Il Gravel nasce in america.
Grandi spazi , non sempre serviti da strade..
Occorreva una bici comoda, che potesse coprire grandi distanze senza ammazzarti.
Quando tutto il marketing odierno non esisteva, la gente ha fatto nascere il gravel cannibalizzando bici, sfruttando tutti i pezzi che avevano nelle soffitte-cantine.
All'inizio erano ibridi.
Per questo ho postato quel telaio focus..
L'alu per queste cose non è il massimo, ma la geometria su un telaio tg. 55 è di 71,5° al canotto x 73° di tubo sella.. un reach medio 396, uno stem da 10 cm comodo e uno stack di 620.. praticamente le quote ciclistiche di parecchie Gravel in questa misura. Nasceva come "Cross" appunto, non MTB pura. Aveva strane specifiche che ben si adattavano all'uso "ghiaioso". I cerchi sono ibridi mtb-corsa profilo alto, interno 18mm, dischi 160mm, tripla da 48! Forcellina da 80mm. Se a questo telaio montavo una forca rigida e un manubrio con la curva era a tutti gli effetti Gravel per come lo conosciamo oggi. Questo per dire, son geometrie che già esistevano, lo spirito è questo, quello di stravolgere un mezzo per adattarlo a questo tipo di esigenze. Le "cx" sono più spinte, ma niente impedisce loro di diventare ottime Gravel, almeno per qualcuna. Molte possono superare di molto i canonici 35mm di gomma, a volte basta prendere un telaio più grande per avere certe specifiche.. Certo telai in alluminio sarebbero da evitare (ma anche li ce ne sono di specifici che vanno bene), ma i carbonchi nonostante la loro durezza, smorzano parecchio le vibrazioni del terreno. Calcola che la mia Colnago Prestige in taglia 55 la userei da CX spinta e mi sarebbe giusta, in taglia 58 avrebbe circa le stesse geo della specialized sequoia in "L" corrispondenti alla mia taglia. Quindi per concludere hai ragione, parlando di geometrie.
Ma conoscendo bene le proprie e quello che si vuole dal proprio mezzo si possono adottare parecchie tipologie di bici per questo impiego. Non bevetevi tutte le stronzate del momento.. i primi a fare Gravel anche se in chiave sportiva si chiamavano Girardengo, Bottecchia, Coppi, Bartali ecc ecc ecc.. Quelli un botto di km sopra la ghiaia se li facevano ogni volta, senza barba ne calzettini a scacchi.. Altra cosa il territorio dove vivi. A me di una bici fatta per i grandi spazi americani in Alto Adige non mi serve una cippa.. se devo tirarmi 100km tra stradine ghiaiose, sentieri ecc dalle mie parti è forse meglio una CX addolcità. Magari con una guarnitura supercompact 46-30 x 11-32 o 34 o 36, poco peso e uno sterzo più pronto. Qui i "grandi spazi" sono strapieni di sali scendi incazzatissimi, a volte scassati e tortuosi. Da me l'agilità e la leggerezza (anche per le grandi distanze) servono anche sulla ghiaia. Se abitassi in pianura padana avrei totalmente un'altra rapportatura e un telaio in acciaio piuttosto che in carbonio e geometrie più "rilassate". Gravel vuol dire tutto e niente.. un pò come l'all mountain in MTB. E aggiungo fortunatamente. Purtroppo iniziano a far gare anche in queste cose, a mio avviso snaturando il concetto stesso per cui queste bici sono nate. Ma questa è un'altra storia.
A supporto della tesi di @Teo 81 vi incollo un bell’articolo di qualche tempo fa, di gente che le gravel le fa senza se e senza ma: https://www.cxmagazine.com/winning-bikes-gravel-races-dirty-kanza-lost-and-found