Nuove regole per i sentieri del Trentino

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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isaya

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isaya

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Non è sbagliato l'intervento regolamentare ma la ratio che porta ad esso... i presupposti che la mtb distrugga i sentieri e sia pericolosa per gli escursionisti porterà solo ad un'ulteriore demonizzazione del movimento.
 

Tc70

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Picola ma carattarastica...
Interessante ciò che dice l'unico intervento...''Chissà come mai,ma sospetto più divieti che segnali...'' e secondo me la dice lunga...

Comunque non capisco tutto questo pericolo tra le due categorie,anni che frequento i posti della zona Trentina/Garda...non ho notizia di nemmeno 1 solo incidente tra le due...se i bikers sono corretti e si fermano a far passare i trekkers non ci sarebbe bisogno di tutti questi pseudodivieti...alla fine uno va in Trentino per fare cosa...stradine obbligate? Che ce l'ho a fare allora la mtb? Per fare sentieri obbligati,tracciati da altri come un giro dell'oca? Togliendo il gusto avventura,scoperta ed escursionismo che è lo spirito della mtb?
Sarò Bastian contrario ma la trovo un pretesto solo per favorire l'uno a discapito dell'altro...ma poi chi controllerà...forestali in mtb? Sarebbe più che sufficiente se tutte le categorie portassero rispetto altrui,del luogo e per il luogo...è come andare al ristorante...vengo da te,pago,ma mi dai ciò che vuoi tu,non quello che scelgo io...un paragone leggero,che non calzerà a pennello,ma tanto fa capire...e scusate se la penso cosi...:celopiùg:
 

Tc70

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Fan paura i commenti sotto (meno il mio :loll:)...molti scampati all'omicidio delle bike...:maremmac:


Mi ripeto,la montagna è di tutti abbiamone rispetto,dai trekkers ai mtbikers e ogni tanto un pò di umiltà entrambe le parti non guasterebbe...dopo anni di inciviltà di taluni ci rimettiamo tutti ora...e non si avrà mai pace...uno 'spara' sull'altro e viceversa...ci si deve mettere ad un tavolo...associazioni ciclistiche,Sat,sindaci e rappresentanti delle categorie e fare una volta per tutte un progetto serio duraturo e che metta in pace chiunque...altrimenti solita aria fritta all'italiana e andiamo avanti cosi...aleee....:celopiùg:
 

isaya

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Mi ripeto,la montagna è di tutti abbiamone rispetto,dai trekkers ai mtbikers e ogni tanto un pò di umiltà entrambe le parti non guasterebbe...dopo anni di inciviltà di taluni ci rimettiamo tutti ora...e non si avrà mai pace...uno 'spara' sull'altro e viceversa...ci si deve mettere ad un tavolo...associazioni ciclistiche,Sat,sindaci e rappresentanti delle categorie e fare una volta per tutte un progetto serio duraturo e che metta in pace chiunque...altrimenti solita aria fritta all'italiana e andiamo avanti cosi...aleee....:celopiùg:

Baah, troppo facile... bisogna creare il demonio, creare il terrore... c'è l'orso... c'è il biker... le montagne non sono sicure...:maremmac:
 

sembola

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Interessante ciò che dice l'unico intervento...''Chissà come mai,ma sospetto più divieti che segnali...'' e secondo me la dice lunga...

Senza segnali i divieti non esistono. O meglio, esistono ma non è possibile sanzionare i trasgressori. Io ho avuto modo di dire più volte che un regolamentazione razionale e sensata non è sbagliata nè assurda, e una scelta dei percorsi da chiudere è senz'altro meno irrazionale del "tutto vietato". Con la vecchia legge il Viel del Pan era consentito (largo ma frequentato da centinaia di "escursionisti" in ciabatte ogni giorno) mentre i sentieri del Lagorai da dove passano poche decine di escursionisti all' anno vietati...La malafede della SAT è evidente dalla storia dei cartelli, ridicolo sostenere una cosa quando sui cartelli (irregolari) hai scritto altro :roll:

La cosa positiva e negativa insieme è che la scelta dei sentieri da chiudere sembra essere fatta in "collaborazione" con le APT. Il che significherà che dove c'è un grosso giro di bici e quindi un buon indotto gli operatori economici potranno forzare la mano ai sattini, dove il giro non c'è si corre il rischio di vedere tutto vietato, e questo (di nuovo) indipendentemente dall' effettivo conflitto d'uso con gli escursionisti.

Questa è la mia opinione, anche se su facebook gira la notizia che in zona Garda, che di bici ci vive, verrebbe praticamente proibito tutto.
 

