ahah.
Che ne so, è istintivo. :-P vedo un "muro", cerco una fuga libera, un cambio di pendenza agibile, traccio con il piede la traiettoria d'ingresso sulla terra, poi parto un po' lontano, in modo di arrivare sull'orlo ben in equilibrio con i piedi posizionati correttamente sui pedali, concentrato, quasi mi fermo l'istante prima di buttar fuori la ruota ant e man mano che la bici esce sul ripido, il corpo arretra in modo da lasciare il baricentro più in mezzo possibile alle
ruote, mentre si lasciano i
freni delicatamente.
L'istante successivo mi riporto in posizione centrale, per poter pompar la biga e scaricare l'anteriore (o impennare proprio) per attutire l'impatto del cambio di pendenza, raramente ben raccordato, con il peso che dal "verticale" andrebbe a cadere quasi interamente sulla ruota ant. Quindi pompo, arretro, scarico l'ant, aprendo gli angoli riducendo il rischio d'impuntata, mi distendo e accompagno, per poi "richiudermi" sulla bici nella fuga, sempre per aiutare le sospensioni ad attutire la secchezza del cambio di pendenza.
Che sia semplice da fare è un fatto assolutamente soggettivo. Dipende cosa si è abituati a fare. A me questo ripido o il drop grande alle Deux Alpes mi son sembrati "facili", mentre i doppi sulla pista Choucas Bikers mi inquietavano e arrivavo sempre un po' corto. Motivo? giro spesso su trail naturale e di ripidi e drop se ne trovano a bizzeffe, di doppi solo piccolini e rari.
o-o