DIARIO DI UNA PIPPA ALLA 24H DI ROMA
pubblicata da Pina Luciani il giorno venerdì 30 settembre 2011 alle ore 1.23
lunedì, sto andando a lavoro. Poche ore di sonno e la mano sinistra che non riesce a
stringere gli oggetti più piccoli, le spalle doloranti e ancora la sensazione del chip alla
caviglia. Ma con un'unica convinzione: esperienza straordinaria!
Ho ancora nella testa il circuito, ripetuto 41 volte. Ho memorizzato le curve, i salti, gli
strappi. Tutto ancora perfettamente lucido nella mia mente. Chiudo gli occhi e lo ripercorro
ancora e ancora.
E' la mia prima 24h. E per mia fortuna non sono sola ad affrontarla. Categoria inseparabili.
Con Gian Piero Ottaviani (GP). Due squadre da 8 con la CiclisportMania Aquile Azzurre:
Agostino, Giorgio, Carletto, Filippo (il capitano della prima squadra), Marcello, Mario,
Mariano, Mauro, Maurizio.... e un squadra Fannulloni: gli Agricoli con Bucci come caposquadra.
I compagni migliori che si possano desiderare per affrontare una prova del genere.
Lo capisco immediatamente.
La prima cosa che scaricano dal furgone non è la bicicletta. Tonnellate di scorte alimentari.
Hanno bisogno di un carrello per scaricare tutto. Almeno 6 viaggi avanti e indietro. Hanno
già fatto 2 giri del percorso praticamente.
Il primo pensiero è: fantastici! Loro sanno che per affrontare una 24h (è la loro terza
edizione) l'alimentazione è la cosa più importante... Sono in buone mani.
Poi comincio ad avere qualche piccolissimo e velato dubbio quando vedo scaricare 3
scatoloni di salsicce. braciole, bistecche e sento parlare di uno spiedo con un maialino.
Ma no, penso. Si riferiranno alla fine della 24h, per festeggiare tutti insieme.
E invece no. Si riferiscono proprio alla 24h. Durante. Durante!!!!!
Stanno già preparando la carbonella. Resterà accesa per 24h di seguito! A qualsiasi ora
del giorno e della notte puoi recuperare bruschette, salsicce e pancette arrosto.
Ok, calma. Loro sanno quello che fanno. '???' D'altronde gli scorsi anni si sono sempre
piazzati tra le prime 10 squadre. Decido di fidarmi.
L'accampamento è in fermento. Camper, tende. E la stratosferica griglia. Le bici allineate.
Decidiamo per un giro di ricognizione. Non che ce ne sia tutta questa necessità per una
24h. Ma io insisto. Neofita sprovveduta.
Mancano pochi minuti alla partenza. Al via bisognerà correre per circa 400 mt, recuperare
la bici e partire. Non sarà semplicissimo in mezzo a tutta quella gente.
Anche trovare la propria bici sarà complicato.
Comincio ad avere un po' di dubbi e mi sento un po' in colpa. So che GP potrebbe fare il
doppio dei miei giri. Lo scorso anno l'ha fatta in solitaria percorrendo oltre 500 km e
piazzandosi 11esimo. So che le altre coppie per la maggior parte saranno composte da
due uomini e quindi noi saremmo svantaggiati.
Ma, almeno per me, la classifica non è ciò che importa.
Voglio vivermi questa 24h. Voglio vedere quali sono i miei limiti. Voglio godere di ogni
attimo e di ogni sensazione che potrà darmi un'esperienza straordinaria su un percorso
unico al mondo. Il parco degli acquedotti. Un pensiero: 2000 anni fa 'sti romani avevano
già le condotte dell'acqua!
Ci siamo. Pochi secondi alla partenza.
3, 2, 1... Via! Corro veloce. Aumento la falcata. Da dietro GP mi grida "a sinistra, vai a
sinistra!" come un mulo con le briglie e i paraocchi viro e aggiro le bici e le persone. Le
nostre bici sono in corrispondenza di un albero. Avevo preso un punto di riferimento. Le
inforchiamo e via. Buona partenza. Meglio di noi il capitano della squadra 1 Filippo e
anche il capitano degli Agricoli Bucci. 'Nzaccat' gridano ai bordi del percorso Carletto e
Agostino! Unici anche nel tifo!!!
