ex pro tra gli amatori

Eraclitus

biker semi-serio
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x quanto riguarda invece il bilancio, sapete se questo deve essere presentato da una squdara di soli tesserati amatori?
Nessun obbligo di bilancio, l'importante è che la contabilità annuale non chiuda in attivo, in quanto le Associazioni Sportive Dilettantistiche godono di tali benefici perchè nel loro statuto è specificato che non hanno scopo di lucro e, non avendo personalità giuridica, delle proprie vicende risponde personalmente il Presidente, anche con il proprio patrimonio.
 

Eraclitus

biker semi-serio
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riguardo agli "amatori" che godono di vari benefici, succede anche dalle mie parti e non servono certo le prove: basta prestare un po' di attenzione a quello che accade intorno.....
è anche vero, però, che si tratta di un fenomeno molto più diffuso nella bdc che nella mtb (verosimilmente per ragioni economiche) e, comunque, generalmente sono "arruolati" da ASD sponsorizzate da commercianti del settore, i quali si fanno carico di alcune delle spese per avere garantita una maggiore visibilità attraverso i successi dei propri atleti.

Finchè si parla di qualche rimborso spese ed a limite di una bici, direi che si possa ancora parlare di attività amatoriale, mentre se dovessero ricevere compensi in denaro andremmo nel campo del professionismo.

Ma, del resto, certi amatori che ottengono risultati internazionali difficilmente potrebbero conciliare lavoro e allenamento se non ci fosse qualcuno a dargli un sostegno economico :medita:...... comunque anche questi, quanto incontrano i pro, normalmente prendono "paga" e la prendono spesso anche dagli ex pro :omertà: .......e così torniamo al tema principale del post: gli ex pro che corrono come amatori ma sono più forti del più forte degli amatori....

In sostanza: se esistono campionati internazionali di amatori, è un bene che ci sia qualcuno disposto a "dare una mano" a chi ha le capacità per cimentarsi in tali impegni, che comunque deve conciliare lavoro, famiglia e sport come tutti noi, ma con risultati ben superiori e, non dubito, affrontando sacrifici altrettanto superiori.

Cosa diversa è invece il pro che non se la sente più di affrontare la competizione accanita del mondo professionistico e si fa "declassare" deliberatamente per continuare a "vivacchiare" di ciclismo in barba agli amatori veri.
 

hifly81

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riguardo agli "amatori" che godono di vari benefici, succede anche dalle mie parti e non servono certo le prove: basta prestare un po' di attenzione a quello che accade intorno.....
è anche vero, però, che si tratta di un fenomeno molto più diffuso nella bdc che nella mtb (verosimilmente per ragioni economiche) e, comunque, generalmente sono "arruolati" da ASD sponsorizzate da commercianti del settore, i quali si fanno carico di alcune delle spese per avere garantita una maggiore visibilità attraverso i successi dei propri atleti.

Finchè si parla di qualche rimborso spese ed a limite di una bici, direi che si possa ancora parlare di attività amatoriale, mentre se dovessero ricevere compensi in denaro andremmo nel campo del professionismo.

Ma, del resto, certi amatori che ottengono risultati internazionali difficilmente potrebbero conciliare lavoro e allenamento se non ci fosse qualcuno a dargli un sostegno economico :medita:...... comunque anche questi, quanto incontrano i pro, normalmente prendono "paga" e la prendono spesso anche dagli ex pro :omertà: .......e così torniamo al tema principale del post: gli ex pro che corrono come amatori ma sono più forti del più forte degli amatori....

In sostanza: se esistono campionati internazionali di amatori, è un bene che ci sia qualcuno disposto a "dare una mano" a chi ha le capacità per cimentarsi in tali impegni, che comunque deve conciliare lavoro, famiglia e sport come tutti noi, ma con risultati ben superiori e, non dubito, affrontando sacrifici altrettanto superiori.

Cosa diversa è invece il pro che non se la sente più di affrontare la competizione accanita del mondo professionistico e si fa "declassare" deliberatamente per continuare a "vivacchiare" di ciclismo in barba agli amatori veri.

sono d'accortdo con quasi tutto quello che hai scritto; non ho però capito un passaggio, cosa significa:
"In sostanza: se esistono campionati internazionali di amatori, è un bene che ci sia qualcuno disposto a "dare una mano" a chi ha le capacità per cimentarsi in tali impegni"

Ciao
 

sembola

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però specifichiamo che parliamo di strada allora, perchè prima si parlava di MTB, perchè se parliamo di MTB e amatori pagati pare che gli unici fessi che non lo pratichino siano in Piemonte.

