Parco Regionale Vena del Gesso: divieti in MTB!

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Boro

Biker meravigliosus
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Ricordiamoci sempre che i maleducati sono trasversali a tutte le categorie di utenti, nessuna esclusa. È chiaro che un maleducato, per non dire decerebrato, ha potenzialità nocive diverse a seconda della categoria stessa, se ha un fucile sarà più pericoloso di quello che gira in moto, che a sua volta sarà più impattante di chi va in bici ecc, ecc.
 

sembola

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È chiaro che un maleducato, per non dire decerebrato, ha potenzialità nocive diverse a seconda della categoria stessa, se ha un fucile sarà più pericoloso di quello che gira in moto, che a sua volta sarà più impattante di chi va in bici ecc, ecc.
E' vero ma questo non impedisce che anche le attività potenziamente meno pericolose/impattanti se esercitate in modo maleducato vengano viste male da chi le deve subire. Alla vecchietta citata da Giannimiao il friso glielo han fatto delle bici, dubito che argomentare che i cacciatori sono più pericolosi gli faccia cambiare idea...
 

blinda

Biker velocissimus
19/10/09
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scandicci
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butto giù due riflessioni al volo , con l'ovvia premessa che non conosco la realtà locale

Cercare un dialogo con le istituzioni preposte è senz'altro la prima via da seguire , cercare di 'consorziare' i vari gruppi di biker per avere un peso specifico maggiore potrebbe anche essere importante.
Spesso non ci rendiamo conto di essere quasi 'sconosciuti' agli enti pubblici che magari invece hanno a che fare con gli altri fruitori delle zone interessate.
Il messaggio che secondo me può essere veicolato è che i bikers possono essere una risorsa e non solo un 'fastidio' , perché non pensare ad una forma di associazionismo che preveda uno scarico di responsabilità nella percorrenza di proprietà , una attività di cogestione, manutenzione e tabellatura sentieri , ecc.
Ad esempio Lorenzo Chellini (rosticciana qui sul forum ) per il suo progetto di Rincine trail area ha trovato disponibilità e collaborazione dai local e dagli enti , noi nel nostro piccolo abbiamo trovato una soluzione-accordo, per gestire una diatriba con i cacciatori-proprietà che stava degenerando .
 
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ZioTeddy

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butto giù due riflessioni al volo , con l'ovvia premessa che non conosco la realtà locale

