qui trovate il report
http://www.on-ice.it/RIS_ALP/data1.asp?ID=294
Dopo quasi un mese di inattività per motivi universitari (!) e scarsa motivazione, io e Teo Mazza rubiamo una mattinata allo studio e ci lanciamo verso una delle nostre vette "di casa". Partenza traumatica in trial con il buio delle 6.30 con un vento gelido che non lascia presagire nulla di buono. Partiamo a piedi alle 7.20 dal ponte e con stupore troviamo le prime chiazze di neve alla base del Vacaresc a 900m (!) la neve scompare poi nel bosco fino a 1200m. Il freddo pungente ci fa salire lentamente ma senza pause. Raggiunta la C.ra di Mezzana a 1425m ci stupiamo dei 15-20cm di neve compatta che troviamo. Un vento gelido e temperatura sui -8° rendono la salita pienamente invernale. Il sole è ancora un miraggio e ci gustiamo la nostra prima digressione orobica della stagione. Superiamo la casera e saliamo verso i Barec del Sciuc. La neve aumenta di spessore fino a 30-40cm e ci rallenta notevolmente la marcia. Sopra di noi vediamo ora i versanti meridionali dellAla del Nibi e dello Stavello già inondati dal primo sole e cerchiamo di correre velocemente verso il topo-climate change. Più ci alziamo e meno neve troviamo. Sfruttiamo una costa di abeti e larici per camminare un po sul pulito. Ad un certo punto, sui 1800m raggiungiamo loptimum climatico vallivo e di colpo ci troviamo su pascoli riscaldati dal sole mattutino e senza un filo di neve. Ci fermiamo per qualche minuto poi riprendiamo la salita proprio alla base del dirupato versante SE dellala del Nibi. La marcia è ora molto lenta a causa della pendenza elevata e del nostro non invidiabile stato di forma. Raggiunta la Bocc.ta dellAla una folata di tramontana ci risveglia dal nostro torpore sahariano e ci sprona a riprendere la salita lungo la comoda cresta est. I cumuli di neve ventata nascondono delle voragini infraroccia molto insidiose che ci fanno temere per le nostre gambe. Poco prima dellultimo tratto ci accorgiamo che qualcuno ci ha preceduto in vetta. Un camoscio bruca tranquillo i scerniun nei pressi della croce, cerchiamo di avvicinarci senza farci notare ma a 25000km ci vede,sente,odora e se ne va fischiando lungo la cresta nord ovest. Riprendiamo la salita cercando di stare sul versante meridionale al riparo dal vento gelido. Arriviamo in vetta alle 10.20. Visibilità >> infinito, neppure una nuvola dal Rosa allOrtles. Magnifica panoramica delle vette circostanti. Lidillio dura poco visto il vento gelido e la temperatura stabile sui -5° al sole. La discesa avviene sullombroso versante nord, la neve torna abbondante e insidiosa, il lungo e ripidissimo canalone della via normale estiva ci consegna, fra una maros e laltro, al Barec de Scima. Ci troviamo ora nellunica zona dombra visibile dalla nostra posizione, bella sensazione! Poco sopra la casera incontriamo due cacciatori che sfruttano lultimo giorno a disposizione per impallinare i Forcelli della zona. La discesa, facilitata dal morbido fondo nevoso, prosegue rapida. Poco sotto i Soi a circa 1100m le ultime chiazze di neve ci lasciano e il duro sentiero ghiacciato ci ricorda quanto sono due le suole dei nostri scarponi. Alle 12.30 siamo di nuovo alla moto ed alle 12.50 sotto la doccia cercando di salvare nella memoria gli splendidi momenti appena vissuti.
qui le foto
http://forum.meteonetwork.it/viewtopic.php?t=136634
ed eccovi una anteprima o-o

http://www.on-ice.it/RIS_ALP/data1.asp?ID=294
Dopo quasi un mese di inattività per motivi universitari (!) e scarsa motivazione, io e Teo Mazza rubiamo una mattinata allo studio e ci lanciamo verso una delle nostre vette "di casa". Partenza traumatica in trial con il buio delle 6.30 con un vento gelido che non lascia presagire nulla di buono. Partiamo a piedi alle 7.20 dal ponte e con stupore troviamo le prime chiazze di neve alla base del Vacaresc a 900m (!) la neve scompare poi nel bosco fino a 1200m. Il freddo pungente ci fa salire lentamente ma senza pause. Raggiunta la C.ra di Mezzana a 1425m ci stupiamo dei 15-20cm di neve compatta che troviamo. Un vento gelido e temperatura sui -8° rendono la salita pienamente invernale. Il sole è ancora un miraggio e ci gustiamo la nostra prima digressione orobica della stagione. Superiamo la casera e saliamo verso i Barec del Sciuc. La neve aumenta di spessore fino a 30-40cm e ci rallenta notevolmente la marcia. Sopra di noi vediamo ora i versanti meridionali dellAla del Nibi e dello Stavello già inondati dal primo sole e cerchiamo di correre velocemente verso il topo-climate change. Più ci alziamo e meno neve troviamo. Sfruttiamo una costa di abeti e larici per camminare un po sul pulito. Ad un certo punto, sui 1800m raggiungiamo loptimum climatico vallivo e di colpo ci troviamo su pascoli riscaldati dal sole mattutino e senza un filo di neve. Ci fermiamo per qualche minuto poi riprendiamo la salita proprio alla base del dirupato versante SE dellala del Nibi. La marcia è ora molto lenta a causa della pendenza elevata e del nostro non invidiabile stato di forma. Raggiunta la Bocc.ta dellAla una folata di tramontana ci risveglia dal nostro torpore sahariano e ci sprona a riprendere la salita lungo la comoda cresta est. I cumuli di neve ventata nascondono delle voragini infraroccia molto insidiose che ci fanno temere per le nostre gambe. Poco prima dellultimo tratto ci accorgiamo che qualcuno ci ha preceduto in vetta. Un camoscio bruca tranquillo i scerniun nei pressi della croce, cerchiamo di avvicinarci senza farci notare ma a 25000km ci vede,sente,odora e se ne va fischiando lungo la cresta nord ovest. Riprendiamo la salita cercando di stare sul versante meridionale al riparo dal vento gelido. Arriviamo in vetta alle 10.20. Visibilità >> infinito, neppure una nuvola dal Rosa allOrtles. Magnifica panoramica delle vette circostanti. Lidillio dura poco visto il vento gelido e la temperatura stabile sui -5° al sole. La discesa avviene sullombroso versante nord, la neve torna abbondante e insidiosa, il lungo e ripidissimo canalone della via normale estiva ci consegna, fra una maros e laltro, al Barec de Scima. Ci troviamo ora nellunica zona dombra visibile dalla nostra posizione, bella sensazione! Poco sopra la casera incontriamo due cacciatori che sfruttano lultimo giorno a disposizione per impallinare i Forcelli della zona. La discesa, facilitata dal morbido fondo nevoso, prosegue rapida. Poco sotto i Soi a circa 1100m le ultime chiazze di neve ci lasciano e il duro sentiero ghiacciato ci ricorda quanto sono due le suole dei nostri scarponi. Alle 12.30 siamo di nuovo alla moto ed alle 12.50 sotto la doccia cercando di salvare nella memoria gli splendidi momenti appena vissuti.
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