Seid ihr bereit?
Seid ihr soweit?
Willkommen in der Dunkelheit
In der Dunkelheit
....mi martellano i Rammstein a volume apocalittico dall'autoradio del Diretur.
Il quale mi ha imposto il ruolo di autista per poter sollazzarsi con due attività:
-fare il Dj ed uccidermi i timpani
-smaneggiare sul forum con il cellofono
lamentandosi ogni tot della mancata copertura 3G e cominciando a sbandierare il cell come un rabdomante in cerca dell'acqua.
Ogni tanto timidamente decelero quando il tomtom fischia la presenza di autovelox. Il diretur, senza distogliere lo sguardo dal cellofono, mi redarguisce:
-siamo in ritardo, cosa freni?!
-ci sono gli autovelox, poi mi flashano
-e tu sorridi cazzo!
Accelero.
Tra un urlo ed una schitarrata rammsteiniana odo i tuoni del temporale che stiamo attraversando. Piove a dirotto, ci sono nuvole basse e fulmini.
Penso che non promette bene per il raduno...
Il tomtom indica che manca poco all'arrivo. Fuori non si vede niente, tranne la strada bagnata con i primi ricci di castagne caduti.
Solo qualche luce lontana sopra l'orizzonte mi fa capire che ci sono delle alture attorno.
Poi la strada sale.
"Complesso turistico le Selve". Recita il cartello.
Scendiamo e non c'è anima viva
Il diretur si imbroncia che non c'è campo, figurarsi 3G.
Allora comincia a smanettare sull'autoradio in cerca di Radio Sembola, ma niente.
Comincia a correre dappertutto in cerca di una pista di bocce. Niente.
"Bar". Entriamo. Ci accolgono e ci rassicurano: coperte, lenzuola, asciugamani.
Il diretur, incazzato, vede un cartello
Il diretur ride a crepapelle.
Sono salvo.
Entriamo nella camerata. C'è un solo letto occupato da uno zaino. Vedo che ha il cartellino da aereo. Vedo l'aeroporto di partenza: Copenhagen
Il diretur si accaparra il letto più vicino alla finestra. Concordo.
Torniamo al bar: ci beviamo due birre con l'etichetta ammuffita.
Vedo un altro cartello: raccolta castagne 2eu al kg. Abbandono i miei progetti arraffoni.
Ciondoliamo dal sonno. E' tardi. Siamo stanchi.
Finchè si sentono delle voci. Arriva gente. Arrivano i forumendoli.
Dopo un po' di tempo, siamo tutti a letto (non assieme) e nella penombra, come un vecchio nonno che deve addormentare i nipotini, mi ritrovo a raccontare le gesta dello sheriffo ("Dov'è lo sheriffo?"): "quella volta che lo sheriffo..."
Poi il sonno.
La mattina il risveglio è nell'umidità. Fuori pioviggina. Un po' mi deprimo.
Poi esco, vado in bagno. Decido che mi trovo più a mio agio nel fare i bisognini contro un albero.
Esce gente dalle stanze. "buongiorno", "ciao". Facce nuove, facce mai viste. Eppure ci si guarda con curiosità.
La timidezza del mattino non facilita il chiedersi direttamente il nickname, quindi ci si scruta, si tira ad indovinare.
Finchè non cominciano ad uscire le bici dalle stanze. Con le tabelle, i nomi.
E cosi' inizia la magia: si da un volto ai nick, si da un volto alle discussioni.
Il pomeriggio davanti al camino. Un bel caldo ristoratore. Odore di scarpe da bici ad asciugare. Odore di carbonio che fonde. Ma non da fastidio.
Siamo tra noi. Non sono cose strane. Da spiegare.
La sera, la cena.
Battute, prese per il culo, risate. "Dov'è lo sheriffo?"
Sembrano cose banali, già viste, già fatte tante volte.
Ma non sono quello che sembrano. Sono modi per capirsi, per prendere le misure. Non per conoscersi, perchè ci si conosce già. E' solo una nuova prospettiva.
Come vedere una strada fatta mille volte in un senso dal senso opposto.
Ci si mette un po' a riconoscerla, ma poi...è lei! E si sorride.
Alla fine esco fuori. La serata è bella. Tersa, come solo dopo i temporali.
Si vedono le stelle. Le orecchie si riabituano al silenzio. Le narici all'odore del bosco.
Dopo un po' mi ritrovo con delle persone. In cerchio. E' buio e non vedo chi sono. Sento le voci, in tanti dialetti diversi.
Non c'è un argomento preciso. Ripartono le battute. I racconti di "quella volta che...". "Dov'è lo sheriffo?"
Poi improvvisa, la perla di saggezza:
"Il bello delle scurregge è che sono gli altri che le devono subire"
Risate.
Ma non solo.
Non ci sono biciclette, componenti, medie orarie, giri lunghi o corti, facili o difficili, paracarri o manici, avere ragione o avere torto.
Solo delle persone, al buio, sotto il cielo stellato. Assieme.
Il Forum.
o-o
Seid ihr soweit?
Willkommen in der Dunkelheit
In der Dunkelheit
....mi martellano i Rammstein a volume apocalittico dall'autoradio del Diretur.
Il quale mi ha imposto il ruolo di autista per poter sollazzarsi con due attività:
-fare il Dj ed uccidermi i timpani
-smaneggiare sul forum con il cellofono
lamentandosi ogni tot della mancata copertura 3G e cominciando a sbandierare il cell come un rabdomante in cerca dell'acqua.
Ogni tanto timidamente decelero quando il tomtom fischia la presenza di autovelox. Il diretur, senza distogliere lo sguardo dal cellofono, mi redarguisce:
-siamo in ritardo, cosa freni?!
-ci sono gli autovelox, poi mi flashano
-e tu sorridi cazzo!
Accelero.
Tra un urlo ed una schitarrata rammsteiniana odo i tuoni del temporale che stiamo attraversando. Piove a dirotto, ci sono nuvole basse e fulmini.
Penso che non promette bene per il raduno...
Il tomtom indica che manca poco all'arrivo. Fuori non si vede niente, tranne la strada bagnata con i primi ricci di castagne caduti.
Solo qualche luce lontana sopra l'orizzonte mi fa capire che ci sono delle alture attorno.
Poi la strada sale.
"Complesso turistico le Selve". Recita il cartello.
Scendiamo e non c'è anima viva