Cercare un dialogo con le istituzioni preposte è senz'altro la prima via da seguire , cercare di 'consorziare' i vari gruppi di biker per avere un peso specifico maggiore potrebbe anche essere importante.
Spesso non ci rendiamo conto di essere quasi 'sconosciuti' agli enti pubblici che magari invece hanno a che fare con gli altri fruitori delle zone interessate.
Il messaggio che secondo me può essere veicolato è che i bikers possono essere una risorsa e non solo un 'fastidio' , perché non pensare ad una forma di associazionismo che preveda uno scarico di responsabilità nella percorrenza di proprietà , una attività di cogestione, manutenzione e tabellatura sentieri , ecc.
Ad esempio Lorenzo Chellini (rosticciana qui sul forum ) per il suo progetto di Rincine trail area ha trovato disponibilità e collaborazione dai local e dagli enti , noi nel nostro piccolo abbiamo trovato una soluzione-accordo, per gestire una diatriba con i cacciatori-proprietà che stava degenerando .
Condivido e approvo Sandro!
E' proprio quello che voglio portare sul tavolo dell'ente del Parco quello dello scarico di responsabilità. X quel che riguarda forme di disponibilità e collaborazione hanno sempre trovato in noi un bel volano per tutto ciò.
Il problema è semplice e cercherò di dare una risposta.
In questi mesi si è lavorato e molto in direzione dell'Alta Via dei PArchi, che ha investito il Parco della Vena del Gesso con un enorme pubblicità ma sopratutto con tantissimi (davvero tanti) soldini da investire. Morale della favola?
Ora che l'AVdP è a posto, a novembre, causa almeno 4 raduni uisp che hanno interessato la zona del Carnè, si sono trovati i proprietari terrieri non solo centinaia di bikers, ma l'eco di questi raduni ha portatoanche nei mesi successivi ancora tanti bikers... Magari uno potrebbe dire " ma visto che è il Parcvo ad autorizzare taluni eventi in taluni sentieri o strade, magari poteva limitare l'accesso su certi sentieri x alcuni raduni e reindirizzarli su altri?". Ehhhh.... sarebbe una mossa troppo astuta x chi lavora in un ente. E allora cosa fare? Sbattersene i maroni e continuare a percepire la sua lauta busta paga.
Fatto sta che alcuni privati avendone le palle piene di vedere bikers a ripetizione e con l'incombenza di questa fatidica AVdP, hanno cominciato a lamentare che non volevano alcuna responsabilità sui loro terreni e volevano chiudere i sentieri. A tutte le forme di outdoor!
"Cazzo!!!" avrà detto qualcuno dell'Ente, "Se ci chiudono i sentieri, dove la facciamo passare l'AVdP? Da Gabicce Mare? Da Massa Lombarda? anzi no.... magari nessuno se ne accorge e li facciamo passare sull'A14, così arrivati al casello di Cesena, superstrada sino a BAgno di Romagna, Mandrioli, CAI00 e in un battibaleno sei alla Verna in modo che chiudi questa emerita cagata dell'AVdP!". Qualcuno ha storto il naso perchè non credo fosse la soluzione migliore e allora cos'hanno promesso a questi privati? Se vi togliamo diciamo il 60-70% delle affluenze su questo sentiero magari non rompete + i maroni. Ovvero.... via i bikers dal 511 che dal Carnè scende verso il Sintria. Facile no? Così loro possono godere appieno delle sovvenzioni avute da questa boiata mondiale dell'AVdP (e che in realtà ha portato zero migliorie ai tratti di sentiero in cui l'AVdP ha lugo) e i privati si trovano con un bel cartello di divieto, a non avere più attorno ai coyoni un tot di gente.
Bella favoletta è? Invece è tutto vero!
Ci sono però alcune cose vere.... ci sono perone (non solo bikers) che escono fuori dal sentiero e che entrano dentro a zone escluse dalla segnalazione del sentiero. X queste, IMO, basterebbe creare delle limitazioni fisiche (recinzioni, staccionate, disclamair, ecc..) e specifiche atte a prevenire questi comportamenti.
Altra cosa... la cassazione dice che semplicemente se non c’è l’insidia (cioè la trappola) non c’è il dovere del proprietario del fondo di evitare che chiunque ci caschi accidentalmente. Cioè se entri nel fondo di qualcun altro e non hai nessun motivo diverso dal semplice “accesso alla natura” come facciamo noi e ti fai male sono CAVOLI TUOI perché il proprietario del fondo non c’entra. Se poi invece c’è una trappola per tigri ed è accessibile ai passanti (faccio per dire, cioè un buco coperto di frasche assolutamente imprevedibile, ossia un’insidia in senso tecnico) allora il proprietario passa dei guai.
Con questo fra due settimane vado sul tavolo degli enti: comune, Parco e Provincia... poi stiamo a vedere.
 

sembola

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Ci sono però alcune cose vere.... ci sono perone (non solo bikers) che escono fuori dal sentiero e che entrano dentro a zone escluse dalla segnalazione del sentiero. X queste, IMO, basterebbe creare delle limitazioni fisiche (recinzioni, staccionate, disclamair, ecc..) e specifiche atte a prevenire questi comportamenti.
Altra cosa... la cassazione dice che semplicemente se non c’è l’insidia (cioè la trappola) non c’è il dovere del proprietario del fondo di evitare che chiunque ci caschi accidentalmente. Cioè se entri nel fondo di qualcun altro e non hai nessun motivo diverso dal semplice “accesso alla natura” come facciamo noi e ti fai male sono CAVOLI TUOI perché il proprietario del fondo non c’entra. Se poi invece c’è una trappola per tigri ed è accessibile ai passanti (faccio per dire, cioè un buco coperto di frasche assolutamente imprevedibile, ossia un’insidia in senso tecnico) allora il proprietario passa dei guai.
Grossomodo quello che dici è corretto. Mi permetto però di fare una precisazione, il diritto di "accesso alla natura" non esiste, lo ha stabilito proprio la Corte di Cassazione in una sua sentenza. Da questo punto di vista il motivo di accesso al fondo altrui non è significativo ai sensi dell'esistenza o meno della responsabilità del proprietario/conduttore del fondo.

