Capodanno 2011 - Altissimo di Nago

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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FabryLorenz

Biker perfektus
28/7/06
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Riva del Garda
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Già da qualche tempo ho preso l'abitudine di iniziare l'anno con un giro in bici beneaugurante, e nelle ultime occasioni mi è sempre capitato di farlo nella neve. Per il 2011 avevo da tempo idea di ripetere il giro del capodanno precedente ma una nuova idea si è pian piano insinuata nella mia mente, sebbene sulla carta molto più difficoltosa e probabilmente non realizzabile vista la quota della cima da raggiungere. Tanti dubbi, qualche idea alternativa (ciaspole al posto della bici), indecisione sino all'ultimo momento... Telefonata al gestore del rifugio che però è abbastanza categorico: "La neve non tiene, si sprofonda, impossibile usare la bici. La strada fino al rifugio ai piedi della cima è sgombera di neve perché è passata la fresa, ma più su si arriva solo a piedi".
La sera del 31 dicembre, però, una talpa mi dà la dritta che mi occorre: "Siamo saliti senza ciaspole, sul sentiero non c'è moltissima neve...". Questo basta per caricarmi e farmi decidere: si sale in bici! Punto la sveglia alle sei, preparo la bici in macchina ed uno zaino pieno di indumenti di ricambio e provviste.

La sveglia suona impietosa ma per fortuna non ho fatto tardi la sera prima e l'idea del giro da fare mi galvanizza più del caffè. Salgo in macchina che è ancora buio pesto (è una delle poche volte che non parto direttamente in bici da casa ma per poter tornare ad orario ragionevole ogni tanto uno strappo alla regola è concesso) e raggiungo Brentonico con il termometro che segna -4. La temperatura non è proprio invitante, ma so già che dopo qualche centinaio di metri la strada in salita mi farà sudare. Inizio a pedalare con la strada deserta, giusto qualche macchina di "mattinieri" mi supera ogni tanto e mi guarda come se stessero vedendo un extraterrestre. Pochi chilometri e la strada guadagna velocemente quota... nessun rumore, tutti stanno ancora smaltendo i festeggiamenti della sera precedente. Verso est però inizia a sorgere il primo sole del 2011, la luce inizia a farsi decisa ed è il momento di fermarsi a fare le prime foto..

Nelle prime luci dell'alba si staglia la familiare sagoma del "Cecco Beppe"...
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Volgendo lo sguardo verso nord le cime dello Stivo e del Cornetto iniziano a dipingersi di rosso
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Anche la bici vuole una foto: siamo daccordo che fino alla cima tocca a me fare fatica, poi sarà il suo turno!
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Sono in anticipo sulla tabella di marcia, quindi salgo con calma e mi gusto il paesaggio raggiungendo San Valentino senza patire troppo il freddo, con un po' di preoccupazione per la prima incognita di giornata: la strada che conduce al rifugio Graziani. Arrivo alla transenna che delimita la deviazione per il rifugio e rimango piacevolmente sorpreso: la fresa ha eliminato la maggior parte della neve lasciando solo un sottile strato di qualche centimetro perfettamente pedalabile scongiurando il pericolo di ghiaccio che renderebbe l'ascesa difficoltosa.
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Sono le nove e mezza quando raggiungo il rifugio Graziani a quota 1600, ancora in anticipo sulla tabella di marcia e decido che mi posso concedere una sosta caffè prima di iniziare gli ultimi 450 metri di dislivello a spinta. Il sole intanto continua a salire ed a mostrare uno spettacolo naturale di rara bellezza: tutto intorno a me solo cime innevate, non c'è traccia di foschia e questo mi fa già pregustare quello che vedrò più in alto.

Bevuto il caffè è ora il momento di levare il casco ed indossare berretto ed occhiali da sole per affrontare la seconda incognita di giornata... il primo tratto nella neve non è entusiasmante, si sprofonda e spingere la bici è faticoso ma capisco subito che questo è dovuto al fatto che la traccia seguita dagli escursionisti non segue fedelmente la strada ma ne taglia il primo tratto. Raggiungo la strada e la musica cambia: il sentiero diventa ben battuto e salire non è più difficoltoso.
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Mano a mano che guadagno quota il panorama che si apre è magnifico, ed anche la temperatura sale notevolmente, tanto che sono costretto a fermarmi per levare un po' di indumenti, decisamente oggi si sta meglio quassù che in valle al freddo.
Verso est lo Zugna non nasconde più il gruppo del Pasubio e la vista spazia fin sull'altopiano dei Lessini:
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Continuo a salire ed inizio ad incontrare gruppi sempre più numerosi di escursionisti che hanno fatto il cenone al rifugio. Mi guardano con stupore e si stanno probabilmente chiedendo chi è il folle che sale spingendo la bici un sentiero che hanno affrontato con fatica il giorno precedente con le ciaspole ai piedi.
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Aumenta la quota ed aumenta anche la neve, con qualche tratto dove si sprofonda decisamente e qualche taglio che mi obbliga a portarmi la bici in spalla per fare meno fatica, ma la vetta si avvicina inesorabilmente e sono sempre più felice mentre inizio a pregustarmi la discesa che si annuncia molto godibile:
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L'ultimo strappo è più faticoso del previsto ma il GPS mi dice che oramai mancano poche centinaia di metri al rifugio e sono già a quota 2000, approfitto solo del passaggio dell'ultimo gruppo di escursionisti per l'ultima sosta. Sono così emozionato che non sento la fatica, anche se il fiatone mi dice che è stata una bella sfacchinata, ma il rifugio ora è proprio lì davanti a me:
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Parcheggio la bici ed entro per cambiarmi e gustarmi finalmente qualcosa di caldo, tra gli sguardi increduli dei pochi avventori rimasti e dei gestori, che decidono di immortalarmi quasi fossi un animale raro...
Si sta benissimo, la temperatura è mite grazie all'inversione termica e verrebbe veramente voglia di non tornare più a valle tanta è la bellezza che si gode da quassù. Il tempo però è tiranno, giunge l'ora di rivestirsi per il ritorno non prima di affrontare l'ultimo minimo dislivello per raggiungere la cima:
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Sopra di noi solo il cielo, casa mia è la sotto, 2000 metri più in basso...
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Ultima panoramica prima della discesa, dall'Adamello ad Ovest fino al gruppo del Brenta, Stivo, Bondone ed ancora più su... sembra quasi che oggi non ci sia limite all'orizzonte...
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Ripongo la macchina fotografica, giro la bici, mi attende ora la seconda metà del giro.... mi spiace per i posteri, ma ero troppo felice e divertito per pensare di fermarmi ed immortalare il paesaggio!
 

Classifica mensile dislivello positivo