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E' la solita solfa che è capitata all'Enduro tempo fa. Chi va a piedi pare essere unto dal signore, una specie protetta, animali in via di estinzione come i Panda... Non capisco come mai non venga affermato con forza il diritto di TUTTI di poter godere (con educazione) della natura e dei suoi percorsi. Il punto è che vi sono enti che politicamente pesano di più e contano sulla passività della gente. Se provassimo a contarci tra biker con motore umano e motore meccanico, saremmo milioni, con un peso specifico non indifferente, e enti, comuni e regioni starebbero ben attenti ai divieti. Veramente non capisco questo accanimento nei confronti delle due ruote, pare una crociata allestita da fanatici. Perchè invece di spendere soldi per piantar cartelli e fare riunioni tanto patetiche quanto inutili non si investe sull'educazione al rispetto alla natura? Se esistono comunità di difensori dei biker contro queste prepotenze, ditemi dove devo firmare !
 

sembola

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Se provassimo a contarci tra biker con motore umano e motore meccanico, saremmo milioni, con un peso specifico non indifferente, e enti, comuni e regioni starebbero ben attenti ai divieti.
Su questo temo di doverti smentire.

I biker in italia purtroppo sono molti meno, e quelli interessati da questi (ed altri) divieti una piccolissima frazione di questo già non elevato numero.

C'è un'unica zona in tutto il Trentino dove un'applicazione di divieti avrebbe un qualche effetto economico, ed è appunto il Garda: che guarda caso a suo tempo aveva ottenuto (o meglio, aveva preteso...) la deroga per i sentieri che consentono decine e decine di migliaia di presenze nelle strutture ricettive.

In tutto il resto della provincia i biker se ci sono e si accontentano delle forestali bene, se non ci sono bene lo stesso, i vari milioni di presenze annuali non li fanno certo con loro. Per cui sono "sacrificabili" ad interessi politici, come lo sarebbero gli alpinisti o gli escursionisti "da rifugio" mentre senza gli sciatori ed i merenderos salta la baracca.

Come dicono di là dall' oceano, "follow the money"... :omertà:
 

isaya

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Comunque il problema reale della convivenza riguarda l'Alto Garda ed infatti è la sezione Sat di Arco la più agguerrita.
Le altre zone vengono investite dal problema solo perchè ricadono nello stesso territorio provinciale; lì la convivenza è abbastanza pacifica anche se ormai i camminatori sono sempre più rari e concentrati nelle zone più facilmente raggiungibili con l'auto e dotate di ampi e comodi parcheggi.
La cosa bella è constatare come nel confinante Alto Adige tutte queste problematiche sono molto meno evidenti (avranno i sentieri più resistenti? biker più disciplinati? camminatori sprezzanti del pericolo?) e secondo me gongolano di tutte le polemiche di questi giorni.

P.S.: dimenticavo di dire che in montagna proliferano i tratti di sterrato che vengono cementati o asfaltati e... nessuna dice nulla.
 

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Comunque il problema reale della convivenza riguarda l'Alto Garda ed infatti è la sezione Sat di Arco la più agguerrita.
E su questo, come ho scritto più volte all'epoca della "delibera Mellarini", occorre farsi qualche domanda. Non tutto è accettabile sempre, dovunque e comunque, sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza. Individuare dei percorsi riservati all' una o all'altra utenza non è uno scandalo, purchè sia fatto in modo razionale . Non va bene nè il "tutto vietato" nè il "fo come mi pare".

Le altre zone vengono investite dal problema solo perchè ricadono nello stesso territorio provinciale; lì la convivenza è abbastanza pacifica anche se ormai i camminatori sono sempre più rari e concentrati nelle zone più facilmente raggiungibili con l'auto e dotate di ampi e comodi parcheggi.
E' il male ma anche il bene della montagna oggi: basta uscire dai percorsi noti (a piedi o in bici poco importa) e non trovi nessuno o quasi...

La cosa bella è constatare come nel confinante Alto Adige tutte queste problematiche sono molto meno evidenti (avranno i sentieri più resistenti? biker più disciplinati? camminatori sprezzanti del pericolo?) e secondo me gongolano di tutte le polemiche di questi giorni.
Secondo me queste problematiche in AA non sono evidenti per due ordini di motivi. Il primo è che una concentrazione di percorsi e biker come quella di Arco/Torbole/Riva non c'è da nessuna parte, anzi nessuna località ci si avvicina neppure lontanamente. Il secondo è che la "protezione" di aree considerate "delicate" per motivi ambientali o di frequentazione è razionale e per questo facile da rispettare e far rispettare.
Anche per questo motivo credo che non gongolino un granchè, il business (come per il Trentino) sta nelle famiglie che fanno la Dobbiaco-Lienz, non in chi fa l'Alta via di Dobbiaco in mtb...