Ma diciamoci la verità, quello della eventuale responsabilità del proprietario è una scusa. Semplicemente c'è gente che sta medievalizzando il territorio, compera recinta e chiude perchè non vuole nessuno tra i piedi, puro e semplice.
 

sembola

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Hai la data e sentenza di cassazione cosi che lo giro alla mia amica avvocatessa?

E' la numero 8997 del 27 agosto 1999.

Una persona era caduta in una buca all' interno di una costruzione diroccata ed aveva chiesto i danni al proprietario non tanto per responsabilità "generale" (la faccio semplice per capirci) in quanto non si trattava di un' "insidia" (una persona ragionevole sa che un edificio diroccato presenta dei pericoli) ma per omessa sorveglianza di beni in custodia. In questo caso però è necessario che il danneggiato abbia un titolo per entrare in contatto con la cosa custodita: e proprio qui interviene la Cassazione precisando che nell' ordinamento italiano non esiste un generico "diritto di accesso alla natura".

Detto questo la questione è molto complessa. Esistono infatti una serie di sentenze della Cassazione del 2011 (3665 Sezioni Unite ed altre) che tendono a superare questo principio e a riconoscere una qualche funzione sociale anche a beni di proprietà privata. Senza contare che anche dove esiste (per esempio, su beni demaniali o in parchi e riserve) il diritto di accesso non è assoluto ma può essere vincolato a regole specifiche (es. non con veicoli).
 
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kabar

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Ora che l'AVdP è a posto, a novembre, causa almeno 4 raduni uisp che hanno interessato la zona del Carnè, si sono trovati i proprietari terrieri non solo centinaia di bikers, ma l'eco di questi raduni ha portatoanche nei mesi successivi ancora tanti bikers...

Mi avevi segnalato la cosa lo scorso anno e l'avevo subito riportata in UISP ma, visto che si sta programmando il calendario per il prossimo inverno, e visto che le società coinvolte hanno già richiesto una data per la manifestazione, ho paura che ci saranno un pò di problemi con l'Ente Parco.
Lunedì 28 avremo una riunione con tutte le società coinvolte nel challenge e sarà mia cura porre alla loro attenzione la discussione, specialmente a quelle che lo scorso anno sono passate dal Carnè.
 

ZioTeddy

Biker grossissimus
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Questa è la risposta del Parco....

