La sottile linea....

bobbycosta

Biker novus
4/10/08
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Ferrara
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Dedico questa riflessione al mio amato cugino Cristian e a coloro che rimpiangono una spensierata gioventù.

Non so se anche a voi capita di avere dei deja vu che stimolano ricordi stipati stretti stretti in qualche angolo della memoria. Questi piccoli eventi, apparentemente insignificanti, sono come una chiave che apre una porta che per tanti anni è rimasta chiusa e nascosta dall’accumulo di eventi che la vita ci riserva.
Devo ammettere di avere la fortuna di lavorare a 4 km da casa, il che mi consente di percorrere 16 km al giorno in bicicletta dimenticando la macchina per buona parte dell’anno. Faccio tutti i giorni lo stesso rettilineo in modo meccanico e ripetitivo con la mia front rigidizzata e in pochi minuti arrivo a destinazione.
Fino a ieri, quando ho visto un luccichio.
Impigliato e sbattuto dal vento, in un improbabile abbraccio con le sterpaglie ho visto il nastro magnetico di una cassetta, relitto di un epoca passata, prima dell’mp3, ancora prima del cd, per un po’ contemporanea poi erede dei dischi anni 60/70.
Mi sono sempre chiesto perché si debba scagliare fuori dal finestrino una cassetta. Che fosse una cassetta di Pupo? Magari rinvenuta nella macchina della mamma prestata al figlio neopatentato. Chissa?
Da questo pensiero un intreccio neuronale mi ha riportato a quando, da ragazzino mi posi la stessa domanda.
Si partiva da Ferrara per passare la Domenica a Forlimpopoli dai miei nonni materni, quella Domenica io e Cristian, mio cugino coetaneo, per vincere la noia di un uggioso pomeriggio estivo escogitammo un’impresa che all’epoca pareva avere contorni epici, scalare la collina in bicicletta fino a Bertinoro a pochi km di distanza e, raggiunto il borgo investire qualche centinaio di lire in un meritato gelato.
Mezzi adeguati allo scopo erano due grazielloni, quelle assurde bici fatte come grazielle ma con le ruote grandi, mezze scassate e rigorosamente singlespeed.
Se penso a quei pochi chilometri, alla fatica per noi improvvisati ciclisti, al cazzeggio, alle prese per il culo di automobilisti e della gente di passaggio ancora adesso mi commuovo.
E penso a quel nastro magnetico che avevamo notato impigliato nella sterpaglia, alle congetture di cosa contenesse la cassetta e chi l’avesse scagliata fuori.
Conclusa l’impresa senza danni a cose o persone io e Cristian ci siamo ripromessi di fare ancora un giro epico come quello. – Oh cugino ci siamo divertiti eh, lo facciamo ancora, magari più lungo! –
Poi l’Estate è finita, è arrivato il motorino e la bicicletta era diventata di colpo da sfigati e non se ne fece più niente.
Però alle volte ci ripensavamo a quel giro, a come ci eravamo divertiti e, come i pescatori, ingigantivamo particolari, lunghezza e dislivello.
Poi un maledetto giorno Cristian se ne è andato per sempre, una delle troppe vittime del Sabato sera della riviera romagnola. E niente è stato e sarà più come prima.
Oggi, quando ho visto quel nastro svolazzare mi è tornato in mente quel giorno d’ Estate di tanti anni fa e nel tragitto verso casa ho rivissuto quei momenti e mi sono reso conto di come sia sottile e indefinito il confine tra felicità e dolore.

Caro cugino spero che tu stia scorrazzando con il tuo generale Lee in qualche dove, quaggiù non ti abbiamo dimenticato.

Robert
 

tarcy

Biker assatanatus
18/10/03
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mazzano (BS)
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....speravo nel lieto fine. la vita non va mai come vorremmo. ed ancora c'è gente che pensa che solo i soldi possano dare la felicità. poveri illusi. un abbraccio.
 

bobbycosta

Biker novus
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Grazie B.J., riflettendo ho pensato che tanti ricordi belli sono legati alla bici, soprattutto per chi è stato bambino negli anni 70-80! Ciao e tante cose!
 

bobbycosta

Biker novus
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....speravo nel lieto fine. la vita non va mai come vorremmo. ed ancora c'è gente che pensa che solo i soldi possano dare la felicità. poveri illusi. un abbraccio.


Purtroppo siamo messi così. Da ragazzini si vive il presente perchè non si pensa per niente al futuro e poco al passato, figuriamoci ai soldi! Ciao Tracy e grazie.
 

ciciu

Biker superioris
Quanti ricordi mi affiorano alla mente , leggendo il tuo .
Ed il fatto che felicità e dolore sono in qualche modo legati è proprio vero . In realtà , noi ciclisti , lo percepiamo tutti ; pedalando con fatica su per una assolata collina .
... ed ogni volta è come tornare bambini .
 

alfio.mail

Biker superis
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Castellamonte
www.testematte.org
Touché, perchè l'ho vissuta, touché perchè l'ho provata e continuo a provarla quella sensazione, tanto che ogni volta che passo da quella strada esce sempre l'occhio lucido ......
e leggendo quanto hai scritto mi hai nuovamente fatto ricordare a quanto fossero belli e spensierati quei tempi li, e non consci della fortuna che si aveva, non vedevamo l'ora che finissero ......
Un grosso abbraccio
 

frw75

Biker superioris
25/6/10
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Loria
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Dedico questa riflessione al mio amato cugino Cristian e a coloro che rimpiangono una spensierata gioventù.

