CAI e MTB: il mio pensiero !

robobo

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... questa volta ci sono venuti incontro e ci hanno concesso tutto quello che si poteva concedere ....
Probabilmente le ragioni della rottura tra di noi sta proprio in questa tua affermazione ....
... trovo inacettabile un discorso del genere sopratutto se rivolto a sezioni come la mia, che da quasi vent'anni fà attività in mountain, ci ha sempre creduto, ha mandato 9 persone (... penso, record italiano...) a spese della sezione a fare i corsi AC, ha dato organico qualificato per la realizzazione dei corsi stessi, ha organizzato raduni, ha partecipato attivamente a tutte le commissione siano esse interegionali e nazionali ... tu ora mi dici che siamo ospiti e dobbiamo cospargerci il capo di cenere, fare la sanatoria e pure ringraziare, per avere un titolo per me già ampiamente guadagnato!!!
Alla mia domanda su cosa è mancato nel nostro percorso formativo non hai risposto ... se questo vuol dire che non manca nulla, allora mi spiace ma non ci sto!!! ... perchè questo vuol dire non fidarsi dell'egregio lavoro svolto in quasi 10 anni da commissioni come quella di cui facevo parte!!!
... del resto la nostra commissione è stata istituita dal CAI centrale, riconoscita, finanziata fino allo scorso anno, e tanta gente come te e me ha buttato via tante serate in questi anni a fantasticare!!! .... se non siamo riusciti a far capire a quelli dell'escursionismo queste cose, è gravissimo .... e la convivenza in questa maniera non può esistere!!! ... basta fare figli e figliastri!!!
....passo e chiudo!!!
 
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iuppareppa

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Probabilmente le ragioni della rottura tra di noi sta proprio in questa tua affermazione ....
... trovo inacettabile un discorso del genere sopratutto se rivolto a sezioni come la mia, che da quasi vent'anni fà attività in mountain, ci ha sempre creduto, ha mandato 9 persone (... penso, record italiano...) a spese della sezione a fare i corsi AC, ha dato organico qualificato per la realizzazione dei corsi stessi, ha organizzato raduni, ha partecipato attivamente a tutte le commissione siano esse interegionali e nazionali ... tu ora mi dici che siamo ospiti e dobbiamo cospargerci il capo di cenere, fare la sanatoria e pure ringraziare, per avere un titolo per me già ampiamente guadagnato!!!
Alla mia domanda su cosa è mancato nel nostro percorso formativo non hai risposto ... se questo vuol dire che non manca nulla, allora mi spiace ma non ci sto!!! ... perchè questo vuol dire non fidarsi dell'egregio lavoro svolto in quasi 10 anni da commissioni come quella di cui facevo parte!!!
... del resto la nostra commissione è stata istituita dal CAI centrale, riconoscita, finanziata fino allo scorso anno, e tanta gente come te e me ha buttato via tante serate in questi anni a fantasticare!!! .... se non siamo riusciti a far capire a quelli dell'escursionismo queste cose, è gravissimo .... e la convivenza in questa maniera non può esistere!!! ... basta fare figli e figliastri!!!
....passo e chiudo!!!
Domanda...
Ma il movimento interno al CAI che ha portato al riconoscimento della MTB come attività sociale è scomparso? No perchè dopo il riconoscimento ufficiale poi ci sono poche scuse per starsela a menare con riconoscimenti, corsi e altro.
Torno a dire che in un ambito diverso ma simile (le GAE) si è fatta una sanatoria con un esame e poi si sono fatti corsi per chi si voleva qualificare.
Per i contenuti del corso mi pare che sia uscita già una guida edita con la consulenza di alcuni soci CAI (in una foto si riconosce chiaramente il simbolo del CAI su una maglietta e in na bandata ho visto "i cocuzzoli"...). Per cui quello con 5-6 uscite pratiche; un esame teorico (ex novo) e un esame pratico con riparazioni di emergenza e festa finita per fare gli accompagnatori. Poi si può fare anche il corso da istruttori approfondendo tecnica di guida e meccanica ma poi fine. Ma perchè prendere una cosa che c'è già e modificarla? Non c'è niente da fare l'ufficio complicazioni affari semplici è il più difficile da smantellare in qualsiasi organizzazione.
 