P.S.: dimenticavo di dire che in montagna proliferano i tratti di sterrato che vengono cementati o asfaltati e... nessuna dice nulla.
Occorre riconoscere che se si vuol far vivere la montagna bisogna consentire un accesso più sicuro con qualsiasi condizione meteo. Altre volte si tratta di operazioni di basso cabotaggio che creano consenso sul territorio, che alla fin fine è il motivo per cui la SAT ha questo peso.
 

Jaco MtB

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Certo che... tutto questo casino per bici con le ruote tassellate! Mah... se si usasse questa energia per parlare di cose davvero importanti :ueh:
Come al solito,se la prendono con i più deboli.... E osservo con piacere che nel Belpaese continua l'usanza locale di vietare tutto a tutti,di fare leggi tali che ti devi portare dietro un tomo solo per sapere se puoi buttare un fottuto amo con un fottutissimo verme attaccato nel fiume... scusate lo sfogo anche OT...:ueh:
 

isaya

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E su questo, come ho scritto più volte all'epoca della "delibera Mellarini", occorre farsi qualche domanda. Non tutto è accettabile sempre, dovunque e comunque, sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza. Individuare dei percorsi riservati all' una o all'altra utenza non è uno scandalo, purchè sia fatto in modo razionale . Non va bene nè il "tutto vietato" nè il "fo come mi pare".

Ho paura che nel dibattito venga a mancare proprio la razionalità visto che molti attori parlano solo d'impulso. La regolamentazione è auspicabile e sacrosanta direi così come bisognerebbe iniziare a discutere della necessità che chi frequenta la montagna, a qualsiasi titolo, sia provvisto di idonea assicurazione che copra i vari rischi (sanitario e r.c. in primis).
 

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Ho paura che nel dibattito venga a mancare proprio la razionalità visto che molti attori parlano solo d'impulso.
Prendere le decisioni in base all' ideologia o alla pancia è purtroppo una specialità molto italiana. Tu stesso parli di una zona attigua che gestisce le cose evidentemente decisioni in modo un po' più "europeo".

La regolamentazione è auspicabile e sacrosanta direi così come bisognerebbe iniziare a discutere della necessità che chi frequenta la montagna, a qualsiasi titolo, sia provvisto di idonea assicurazione che copra i vari rischi (sanitario e r.c. in primis).
Su questo consentimi di avere qualche dubbio.

Da una parte occorrerebbe definire in modo univoco che significa "frequentare la montagna"... e poi come lo faresti rispettare un obbligo? caselli ad ogni sentiero? Per un'area che vive principalmente del turismo delle famiglie? :nunsacci:

Detto da uno che un'assicurazione per coprire le eventuali spese di recupero/sanitarie ce l'ha, sia chiaro...
 

isaya

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Magari non per le famiglie ma almeno per chi fa sport come il nostro, parapendio, arrampicata, sci, etc. sarebbe quantomeno auspicabile una copertura assicurativa.
 

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Magari non per le famiglie ma almeno per chi fa sport come il nostro, parapendio, arrampicata, sci, etc. sarebbe quantomeno auspicabile una copertura assicurativa.

Che sia "auspicabile" concordo, tanto è vero che io un'assicurazione ce l'ho.

Però mi fermerei a questo termine ;-)
 

Tc70

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Comunque il problema reale della convivenza riguarda l'Alto Garda ed infatti è la sezione Sat di Arco la più agguerrita.
Le altre zone vengono investite dal problema solo perchè ricadono nello stesso territorio provinciale; lì la convivenza è abbastanza pacifica anche se ormai i camminatori sono sempre più rari e concentrati nelle zone più facilmente raggiungibili con l'auto e dotate di ampi e comodi parcheggi.
La cosa bella è constatare come nel confinante Alto Adige tutte queste problematiche sono molto meno evidenti (avranno i sentieri più resistenti? biker più disciplinati? camminatori sprezzanti del pericolo?) e secondo me gongolano di tutte le polemiche di questi giorni.

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Assolutamente vero...cosi come prolificano chioschetti bibite sulla cui regolarità...qualcuno lo ha capito...anni fa salendo dalla Ponale per arrivare a baita Segala...non c'era nulla,ora...e per di più hanno anche allargato un bel pezzo di strada che una volta era un sentierino di 50 cm...oppure la salita da Limone per passo Tremalzo passando da Vesio/S.Michele,per fare un altro esempio,molti pezzi nuovi cementati...daltronde se non lo si fa,in molti non ci vanno e la montagna sotto l'aspetto economico per alcuni muore...è una forma di incentivazione,insomma l'altra faccia della medaglia...però chissà perche' trekkers e compagnia varia qui non dicon nulla...piace anche a loro la Coca fresca a 1300mt in estate? A capirla...:omertà::celopiùg:
 

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