Il Parco della Vena del Gesso Romagnola ha approvato nel dicembre 2013 le “Norme per la frequentazione dei sentieri”, che contengono, tra l’altro, la precisazione dei percorsi transitabili in mountain bike (MTB).
In questi giorni in cui la frequentazione dei sentieri del Parco è ai massimi livelli, essendo la Vena del Gesso una delle aree più interessanti per la pratica di questa avvincente disciplina sportiva, il regolamento ha destato qualche perplessità tra i bikers, che necessitano di alcune precisazioni.
Innanzitutto, alcuni tratti sono stati interdetti all’accesso libero delle MTB, ma nessun tratto è stato completamente vietato alle biciclette. In alcuni casi particolari, è previsto che l’accesso sia consentito esclusivamente se accompagnati dalle guide MTB del Parco.
Questi tratti sono:
a. Anello Ca’ Carnè: dalla Via Rio Cavinale alla carraia di ingresso del Centro Visite;
b. Anello Ca’ Carné: variante Rontana (511/A) dalla cima del Monte Rontana alla carraia di ingresso del Centro Visite;
c. Anello Monte Mauro: percorso di cresta dal Monte della Volpe al Monte Mauro e al Monte Incisa;
d. Anello Riva di San Biagio: percorso di cresta da Sasso Letroso al passo della Prè;
e. il tratto dell’Anello Ca’ Carnè, dalla Via Rontana (parcheggio alto) al Centro Visite non può essere percorso in discesa, ma esclusivamente in salita.
Le evidenti ragioni della regolamentazione sono di tre tipologie:
- Legittime richieste avanzate dai proprietari dei fondi agricoli su cui transitano i percorsi, che hanno richiesto al Parco di chiudere completamente il sentiero o, in alternativa, di regolamentare il passaggio delle biciclette, troppe volte totalmente indisciplinato (in alcuni tratti era prassi dei bikers uscire dal sentiero e attraversare i coltivi, danneggiandoli, o le aie delle case ad alta velocità);
- Percorsi particolarmente pericolosi per l’incolumità dei bikers, con sentieri accidentati e di poche decine di centimetri a strapiombo su dirupi di oltre 100 metri, con tratti ripidissimi e sdrucciolevoli (percorribili solo da bikers molto esperti);
- Percorsi particolarmente frequentati da pedoni e, in particolare, bambini, nei pressi di strutture di servizio per i visitatori (sentiero di accesso al centro visite Rifugio Ca’ Carné, peraltro percorribile liberamente in salita e regolamentato soltanto in discesa, per evitare corse ad alta velocità in mezzo ai pedoni, come già più volte accaduto).
Se il Parco avalla il transito in MTB in tratti così pericolosi, si assume anche tutte le responsabilità in caso di incidente, ai sensi delle normative vigenti. Pertanto, non era assolutamente possibile consentire il libero passaggio in sentieri così rischiosi.
Quindi, in sintesi, tutti i percorsi possono essere usufruiti dalle MTB, ma in alcuni tratti, per ragioni di sicurezza, è necessaria una valutazione relativa alla capacità di affrontare sentieri particolarmente difficili e pericolosi, oppure un controllo del comportamento per tutelare i residenti o i visitatori. L’ipotesi di segnalare semplicemente i tratti pericolosi e di evidenziarne la fattibilità soltanto per bikers esperti è stata scartata, poiché l’autovalutazione è stata ritenuta insufficiente a garantire un adeguato livello di sicurezza. Le guide, invece, tutti “maestri MTB” riconosciuti a livello nazionale, sono in grado di valutare in modo oggettivo le effettive capacità delle persone che accompagnano.
Nel Parco vi sono circa 50 chilometri di sentieri e soltanto 9,5 chilometri sono stati regolamentati (e non vietati) alle MTB, pari a circa il 19% del totale; tutti gli altri 40,5 chilometri (81% dei sentieri) sono liberamente fruibili come in precedenza. Inoltre, a settembre sarà inaugurata la Ciclovia dei Gessi, nuovo percorso MTB finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Parco, che collega la stazione ferroviaria di Brisighella al centro visite Carnè, alla frazione di Zattaglia e all’ardita vetta di Monte Mauro, per uno sviluppo complessivo di circa 25 chilometri.
Le guide MTB del Parco, infine, sono disponibili ad accompagnare chiunque desideri affrontare i sentieri regolamentati e i loro riferimenti sono reperibili nel sito dell’Ente di gestione del Parco [url]www.parchiromagna.it[/URL] all’indirizzo [url]http://parchiromagna.it/parco.vena.gesso.romagnola/indotto.php?id_servizi_ap=761[/URL]


Questa la nostra....

