Red Bull Race Down to the Middle of the Earth

marco

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Monte Bar
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L´elmetto da minatore che ho in testa preme contro le travi d´acciaio del montacarichi. Una campanella suona quattro volte per indicare che il “carico” è pronto. Si comincia a scendere. Il buio è completo, non c´è luce. Nessuno parla, la tensione è palpabile. Meglio non pensare a quanti metri di vuoto si trovino sotto i nostri piedi. Ogni dieci secondi devo stapparmi le orecchie per il cambiamento della pressione. Con una velocità di 6 metri al secondo ci dirigiamo verso il centro della terra. 3 minuti circa ed eccoci 700 metri sotto il suolo. Luce. Un tunnel gigantesco, simile ad un traforo autostradale anche nell´illuminazione, ci dà la prima impressione di quanto sia grande questa ex miniera di sale di potassio nel cuore dell´ex Germania dell´Est. Circa 128 km di gallerie si diramano in tutte le direzioni, arrivando fino a 1000 metri di profondità.

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Il viaggio verso il percorso della gara di downhill più pazza del mondo continua su un camion scoperto usato per trasportare i minatori ai loro posti di lavoro. “Polvere” di sale dappertutto, gli occhi bruciano mentre sfrecciamo nel buio pesto dei tunnel. Fino al 1991 si è lavorato qui sotto, muovendosi come delle talpe alla luce delle fotoelettriche, stando sempre attenti ad eventuali perdite di gas. Da quattro anni la miniera è aperta al pubblico. Oggi un pubblico speciale ne occupa una piccola parte. Mountainbiker si muovono come delle ombre in un tunnel illuminato da luci rosse e gialle, i colori di Red Bull.

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Anche il viaggio fino a Sondershausen, vicino a Erfurt, ha un che di storico. Partendo dall´opulenza della Baviera e passando per il grigiore dei palazzoni di un´altra era politica si arriva nella vasta campagna del Thüringen, regione famosa per i suoi würstel. Attraversando un paesino di cui non ricordo più il nome mi sono messo improvvisamente a ridere come un pazzo. In macchina. Da solo. Quando l´auto che mi procedeva ha cominciato ad andare a zig zag come se fosse un ubriaco a guidarla. Le mie risate si sono spente alla prima mostruosa buca. Circa 3 km di rally cittadino, stando attento ad evitare le buche e il traffico nel senso oppposto di marcia. Ancora un semaforo rosso. Ho il tempo di ammirare un negozio che fa da “Clinica per bambole”, incredibilente sopravvissuto all´avvento del capitalismo in questo angolo dimenticato d´Europa, prima di arrivare alla miniera “Glückauf”.

Gli spettatori si trovano negli anfratti adiacenti al percorso di gara. Per poter assistere ai funambolismi su due ruote è stato fatto un concorso su internet. Dato il limite dei posti disponibili, sono stati invitate le 200 persone che hanno dato la motivazione più divertente al perché proprio loro dovessero assistere di prima persona alla gara. Per ragioni di sicurezza non sono state ammesse più persone di quelle che compaiono sulla lista ufficiale. In caso di incendio o altre calamità qua sotto sono infatti disponibili solo un determinato numero di “salvavita”, cioè bombole con ossigeno e una torcia. Anche se dubito che qualcuno possa veramente trovare la retta via per uscire da questo dedalo di gallerie. I guidatori dei camion sfrecciano ad improbabili velocità nei tunnel. Giocano in casa, loro. Tutti gli altri non devono neanche provare ad allontanarsi da uno dei tunnel illuminati. Altrimenti li si ritrova fra qualche decina d´anni sotto forma di scheletro. Ammesso che li si ritrovi..

