Transardinia mtb: via col vento

albagio

Biker novus
17/5/06
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milano
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Percorso: Sardegna - da Olbia a Cagliari
Km: 380
Dislivello in salita: 9.500 mt
Difficoltà: medio-alta
Traccia GPS: si (indispensabile)
Bici: Specialized Epic
Bagaglio: Zaino da circa 6 Kg
Periodo: 28-5 / 03-06-2010 in 7 tappe
Bikers: Alberto e Gerardo (112 anni in due)




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Gerardo e Alberto​







PREMESSA

Preso dall’ entusiasmo della traversata della ALTA VIA DEI MONTI LIGURI che insieme all’ amico GERARDO ho fatto nel maggio 2009, mi sono riproposto di ripetere un raid a tappe anche nell’ estate 2010. Dopo approfonditi studi e consultazioni di siti internet e mappe varie, la mia scelta è andata alla traversata della Sardegna da Olbia a Cagliari “TRANSARDINIA” passando per i sentieri e mulattiere dell’ entroterra che attraversano le rocce della Gallura, le vette del Supramonte e del Gennargentu, la verde Ogliastra, le acque del Flumendosa sino ad arrivare alla piana di Cagliari.
Ho così presentato il progetto a Gerardo che avendomi fatto presente le sue perplessità “… i Kilometri …. TANTI ! Il dislivello …. ESAGERATO! “… dopo una attenta riflessione di appena un minuto e mezzo (con un boccale di birra in mano già vuotato)… ha accettato! “Non potevo perdere un’occasione del genere … Tempus fugit” .
Durante il freddo e lungo inverno abbiamo così messo a punto i dettagli del viaggio. Ci è stato molto utile per la pianificazione della traversata il sito http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/http://www.transardinia.net/ che tratta l’ argomento con molta cura e fornisce anche delle tracce GPS. Così partendo dalla base delle tracce della Transardinia scaricate dal sito, abbiamo fatto un gran lavoro cartografico per modificare il percorso e renderlo più alla portata di due “anziani” bikers che si riproponevano di affrontare la traversata in maniera continuativa ed in autonomia, senza guide e senza l’ ausilio di mezzi di sussistenza. Abbiamo pertanto ritracciato parte delle tappe assestando il chilometraggio ed il dislivello, in modo da avere un margine di sicurezza per l’ orario di arrivo ai punti tappa, anche in considerazione della necessità giornaliera di lavare (ed asciugare!) gli indumenti indossati e compiere le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle bici.
Infine dopo un giro di telefonate per verificare la disponibilità di alloggio al termine di ogni tappa (abbiamo dovuto scartare alcuni siti geograficamente favorevoli per l’ arrivo di tappa in quanto non vi era possibilità di alloggiare), abbiamo caricato le tracce GPS sul mio Garmin 705 e ci siamo imbarcati sul traghetto per Olbia in una bella giornata di sole.



28/05/2010

I^ TAPPA : Olbia – Buddusò Km. 55; dislivello 1348 mt; altezza minima 2 mt - massima 1007 mt

L’Avventura inizia …….
Sbarco ad Olbia. Usciamo dal traghetto e … piove! Inutile descrivere le imprecazioni cui abbiamo dato fondo. Usciti da Olbia dopo il battesimo dell’ acqua e circa un’ ora di pedalata sotto la pioggia fortunatamente esce il sole e la Sardegna si rivela in tutti i suoi colori (verdissima!) ed odori (profumatissima!).

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Lasciamo la pianura ed una ripida salita di 10 km ci porta sulle prime alture.

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Si pedala su una carrareccia con fondo distrutto dal passaggio d’acqua per le abbondanti piogge dell’ inverno e bisogna sempre più spesso scendere a spingere le bici.





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Ci tocca andare a piedi per circa 8 Km “in mezzo al niente” … Avanziamo … incontriamo solo Bisce e tartarughe! Fa caldo! Sorgono i primi pensieri (… ma questa transardinia non sarà mica tutta così…)

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Finalmente al 20° km la ripida salita termina incrociando una strada asfaltata. Proseguiamo quindi pedalando piacevolmente e scopriamo che la carrareccia che avremmo dovuto percorrere per risalire lungo uno stertto fondovalle è stata appena asfaltata. Il bitume tuttavia non ci disturba più di tanto perché la natura è ugualmente incontaminata.