Iniziamo a girare. Sarà lunga. 24 ore. Ma ora non ci devo pensare. Mi concentro per non
perdere la ruota di GP. Alla fine scambierò con GP solo poche parole durante i giri. Meglio
per lui!
I primi giri scorrono via quasi senza accorgermene. L'euforia e l'emozione mi fanno
pedalare senza sentire lo sforzo.
GP è molto più veloce di me ovviamente, si gira. Quando non mi vede, rallenta e mi
aspetta. La regola per la categoria inseparabili è che sui rilevamenti dei chip non
possiamo passare ad una distanza superiore di 30 sec.
Quando mi stacco ho la sensazione che stia pensando che sarebbe stato meglio farla con
un maschio. Ma ora è tardi. Mi dice: se ci piazziamo fra i primi 10 abbiamo fatto una bella
prova. Annuisco. Non ci credo del tutto ma ho intenzione di provarci.
Su una cosa sono sicura. Io non mollo.
Polvere. Polvere e sabbia. Ogni giro la accumuliamo sulla pelle, sui polmoni e sulla
borraccia. Ogni sorso è denso di paglia, terra e sabbia. Ma chi se ne frega. Non sarà
quello il problema.
Facciamo i primi 10 giri e decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa. L'accampamento è
un continuo via vai dei componenti delle squadre che si alternano sul percorso. Noi non
possiamo alternarci.
Sono gare molto diverse. Ma lo spirito dell'accampamento ritempra morale e muscoli.
Marcello mi tiene le gambe, Giorgio mi passa cibo e bevande, Agostino (il presidente) e
Carletto ci prendono per culo! Ci sta pure quello. I team da 8 stanno andando bene.
Incredibilmente anche gli agricoli. Salsicce e pancetta fanno miracoli.
Ripartiamo.
Ancora altri 7 giri. Una sosta. Poi altri 5 e un'altra sosta. E intanto arriva la temuta notte.
Ci cambiamo e accendiamo le luci. Sappiamo che la notte si fa la vera gara. La
concentrazione deve aumentare. Anche se il percorso ormai è memorizzato, la notte
cambia le cose, le percezioni. Comincio a sentire la stanchezza. Non nelle gambe. Quelle
per fortuna stanno bene. Le braccia e le spalle. Il maledetto pezzo di campo arato sta
facendo le sue vittime.
Non riesco a tenere bene il manubrio della bici. Il braccio è in fiamme. Ma chi se ne frega,
mica dovrò pedalare con le braccia? E' mezzanotte. 12 ore, ancora 12 ore.
Giriamo fino alle 2. I giri si fanno più lenti. Sempre per la mia, di lentezza. Decidiamo di
fermarci e riposare un po'. Ma prima decidiamo di passare a guardare la classifica.
MINCHIA! Siamo terzi. Terzi. Non ci credo. Anche GP sembra incredulo.
Comincio ad avere un balzo d'autostima! Ma sono stanca. Dobbiamo fermarci. Un po' e
poi ripartiamo.
Ci fermiamo un po' ... troppo. Dalle 2 alle 5.30 è troppo!!! Ce ne accorgiamo. Ma ormai è
tardi.
Ricominciamo a girare. Le prime luci dell'alba. I colori sono meravigliosi. Le forze
sembrano essere tornate. Non vogliamo vedere la classifica ora. Sappiamo di aver perso
delle posizioni. Dobbiamo girare. Dobbiamo recuperare. Dopo altri 5 giri andiamo a
guardare le classifiche. Siamo quarti. Continuiamo a girare. Le forze sono finite e i dolori
aumentano. Ma continuiamo. Sono le 11 manca un'ora. Guardiamo per l'ultima volta la
classifica. Sempre quarti. I terzi imprendibili. I quinti non ci possono più riprendere.
Ci cambiamo per l'ultima volta e andiamo a chiudere la nostra 24h. La mia prima 24h.
Non sono più stanca. Per un attimo volo. La prima squadra si piazza 9, gli agricoli 8, la
seconda squadra 25, Troppo bravi tutti!
Ancora di più capisco che la classifica non è tutto. E' solo la parte più razionale. Tutto il
resto è solo emozione.