La percezione del pericolo in montagna.

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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pk71

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Vicopisano
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Nicolai G16
Ecco alla luce di ciò, mi viene da ipotizzare che un tratto percepito come "difficile" potrebbe essere meno pericoloso di un tratto percepito come più "facile": in quanto se io percepisco una cosa come "difficile" sto molto più attento e non prendo sotto gamba la situazione. Invece se percepisco la cosa come "facile" potrei rischiare di più. Stesso discorso quando si è "abituati al rischio" (che è l'altra faccia della medaglia chiamata "esperienza") potrebbe anche giocare nel senso di far prendere sotto gamba certe situazioni. La mia opinione è che in montagna che si sia esperti o meno, bisogna sempre avere un fondo di timore.
Che poi è quello che accade molte volte negli ambienti di lavoro, tanti infortuni sono dovuti, oltre al mancato rispetto delle regole minime di sicurezza, alla disinvoltura nell'affrontare una situazione "normale", la routine abbassa la soglia di attenzione e nel momento in cui qualcosa esce dai binari, quell'attimo in più, che serve per riattivare l'attenzione e riprendere in mano la situazione, molte volte è fatale.
Ci si dimentica che la statistica vuole che almeno una volta vada in malora, e se sei pronto bene, se non lo sei e oltretutto non sei nemmeno attrezzato ........... :prega:
 

Andrea80bz

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Guarda che stai proprio cadendo in uno dei due casi "da evitare" che hai esposto sopra.
Stai sottostimando tutta una serie di pericoli per giustificare la tua scelta di andare da solo.

Soprattutto per lo scialpinismo. Non si può sentire.
Sono dell'idea che andando da soli (e comunque in luoghi un minimo frequentati) si abbia una maggiore percezione del pericolo (cioè hai più paura) e quindi si abbia la tendenza a essere molto più cauti e ponderati nel prendere decisioni: se io vado da solo faccio al massimo una gita da MS+, e posso decidere da me se arrivare in cima o solo fino all'anticima etc senza farmi influenzare da altri.. Se vado in comitiva (magari con gente "esperta") già mi faccio trascinare in una gita da BS (OSA no perchè non sono comunque bravo abbastanza).. Per il resto basta leggere le cronache per vedere quanto spesso le valanghe abbiano investito comitive di scialpinisti (inclusa gente "molto esperta").
Certamente fare BS o OSA da soli (considerando che si tratterebbe di gite molto poco o per niente frequentate) sarebbe effettivamente irresponsabile e comunque non le farei nemmeno in gruppo. Quindi appunto, ci sono diversi parametri da prendere in considerazione.
 

maxfrusciante

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Personalmente vivo la montagna con amore e timore...
So che sono un escursionista esperto, un mtbiker esperto, sono anche un operatore di primo soccorso.
Tutto questo però non mi tranquillizza mai...vado spesso a correre in montagna, sempre gli stessi boschi che conosco a memoria, idem in mtb.
Eppure quella sensazione di paura non mi molla mai quando sono solo. Un po' mi salva un po' mi limita.
Al contrario in compagnia tendo a rischiare consapevole che con me c è qualcuno ma meno consapevole che se cado in un dirupo possiamo anche essere in 30 che non mi salva nessuno...
In generale come diceva mio nonno "la compagnia è bella ma può portarti all inferno" (in dialetto suona meglio ma preferisco tradurre :mrgreen:).
Idem in mare dove faccio surf e vado in barca...da solo sempre con le antenne alzate...in compagnia meno...
Non so se per gli altri è la stessa cosa...

Poi è vero che il turismo in montagna è diventato di massa e quindi nelle località si cerca di vendere quante più esperienze possibili...ma è giusto così, le persone in quei luoghi riescono a farsi una vita grazie al turismo e non sono costretti ad emigrare come il sottoscritto. Poi se uno che non ha mai fatto una passeggiata si butta dalla black snake di cosa parliamo...
Purtroppo siamo nel mondo dei selfie e dei social se non si fa la foto non esisti...giusto che la montagna faccia selezione anche di questi individui.
 
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avalonice

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quello che non sorprende invece è:
', “l’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto”.''
Lo stereotipo del Merendero distratto...

il 9%(in aumento) di interventi legati alla MTB invece è un valore enorme considerando il rapporto numerico tra escursionisti e ciclisti.
la maggior parte della popolazione italiana attuale si trova tra i 50 e 60 anni, quindi non sorprende che la maggioranza di "tutto" si trova in questo range di età
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Fermo80

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In generale come diceva mio nonno "la compagnia è bella ma può portarti all inferno" (in dialetto suona meglio ma preferisco tradurre :mrgreen:).
Idem in mare dove faccio surf e vado in barca...da solo sempre con le antenne alzate...in compagnia meno...
Non so se per gli altri è la stessa cosa...
In compagnia possono scattare comportamenti di emulazione che ti portano a pensare che se lo fanno gli altri non c'è problema. Oppure "competitivi", se gli altri non mollano non voglio farlo nemmeno io, che altrimenti faccio la figura del pirla.