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Terminato presto l’ asfalto si continua a pedalare faticosamente su ripide rampe sterrate e poi cementate (nell’ultima parte pendenze sempre più esagerate) che ci portano a scollinare a 1007 metri circondati da un paesaggio spettacolare, granitico, lunare: i maestosi rilievi granitici galluresi … ( siamo però sempre in mezzo al nulla!).




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Finalmente inizia la prima discesa! … un bel single track con fondo accidentato. Dopo appena 200 metri Alberto squarcia il tubeless anteriore...! Riparazione arrangiata con camera d’ aria e l’ ausilio di una toppa di copertone e di nuovo in marcia … in discesa sino all’ agriturismo S. Reparata a Buddusò.

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Agriturismo bello con camera confortevole. Lavaggio indumenti, ricarica GPS, controllo della gomma e ci prepariamo per una lauta meritata cena!




29/05/2010

II^ TAPPA: Buddusò – Oliena Km. 63; dislivello 1270 mt; altezza minima 115 mt - massima 846 mt

Al mattino ci risvegliamo sotto l’ acqua (pioverà tutto il giorno!). Grazie all’ entusiasmo iniziale non ci scoraggiamo e riusciamo comunque a partire in perfetto orario. Tuttavia per la lunga tappa prevista (65 Km) … decidiamo di lasciare almeno in parte la traccia originale in fuoristrada e di deviare su asfalto (N.B. la traccia GPS che trovate sul sito è quella da noi percorsa effettivamente). Attraversiamo comunque splendidi paesaggi con boschi di sugheri secolari e colori inaspettati.


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Bagnati ma contenti attraversiamo tre valli arrampicandoci sui relativi colli (la temperatura fortunatamente si mantiene sui 25 gradi e quindi l’ umido si sopporta bene!).

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Dopo i lunghi chilometri e la lunga e spettacolare discesa da una Orune immersa nella nebbia (che in condizioni asciutte meriterebbe senz’altro di essere fatta su un percorso in fuoristrada), la salita verso Oliena, su asfalto, risulta ostica … Sullo sfondo si staglia il massiccio del Supramonte, obbiettivo della tappa di domani.

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Smette di piovere quando finalmente arriviamo all’albergo Cikappa: discreto comfort … proprietario cordiale … e cena ottima con vere prelibatezze sarde! Questo ci basta per addormentarci sereni e speranzosi.



30/05/ 2010

III^ TAPPA: Oliena – Altipiano di Settiles Km. 41; dislivello 2000 mt; altezza minima 369 mt - massima 1091 mt

Ci risvegliamo con la sorpresa di una splendida giornata con aria frizzantina. Decidiamo pertanto di seguire regolarmente il programma di tappa con la salita completa a Supramonte. Sulla carta è la tappa più dura che pur non essendo particolarmente lunga prevede il maggior dislivello altimetrico (41 km x 2.002 mt).

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Ci avviamo di buon passo sui tornanti cementati che dal basso sembrano termirare verticalmente nelle rocce di una parete dolomitica.

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La strada continua tuttavia con una mulattiera nascosta che taglia un traverso al di sotto della cresta del Supramonte e che ci vede costretti a mettere spesso il piede a terra per spingere le bici.

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Sempre al traverso il sentiero si fa più pedalabile e ci si collega quindi ad una carrareccia che ci porta a pedalare agevolmente ma con fatica per superare l’elevato dislivello altimetrico.

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In una natura incontaminata si susseguono ripide salite ed elettrizzanti discese; proprio durante una veloce discesa incontriamo un gruppo di cinghiali nascosti dietro una curva… (pericolo!).

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Nel pomeriggio il tempo cambia rapidamente: … si alza un forte maestrale, sopraggiungono le nuvole … minaccia di piovere! Scolliniamo infine nell’ altipiano di Settiles in un ambiente ricchissimo di animali … l’ “EDEN”.

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Giungiamo all’Agriturismo “Ai monti del Gennargentu”, 1000 m. s/m, dove ci attende una sgradevole sorpresa … la nostra camera è veramente “inagibile” … nonostante una prenotazione di circa 1 mese prima!