Little Eagle

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Il riconoscimento istituzionale non vuole dire nulla. Dice solo che d'ora in poi il CAI si può occupare ufficialmente di cicloescursionismo e che la nostra non è più attività clandestina.
Ora bisogna scrivere le regole, definire l'attività. Ma prima ancora bisogna farci conoscere e non solo a parole ma nei fatti. Abbiamo tamponato per il rotto della cuffia e per grazia ricevuta una decisione del consiglio centrale che poteva esserci negativa: arrivare come uno tsunami in certi ambienti provoca solo una levata di scudi e un arroccamento su certi preconcetti, che non ci giovano affatto. Si lavora di cesello, si aggirano gli ostacoli: così abbiamo avuto i primi riscontri positivi.
Il CAI non conosce le meritevoli azioni della sezione di Savona, né conosce il lavoro fatto dalla Commissione lpv. La maggior parte dei dirigenti cai ci scambia ancora per quelli che scendono a rotta di collo lungo i sentieri, li rovinano, alzano la polvere, disturbano l'escursionista. Il boicottaggio della redazione dello Scarpone nei nostri confronti nasce da un episodio simile capitato al redattore capo! Peggio: gli altri club alpini non hanno accolto la mtb, non abbiamo precedenti, siamo noi i battistrada, i nostri detrattori fanno anche leva su questo.
La realtà nazionale è ben diversa dall'isola dorata del nordovest. In triveneto è dura farsi accettare (e il PG attuale è di Bassano...), per non dire della SAT:medita:; vi sono sacche di resistenza anche in Lombardia e nello stesso Piemonte orientale, per non dire della "nostra" VdA, dove il buon Franco è un eroe solitario incompreso e ostacolato. L'E/R si sta organizando appena ora a macchia di leopardo, Il centro è più aperto, contiamo su di loro, ma hanno numeri esigui. Nel sud ci sono solo pochi episodi isolati, ottime teste di ponte ma che al momento devono ancora crescere. :specc:

La linea da seguire è questa: continuamo a fare attività, gite, corsi; avviciniamo quanta più gente possibile, facciamo in modo di moltiplicare il numero di sezioni che fanno mtb.
Ma per fare corsi è necessario avere titolati. Molti presidenti di sezione non autorizzano l'attività perché non ci sono titolati. Questa è la realtà nazionale. Ribadisco: non possiamo guardare solo l'orto di casa nostra e pretendere che tutto il mondo sia uguale.
Ecco il perché della nostra strategia: entriamo nel sistema, turandoci il naso non per soffocare ma per non respirare l'aria malsana di certi ambienti, e poi da dentro, come un virus, lavoriamo in modo capillare. Il titolo è il nostro cavallo di Troia, senza di questo possiamo sì continuare l'assedio, ma con quali risultati? Che i migliori si stufano e se ne vanno.

Poi ognuno è libero di fare le proprie scelte.
 
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iuppareppa

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Il riconoscimento istituzionale non vuole dire nulla. Dice solo che d'ora in poi il CAI si può occupare ufficialmente di cicloescursionismo e che la nostra non è più attività clandestina.
Ora bisogna scrivere le regole, definire l'attività. Ma prima ancora bisogna farci conoscere e non solo a parole ma nei fatti. Abbiamo tamponato per il rotto della cuffia e per grazia ricevuta una decisione del consiglio centrale che poteva esserci negativa: arrivare come uno tsunami in certi ambienti provoca solo una levata di scudi e un arroccamento su certi preconcetti, che non ci giovano affatto. Si lavora di cesello, si aggirano gli ostacoli: così abbiamo avuto i primi riscontri positivi.
Il CAI non conosce le meritevoli azioni della sezione di Savona, né conosce il lavoro fatto dalla Commissione lpv. La maggior parte dei dirigenti cai ci scambia ancora per quelli che scendono a rotta di collo lungo i sentieri, li rovinano, alzano la polvere, disturbano l'escursionista. Il boicottaggio della redazione dello Scarpone nei nostri confronti nasce da un episodio simile capitato al redattore capo! Peggio: gli altri club alpini non hanno accolto la mtb, non abbiamo precedenti, siamo noi i battistrada, i nostri detrattori fanno anche leva su questo.
La realtà nazionale è ben diversa dall'isola dorata del nordovest. In triveneto è dura farsi accettare (e il PG attuale è di Bassano...), per non dire della SAT:medita:; vi sono sacche di resistenza anche in Lombardia e nello stesso Piemonte orientale, per non dire della "nostra" VdA, dove il buon Franco è un eroe solitario incompreso e ostacolato. L'E/R si sta organizando appena ora a macchia di leopardo, Il centro è più aperto, contiamo su di loro, ma hanno numeri esigui. Nel sud ci sono solo pochi episodi isolati, ottime teste di ponte ma che al momento devono ancora crescere. :specc:

La linea da seguire è questa: continuamo a fare attività, gite, corsi; avviciniamo quanta più gente possibile, facciamo in modo di moltiplicare il numero di sezioni che fanno mtb.
Ma per fare corsi è necessario avere titolati. Molti presidenti di sezione non autorizzano l'attività perché non ci sono titolati. Questa è la realtà nazionale. Ribadisco: non possiamo guardare solo l'orto di casa nostra e pretendere che tutto il mondo sia uguale.
Ecco il perché della nostra strategia: entriamo nel sistema, turandoci il naso non per soffocare ma per non respirare l'aria malsana di certi ambienti, e poi da dentro, come un virus, lavoriamo in modo capillare. Il titolo è il nostro cavallo di Troia, senza di questo possiamo sì continuare l'assedio, ma con quali risultati? Che i migliori si stufano e se ne vanno.

Poi ognuno è libero di fare le proprie scelte.

Purtroppo (nel senso che si deve impegnare energie per coinvincere A fare e non PER fare)...

Allora:
1) Farsi conoscere: da chi e come
2) Definire l'attività: mi pare che sia qualcosa tipo: utilizzare la MTB come strumento di conoscenza dell'ambiente montano escludendo l'aspetto ludico estremo (Freeride e i suoi derivati).
3) scrivere le regole: chi e come?
Se per le sezioni il problema è trovare istruttori questo si può rimendiare coinvolgendo figure professionali in ambito escursionistico (parliamo di figure riconosciute dalla legge e non autoreferenziate) che si occupino di cicloescursionismo in MTB.
 

robobo

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Discorso amarissimo ma apprezzabile! ... a mio avviso un'associazione di volontari strutturata così non ha futuro, quindi rimango dell'idea che non serva adeguarsi alle complicazioni esistenti per risolvere la tragica, reale situazione che descrivi ... ti auguro di campare cent'anni, ma se i tempi sono questi non ti bastano due vite per vedere risultati, la nostra storia di 10 anni ne è prova lampante!!!... facciamocene una ragione, al limite guadiamoci attorno, a mio avviso per ora i numeri li abbiamo ... proseguire questa politica porta alla contraddizione che, invece di ampliare il movimento, rischi la strage ovvero che buona parte della gente che fino ad oggi ha dimostrato voglia di impegnarsi si tira indietro...
In riferimento al tuo "...avviciniamo quanta più gente possibile, facciamo in modo di moltiplicare il numero di sezioni che fanno mtb...." per far questo dovete pensare di mettervi nei panni del socio tipo, quanti hanno voglia di impegnarsi in questi pipponi ... il CAI di errori simili al nostro ne ha già commessi e non ha imparato nulla ... forse far capire a qualcuno che in bici sei tu che pedali e non l'aquilotto, sarebbe importante...
:spetteguless:...masochisti si ... ma solo durante le gite!!!:hahaha:


Il riconoscimento istituzionale non vuole dire nulla. Dice solo che d'ora in poi il CAI si può occupare ufficialmente di cicloescursionismo e che la nostra non è più attività clandestina.
Ora bisogna scrivere le regole, definire l'attività. Ma prima ancora bisogna farci conoscere e non solo a parole ma nei fatti. Abbiamo tamponato per il rotto della cuffia e per grazia ricevuta una decisione del consiglio centrale che poteva esserci negativa: arrivare come uno tsunami in certi ambienti provoca solo una levata di scudi e un arroccamento su certi preconcetti, che non ci giovano affatto. Si lavora di cesello, si aggirano gli ostacoli: così abbiamo avuto i primi riscontri positivi.
Il CAI non conosce le meritevoli azioni della sezione di Savona, né conosce il lavoro fatto dalla Commissione lpv. La maggior parte dei dirigenti cai ci scambia ancora per quelli che scendono a rotta di collo lungo i sentieri, li rovinano, alzano la polvere, disturbano l'escursionista. Il boicottaggio della redazione dello Scarpone nei nostri confronti nasce da un episodio simile capitato al redattore capo! Peggio: gli altri club alpini non hanno accolto la mtb, non abbiamo precedenti, siamo noi i battistrada, i nostri detrattori fanno anche leva su questo.
La realtà nazionale è ben diversa dall'isola dorata del nordovest. In triveneto è dura farsi accettare (e il PG attuale è di Bassano...), per non dire della SAT:medita:; vi sono sacche di resistenza anche in Lombardia e nello stesso Piemonte orientale, per non dire della "nostra" VdA, dove il buon Franco è un eroe solitario incompreso e ostacolato. L'E/R si sta organizando appena ora a macchia di leopardo, Il centro è più aperto, contiamo su di loro, ma hanno numeri esigui. Nel sud ci sono solo pochi episodi isolati, ottime teste di ponte ma che al momento devono ancora crescere. :specc:

La linea da seguire è questa: continuamo a fare attività, gite, corsi; avviciniamo quanta più gente possibile, facciamo in modo di moltiplicare il numero di sezioni che fanno mtb.
Ma per fare corsi è necessario avere titolati. Molti presidenti di sezione non autorizzano l'attività perché non ci sono titolati. Questa è la realtà nazionale. Ribadisco: non possiamo guardare solo l'orto di casa nostra e pretendere che tutto il mondo sia uguale.
Ecco il perché della nostra strategia: entriamo nel sistema, turandoci il naso non per soffocare ma per non respirare l'aria malsana di certi ambienti, e poi da dentro, come un virus, lavoriamo in modo capillare. Il titolo è il nostro cavallo di Troia, senza di questo possiamo sì continuare l'assedio, ma con quali risultati? Che i migliori si stufano e se ne vanno.

Poi ognuno è libero di fare le proprie scelte.
 

iuppareppa

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Discorso amarissimo ma apprezzabile! ... a mio avviso un'associazione di volontari strutturata così non ha futuro, quindi rimango dell'idea che non serva adeguarsi alle complicazioni esistenti per risolvere la tragica, reale situazione che descrivi ... ti auguro di campare cent'anni, ma se i tempi sono questi non ti bastano due vite per vedere risultati, la nostra storia di 10 anni ne è prova lampante!!!... facciamocene una ragione, al limite guadiamoci attorno, a mio avviso per ora i numeri li abbiamo ... proseguire questa politica porta alla contraddizione che, invece di ampliare il movimento, rischi la strage ovvero che buona parte della gente che fino ad oggi ha dimostrato voglia di impegnarsi si tira indietro...
In riferimento al tuo "...avviciniamo quanta più gente possibile, facciamo in modo di moltiplicare il numero di sezioni che fanno mtb...." per far questo dovete pensare di mettervi nei panni del socio tipo, quanti hanno voglia di impegnarsi in questi pipponi ... il CAI di errori simili al nostro ne ha già commessi e non ha imparato nulla ... forse far capire a qualcuno che in bici sei tu che pedali e non l'aquilotto, sarebbe importante...
:spetteguless:...masochisti si ... ma solo durante le gite!!!:hahaha:
Ah... Volete ridere? Gli stessi soci del CAI a cui ho fatto il corso mi/ci hanno sconsigliato di entrare in seno al CAI per fare quello che già facciamo... Per cui fate voi che considerazione possono avere della "struttura"...
 