Cominciamo subito a precisare che tra questi sentieri che sono stati investiti dai divieti solo 2 sono molto esposti e di difficile fattibilità in bici salvo avere doti trialistiche notevoli, ovvero l'anello Monte Mauro che gira in cresta dal Monte della Volpe a Monte Mauro e a Monte Incisa e l'anello Riva di San Biagio che gira in cresta da Sasso Letroso al passo della Prè. Detto questo rimangono di difficile fattibilità in bici ma assolutamente esposti per chi fa anche trekking o chi si cimenta a cavallo. L'esposizione e la fattibilità sono due cose diverse: se una cosa non è fattibile per forza non vuol dire che per essa si debba porre un divieto! Se una cosa è pericolosa, o lo è per tutte le categorie o non lo è. Per gli anelli adiacenti al rifugio Carnè, ovvero il CAI 511, invece sono fattibili in MTB purchè dotati di un buon livello tecnico in quanto presentano tratti in forte pendenza, curve strette, contropendenze, "gradoni" alti, ecc.. ma pur sempre fattibili. Per quel che riguarda lo stradello che scende al Carnè dal parcheggio alto invece qui si parla che i bikers lo affrontano ad alta velocità e che rischiano di mettere a repentaglio le persone che lo frequentano, ma anche qui (a parte qualche bikers indisciplinato) è più amplificata di quello che è la realtà. Detto questo ad oggi ricordo che non ci sono MAI STATI INCIDENTI tra bikers e alltre persone o che ci siano stati incidenti gravi in tal senso avuti da certi bikers.
Si parla oltremodo che esistono + di 50 km di sentieri: mai cosa + falsa! Un conto sono i sentieri, un conto sono strade bianche, carraie o carrareccie che vanno ad occupare in gran parte il parco, in cui al massimo ci sono 20 km di sentiero (segnalato intendo e usufruibile). Quindi hanno di fatto vietato già così il 50% (!!!!) dei sentieri alle MTB.
Detto ciò trovo patetica che si faccia di tutt'erba un fascio causa pochi bikers indisciplinati. Su questo voglio precisare che la Ciclovia dei gessi, che ha avuto insieme all'Alta Via dei Parchi, ingenti sovvenzioni, non hanno di fatto creato nè migliorie sui sentieri interessati e tantomeno, visto che i problemi albeggiano da tempo (da cquanto afferma il Parco) , non hanno apportato soluzioni tali da impedire certi comportamenti: barriere, staccionate, recinzioni in alcuni tratti, disclamair, segnalazione migliore per i sentieri. Cose che non servono tanti soldi, ma solo un semplice buon senso, per far sì che sia i proprietari terrieri che chi usufruisce dei sentieri potessero avere una pacifica convivenza. Invece si è fatto, come x la Ciclovia, passare in buona parte (qui sì x l'80%!!!!!) su starde asfaltate e senza nemmeno valorizzare alcuni sentieri o vie minori che potevano essere fatte da tante persone anche non esperte!
Trovo riprovevole che persone da noi pagate non accettino responsabilità e che in questo modo scaricano con un semplice cartello, queste responsabilità sulle spalle di chi non ha ad oggi creato un pericolo vero e proprio!
Trovo riproveole il fatto che senza fatti realmente accaduti e prove in mano, ma solo con dei sentito dire, si facciano illazioni contro un intera categoria e non sui singoli soggetti. Le illazioni ricordo che offendono in questo caso tutti i bikers senza alcuna distinzione e che generano in taluni frasi sentimenti avversi anche a chi non ha mai avuto problemi di questo genere!
Trovo riprovevole, apporre solo il cartello DIVIETO, in quanto può generare ed indurre i privati a limitare l'accesso alle bici o anche ai trekker: in fondo quasi tutti i setieri segnalati nei nostri appennini girano in gran parte su sentieri di proprietà!!! Così generando una fobia che nella realtà dei fatti, salvo danni reali e concreti, non esistono!!!
Trovo oltremodo ipocrita, visto che a febbraio dell'anno passato la Regione Emilia Romagna (visto che il parco è regionale!) ha di fatto con la REER, dopo una diattriba infinita, autorizzato la transitabilità dei sentieri alle MTB!
Invito per cui il Parco della Vena del Gesso a rivalutare in maniera repentina e in maniera trasparente l'attuale disciplinare e a trovare una giornata di incontro che accolga tutte le categorie interpellate in questo caso (bikers, trekker, privati ed enti) in modo da risolvere determinati problemi!
L'unica cosa da vietare è la stupidità!
 

apenseri

Moderatur....... chi, io?
Moderatur
20/6/08
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Valconca
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R.R. 9.2 (AM)
Questa è la risposta del Parco....
Il Parco della Vena del Gesso Romagnola ha approvato nel dicembre 2013 le “Norme per la frequentazione dei sentieri”, che contengono, tra l’altro, la precisazione dei percorsi transitabili in mountain bike (MTB).
..............
Questa la nostra....
Cominciamo subito a precisare che tra questi sentieri che sono stati investiti dai divieti solo 2 sono molto esposti e di difficile fattibilità in bici salvo avere doti trialistiche notevoli, ovvero l'anello Monte Mauro............
:nunsacci: visto come si esprimono, mi sembra molto difficile che queste due parti possano trovare un punto di incontro: una impone (senza ammettere repliche), l'altra accusa (con modi abbastanza aspri): credo che per trovare una linea comune, che aggrada tutti gli interessati, i toni da ambo le parti debbano essere diversi.

