Ho letto di tutto e di più, sia pro, sia contro l'arresto della gara.
Però mi pare che alcuni parlino senza avere la percezione reale delle cose.
Io sabato dalle 18 a circa mezzanotte ero al parco del Po come spettatore, non quindi annebbiato dalla fatica o eccitato dall'adrenalina della competizione.
In effetti ero arrivato a Cremona per seguire la gara di mio figlio, che correva in un team di staffetta, ma più che ai suoi giri mi sono interessato un po' a tutte le sfaccettature, folcloristiche, organizzative, logistiche e sportive della manifestazione.
Tra l'altro ho fatto a piedi il giro del percorso, che era abbastanza semplice tecnicamente, ma che è molto peggiorato dopo la pioggia violenta e continua della sera-notte.
Ripartendo verso casa in tarda serata, vedendo le difficoltà e i rischi che stavano correndo praticamente tutti i concorrenti, alcuni perchè "naif" e sprovveduti, altri tecnicamente capaci perchè presi dalla foga della competizione (almeno per quanto riguarda i team di punta) per guadagnare o difendere posizioni, pensavo che se fossi stato l'organizzatore (premetto che non ho esperienze specifiche come organizzatore, ma che in tempi ormai lontani qualche gara l'ho disputata e che sono attualmente Drettore Sporivo di 3° livello in una squadra di MTB e quindi non ritengo di essere completamente sprovveduto) avrei neutralizzato la gara, per farla riprendere al mattino, con il terreno sempre difficile, ma almeno con una visibilità ragionevole. In questo modo si poteva salvaguardare la sicurezza dei partecipanti e portare la manifestazione, anche se con un "buco temporale", alla sua naturale conclusione delle ore 14.
Probabilmente gli organizzatori, che più volte durante la notte hanno modificato il percorso, cercando di eliminare i punti più pericolosi, hanno fino all'ultimo cercato di preservare lo spirito endurance e la voglia di continuare degli atleti "duri e puri", ma poi il senso di responsabilità li ha portati alla decisione spiacevole per tutti, organizzatori in primis, ma doverosa nei confronti di 900 corridori e delle loro famiglie.
Al mattino ho poi sentito al telefono mio figlio, che aveva percorso la penultima frazione prima dell'arresto della gara, che mi ha confermato di essersi fermato miracolosamente prima di impattare conto un piccolo albero caduto di traverso al percorso, che non aveva visto pur con un super impianto di illuminazione, per colpa di pioggia e fango. L'ultimo frazionista poi (stiamo parlando di ciclisti esperti e tecnicamente capaci, per essere più chiaro, di quelli della squadra vincente) è caduto più volte nell'ultimo giro effettuato prima della sospensione, per fortuna senza conseguenze.......... Pur volendo continuare (uno può sempre dire che chi non ce la fa in bici può sempre continuare a piedi..........) tutta la parte centrale del tracciato che si snodava lungo l'argine del Po non era sevita, da quanto ho potuto vedere, da strade con fondo consolidato e quindi sarebbe stato molto difficile e laborioso portare soccorso ad eventuali infortunati.
Poi ognuno resta del suo parere, contento o scontento delle decisioni prese, ma io, anche se personalmente avrei operato diversamente, non posso che esprimere plauso a chi ha messo davanti a mille altri interessi la sicurezza degli atleti.