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Ci sono circa 30° centigradi, ma non solo per questo l´atmosfera è calda. La competizione sta per iniziare, tutto è pronto per il primo duello della giornata. Due downhiller alla volta si sfidano passando attraverso le fiamme del cancelletto di partenza e gettandosi a capofitto nel difficile percorso. L´eliminazione è diretta, le qualificazioni sono state fatte in mattinata. La prima sezione è costellata di salti tipici del bikercorss, seguita da una violenta curva a 90° verso destra che immette nella sezione di downhill. Qui il terreno diventa molto irregolare a causa di appuntite rocce che hanno provocato numerose forature durante le qualifiche. Uno spettacolare wallride viene seguito dalla parte più veloce e ripida del tracciato, dove gli atleti toccano gli 80 km all´ora. “È come saltare nel buio. Potrei anche chiudere gli occhi e riaprirli solo al momento dell´atterraggio” mi dice Cedric Gracia fra una manche e l´altra. Proprio lui che soffre di claustrofobia ha vinto la prima edizione della gara, tenutasi nel 2001. Le semifinali degli uomini sono al fulmicotone. Steve Peat contro Cedric Gracia, Brian Lopes contro Greg Minaar. La velocità con cui si gettano nei tunnel è sbalorditiva. Peat e Gracia arrivano contemporaneamente alla prima staccata, l´inglese derapa e perde terreno rispetto a Gracia. Nel tratto downhill Peat ce la mette tutta per raggiungere il concorrente, sbaglia una traettoria e vola per terra poco prima del wallride. Si ferisce leggermente proprio lì dove non ha indossato le protezioni, sui gomiti. La semifinale è persa. Lopes la fa da padrone nell´altra semifinale. L´americano è in forma smagliante e si sente a suo agio 700 metri sotto terra. La finalissima è semplicemente incredibile. Sia Gracia che Lopes pedalano come dei matti nei primi 30 metri del percorso, tentando di rimanere il più a lungo possibile a contatto con il suolo per imprimere ancora più velocità al mezzo pedalando. Decollano contemporaneamente solo sull´enorme table. Lopes atterra prima e dà ancora due colpi di pedale che lo portano in vantaggio alla prima staccata. Gracia proverà a superarlo, ma l´americano difende bene la traettoria ideale e vince la seconda edizione del “Red Bull race down to the middle of the Earth”.

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Fra le donne non c´è storia. La mitica Anne-Caro Chausson rimane praticamente senza concorrenza, potrebbe quasi gareggiare con i colleghi maschi. E dire che in questo periodo non sale quasi mai in sella, dedicandosi giustamente di più al freeski sulle Alpi francesi.
Scambiando due parole con diversi downhiller dopo la gara vengo a sapere quanto Red Bull sappia stimare questi ragazzi. A parte lo stipendio giornaliero che ognuno di loro riceve per la partecipazione e il premio in denaro per i primi classificati (5000 Euro), l´organizzazione ha tirato fuori dal cappello regali sotto forma di cellulari Siemens, borse Oakley, felpe e altro ancora. La giusta ricompensa per una prestazione unica. Qualcuno che va contro il trend attuale, dove anche le squadre più grosse faticano a sopravvivere. Alcuni dei downhiller, fra cui la svizzera Marielle Saner, qualificatasi terza, non sapevano ancora se la propria squadra avrebbe partecipato alla coppa del mondo di downhill del 2003.

Un evento del genere non potrebbe non concludersi con una festa spettacolare. Una gigantesca grotta artificiale, 700 metri sotto il suolo, offre l´ambiente giusto per uno dei party più caldi dell´anno. Dopo la premiazione le luci si abbassano e si entra nel primo girone infernale con “You got the right to party” dei Beastie Boys. La gente è entusiasta, il fantastico DJ diventa il diavolo sotto-terra, i cuscini rosso fuoco dei divani cominciano a volare sopra le teste di 300 assatanati di mountainbike e verso le tre del mattino non rimane più una goccia di alcool in un inferno dantesco di musica e corpi in movimento.


Classifica donne:
1 Anne Caro Chausson (F),
2: Marla Streb (USA)
3: Mariella Saner (CH)
4: Fionn Griffith (UK)

Classifica uomini:
1 Brian Lopes (USA)
2: Cedric Gracia (F)
3: Greg Minnaar (SA)
4: Steve Peat (UK)
 

Sasar

Biker superioris
19/2/03
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Eccezionale... :shock: ancora tanto di cappello a Red Bull... ed un po' di invidia per i 200 fortunati spettatori.

Diretur ci puoi deliziare con qualche bella foto in piu? :-o
 

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