Okkio che è un po' lungo. Se vi annoiate piantate lì
22/11/2002, due giorni dopo il mio 50° compleanno; è un sabato, mattino al lavoro,qualche problema con il computer, a casa per il pranzo e poi di nuovo al lavoro, qualche sigaretta di troppo.
Rientro a casa a metà pomeriggio,alla sera mi attende la cena di compleanno.
Verso le 19 comincio a prepararmi, ma non mi sento in grandissima forma, un vago malessere,
comincio a sudare freddo, mi sembra di non aver digerito e chiedo a mia moglie di darmi un Geffer.
Ma i sintomi non si attenuano; comunque decido di andare alla cena, ma dico a mia moglie di prendere la sua auto perchè non me la sento di guidare. Mi guarda sospettosa. Piove,durante il viaggio il malessere aumenta ma è comunque sopportabile. Arriviamo al ristorante scendiamo dall'auto e mia moglie con un bacio mi augura buon compleanno. Il locale è stranamente buio, entriamo, si accendono le luci ed ecco una moltitudine di persone che mi accoglie, faccio il giro e saluto tutti (una settantina).
Ed io che pensavo che fosse una cena per pochi intimi; mia moglie, i miei figli e i miei fratelli hanno fatto le cose in grande. Uno specchio riflette il mio viso estremamente pallido.
Nel frattempo mia moglie ha avvertito uno dei miei fratelli, medico, che mi convince a fare un giro al pronto soccorso. Abbandoniamo la compagnia che si appresta a mettersi a tavola e ci dirigiamo verso l'ospedale dove lavora mio fratello, che ha già allertato il collega di guardia.
(Per inciso molti amici mi racconteranno dopo di aver vissuto una serata assolutamente kafkiana, loro a tavola con la preoccupazione per la mia situazione in ospedale. La serata è stata poi ripetuta ma non sono più riuscito ad ottenere lo stesso coup de theatre.)
Il senso di malessere aumenta ancora pur rimanendo sempre sopportabile. Dopo una ventina di minuti siamo al pronto soccorso, cardiogramma al volo, il cardiologo mi avverte che è in corso un infarto e mi chiede che sintomi accuso e da quanto tempo. Rispondo spiegandogli i sintomi, che durano da un paio d'ore e chiedendogli se c'è pericolo per la vita. Mi dice che naturalmente in caso d'infarto c'è comunque pericolo. Non essendoci emodinamica mi caricano in ambulanza e mi trasferiscono al principale ospedale cittadino; mi stanno aspettando e sono già pronti per effettuare l'angioplastica. Tutto sommato sono abbastanza tranquillo e seguo sul monitor la sonda che naviga tra le arterie per raggiungere la coronaria anteriore che si era occlusa. Posizionato lo stent e terminata la coronarografia mi portano in terapia intensiva dove vicino al mio letto trovo un amico, molto più giovane di me, con il quale si va spesso a sciare. Lo saluto, scambiamo due parole, poi fanno entrare mia moglie e i miei fratelli che rassicurati mi augurano la buona notte e ritornano al ristorante a tranquillizzare gli ospiti.
Dopo un paio di giorni mi trasferiscono in reparto e dopo altri tre mi dicono che nel pomeriggio dopo la visita,sarò dimesso. Tutto sommato, penso, mi è andata alla grande, il danno è abbastanza limitato e la necrosi non è molto etesa.
Ma ho fatto i conti senza l'oste. Verso l'ora di pranzo, mentre sto bighellonando per i corridoi, ancora quel sudore freddo, gli stessi sintomi di alcuni giorni prima. Stavolta mi spavento, mi sdraio sul letto ed avverto il medico della situazione, mi riattaccano il monitor e dopo qualche minuto mi dicono che occorre fare un altro giro in emodinamica. Mi sento a terra e comincio a piangere come un bambino; mia moglie che mi aveva portato i vestiti, mi guarda incredula.
Altro giro, altro stent. La situazione è sotto controllo e non ci sono ulteriori danni, così dopo un'altra settimana mi dimettono veramente. Terapia classica con betabloccante, cardioaspirina, simvastatina che seguo tuttora. Raccomandazione di fare moderata attività fisica. Comincio con la
cyclette, regalatami a Natale dai miei fratelli, poi appena inizia la bella stagione, visto che un gruppo di amici mi ha regalato un city bike comincio a fare dei giretti nei dintorni. In effetti il bitume non è che mi soddisfi molto e quindi comincio a frequentare il parco delle Groane a due passi da casa mia.
L'off-road mi prende sempre di più e dopo due anni visto che sto bene, gli esami e la prova da sforzo sono più che buoni, decido di abbandonare la city bike per una discreta full che ho tuttora e che per le mie esigenze va più che bene.
Giro principalmente qui nella mia zona tra parco delle Groane, parco del Lura, parco pineta di Tradate, valle dell'Olona, Carugo-Montorfano, parco di Montevecchia, Adda, Navigli e parco del Ticino. Giro da solo perchè non voglio essere di peso per nessuno e vorrei intraprendere un'attività più all-mountain, ma complice lo scarso allenamento e il sovrappeso (1,80m X 93kg), in salita faccio una fatica notevole.
Se siete arrivati fin qui vi ringrazio per la pazienza.
Ciao a tutti, soprattutto a shooter.
Luca