Little Eagle

Biker superis
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Purtroppo (nel senso che si deve impegnare energie per coinvincere A fare e non PER fare)...

Allora:
1) Farsi conoscere: da chi e come
2) Definire l'attività: mi pare che sia qualcosa tipo: utilizzare la MTB come strumento di conoscenza dell'ambiente montano escludendo l'aspetto ludico estremo (Freeride e i suoi derivati).
3) scrivere le regole: chi e come?
Se per le sezioni il problema è trovare istruttori questo si può rimendiare coinvolgendo figure professionali in ambito escursionistico (parliamo di figure riconosciute dalla legge e non autoreferenziate) che si occupino di cicloescursionismo in MTB.

1) dai soci CAI, dai dirigenti, dalle altre figure di titolati, che ci scambiano ancora per maleducati che rovinano i sentieri e investono gli escursionisti
2) la sostanza è questa. L'attività è già definita nei principi, ma c'è ancora da risolvere la questione sentieri
3) soprattutto, quali regole. Il codice di autoregolamentazione, che è la nostra magna charta, è già approvato. Ora si tratta di regolamentare l'attività inserendola a pieno titolo nelle attività escursionistiche cai: commissione centrale, commissioni regionali, scuole. Altrimenti saremo sempre figliastri, come dice Robobo.
4) ogni sezione è libera di affidarsi a professionisti. Ma un professionista non ti garantisce la coesione del gruppo, è un esterno, lo paghi in cambio di un servizio e finisce lì. Poi nel mondo ciclo non ci sono ancora (salvo rare eccezioni a livello regionale) figure professionali come le guide alpine o i maestri di sci. Poi la preparazione tecnico-culturale dei titolati SIMB, AMI, FCI ecc. non sempre si sposa con l'attività CAI... La legittimazione ti viene dal campo, non dalla pergamena.
 

capataz

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@Robobo: il vostro lavoro è stato ed è fondamentale per tutte le sezioni come la mia che hanno cominciato da poco e lo è tuttora per il lavoro che sta facendo il GdL ciclo: oltre al codice di autoregolamentazione e alla scala di difficoltà (che ormai è uno standard nazionale) anche il manuale di tecnica di guida diventerà materiale ufficiale CAI, e questo è merito vostro. Ma soprattutto grazie alla vostra commissione avete ottenuto una legge regionale fondamentale e che fa scuola per le altre regioni. E' quindi giusto che siate orgogliosi di voi ma non cadete nel vittimismo, fate il gioco di chi ci ostacola, LPV rimane il traino del movimento

@Iuppa: non so cosa ti abbiamo detto i soci cai a cui ti riferisci. In ogni caso sappi che per fare attività sezionale conta solo il rapporto che hai con il tuo presidente: se è buono e di reciproca fiducia si può fare tanto e con belle soddisfazioni. Per fare invece attività extra-sezione i passi sono molto chiari e in ogni regione servono volontari nelle regioni che:
1. si titolino ASE-C e AE-C
2. chiedano la creazione di un gruppo ciclo regionale
3. prestino la loro opera come istruttori nei corsi ASE-C e AE-C
4. si candidino nelle commissioni escursionismo regionali per poter rappresentare il cicloescursionismo nelle decisioni importanti.

Non è roba per tutti ma sia chiama volontariato non per altro.
Io stesso sono fermo al punto 1.
 

Bici&Lindrico

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Credo che i nostri amici di Varese più che parlare abbiano voglia di pedalare :spetteguless: e come dargli torto !

Vedo che avete inteso bene... quasi sicuramente non parleremo di parchi, ma della collaborazione con i gruppi di Alpinismo Giovanile. Il convegno comunque durerà due orette prima della cena. Per parlare ulteriormente c'è sempre la salita!:cucù:
 
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capataz

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Vorrei spendere due righe per spiegare cos'è il Gruppo di Lavoro Cicloescursionismo (GC) della Commissione Centrale Escursionismo (CCE) perchè non credo sia chiaro a tutti (a volte pure a me).

Cos'è il GC ?
Il GC è un organo TECNICO.

