inizio del sentiero O2 che sale nella faggeta.

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Questo sentiero è sicuramente poco frequentato e quindi non pulito ma per buona parte abbastanza pedalabile.
All'uscita della faggeta ci si trova nella zona iniziale del bosco di S.Antonio

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Si segue poi subito sulla destra la carrareccia che porta verso la Masseria Colabrese.

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Dalla masseria si inizia a risalire Valle Bucchianico.

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Fonte Bucchianico 1400 m.

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Nella parte alta della valle le pendenze aumentano.

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Colori d'autunno.

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Un breve tratto pedalabile del sentiero T4 nel bosco....

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.....perchè la maggior parte è solo spinta o portage !

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Finalmente fuori dal bosco si intravede subito il valico....

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....e da qui, dove si incrociano i sentieri T2, T4 e quello che sale da Roccapia, il panorama si apre anche su tutta la Valle Peligna.

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verso est tutta la cresta del Porrara, già percorsa in altra data....

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.....mentre dalla parte opposta le montagne del Genzana

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....guardando più a nord invece tutto il versante ovest della Maiella fino a M.te Amaro.

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in basso Pettorano sul Gizio, mentre a centro immagine lo sperone di Pietra Maggiore

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pausa ricordo

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Finalmente inizia la discesa per questa lunghissima cresta

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il primo tratto verso Pietra Maggiore....

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mentre mi fanno compagnia solo meravigliosi paesaggi.....

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Pietra Maggiore

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Cavalcare una lunghissima cresta con lo spettacolare palcoscenico di tutta una valle e le sue montagne a 360 gradi.
Non credo possa desiderare di più un mountain-biker.

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uno sguardo sopra Pettorano

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proseguo verso Fonte Pacile

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ormai sono in vista anche del Colle Mitra.
Da lì ancora gli ultimi 4 km di single track fino al cimitero di Sulmona dove si concluderà questo itinerario ad anello che mi ha permesso di percorrere una discesa di 10 km attraverso questa fantastica cresta.

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1maggio

Biker ultra
29/10/13
682
13
0
Tordenaso
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Ok parto io a postare qualche foto dei due giorni appena passati...
Gli ingredienti fondamentali:
1) i due illustri personaggi quali essere il local e condottiero [MENTION=95929]VigBuck[/MENTION] e il nostro amico bradipo ( ma in discesa miga tant :smile: ) [MENTION=94795]SID65[/MENTION]...senza la loro disponibilità e superlativa organizzazione nulla di tutto questo sarebbe potuto succedere.
2) cime bellissime che si contendono il gradino più alto del podio come miglior balcone panoramico su praticamente tutto il trentino e non solo.
3) tempo splendido.
4) ultimo ma non per importanza un variegato gruppo di simpaticoni con la voglia di stare in compagnia.
altro da aggiungere..? ah sì certo...qualche immagine per bacco...

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...panoramica sulla Valsugana e sui Lagorai...

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...in salita verso il cornetto di Folgaria...

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...il solenne incedere...

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...gli ultimi sforzi del primo giorno...

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...per fermare il tempo...

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...e contemplare il paesaggio...

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...giovani leve...

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...super esperti...

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...e biker scafati ormai avvezzi agli allenamenti del sabato mattina alle 8...:smile:

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...il fiume d'argento...

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...ed un insieme di colori che con violenza ti riporta alla cruda realtà... :smile:

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...una faciota tra le tante...

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...lezioni di tecnica e maestria...

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spettacolo!
grazie a tutti e alla prossima :prost: :prost:
 
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lorenzo16

Biker novus
31/1/09
17
1
0
sulmona
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L'itinerario si snoda prevalentemente attraverso un ampia dorsale panoramica che, dal Colle di Olmo di Bobbi, ad una quota di circa 1200 m., prosegue in direzione sud fino a scendere a Villalago, aggirando, con continui saliscendi (ma sempre prevalentemente in salita ed a tratti anche con pendenze impegnative), prima Monte Lingotti 1649 m., poi il più importante Monte Mezzana 1791 m., ed infine Monte Miglio 1711 m., per godersi infine gli ultimi 10 km circa di tutta discesa fino all'abitato di Villalago (930 m. ).