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Dopo una accesa e lunga rimostranza … ci mettono infine a disposizione una stanza un po’ più confortevole e pulita! Ormai è già buio e ci dobbiamo sbrigare per preparare la prossima tappa con le nostre quotidiane attività di manutenzione e bucato. Il forte maestrale ci dà una mano ad asciugare tutto velocemente. Tuttavia il nervosismo accumulato e la fretta riesce a rovinarci l’ umore della serata ed andiamo a dormire stanchi morti tralasciando un importante particolare che si rivelerà decisivo per la tappa successiva che prevede la scalata del massiccio del Gennargentu …



31/05/ 2010

IV^ TAPPA: Altipiano di Sttiles – Villanova Strisaili Km. 56; dislivello 1438 mt; altezza minima 825 mt - massima 1305 mt

Causa assenza TV, mancata copertura della telefonia mobile ed assenza di giornali non siamo riusciti ad avere notizie sulle condizioni meterologiche previste per la giornata odierna. Avremmo dovuto chiedere di poter chiamare dal telefono fisso dell’ agriturismo familiari/conoscenti per ricevere informazioni indirette, ma per la stanchezza e l’ indisposizione nei confronti del gestore non l’ abbiamo fatto. Abbiamo pertanto ignorato lo stato di allarme per vento forte sulla Sardegna diramato dalla Protezione Civile…!

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Ci svegliamo con ... cielo plumbeo, nuvole basse e vento forte di maestrale! Decidiamo comunque, “imprudentemente”, di partire seguendo la nostra traccia prestabilita. Dopo 10 Km. di asfalto, con il cielo rischiarito ed il vento alle spalle che ci spinge ad incredibili velocità di circa 30 Km/h senza quasi pedalare (e la cosa avrebbe dovuto insospettirci…) giungiamo alla caserma forestale di Funtana Bona ove inizia lo sterrato e pedaliamo le prime rampe della lunga salita al Gennargentu riparati in un tranquillo bosco.

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Passiamo sotto la vetta del monte Fumai in scenari a dir poco, incantevoli, ricchi di animali allo stato brado e con totale assenza della presenza umana.

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L’ aria si fa fredda e dopo l’ attraversamento di alcuni pianori e ruscelli iniziamo la vera salita che si arrampica su pareti brulle… ci rendiamo presto conto della forza smisurata che il vento riesce a raggiungere in questi luoghi!

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Capita addirittura di salire per brevi tratti, spinti dal vento, senza imprimere forza sui pedali!

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- Da quì a fine tappa non ci sono più foto -
Giunti alla vetta ad oltre 1300 mt s/m comprendiamo in quale “guaio” in cui ci siamo cacciati, ahimè..! Il vento ci strappa letteralmente le bici dalle mani agitandole come bandiere! Ed anche noi siamo letteralmente spinti via sollevati dal vento!
Solamente buttando la bici a terra e sdraiandoci sopra con tutto il nostro peso siamo riusciti ad evitare di precipitare a valle. Siamo rimasti fermi in questa posizione difensiva per circa 30 minuti … Decidiamo quindi di muoverci, strisciando “carponi” con la bici stretta a noi in una profonda canalina provvidenzialmente scavata dall’acqua a bordo del sentiero. Questo ci ha permesso metro dopo metro di lasciare progressivamente il punto più colpito dal vento e, con grosse difficoltà, sempre tenendo stretta a noi la bici, guadagnare la discesa. Dopo aver strisciato per circa 45 minuti riusciamo a perdere 100 mt di quota ed a rimetterci in piedi guadagnando altra discesa, fin quando, finalmente, riusciamo a risalire in bici discendendo a quota 950 mt. Tuttavia stare in sella è ancora alquanto complicato per le continue raffiche e la marcia prosegue assai lentamente su saliscendi ormai per noi molto faticosi. Ed è con grande sollievo che al 33° km a quota 1070, dopo l’ attraversamento di una strada provinciale, ci lanciamo in bella discesa su uno sterrato che costeggia il Rio Bau Mandara in una stretta valle riparata dal vento che ci dovrebbe portare sino all’ arrivo. Purtroppo dopo aver perso duecento metri di quota seguendo come sempre la nostra fedele traccia GPS ci rendiamo tristemente conto che il sentiero non è più percorribile poiché cancellato dalle esondazioni invernali del fiume. Al suo posto rimane l’ alveo del fiume con fondo non percorribile anche a piedi. Sconfortati siamo costretti a girare le biciclette e risalire sino alla strada provinciale. Le imprecazioni di Gerardo scandiscono il ritmo di pedalata…. Reincrociamo la strada provinciale e pieghiamo verso ovest per raggiungere Villanova di Strisaili su asfalto. Ci chiediamo se vi arriveremo mai perché controvento anche nei tratti pianeggianti od in lieve discesa siamo costretti a scendere e spingere le bici per cercare di vincere il vento che ci si oppone. Non sono certo queste le condizioni ideali per andare in bici e ci chiediamo cosa ci possa essere di peggio… infatti inzia a piovere! Stremati, infreddoliti e bagnati perdiamo progressivamente altra quota finchè la strada in discesa non piega nuovamente verso sudest. Allora il vento ci torna favorevole e, stando attenti a non sbandare troppo veniamo spinti in una volata sino a Villanova dove ci aspetta l’ ottimo Albergo Zia Maria. Sono le 5 del pomeriggio, entriamo in albergo intirizziti ed infangati e riceviamo una accoglienza calda ed affettuosa che difficilmente potremo mai scordare. Dopo aver rimessato le bici veniamo accompagnati in una ottima camera con ogni confort e bagno e doccia adeguati. Nel mentre che ci docciamo e ci cambiamo, zia Maria ci prepara un pranzo con colangionus fatti in casa che farebbero resuscitare anche i morti… infatti resuscitiamo anche noi! Alle 20.30 ceniamo nuovamente con specialità sarde innaffiate da ottimo cannonau. La cena si protrae tra chiacchere e brindisi con altri avventori e persone del luogo. Gerardo manifesta i suoi dubbi sull’ opportunità di continuare. Andiamo a dormire rinvigoriti cercando di non pensare al meteo di domani che danno incerto e contraddittorio… chi vivrà vedrà.



