Five Ten non ha sicuramente bisogno di presentazioni fra chi abitualmente usa pedali flat. Chi invece non dovesse conoscere questo marchio sappia che la mescola "Stealth", di proprietà di 5-10, viene utilizzata per risuolare la stragrande maggioranza delle scarpette da arrampicata (ebbene sì, fra gli arrampicatori è prassi risuolare le scarpe).
Cosa c'entra tutto ciò con la mtb? Il nesso è semplice: la stessa mescola Stealth divenuta famosa fra gli climbers per le grandi doti di grip, viene utilizzata nelle suole delle scarpe dedicate alla mtb. Ecco perchè, anche in ambito freeride ed in genere fra chi usa pedali flat, le calzature Five Ten godono di meritata fama.
In questo test ci occuperemo del modello Freerider, una calzatura bassa e relativamente leggera che stiamo utilizzando dall'anno scorso nei periodi meno freddi.
Le Five Ten Freerider in azione sul Tracciolino (Valchiavenna)
Tracciolino, Lake Como | Devinci Frantik on Vimeo
A livello di grip sui pedali c'è davvero poco da dire, se non che si tratta di una delle migliori mescole in commercio. Crediamo non ci sia persona che, alla prima esperienza con la mescola Stealth ed a scarpe nuove, non sia rimasta sorpresa vedendo i pedali rimanere "appiccicati" alla scarpa addirittura tirandoli verso l'alto (ovviamente ruotandoli "all'indietro").
Dopo qualche tempo di utilizzo logicamente la gomma perde parte delle sue proprietà, ma a mesi di distanza il grip offerto dalle scarpe in test è ancora eccellente.
La caratteristica che distingue le Freerider dal più diffuso modello Impact è sicuramente la leggerezza e la freschezza, per quanto i due termini vadano presi con le pinze quando si parla di calzature di questo tipo.
Le Freerider sono infatti ragionevolmente utilizzabili anche nella stagione calda, mentre a livello di peso abbiamo rilevato 515 g per la singola calzatura in misura 45.
Lo scotto da pagare è quello di una minor protezione, sia perchè scarsamente imbottite e prive di inserti appositi (anche in punta) che per via del profilo basso. Chi vuole delle scarpe protettive, magari anche a livello del malleolo, faccia quindi attenzione a questo aspetto.
A livello di calzata le Freerider si sono dimostrate molto comode e ben stabili anche nei tratti a spinta, cosa sulla quale non avremmo scommesso per via del profilo basso. Ovviamente la suola con scolpitura minimale non è il top per camminare sui fondi allentati (non c'è praticamente nulla che "morda" il terrno), mentre sulla roccia asciutta la mescola Stealth le rende delle autentiche ventose.
Un piccolo appunto va alla mancanza di un sistema di fissaggio delle stringhe, le quali sballonzolano pericolosamente qua e là con il rischio di impigliarsi dove meno dovrebbero. La soluzione comunque c'è: basta infilare lacci e parti terminali sotto la parte di stringa tesa fra gli occhielli ed il problema è risolto.
Apprezzabile invece la scelta di non mettere le asole per facilitare la calzata in prossimità del tallone, dato che possono essere molto pericolose nei tratti con la bici a spinta per l'innata tendenza ad impigliarsi nei pin dei pedali nei momenti meno opportuni (chi scrive ne sa qualcosa, dato che un problema simile gli è costato parecchi giorni di costole doloranti un paio d'anni fa).
Due ultimi appunti riguardano il colore e la taglia: per quanto riguarda il primo ci rendiamo conto che il Blue Zebra del test potrebbe risultare indigesto a molti palati. Fortunatamente Five Ten propone questo modello con altre tre colorazioni, incluso un sobrissimo "black/grey".
A livello di taglie ricordate invece che queste scarpe calzano un po' abbondanti; se quindi il vostro negoziante ve le deve ordinare, o se decidete l'acquisto on-line, nel dubbio scegliete mezzo numero in meno.
Cosa c'entra tutto ciò con la mtb? Il nesso è semplice: la stessa mescola Stealth divenuta famosa fra gli climbers per le grandi doti di grip, viene utilizzata nelle suole delle scarpe dedicate alla mtb. Ecco perchè, anche in ambito freeride ed in genere fra chi usa pedali flat, le calzature Five Ten godono di meritata fama.
In questo test ci occuperemo del modello Freerider, una calzatura bassa e relativamente leggera che stiamo utilizzando dall'anno scorso nei periodi meno freddi.
Le Five Ten Freerider in azione sul Tracciolino (Valchiavenna)
Tracciolino, Lake Como | Devinci Frantik on Vimeo
A livello di grip sui pedali c'è davvero poco da dire, se non che si tratta di una delle migliori mescole in commercio. Crediamo non ci sia persona che, alla prima esperienza con la mescola Stealth ed a scarpe nuove, non sia rimasta sorpresa vedendo i pedali rimanere "appiccicati" alla scarpa addirittura tirandoli verso l'alto (ovviamente ruotandoli "all'indietro").
Dopo qualche tempo di utilizzo logicamente la gomma perde parte delle sue proprietà, ma a mesi di distanza il grip offerto dalle scarpe in test è ancora eccellente.
La caratteristica che distingue le Freerider dal più diffuso modello Impact è sicuramente la leggerezza e la freschezza, per quanto i due termini vadano presi con le pinze quando si parla di calzature di questo tipo.
Le Freerider sono infatti ragionevolmente utilizzabili anche nella stagione calda, mentre a livello di peso abbiamo rilevato 515 g per la singola calzatura in misura 45.
Lo scotto da pagare è quello di una minor protezione, sia perchè scarsamente imbottite e prive di inserti appositi (anche in punta) che per via del profilo basso. Chi vuole delle scarpe protettive, magari anche a livello del malleolo, faccia quindi attenzione a questo aspetto.
A livello di calzata le Freerider si sono dimostrate molto comode e ben stabili anche nei tratti a spinta, cosa sulla quale non avremmo scommesso per via del profilo basso. Ovviamente la suola con scolpitura minimale non è il top per camminare sui fondi allentati (non c'è praticamente nulla che "morda" il terrno), mentre sulla roccia asciutta la mescola Stealth le rende delle autentiche ventose.
Un piccolo appunto va alla mancanza di un sistema di fissaggio delle stringhe, le quali sballonzolano pericolosamente qua e là con il rischio di impigliarsi dove meno dovrebbero. La soluzione comunque c'è: basta infilare lacci e parti terminali sotto la parte di stringa tesa fra gli occhielli ed il problema è risolto.
Apprezzabile invece la scelta di non mettere le asole per facilitare la calzata in prossimità del tallone, dato che possono essere molto pericolose nei tratti con la bici a spinta per l'innata tendenza ad impigliarsi nei pin dei pedali nei momenti meno opportuni (chi scrive ne sa qualcosa, dato che un problema simile gli è costato parecchi giorni di costole doloranti un paio d'anni fa).
Due ultimi appunti riguardano il colore e la taglia: per quanto riguarda il primo ci rendiamo conto che il Blue Zebra del test potrebbe risultare indigesto a molti palati. Fortunatamente Five Ten propone questo modello con altre tre colorazioni, incluso un sobrissimo "black/grey".
A livello di taglie ricordate invece che queste scarpe calzano un po' abbondanti; se quindi il vostro negoziante ve le deve ordinare, o se decidete l'acquisto on-line, nel dubbio scegliete mezzo numero in meno.