P.S. esperienza personale, che ricordo sempre con piacere: a Ponte di Legno strade private con divieto assoluto di transito a tutti (evidentemente apposto dai proprietari) "ad esclusione delle Mountain Bike" (espressamente indicato dai proprietari stessi)! :celopiùg:
C'è da chiedersi perché lì è possibile mentre qua, a leggere queste comunicazioni, sembra utopia........
 

Oniriko77

Biker augustus
5/2/04
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Alba
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divieto di accesso alle MTB
ma non alle MTB con guida, che gratis di certo non ti "scortano"

per le motivazioni mi pare di capire che alla fine il biker medio è un idisciplinato e vandalo, che gira nell'aia del contadino, che gli rovina le colture, che lgi spaventa gli animali, che crea situazioni di pericolo tra i bambini e che si mette in pericolo lui stesso :-)
 

ZioTeddy

Biker grossissimus
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:nunsacci: visto come si esprimono, mi sembra molto difficile che queste due parti possano trovare un punto di incontro: una impone (senza ammettere repliche), l'altra accusa (con modi abbastanza aspri): credo che per trovare una linea comune, che aggrada tutti gli interessati, i toni da ambo le parti debbano essere diversi.

P.S. esperienza personale, che ricordo sempre con piacere: a Ponte di Legno strade private con divieto assoluto di transito a tutti (evidentemente apposto dai proprietari) "ad esclusione delle Mountain Bike" (espressamente indicato dai proprietari stessi)! :celopiùg:
C'è da chiedersi perché lì è possibile mentre qua, a leggere queste comunicazioni, sembra utopia........
Andrea? In maniera aspra? Siamo gli unici a chiedere un incontro con le parti.... Loro, anche nel momento di fare l'incontro preliminare, non ci hanno nemmeno interpellato. E cosa dovrei dire? Grazie arrivederci non c'è di che?
Additano i bikers come vandali e incoscenti. Ghettizzano in nome del pericolo una sola categoria. Poi mettono delle guide che ti porteranno sui sentieri suddetti (ma sta a vedere x 2-3 km io chiamo una guida) in nome della sicurezza generale.
Qui girano, bikers, trekker, speleologi(è una zona tra le + carsiche in Italia!), cavalieri e merenderos della domenica e chi può cadere e farsi male chi sono? I Bikers? No.... non sto così calmo.
Leggo in altri post su facebook di alcune persone che scrivono che hanno fatto bene senza darne la motivazione. Leggo di proprietari terrieri che hanno il terrore che qualcuno si faccia male senza che ci siano stati dei precedenti o che possano essercene. Cosa devo pensare? Che alla fine c'è un'ignoranza generalizzata, che si fa di tutt'erba un fascio e che non ci si confronta minimamente con i movimenti additati di ciò. Causa pochi inetti vengono penalizzati tutti.
Sono basito ed incazzato!
Mediare mi sta bene, ma essere preso x il culo o peggio ancora additato di essere "nocivo" x gli altri, questo mi manda in bestia.
Chi mi conosce sa che il "ni" non lo conosco: o è sì o è no.
Tu trovi difficile che le parti in causa si chiariscano? IO invece sono molto fiducioso che le cose tornino come prima.
 

sembola

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:nunsacci: visto come si esprimono, mi sembra molto difficile che queste due parti possano trovare un punto di incontro: una impone (senza ammettere repliche), l'altra accusa (con modi abbastanza aspri): credo che per trovare una linea comune, che aggrada tutti gli interessati, i toni da ambo le parti debbano essere diversi.

Non si possono mettere sullo stesso piano i comportamenti di un ente pubblico, che deve perseguire interessi pubblici diffusi e pagato coi soldi dei cittadini con quelli di un gruppo di cittadini che (legittimamente) persegue interessi propri (legittimi anch'essi). La PA ha il dovere legale di perseguire scelte corrette (per non dire rispondenti alle leggi...) e non scelte ideologiche, ingiustificate o altro. Per dire, ho il forte dubbio che la motivazione dell'indisciplina dei bikers sia legittima, visto che un parco non ha alcuna competenza nè sulla circolazione stradale nè sull' ordine pubblico.