Il diretur si imbroncia che non c'è campo, figurarsi 3G.
Allora comincia a smanettare sull'autoradio in cerca di Radio Sembola, ma niente.
Comincia a correre dappertutto in cerca di una pista di bocce. Niente.
"Bar". Entriamo. Ci accolgono e ci rassicurano: coperte, lenzuola, asciugamani.
Il diretur, incazzato, vede un cartello

Il diretur ride a crepapelle.
Sono salvo.
Entriamo nella camerata. C'è un solo letto occupato da uno zaino. Vedo che ha il cartellino da aereo. Vedo l'aeroporto di partenza: Copenhagen

Il diretur si accaparra il letto più vicino alla finestra. Concordo.
Torniamo al bar: ci beviamo due birre con l'etichetta ammuffita.
Vedo un altro cartello: raccolta castagne 2eu al kg. Abbandono i miei progetti arraffoni.
Ciondoliamo dal sonno. E' tardi. Siamo stanchi.
Finchè si sentono delle voci. Arriva gente. Arrivano i forumendoli.
Dopo un po' di tempo, siamo tutti a letto (non assieme) e nella penombra, come un vecchio nonno che deve addormentare i nipotini, mi ritrovo a raccontare le gesta dello sheriffo ("Dov'è lo sheriffo?"): "quella volta che lo sheriffo..."
Poi il sonno.
La mattina il risveglio è nell'umidità. Fuori pioviggina. Un po' mi deprimo.
Poi esco, vado in bagno. Decido che mi trovo più a mio agio nel fare i bisognini contro un albero.
Esce gente dalle stanze. "buongiorno", "ciao". Facce nuove, facce mai viste. Eppure ci si guarda con curiosità.
La timidezza del mattino non facilita il chiedersi direttamente il nickname, quindi ci si scruta, si tira ad indovinare.
Finchè non cominciano ad uscire le bici dalle stanze. Con le tabelle, i nomi.
E cosi' inizia la magia: si da un volto ai nick, si da un volto alle discussioni.
Il pomeriggio davanti al camino. Un bel caldo ristoratore. Odore di scarpe da bici ad asciugare. Odore di carbonio che fonde. Ma non da fastidio.
Siamo tra noi. Non sono cose strane. Da spiegare.
La sera, la cena.
Battute, prese per il culo, risate. "Dov'è lo sheriffo?"
Sembrano cose banali, già viste, già fatte tante volte.
Ma non sono quello che sembrano. Sono modi per capirsi, per prendere le misure. Non per conoscersi, perchè ci si conosce già. E' solo una nuova prospettiva.
Come vedere una strada fatta mille volte in un senso dal senso opposto.
Ci si mette un po' a riconoscerla, ma poi...è lei! E si sorride.
Alla fine esco fuori. La serata è bella. Tersa, come solo dopo i temporali.
Si vedono le stelle. Le orecchie si riabituano al silenzio. Le narici all'odore del bosco.
Dopo un po' mi ritrovo con delle persone. In cerchio. E' buio e non vedo chi sono. Sento le voci, in tanti dialetti diversi.
Non c'è un argomento preciso. Ripartono le battute. I racconti di "quella volta che...". "Dov'è lo sheriffo?"
Poi improvvisa, la perla di saggezza:
"Il bello delle scurregge è che sono gli altri che le devono subire"
Risate.
Ma non solo.
Non ci sono biciclette, componenti, medie orarie, giri lunghi o corti, facili o difficili, paracarri o manici, avere ragione o avere torto.
Solo delle persone, al buio, sotto il cielo stellato. Assieme.
Il Forum.
o-o