Su strada il fenomeno è indubbiamente molti più diffuso, ma esiste anche nella mtb. In Toscana senz'altro.
 

Eraclitus

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sono d'accortdo con quasi tutto quello che hai scritto; non ho però capito un passaggio, cosa significa:
"In sostanza: se esistono campionati internazionali di amatori, è un bene che ci sia qualcuno disposto a "dare una mano" a chi ha le capacità per cimentarsi in tali impegni"

Ciao
si, forse sono stato un po' ermetico.
Quello che intendevo è che un amatore, per poter competere a livello internazionale, oltre ad avere doti atletiche non comuni deve potersi allenare con una costanza ed un metodo che si giovano enormemente dell'aiuto economico di qualche sponsor. Estremizzando, ti faccio un esempio: prendiamo un immaginario amatore sposato e con un figlio, che lavora in un'industria metalmeccanica e fa i turni. E' fisicamente molto dotato, si ammazza di allenamenti, spende di suo per pagarsi un preparatore, un biomeccanico ed una biga al top e spesso arriva tra i primi e vince la propria categoria. Ha difficoltà a conciliare lavoro, famiglia ed allenamenti ed è anche costretto a rinunciare a qualche gara a causa dei turni di lavoro festivi.
Ha la stoffa e la volontà, ma il suo sogno di partecipare ai mondiali sarà sempre frustrato: se si prendesse un anno sabbatico per allenarsi, come farebbe a "campare"?
Salvo che non sia ricco di famiglia (e non è il nostro caso), potrebbe solo sperare in uno sponsor che, ad esempio, lo assuma come dipendente nella sua azienda e gli dia la possibilità di lavorare poco ed allenarsi molto....
In ipotesi del genere, considerando che di fenomeni con certe potenzialità ce ne sono molto pochi, personalmente non trovo che ci sia nulla di male, anzi, probabilmente lo sport subisce un danno ogni volta che un atleta promettente (ancorchè amatore) è costretto a rinunciare ai sogni di gloria perchè non ha la possibilità economica di sostenerli.

.......l'importante è che quel campione, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, non si monti la testa e pretenda di essere pagato per partecipare alle gare con noi "comuni mortali".:smile:
 

giorgibe

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si, forse sono stato un po' ermetico.
Quello che intendevo è che un amatore, per poter competere a livello internazionale, oltre ad avere doti atletiche non comuni deve potersi allenare con una costanza ed un metodo che si giovano enormemente dell'aiuto economico di qualche sponsor. Estremizzando, ti faccio un esempio: prendiamo un immaginario amatore sposato e con un figlio, che lavora in un'industria metalmeccanica e fa i turni. E' fisicamente molto dotato, si ammazza di allenamenti, spende di suo per pagarsi un preparatore, un biomeccanico ed una biga al top e spesso arriva tra i primi e vince la propria categoria. Ha difficoltà a conciliare lavoro, famiglia ed allenamenti ed è anche costretto a rinunciare a qualche gara a causa dei turni di lavoro festivi.
Ha la stoffa e la volontà, ma il suo sogno di partecipare ai mondiali sarà sempre frustrato: se si prendesse un anno sabbatico per allenarsi, come farebbe a "campare"?
Salvo che non sia ricco di famiglia (e non è il nostro caso), potrebbe solo sperare in uno sponsor che, ad esempio, lo assuma come dipendente nella sua azienda e gli dia la possibilità di lavorare poco ed allenarsi molto....
In ipotesi del genere, considerando che di fenomeni con certe potenzialità ce ne sono molto pochi, personalmente non trovo che ci sia nulla di male, anzi, probabilmente lo sport subisce un danno ogni volta che un atleta promettente (ancorchè amatore) è costretto a rinunciare ai sogni di gloria perchè non ha la possibilità economica di sostenerli.

.......l'importante è che quel campione, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, non si monti la testa e pretenda di essere pagato per partecipare alle gare con noi "comuni mortali".:smile:

l' ipotetico amatore da te descritto se così facesse diventerebbe in pratica un simil pro
( ovvero un dilettante ), anche se a tempo determinato e di serie b, oltre al fatto che quante categorie di amatori esistono ? udace/asci/uisp/endas ecc ecc.
se l' atleta fosse stato veramente promettente sarebbe venuto fuori da giovane.
 