Mi dispiace doverlo ripetere, ma l'unica medicina in questi casi è il TAR, con certi burocrati venduti al potere non ce n'è un'altra (ci sarebbe il rimedio di Barbicone, ma mi pare meglio riservarlo a situazioni più serie).
 

SoLow

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Solite pagliacciate italiche, uso di cartelli per spaventare e allontanare una categoria che a mio avviso risulta poco o niente nociva per l ambiente e i suoi abitanti.
continuerò a frequentare la zona come sempre, magari quando passo per i tratti pericolosi chiamerò una guida che mi aiuterà (a pagamento) nel proseguimento del mio giro.
 

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Ma io penso manchi tutto un contesto di normative, ideologia soprattutto, mancanza di visione generale al passo coi tempi per uno sviluppo turistico, a livello nazionale però. Localmente si inseriscono solamente in questo contesto.
Quando si paragona la nostra situazione con quella di altri paesi europei (che io definisco "più sviluppati" da questo punto di vista) scappa da ridere. Come normative intendo. Se un sentiero attraversa una proprietà privata, prevale l'interesse pubblico. Cioè il sentiero. Non c'è storia.
Poi, in questo contesto di normative e ideologia nazionale (PURTROPPO LA RAGIONE PREVALENTE QUESTA; NON QUELLA LOCALISTICA) si impiantano visioni spesso ristrette e piccolo-buracratiche di funzionarietti che non vogliono "avere storie".
Pensiamo solo ad un esempio: chi avrebbe immaginato 30 anni fa (anche meno) che il sentiero di Santiago in Spagna sarebbe diventato quello che è? Ma sapete quanta gente richiama in un anno? Leggo più di due milioni.... Non penso di sicuro che la Flaminia Minor, la Via degli Dei, qualche sentieruzzo della Val di Zena o del Senese o che so del Metauro ecc. possano mai generare lo stesso richiamo.... Certo, son tutti turismi poveri! Perbacco! Come no? Pure quello di Santiago.
Ma il bisogno di quel turismo c'è eccome! Va aiutato, incoraggiato, stimolato, favorito!!! Non aspettare che siano sempre gli altri i più bravi. E riempirci la bocca delle solite frasi da bar di periferia sulle nostre "eccellenze", le nostre qualità di italioti, i nostri paesaggi "più belli del mondo"... i nostri musei unici al mondo (...mmmhhhh...).
Sinceramente questa storia dei sentieri (in senso lato intendo sentieri: piedi o bici) mi manda in bestia.
Pensiamo al percorso per bici San Candido- Lienz.... Ma quanti lo frequentano?
Forse il Trentino funziona già molto meglio per questo. Ma io sono poco ottimista ragazzi che possiate spuntarla. Provate pure...E' il contesto che manca
 
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sembola

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...Quando si paragona la nostra situazione con quella di altri paesi europei (che io definisco "più sviluppati" da questo punto di vista) scappa da ridere. Come normative intendo. Se un sentiero attraversa una proprietà privata, prevale l'interesse pubblico. Cioè il sentiero. Non c'è storia.

Ah, ma formalmente si persegue proprio l'interesse pubblico, per evitare che i biker si facciano male o ne facciano agli escursionisti... :roll:

Polemiche o battute a parte, il sentiero in effetti non è chiuso, ma percorribile solo a determinate categorie di utenti: cosa che può benissimo rispondere a quello che è l' "interesse pubblico". Per esempio in quasi tutte le legislazioni regionali i mezzi a motore non sono ammessi in determinati luoghi proprio per perseguire un interesse pubblico, che è quello di di usarli in modo sostenibile e quindi di preservarli.