Cosa NON E' il GC ?
1. NON è un organo autonomo: dipende dalla CCE e non può prendere decisioni da solo. Le cose che escono dal GC passano tutte dal tavolo della CCE che le valuta ed eventualmente le approva
2. NON è un organo politico: nessuno dei membri è stato eletto da una base elettorale e quindi non rappresenta nessuno. I membri sono stati nominati dalla CCE su suggerimento, di solito, delle commissioni escursionismo regionali che riconosce nei singoli nominati delle competenze tecniche in materia ciclo.

Proprio per queste due caratteristiche può succedere molto spesso (a volte spessissimo) che il GC non venga nemmeno interpellato prima di prendere certe decisioni. Oppure che proposte del GC vengano semplicemente ignorate o pesantemente riviste.
Essendo poi un organo tecnico il GC non può nemmeno opporsi (se non a parole, a volte anche dure) a decisioni prese dagli organi centrali (CCE o Consiglio Centrale ecc).

Cosa fa il GC ?
I temi attualmente sul tavolo del GC sono:
1- Figura Accompagnatore Cicloescursionismo: stiamo collaborando con la CCE per riscrivere il regolamento degli AE che prevede appunto il percorso formativo per prendere i titoli ASE-C e AE-C (quelli che sul quaderno n.5 attuale si chiamano ancora ASC e AC).
2- Quaderno di cicloescursionismo: Il GC come organo tecnico deve fornire gli strumenti alle sezioni. Uno di questi sarà il quaderno di cicloescursionismo che conterrà tutti i documenti tecnici del movimento, alcuni già noti altri nuovi per il pubblico
3- Comunicazione: il GC si sta impegnando per fare uscire sulla stampa sociale con regolarità notizie sul cicloescursionismo. A volte con successo (speciale sulla rivista) a volte no (vedi articolo sul raduno di Varese sullo scarpone tagliato del 90%)
4- Raduno nazionale: i rappresentanti del GC finora sono stati i promotori (giocoforza) dei raduni nazionali. Questo dovrà continuare fino a quando nelle regioni non ci sarà forza propulsiva
5- Punto di riferimento per le sezioni che iniziano l'attività. Fino a che in ogni regione non vi sarà un Gruppo di lavoro regionale le sezioni continuano a fare riferimento al GC ([email protected]).

Capite bene che per i primi 3 punti il GC non ha alcuna autonomia: tutto passa dalla CCE, anche se il materiale viene prodotto e proposto dal GC.

Adesso capite perchè il cicloescursionismo non conta nulla (nel senso letterale del termine, cioè "conta di voti") nel CAI, per ora.
Per contare dobbiamo avere dei titolati che entrino nelle commissioni regionali e condizionino la CCE e gli altri organi nelle decisioni oppure dobbiamo entrare nei consigli direttivi delle sezioni e obbligare i presidenti ad appoggiare solo candidati (ad ogni livello) esplicitamente favorevoli alla mtb.

Ad esempio: se tutti aderissero alla sanatoria degli attuali AC non riconosciuti passeremmo da 0 a 70-80 AE-C in un colpo solo e la nostra voce comincerebbe ad essere molto più che un flebile lamento.
 
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gammaray

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7/7/04
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penso che il problema "comunicazione" vada in qualche maniera affrontato; la stampa sociale ha dei limiti di spazio, di tempo e dei costi che incidono in maniera pesante sul bilancio del CAI; pero' sul sito web della CCE non potrebbe essere usato anche x questo?

Siamo qui a parlare tra noi in pubblico in questo sito perche' evidentemente non c'e' di meglio...ma almeno qui chi vuole puo' dire la sua senza chiedere il permesso a chicchesia...non si potrebbe far qualcosa all'interno del sito della CCE, magari acessibile a chi fa parte del movimento in modo da parlare di bucato (e di panni sporchi) a casa propria? O si rischia , a parte lo smarronamento iniziale nel creare nuove pagine e nuove funzionalita' ad un sito che ora e' poco piu' che autocelebrativo, di dover poi sottostare al benepalacito di qualcuno del CAI al di sopra del gruppo di cicloescursionismo??
 

capataz

Biker superioris
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penso che il problema "comunicazione" vada in qualche maniera affrontato; la stampa sociale ha dei limiti di spazio, di tempo e dei costi che incidono in maniera pesante sul bilancio del CAI; pero' sul sito web della CCE non potrebbe essere usato anche x questo?