Eraclitus

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l' ipotetico amatore da te descritto se così facesse diventerebbe in pratica un simil pro
( ovvero un dilettante ), anche se a tempo determinato e di serie b, oltre al fatto che quante categorie di amatori esistono ? udace/asci/uisp/endas ecc ecc.
se l' atleta fosse stato veramente promettente sarebbe venuto fuori da giovane.

Parliamo di FCI. Conosco benino le dinamiche locali ma non quelle nazionali ed oltre, dunque potrei sbagliarmi, ma gli altri titoli, nel ciclismo, non credo abbiano lo stesso rilievo e, non a caso, la maggior parte delle sigle che hai citato (da quest'anno, forse, anche l'UDACE) fanno parte della Consulta e sono ammesse a gareggiare nelle competizioni della FCI ma non a competere per i titoli della Federazione (non dico che mi piace, ma solo che è un dato di fatto :medita:).
Quanto ad affermare che "se l' atleta fosse stato veramente promettente sarebbe venuto fuori da giovane", in linea di massima hai ragione, ma anche in questo caso non è bene generalizzare: tanto per fare un esempio ho un amico Elite master che, allenandosi pochissimo (preferisce:romeo: :magna:...e come biasimarlo?! :smile:) arriva sistematicamente nella parte moooolto alta delle classifiche. Ha corso da dilettante con gente che oggi è pro in bdc ed aveva la stoffa per diventarlo anche lui, ma Bacco e Venere hanno avuto il sopravvento sulla passione sportiva. Oggi corre per puro divertimento ed è comunque tra i più forti. Evidentemente la natura lo ha dotato di un "motore" migliore di molti altri.....se in futuro decidesse di fare sul serio come amatore avrebbe sicuramente i numeri per ottenere risultati di primissimo piano ma, dato che ha un lavoro che gli lascia ben poco spazio, come potrebbe allenarsi per essere competitivo a certi livelli?
Una precisazione: non doco che sia giusto o bello, però dubito fortemente che qualcuno si possa allenare per partecipare a campionati europei o mondiali con speranze di successo, sempliemente contando sulle proprie forze :il-saggi:
 

sembola

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Eraclitus, comprendo quello che dici, ma gli amatori sono amatori, i "campionati internazionali amatori" sono una contraddizione in termini. Ok lo spirito agonistico anche a livello amatoriale, ma oltre un certo livello si cade nel ridicolo (vedi alla voce "campione mondiale UISP" o UDACE).
 

Eraclitus

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Eraclitus, comprendo quello che dici, ma gli amatori sono amatori, i "campionati internazionali amatori" sono una contraddizione in termini. Ok lo spirito agonistico anche a livello amatoriale, ma oltre un certo livello si cade nel ridicolo (vedi alla voce "campione mondiale UISP" o UDACE).
Mah, come ho già detto non seguo molto le vicende agonistiche fuori dai circuiti del Centro Italia, però, per esempio, mi viene in mente la famiglia Balducci (della quale sicuramente sai più cose di me, dato che, se non sbaglio, è toscana). Per quel poco che ho avuto accasione di vedere Mirko, mi pare un ragazzo tranquillo che ama quello che fa è non ha pose da "divo", ma è comunque un campione del mondo M1 oltre che pluricampione italiano...:hail:... personalmente, nelle gare alle quali partecipo, sono molto più onorato di essere "surclassato" da lui che da Casagrande, ma non mi scandalizzerei se sapessi che la sua squadra lo aiuta economicamente per dargli modo di allenarsi più tranquillamente :medita:
 

luke87

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Mah, come ho già detto non seguo molto le vicende agonistiche fuori dai circuiti del Centro Italia, però, per esempio, mi viene in mente la famiglia Balducci (della quale sicuramente sai più cose di me, dato che, se non sbaglio, è toscana). Per quel poco che ho avuto accasione di vedere Mirko, mi pare un ragazzo tranquillo che ama quello che fa è non ha pose da "divo", ma è comunque un campione del mondo M1 oltre che pluricampione italiano...:hail:... personalmente, nelle gare alle quali partecipo, sono molto più onorato di essere "surclassato" da lui che da Casagrande, ma non mi scandalizzerei se sapessi che la sua squadra lo aiuta economicamente per dargli modo di allenarsi più tranquillamente :medita:

Io comunque penso che se uno è 10 anni che vince campionati italiani da amatore, dovrebbe fare l'Elite punto e basta!
 