Ovviamente ci sono situazioni e situazioni, ognuna con pro e contro. In montagna i rischi ci sono, io non ne ho mai presi tanti ma qualcosa può sempre capitare.
Però sono vivo perché una volta ero in compagnia di un'altra persona, legato come un salame laddove quasi nessuno si lega per fare un pezzetto un po' insidioso lungo una cresta marcia, ma non certo impossibile. Fossi stato da solo probabilmente (ma non sicuramente) non ci sarei arrivato lì sopra ma mi sarei fermato prima, fossi stato in compagnia "normale" (ma si, si fa!) probabilmente sarei morto con croce e mazzolino di fiori (e purtroppo niente epitaffio), quella volta mi è andata bene che era una situazione ibrida. ;-)
 
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Fermo80

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Un errore bizzarro, vista l'ora presumo la stessero approcciando dal basso.
Tuttavia, a meno che non ci fosse nebbia, vuol dire che forse potrebbe essere necessaria anche una ripassatina ai segnavia.
 

tarzan

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Dalle mie parti, tra Pordenonese ed Alpago, corre "l'Alta Via dei Rondoi" , un percorso molto intrigante e selvaggio l,ad anello e quasi sempre in cresta, che tocca 5 cime ..
Non particolarmente difficile, attrezzato nei punti più pericolosi e raggiungibile con facilità dal turismo di massa...
Non sto a dirvi quante disgrazie sono capitate li ..Non ci sono abbastanza "filtri" per arrivarci, in un attimo ti trovi dal tranquillo sentiero ad essere circondato da strapiombi da brivido :(
 
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Andrea80bz

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Dalle mie parti, tra Pordenonese ed Alpago, corre "l'Alta Via dei Rondoi" , un percorso molto intrigante e selvaggio ad anello quasi sempre in cresta che tocca 5 cime ..
Non particolarmente difficile, attrezzato nei punti più pericolosi e raggiungibile con facilità dal turismo di massa...
Non sto a dirvi quante disgrazie sono capitate li ..Non ci sono abbastanza filtri per arrivarci :(
i cosiddetti "sentieri attrezzati" cioè quelli che non sono qualificati come vere e proprie ferrate, magari perchè non così esposti, sono tra i più pericolosi: ci va gente con poca dimestichezza e senza imbrago/moschetto perchè pensa che è un "sentiero" solo un po' più difficile...personalmente sentieri attrezzati ne percorro diversi senza assicurazione quando vado a fare corsa in montagna specialmente in Catinaccio (forra dell'Orso dalla val di Ciamin o quando si sale al passo Molignon dal rifugio Alpe di Tires..), e francamente bisogna temerli: specialmente se si fanno in discesa, ed è per questo che io li faccio esclusivamente in salita. Poi le creste sono un discorso a parte, specialmente quelle non attrezzate, io le faccio sempre a "passo di gatto". Ma vedo gente (e mi viene paura solo a guardarli) che le fanno camminando come se stessero passeggiando sul marciapiede.
 

Fermo80

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Oddio. A parità di difficoltà oltre un certo "livello" preferisco se mi mettono qualche attrezzatura piuttosto che se non la mettono.
D'altra parte ci sono sentieri attrezzati oggettivamente facili (in alcuni ci si chiede anche l'utilità dell'attrezzatura, visto che a volte è pure scomodo usarla) e sentieri difficili. Però un sentiero può essere difficile anche senza attrezzatura, e l'attrezzatura te lo semplifica un poco.

Poi è chiaro che serve prudenza e attenzione, ma quella ci va sempre.
 

stefanocucco83

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.. Poi le creste sono un discorso a parte, specialmente quelle non attrezzate, io le faccio sempre a "passo di gatto". Ma vedo gente (e mi viene paura solo a guardarli) che le fanno camminando come se stessero passeggiando sul marciapiede.
guardati i video di Killian Jornet mentre si fa le sue "corsette" su e giù per i fiordi Norvegesi. Creste paurose...:paur:
 

Andrea80bz

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Andrea80bz

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Qui parlano di un escursionista che è caduto dalla via normale dell'Adamello.
Non sono mai stato sull'Adamello, ma mi risulta che anche la via normale abbia un carattere alpinistico:
 

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