Abbiamo pensato però di affrontare il percorso in modo più completo, chiudendo così un anello con partenza ed arrivo da Anversa (560 m.).
In tal senso l'itinerario si fa anche un po' più impegnativo, perché alla fine l'ascesa positiva supera i 1500 m. su una distanza totale di poco più di 40 km.


Dalla piazza di Anversa inizia immediatamente la salita senza troppi indugi.

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Prendiamo subito la carrabile sterrata che esce dall'abitato e porta fino alla frazione di Casale di Cocullo, e che in alcuni tratti, ha anche delle buone pendenze da superare.

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Dopo poco meno di 3 km. siamo nella frazione di Casale

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e dopo subito altri 2,5 km. siamo già all'ingresso di Cocullo (897 m.)

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Proseguiamo fuori dall'abitato su una carrabile che in un tratto diventa praticamente impossibile per la sua pendenza e le condizioni dello sterrato

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mentre poi il sentiero sale costantemente a mezza costa, ma con pendenze molto più pedalabili

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qui siamo ormai in vista del passo del Colle di Olmo di Bobbi

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e questo è il valico

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Da qui in effetti inizia la traversata vera e propria e gli scenari panoramici che iniziano ad aprirsi davanti a noi, parlano da soli......
Verso est tutta la catena delle Montagne della Maiella

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mentre alle nostre spalle tutto il comprensorio del Gran Sasso

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in alcuni tratti la sterrata sale con pendenze al limite anche del miglior mountain biker

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ed il frequente perdere quota con saliscendi "spezza" anche un po' le gambe

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Aggiriamo con questo lungo traverso, poco al di sotto dei 1600 m., Monte Lingotti.

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Seguitiamo sempre in salita verso Monte Mezzana, fra paesaggi lunari e prati verdissimi che la natura ci offre gratuitamente, come tappeti di rasato velluto stesi al nostro passaggio.....

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intanto ci lasciamo alle nostre spalle anche l'ampia panoramica su tutta la piana del Fucino......

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....che comunque ci incoraggia ad andare avanti con entusiasmo, pur non sapendo con precisione quando sia ancora lunga l'ascesa prima di aggirare il Monte Mezzana....

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....gli ultimi panoramici tornanti prima del penultimo e più impegnativo valico a circa 1730 m....

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...da qui, dopo una brevissima pausa spuntino, ci buttiamo giù su una scorrevole carrareccia che, attraverso diversi tornanti, ci farà perdere anche quasi 250 m. di quota precedentemente conquistata.
Dovremo poi purtroppo subito risalirne ancora altri 150 m. prima di poter superare l'ultimo valico sotto Monte Miglio a 1630 m.

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Finita l'ultima ascesa, ci troviamo all'imbocco della vallata che ci porterà al termine ad affacciarsi su di un ampia balconata con vista sullo sfondo del lago di Scanno, prima di scendere gli ultimi tornanti fino all'abitato di Villalago.
Ci copriamo e ci buttiamo per questa lunghissima discesa su sterrato fino al paese.

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....sullo sfondo intanto già vediamo il lago di Sanno....

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.....e così, dopo ancora diversi tornanti, arriviamo bene in vista di Villalago dove si concluderà il nostro itinerario.

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Da qui torneremo poi per la via normale ad Anversa per riprendere le auto.

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1maggio

Biker ultra
29/10/13
682
13
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Tordenaso
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Domenica passata in Emilia.
E qui tutti penseranno: ok, dunque giretto tranquillo tanta pianura e poca fatica.
Ah sì??
Ed invece ecco che con pochissimo sforzo mentale salta fuori un tour di quasi 2000D+ ed assai fastidioso per i quadricipiti ed il fisico tutto, con più di settanta chilometri molti dei quali su single track filanti e memorabili...
Non fosse che già questo possa bastare a giustificare la fatica, aggiungo poi la mitica compagnia del Mike e la Bea, coppia di amici con cui ho condiviso la giornata e che mi ha fatto un ridere tremendo..! :smile::smile:

Ma la salita qui non faceva ridere affatto...:i-want-t:

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...ma i sentieri erano così belli, che proprio non si poteva mollare...

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...vero Bea? :prost:

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...per non parlare dell'ambiente bucolico in cui si era immersi...

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Che altro dire? Mitici!
La traccia edalla prossima...
 

Classifica mensile dislivello positivo