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hifly81

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Mah, come ho già detto non seguo molto le vicende agonistiche fuori dai circuiti del Centro Italia, però, per esempio, mi viene in mente la famiglia Balducci (della quale sicuramente sai più cose di me, dato che, se non sbaglio, è toscana). Per quel poco che ho avuto accasione di vedere Mirko, mi pare un ragazzo tranquillo che ama quello che fa è non ha pose da "divo", ma è comunque un campione del mondo M1 oltre che pluricampione italiano...:hail:... personalmente, nelle gare alle quali partecipo, sono molto più onorato di essere "surclassato" da lui che da Casagrande, ma non mi scandalizzerei se sapessi che la sua squadra lo aiuta economicamente per dargli modo di allenarsi più tranquillamente :medita:

sono d'accordo con Eraclitus;io parlavo che esistono amatori di alto livello sia in BDC che su MTB che hanno sponsor,attrezzatura,medici,fisioterapisti e anke una sorta di compenso trasformato in rimborso spese.
Se la federazione istituisce dei campionati italiani e mondiali per le categorie amatoriali non c'è da meravigliarsi o scandalizzarsi che le persone facciano di tutto per primeggiare.
Per come la vedo io trovo più strano e se vuoi non troppo in linea con i principi amatoriali il fatto che esista un campionato italiano o mondiale per gli amatori piuttosto che persone che, essendoci questo tipo di manifestazione, partecipano cercando di eccellervi.
Per come la vedo io inoltre non dovrebbero nemmeno esserci i premi in denaro per coloro che vincono le gare amatoriali

sul fatto degli ex pro che partecipano al circuito amatoriale invece è meglio che non commento :-) è come la squadra di serie A imbattuta nel precampionato o che vince il trofeo Birra Valloasapè
 
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luke87

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se uno vince da 10 anni il campionato italiano amatore non penso possa essere giovane, avrà come minimo 30 anni; passi Elite a 30 anni? e chi ti prende?

Nessuno lo deve prendere...si tessera elite e risulta in classifica con gente del suo livello. Io, avessi la fortuna di avere un motore del genere farei sicuramente Elite perchè non vedo che soddisfazione ci possa trovare a correre e vincere la categoria con 5'/10' di vantaggio ogni volta...
 

hifly81

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Nessuno lo deve prendere...si tessera elite e risulta in classifica con gente del suo livello. Io, avessi la fortuna di avere un motore del genere farei sicuramente Elite perchè non vedo che soddisfazione ci possa trovare a correre e vincere la categoria con 5'/10' di vantaggio ogni volta...

sorry nn sapevo che uno si poteva tesserare elite senza particolari meriti...beh la cosa è ancora + triste se c'è gente che vince x anni cn minuti di vantaggio e nn prova a cimentarsi cn qlc di + tosto...talento sprecato mi verrebbe da dire
 

luke87

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sorry nn sapevo che uno si poteva tesserare elite senza particolari meriti...beh la cosa è ancora + triste se c'è gente che vince x anni cn minuti di vantaggio e nn prova a cimentarsi cn qlc di + tosto...talento sprecato mi verrebbe da dire

Qui sta proprio il problema: non ci sono regole per cui un amatore forte debba passare Elite per forza visti risultati di prestigio!!! Se la Federazione studiasse delle regole (sensate) questo topic non esisterebbe nemmeno...
 

Eraclitus

biker semi-serio
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Già.....rimanendo nell'ambito delle mie zone, ci sono diversi Elite Sport (Master) piuttosto forti; questi ragazzi, le rare volte che si trovano a correre in gare importanti, magari al nord, ottengono comunque buoni risultati sia di categoria che assoluti.
Paradossalmente gli Under 23 ed Elite sino ai 29 anni sono quasi assenti e generalmente arrivano dietro ai loro coetanei amatori......

il motivo è semplice: i ragazzi umbri più forti vogliono correre senza prendersi impegni eccessivi sia in termini di allenamento che di spesa (mancano le risorse, le squadre adeguatamente attrezzate, la politica giusta ed ogni altro stimolo necessario a convincere un giovane a "fare sul serio"), quindi ogni domenica si sfidano tra loro per i primi posti di categoria e comunque, nelle gare più affollate, magari non riescono nemmeno ad arrivare tra i primi cinque perchè si presenta qualche squadra più agguerrita dal Lazio o dalla Toscana.
In questa situazione, se un ventenne è disposto a pagarsi direttore tecnico e medico, può togliersi il gusto di correre praticamente da solo tra gli Under 23 e quindi andare sul podio tutte le domeniche, pur essendo meno forte del più lento dei suoi coetanei amatori..........:nunsacci: CI DEV'ESSERE QUALCOSA CHE NON VA!............
 

