be' ma adesso fatevi da parte...
Ser Pecora ce l'ha con me! (oltre che con Muldox che però non conosco così come le motivazioni del perchè ce l'abbia con lui)...
Ser Pecora pensa, come molti altri, che Bikerciuc abbia visto il poco mondo di fuori dall'osteria e, pago dei discorsi che si conducevano colà, abbia giudicato tutto quanto fuori dall'osteria alieno, disumano privo di una qualsiasi dignità etilica o meno che fosse.
Ma ci sono due ordini di fattori che rendono la sua equazione instabile o comunque non certamente verificabile e per conseguenza non rientrante in un ragionamento matematico.
Il primo di questi due è l'autodeterminazione dell'individuo intesa come autonomia direzionale dei passi dello stesso. Cerco di Spiegarmi: nella vita si può inforcare una bicicletta e andare a fare un giro per scoprire un pezzo di mondo o attaccarci su un GPS con la traccia fatta da un altro per andare a ripetere un percorso che dalla relazione ci potrà risultare più o meno confacente ai propri desideri.
Io non giudico in nessun modo migliore il primo tipo di approccio, semplicemente, lo credo più attinente al mio modo di essere e pensare e più capace di regalarmi l'emozione della scoperta, il senso di vivere in prima persona la MIA esperienza.
In un mondo esplorato e fotografato in ogni suo dettaglio è difficile essere dei Cristofori Colombi, ma è pur altrettanto vero che io non ho la pretesa di essere "il primo" a fare una via in montagna o un giro in bicicletta...ho la pretesa di fare qualcosa che per me sia "una prima volta". Questo mi realizza più che il percorrere con più o meno profitto la strada decisa da qualcun altro... si avvicina al mio individualismo...e alla mia singolarità di persona.
Il secondo fattore che rende la
formula del Ser instabile è che lui non ha alcuna prova del fatto che io non abbia esplorato in qualche misura anche le strade che ho giudicato 'aliene' dalla mia visione del mondo... ho fatto in quel campo talune esperienze giudicando autonomamente di non volerle approfondire in quanto per me non interessanti tout-court.
Il resto sono sovrastrutture così come la volontà di rinchiudersi in una categoria per identificarsi...
io voglio essere io, non mi frega niente di cosa sia un crosscountrista o un friraider... se il mio giro sia all mountain o trailride...o puro bitume.
Io faccio dei giri in bicicletta. Cerco le mie rotte tra le ragnatele dei sentieri, da solo, con qualcuno che mi segue, talvolta sulle rotte che sono sogni nel cassetto (affini ai miei) di qualche amico... e non ho bisogno di altro, nè di una definizione che giustifichi quello che faccio, nè di una divisa che lo legittimi, nè di una sezione precisa del forum dove andare a postare le mie impressioni.
Chiamo questo libertà di espressione, chiamo questo libertà di pensiero, chiamo questo libertà di azione.
Non mi frega niente se vado a fare un giro impegnativo tecnicamente e qualcuno ci viene con la front perchè non ha altre bici... ho visto gente scendere tranquillamente con una front dove io ho tribolato con la full... ho visto occhi contenti a fine giro anche in chi ha dovuto rinunciare a qualche passaggio in sella... e ho visto tanti angoli di mondo che non avrei nemmeno immaginato potessero esistere.
Heckmair salì la nord dell'eiger con gli scarponi chiodati... non aveva altro...i climber di adesso non saprebbero fare una mulattiera in piano con tali calzature...
Mallory attaccò l'Everest in braghe di flanella e giacchetta di tweed, gli alpinisti di oggi non andrebbero nemmeno al cinema vestiti così.
Lo stesso valga per il ciclismo...e la bici da montagna...
Il progresso, come il mezzo meccanico e l'abbigliamento tecnico devono essere un ausilio e non il fine...al centro ci devono essere l'individuo e la sua ricerca, che essa sia una rotta o un gesto atletico fine a sè stesso.
Preferisco essere amico di tutti coloro che pensano che per fare uno sport non occorra sempre e necessariamente il 'top di gamma' ma un uomo o una donna con una passione, dua gambe e la volontà di andare.
Rifiuto l'equazione per la quale ad una discliplina debba corrispondere una serie di 'requisiti da possedere' per poter far parte della categoria continuando a pensare che le imprese più belle in ogni ambito sportivo (salitistico o discesistico che sia) siano state compiute più con anima e cuore che con questa o quella fibra o questo o quell'altro calzoncino.
sono fatto male...e forse sono orgoglioso di esserlo.