In secondo luogo, anche nei alcuni paesi certamente più sviluppati da questo punto di vista (l' Austria, ad esempio) le mtb sono vietate su determinati sentieri. Magari perchè passano su terreni il cui proprietario non vuole bici tra i piedi, chissà ;-)



Forse il Trentino funziona già molto meglio per questo.
In Trentino sono vietati TUTTI i sentieri più stretti del passo della bici o più pendenti del 20% :spetteguless:
Diciamo che non hai scelto il paragone migliore ;-)
 

ZioTeddy

Biker grossissimus
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Facciamo un po di autocritica.
Da un lato ci sono delle persone che hanno in proprietà i vari sentieri, strade e stradelli all'interno del parco che sono disposte a dialogare e a incentivare, sopratutto una volta scaricata in maniera limpida e chiara la responsabilità, qualsiasi forma di attività outdoor. Ho interpellato 3 privati oggi e di fatto 2 di questi mi hanno sia ascolto che risposte in merito, x far sì che la fruizione rimanga senza alcun tipo di veto..... haimè ce ne è una, che invece non vuole discutere: in pratica un nulla di fatto....
Non mi demoralizzo e vado avanti. Vediamo se c'è la posibilità di fargli cambiare punto di vista al privato o di bypassare la proprietà o altrimenti x quel che mi riguarda il sentiero è out, nonostante che la legge dica che se si vuole che nessuno entri nella propria proprietà si deve fare un fondo chiuso con tanto di recinzione e via dicendo.
Il focus da domani prevede di andare a parlare con la UISP per quel che concerne il discorso raduni: l'anno scorso 4 raduni solo sul 511 dal Carnè a Vespignano!!!!! E uno in zona Monte Mauro a Gennaio che ha portato su strade argillose e intrese d'acqua oltre 200 persone: immaginatevi ora di avere 600 m di strada e doverla risistemare tutta nonostante che non sia arrivata uno straccio di comunicazione nè dall'ente Parco, ma sopratutto dalla società organizzatrice. Ci sono società o persone che hanno la capacità organizzativa di portare 200/500 persone ai raduni ma che non hanno cognizione di causa sia nel saper stare in montagna e che nel vivere quotidianamente la montagna. Così si sentono persone che dicono che i sentieri sono del CAI (!!!!), che i sentieri sono del parco(!!!!!!!!), che i sentieri sono comunali (!!!!!!!!), affidando ad essi il più delle domande, critiche e permessi, quando in realtà i più dei sentieri sono di proprietà privata e che questi poveri disgraziati hanno tutte le incombenze del caso a livello sopratutto di manutenzione e della loro fruizione (immaginatevi se la domenica volete andare a fare lavori nei campi e vi arrivano 300 bikers senza che nessuno vi abbia avvisato... cosa direste?.
Che dire? Buon senso è la prima, ma anche la più scontata... credo che il pasaparola possa arrivare ovunque tanto per cominciare anche per cercare di denunciare tutti quegli atti che possono avere effetti negativi sulla fruizione del sentiero stesso. E ricordatevi che talvolta magari c'è gente che si rompe il lato b per mantenervi sentieri, percorsi e che fanno eventi con tutti i crismi del caso o che cercano il dialogo prima di tutto con chi ha proprietà sui luoghi che frequentiamo. Non è assolutamente giusto che x colpa di alcuni ignoranti, ci rimettiamo TUTTI!
 

Jdgreen

Biker superioris
In Trentino sono vietati TUTTI i sentieri più stretti del passo della bici o più pendenti del 20% :spetteguless:
Diciamo che non hai scelto il paragone migliore ;-)
Probabilmente intendeva l'Alto Adige, dove al contrario del Trentino si incentiva il turismo dei biker.
Prima si danno la zappa sui piedi e poi senti albergatori e co. che si lamentano del calo di presenze...[emoji107][emoji107] mah...
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Probabilmente intendeva l'Alto Adige, dove al contrario del Trentino si incentiva il turismo dei biker.
Probabilmente. Ma il Trentino non è l'AltoAdige sotto nessun punto di vista...;-)

Prima si danno la zappa sui piedi e poi senti albergatori e co. che si lamentano del calo di presenze...[emoji107][emoji107] mah...
Se un calo c'è stato non è certo per i divieti alle bici sui sentieri, che comunque rappresentano una percentuale irrisoria delle presenze, ma per il meteo assurdo. Per dire, questa è una foto scattata ieri mattina a pochi km da Massa Marittima, in un luogo ed in un periodo in cui normalmente si boccheggia per il caldo...
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