Domenica: il Breda è stato fatto con sofferenza...........
Lunedì: il Guglielmo idem.............
E' Lunedì e ad agosto, io il lunedì Non Lavoro Tutto Il Giorno.
Mi sveglio.
Sono circa le 10,30 (è ancora mattina).....
Ho ancora gli occhi assonnati e la luce del sole mi acceca. Mi dò una sciacquata veloce al muso, bevo un sorso di latte di soia con le crocchette dei cani e poi devo decidere.
Ho mille cose da fare a casa. Mia mamma mi cerca, i cani e i gatti mi cercano, le ragnatele diventano sempre più grandi.......allora scelgo la soluzione più intelligente: esco da casa e vado in MTB.
Dove? Partendo in bici da casa, un posto vicino, vicino e mi viene in mente il Guglielmo.
L'ho fatto in mille salse e mille condimenti, però girargli attorno o salire direttamente è sempre straordinario.
Allora si parte e subito faccio la strada per Brione.
Poi sterrata per S.Maria del Giogo (Sempre Sia Lodata).
Poi sterrata per la Forcella di Sale-Malga Casere.
Qui........dopo aver pedalato le PRIME due rampe OLTRE il 30% di pendenza.....butto alle ortiche il mio orgoglio, l'onore e la gloria, scendo dalla bici e me la faccio TUTTA a piedi fino a Malga Casere.
In cima, dopo aver riposato qualche minuto, riparto nel pratone in salita, faccio un passaggio superando un dosso, dopo c'è un sasso nascosto dall'erba, non lo vedo, mi ribalto, volo in terra come una pelle di fico.
Picchio mani e spalla però niente di grave.
E non avevo neanche messo il casco, tanto è salita facile...pensavo fra me!
Vabbè, riparto e faccio un paio di km con la tremarella ancora nelle gambe.
Il sentiero inizia a farsi difficile e bisogna spallare.
Ok, mi dico e nel mettere la bici sopra le spalle, mi accorgo di aver perso il
Garmin!
Non ho bestemmiato....però mi sono data della Pirla Deficiente Stupida e Idiota.
Torno a ritroso finché non lo trovo là dove ero caduta, sopra il famoso sasso che anche un bambino col triciclo potrebbe superare.
Ritorno sui miei passi, proseguo la spallata, proseguo a piedi, proseguo dove ce la faccio pedalando (sono al lumino delle forze perché ieri al giro del Breda ho dato tutta me stessa......) e FINALMENTE arrivo al Rifugio di Croce di Marone.
Ordino un panino con la pancetta e una coca-cola. Il panino arriva, però mi riempie solo la guancia destra e per non far torto a nessuno ne ordino subito un altro.
Pausa mezzora. Guardo il cielo verso il Redentore. E' di un nero pessimista, preoccupante. Le nubi sono inquietanti e si raggomitolano su se stesse in una lenta danza bellicosa.
Quindi, di slancio, elimino l'idea di salire fino alla cima.
Prendo la sterrata che porterà fino a Caregno. Un su e giù senza fine, con rampe micidiali, sentieri a spinta o a spalle, nel bosco e nei pratoni delle Malge.....
Quasi allo scollinamento dell'ultima Malga, il temporale inizia il suo balletto, dapprima con qualche goccia di preavviso e poi in tutto il suo fervore.
Metto velocemente l'antiacqua, scendo per il tratto a sassoni sconnesso, anzi rotolo giù con i sassi, velocemente, la paura atavica dei temporali e dei fulmini penetra nei peli delle braccia ritti per il freddo e l'ansia di arrivare in fondo.
Caregno ti voglio bene.
Queste quattro case che sembrano vecchie di secoli con il suo unico ristornate-ristoro che si chiama LA FABBRICA .........in questo momento amo tutto questa civiltà di mattoni e di legno quasi marcio...e questa strada di catrame che mi porta con velocità in Val Trompia.
Le luci delle auto si accendono.
Le luci delle case si accendono...significa che è ora di cena ed io sono ancora a pedalare.
Arrivo a casa verso le 20,30, doccia lunghissima, salto la cena e mi butto nel letto. Buonanotte fino al giorno dopo.
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