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il motivo è semplice: i ragazzi umbri più forti vogliono correre senza prendersi impegni eccessivi sia in termini di allenamento che di spesa........

:smile: mi ricorda tanto quello che mi aveva detto un coinquilino all'università quando commentammo che si alzava tardissimo ed andava poco a lezione...
Insomma poca voglia di far sacrifici da quelle parti :hahaha:

scerzi a parte, non ho capito il tuo discorso sul perchè uno dovrebbe pagarsi direttore tecnico e medico per gareggiare come U23. Basta tesserarsi per una squadra affiliata FCI e se hai l'età giusta sei U23.
 

Eraclitus

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:smile: mi ricorda tanto quello che mi aveva detto un coinquilino all'università quando commentammo che si alzava tardissimo ed andava poco a lezione...
Insomma poca voglia di far sacrifici da quelle parti :hahaha:
beh, la bicicletta non è certo lo sport che ogni ragazzino sogna di praticare: tanto sacrificio, pochi soldi e carriera incerta, salvo che per quelle poche centinaia che riescono a guadagnarsi un contratto con squadre importanti...
Poi ci sono pochi investitori e ampie zone del nostro Paese sono prive di squadre capaci di accogliere e far crescere i ragazzi, anche se dotati.....
scerzi a parte, non ho capito il tuo discorso sul perchè uno dovrebbe pagarsi direttore tecnico e medico per gareggiare come U23. Basta tesserarsi per una squadra affiliata FCI e se hai l'età giusta sei U23.
le categorie amatoriali non hanno gli U23: dopo i 18 anni, se non ti tesseri come agonista, sei un Elite Sport e rimani in quella categoria sino ai 29 anni, quando diventi M1. Le categorie agonistiche invece prevedono gli U23 (19-22 anni), mentre dai 23 anni in poi sono tutti Elite, a prescindere dall'età.
Come dicevamo all'inizio, per essere nelle categorie non amatoriali (o professionistiche, se preferisci) c'è bisogno di un medico sportivo sociale e di un direttore tecnico che hanno un costo e sono presenti solo in strutture organizzate di un certo livello (quindi in poche squadre, principalmente dedite alla strada). Perciò sono molto rare le squadre disposte/capaci/interessate ad investire in giovani bikers e di certo si aspettano di essere ripagate con i risultati.......ma se quei costi li sostieni tu stesso, allora non ci sono più problemi: puoi correre da U23 (o da Elite se hai più di 23 anni) anche senza avere un contratto professionistico e semplicemente iscrivendoti formalmente ad una squadra qualunque.....
Questo è uno dei meccanismi della FCI che continuo a trovare poco sensati, quindi mi pare valga la pena di spiegarlo: lo stesso medico (o direttore) può far correre elite iscritti a squadre diverse, purchè ci sia qualcuno disposto ad assumersi i costi....
 

sembola

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Questo è uno dei meccanismi della FCI che continuo a trovare poco sensati...
Perchè si continuano a confondere i due piani, quello agonistico e quello amatoriale. Non c'è nulla di male nel decidere che la tua passione debba essere anche un lavoro retribuito: ma allora fai l'Elite e non vai a competere con chi invece corre "per divertimento".
Quello che è estremamente poco sensato è come la FCI di fatto ignori le realtà e le necessità del settore amatoriale, che dal punto di vista numerico è basilare (togli gli amatori e vedrai che risate quando si tratta di sedersi al tavolo per tagliare la torta dei contributi del CONI :spetteguless:). Ed a mio parere occorre riconoscere che l'attuale sistema di categorie non è più adatto ai tempi.

I campionati UCI Master hanno senza dubbio un'importanza non paragonabile alle buffonate che ho citato, ma restano comunque dei titoli relativi, visto che negli altri paesi chi va forte davvero corre in altre categorie.

Non conosco personalmente nè Casagrande nè Balducci, quindi non posso esprimere preferenze umane. Ma non capisco perchè sarebbe meno simpatico essere suclassati da Casagrande piuttosto che da Balducci. E' vero che Casagrande è stato un pro, ma non lo è più da quasi dieci stagioni. Ma è anche vero che ci sono decine e decine di corridori che hanno le potenzialità di correre trai pro ma che non trovano un posto in alcuna squadra. Insomma, non è l'essere pro che ti dà un motore diverso, è avere un motore diverso che ti consente di essere un pro...e solo pochi di quelli che hanno queste doti poi diventano professionisti...
 

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