Siamo qui a parlare tra noi in pubblico in questo sito perche' evidentemente non c'e' di meglio...ma almeno qui chi vuole puo' dire la sua senza chiedere il permesso a chicchesia...non si potrebbe far qualcosa all'interno del sito della CCE, magari acessibile a chi fa parte del movimento in modo da parlare di bucato (e di panni sporchi) a casa propria? O si rischia , a parte lo smarronamento iniziale nel creare nuove pagine e nuove funzionalita' ad un sito che ora e' poco piu' che autocelebrativo, di dover poi sottostare al benepalacito di qualcuno del CAI al di sopra del gruppo di cicloescursionismo??
Qual'è il sito della CCE ?
Se alludi a www.mtbcai.it non è della CCE ma del LPV e ospitano temporaneamente la roba del GdL e non possiamo aggiornarlo facilmente.
Un sito lo dovremo fare.
 

Bici&Lindrico

Biker serius
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Qual'è il sito della CCE ?
Se alludi a [url]www.mtbcai.it[/URL] non è della CCE ma del LPV e ospitano temporaneamente la roba del GdL e non possiamo aggiornarlo facilmente.
Un sito lo dovremo fare.

Sono d'accordo... ne approfitto per sollecitare le iscrizioni al raduno! Ormai manca pochissimo e ci serve sapere in quanti saremo... :il-saggi:
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
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omissis...
4) ogni sezione è libera di affidarsi a professionisti. Ma un professionista non ti garantisce la coesione del gruppo, è un esterno, lo paghi in cambio di un servizio e finisce lì. Poi nel mondo ciclo non ci sono ancora (salvo rare eccezioni a livello regionale) figure professionali come le guide alpine o i maestri di sci. Poi la preparazione tecnico-culturale dei titolati SIMB, AMI, FCI ecc. non sempre si sposa con l'attività CAI... La legittimazione ti viene dal campo, non dalla pergamena.
Si la legittimazione viene dal campo ma a volte proprio se sei nel campo non vieni accettato... Strana situazione ma è vero...
Quando mi sono trovato con il presidente di sezione per concordare il taglio del corso ci siamo trovati in sintonia con il nostro statuto che risale a 16 anni fa (parlo di CicloNatura) e abbiamo iniziato a fare il corso assieme che ci ha dato reciproche soddisfazioni. Ora occorre continuare la strada. Volevamo far confluire Ciclonatura nel CAI, ma il CAI per come ci muoviamo noi è troppo "ingessato"... Vedremo.
Ad ogni modo il rischio che l'ostruzionismo istituzionale spenga la voglia di fare è concreto...
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
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Sono d'accordo... ne approfitto per sollecitare le iscrizioni al raduno! Ormai manca pochissimo e ci serve sapere in quanti saremo... :il-saggi:
Pare proprio che da Modena non venga nessuno a Varese; mentre invece per il raduno di Parma qualcuno di noi ci sarà... Io stesso sono in forse... Mi stanno cambiando diverse cosa a livello personale per cui non ho proprio idea di come sarò messo... A livello di tempo libero...
 

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Biker serius
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questi sono pappa e ciccia con le Associazioni Turistiche, non mi contino palle...!

E sempre in tema di gente che ama alla follia le MTB ed i bikers, e sempre in seno al CAI, ecco a Voi l'ultimo articolo apparso sulla Rivista del CAI che -non- è ancora uscito ufficialmente, ma di cui è possibile apprezzare l'anteprima che allego (estratto)... Ho già preparato una bella letteraccia di risposta al Sig. Alesi che penso che non verrà mai pubblicata sul periodico del Sodalizio.... :rosik:
http://www.caivenaria.it/images/stories/mtb/la_rivista_settembre-ottobre_2011_pag65.pdf
 

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