01/06/2010

V ^ TAPPA: Villanova Strisaili – Jerzu Km. 44; dislivello 1079 mt; altezza minima 612 mt - massima 1056 mt

Apriamo le finestre di mattino presto e troviamo uno splendido sole impegnato a riscaldare l’ aria frizzante.

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Miracolosamente il vento non c’ è più! L’ umore è di nuovo alto. Indossiamo le profumate divise che Zia Maria ci ha gentilmente lavato ed asciugato. Ci dirigiamo verso Jerzu e l’ Olgiastra. Dopo un breve tratto pianeggiante su asfalto, inizia la salita sterrata.

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Superate le rampe iniziali Gerardo rompe la catena … prontamente riparata! Proseguiamo tranquillamente in piacevole pedalata per tutta la giornata.

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Incontriamo mufloni ed altri animali. In prossimità di Jersu ci si affaccia in lontananza sul mare della costa orientale.

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Giungiamo presto all’ all’ottimo “Rifugio di Ogliastra”. Posto confortevole e caldo (i termosifoni sono accesi!), gestore gentile, cibo buono, officina per la bici superattrezzata. Ne approfittiamo per fare una approfondita manutenzione.



02/06/2010

VI^ TAPPA: Jerzu – Armungia Km. 54; dislivello 1130 mt; altezza minima 64 mt - massima 847 mt

Al Risveglio … l’inaspettata sorpresa … Torna il Maestrale accompagnato da … nuvole! Si decide di partire ugualmente perché il percorso è in andatura prevalentemente “portante” (non per niente ho un passato da velista…). Attraversiamo ancora una zona ventilata … ci accompagnano filari di pale eoliche … Procediamo con difficoltà su asfalto sino a Perdasdefogu.

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Poi su sterrato ci immergiamo all’ interno di una zona militare in una natura incredibilmente bella pedalando su single track mozzafiato …colori pastello degni di un pittore impressionista.

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A volte dobbiamo superare alcuni "ostacoli naturali"...

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La ripida e lunga discesa finale ci porta a perdere 500 mt di quota in un unico fiato sino al fondovalle dove guadiamo (senza mettere piede in acqua!) il fiume Flumendosa. Ci aspetta in ultimo la salita di 300 m. disl. sino ad Armungia. Sull’ erta finale Gerardo propone di chiedere un passaggio a qualche furgone ma fortunatamente non ne passa nessuno. Ci attende la bella e singolare “Locanda dei Carabinieri” ove siamo gli unici ospiti.


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Qui veniamo “ viziati” dalla sig. ra Lina che, dopo cena, ci lascia le chiavi del locale e se ne va … per “riapparire” all’indomani … con una colazione coi fiocchi degna del miglior biker.




03/06/2010

VII^ TAPPA: Armungia – Cagliari Km. 69; dislivello 1173 mt; altezza minima 4 mt - massima 920 mt

Giornata Splendida! Aria frizzante, cielo terso! Partiamo “ carichi” … è l’Ultima tappa! E Vai ..…ci pregustiamo un tuffo finale a Cagliari nelle limpide acque del Poetto…… !!! Ci avventuriamo in sterrato bello … pedalabile … che ci porta ad attraversare due valli con un paesaggio di una bellezza incredibile percorso solo da mandrie di buoi e cavalli … ed un’infinità di maiali selvatici!!!

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Questa tappa si caratterizza per notevoli saliscendi; l’ultimo ci porta su un altopiano tra monte Genis e punta Serpeddi.

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Percorriamo l’altopiano per parecchi km… finché non scorgiamo … sotto di noi la piana di Cagliari ed il mare!!!

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Possiamo dire … che è Fatta!!!! Ultima entusiasmante picchiata su veloce sterrato sino a Sinnai che ci fa perdere in un solo fiato 900 mt di quota.

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Ci dirigiamo verso Quartu e la spiaggia del Poetto. Purtroppo qui c’ è ancora un vento freddo di maestrale che ci impedisce l’ agognato bagno finale.

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Dormiamo a Quartu in un tranquillo e confortevole “ bed and breakfast” (mica male la padrona…).
Ci aspetta una Serata di follia … in un Ristorante di Quartu con bevuta e foto di rito! La mattina successiva passerella finale lungo la ciclabile del Poetto sino alla stazione di Cagliari, ove abbiamo preso un vetusto treno per Olbia. Rientro da Olbia in traghetto.



Note …

Esperienza affascinante! Tappe dure … e comunque … per l’amenità del paesaggio, per l’asperità del territorio, per la mancanza assoluta dell’elemento umano che ha caratterizzato tutto il nostro percorso, per la sfida contro il vento e soprattutto contro noi stessi… vale la pena di vivere!
Ho temuto molto per i materiali dopo lo squarcio del mio copertone alla prima discesa. Tuttavia le bici si sono comportate ottimamente ed a parte la rottura della catena di Gerardo non abbiamo più avuto guasti. La riparazione del mio copertone ha tenuto ottimamemente e, pur avendo portato un copertone tubeless di ricambio non l’ ho più cambiato. Al momento di scrivere queste note (sono passati 6 mesi dal viaggio) la gomma è ancora montata con la sua toppa e la stò continuando ad usare così… mi ci sono affezionato!
Si ringrazia vivamente la tecnologia GPS senza la quale ci saremmo persi già alla prima tappa.
(N.B. la traccia GPS che troverete linkata sul sito è quella effettivamente da noi percorsa e non quella originariamente programmata in quanto abbiamo convenuto di pubblicare le tracce di dove siamo realmente passati con le nostre ruote, solamente ripulite da quegli errori di percorso che sono purtroppo sempre inevitabili quando non vi è la diretta conoscenza del territorio).

Alberto e Gerardo


NB: le tracce GPS sono pubblicate negli ITINERARI

http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3498
 

nicknic

Biker popularis
21/12/09
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Bravissimi, giro memorabile ...

se penso che sono un "vecchietto" come voi (55) e che ho anch'io una bella Epic, soprannominata il Ghepardo, vi sono ancora più vicino ...
 

Amos Cardia

Sardinia Biking
16/6/08
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www.sardiniabiking.com
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Ciao Alberto e Gerardo,
complimenti. Per quanto ve la siate ben aggiustata (380 km. contro 450 , 9500 m. di dislivello contro 11.000, la quota maggiore di asfalto), considerando che eravate soli resta comunque un'impresa epica!

Io sono una guida TranSardinia e per me è diventata un po' una piacevole routine, ma leggendo il vostro racconto ho rivissuto la mia prima esperienza dell'ormai lontano 2005, esaltante e tragica (partecipai direttamente alla versione hard, senza la adeguata preparazione) allo stesso tempo.
Era lo stesso anche l'albergo del quale non siete rimasti soddisfatti, infatti è da tanto che ci serviamo da un altro, degno della "vostra" Tzia Maria.

Se tornate in Sardegna fatevi sentire, anche soltanto una birra fa sempre piacere.

Ciao.
 

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