Non so se anche a voi capita di avere dei deja vu che stimolano ricordi stipati stretti stretti in qualche angolo della memoria. Questi piccoli eventi, apparentemente insignificanti, sono come una chiave che apre una porta che per tanti anni è rimasta chiusa e nascosta dall’accumulo di eventi che la vita ci riserva.
Devo ammettere di avere la fortuna di lavorare a 4 km da casa, il che mi consente di percorrere 16 km al giorno in bicicletta dimenticando la macchina per buona parte dell’anno. Faccio tutti i giorni lo stesso rettilineo in modo meccanico e ripetitivo con la mia front rigidizzata e in pochi minuti arrivo a destinazione.
Fino a ieri, quando ho visto un luccichio.
Impigliato e sbattuto dal vento, in un improbabile abbraccio con le sterpaglie ho visto il nastro magnetico di una cassetta, relitto di un epoca passata, prima dell’mp3, ancora prima del cd, per un po’ contemporanea poi erede dei dischi anni 60/70.
Mi sono sempre chiesto perché si debba scagliare fuori dal finestrino una cassetta. Che fosse una cassetta di Pupo? Magari rinvenuta nella macchina della mamma prestata al figlio neopatentato. Chissa?
Da questo pensiero un intreccio neuronale mi ha riportato a quando, da ragazzino mi posi la stessa domanda.
Si partiva da Ferrara per passare la Domenica a Forlimpopoli dai miei nonni materni, quella Domenica io e Cristian, mio cugino coetaneo, per vincere la noia di un uggioso pomeriggio estivo escogitammo un’impresa che all’epoca pareva avere contorni epici, scalare la collina in bicicletta fino a Bertinoro a pochi km di distanza e, raggiunto il borgo investire qualche centinaio di lire in un meritato gelato.
Mezzi adeguati allo scopo erano due grazielloni, quelle assurde bici fatte come grazielle ma con le ruote grandi, mezze scassate e rigorosamente singlespeed.
Se penso a quei pochi chilometri, alla fatica per noi improvvisati ciclisti, al cazzeggio, alle prese per il culo di automobilisti e della gente di passaggio ancora adesso mi commuovo.
E penso a quel nastro magnetico che avevamo notato impigliato nella sterpaglia, alle congetture di cosa contenesse la cassetta e chi l’avesse scagliata fuori.
Conclusa l’impresa senza danni a cose o persone io e Cristian ci siamo ripromessi di fare ancora un giro epico come quello. – Oh cugino ci siamo divertiti eh, lo facciamo ancora, magari più lungo! –
Poi l’Estate è finita, è arrivato il motorino e la bicicletta era diventata di colpo da sfigati e non se ne fece più niente.
Però alle volte ci ripensavamo a quel giro, a come ci eravamo divertiti e, come i pescatori, ingigantivamo particolari, lunghezza e dislivello.
Poi un maledetto giorno Cristian se ne è andato per sempre, una delle troppe vittime del Sabato sera della riviera romagnola. E niente è stato e sarà più come prima.
Oggi, quando ho visto quel nastro svolazzare mi è tornato in mente quel giorno d’ Estate di tanti anni fa e nel tragitto verso casa ho rivissuto quei momenti e mi sono reso conto di come sia sottile e indefinito il confine tra felicità e dolore.

Caro cugino spero che tu stia scorrazzando con il tuo generale Lee in qualche dove, quaggiù non ti abbiamo dimenticato.

Robert


porca miseria...in questa sezione è più facile piangere che ridere...
quante analogie con la tua storia, quante congetture sulle cassette gettate dal finestrino...
se vuoi un'altra ipotesi: io una volta ho buttato dalla macchina una cassetta di Renato Zero dopo aver litigato con la morosa, lei era dietro con la sua macchina e ha visto la sua cassetta preferita volare...poi mi sono pentito del gesto...e ci siamo sposati (di questo me ne sto pentendo adesso:smile:)
 

bobbycosta

Biker novus
4/10/08
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Quanti ricordi mi affiorano alla mente , leggendo il tuo .
Ed il fatto che felicità e dolore sono in qualche modo legati è proprio vero . In realtà , noi ciclisti , lo percepiamo tutti ; pedalando con fatica su per una assolata collina .
... ed ogni volta è come tornare bambini .

Proprio per questo se per un giorno non uso la bici ne sento subito la mancanza! Ciao e grazie per il commento!
 

bobbycosta

Biker novus
4/10/08
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porca miseria...in questa sezione è più facile piangere che ridere...
quante analogie con la tua storia, quante congetture sulle cassette gettate dal finestrino...
se vuoi un'altra ipotesi: io una volta ho buttato dalla macchina una cassetta di Renato Zero dopo aver litigato con la morosa, lei era dietro con la sua macchina e ha visto la sua cassetta preferita volare...poi mi sono pentito del gesto...e ci siamo sposati (di questo me ne sto pentendo adesso:smile:)

Mitico! Infatti ero indeciso tra Pupo e Renato Zero, poi visto che mia madre è una fan sfegatata ho sacrificato, senza tanti rimpianti, il povero Pupo!
Pensa adesso che poca soddisfazione buttare una chiavetta usb, la tua attuale moglie non se ne sarebbe accorta e, non facendo la figura del valido, non vi sareste sposati!
Ciao e grazie del commento.
 

bobbycosta

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Touché, perchè l'ho vissuta, touché perchè l'ho provata e continuo a provarla quella sensazione, tanto che ogni volta che passo da quella strada esce sempre l'occhio lucido ......
e leggendo quanto hai scritto mi hai nuovamente fatto ricordare a quanto fossero belli e spensierati quei tempi li, e non consci della fortuna che si aveva, non vedevamo l'ora che finissero ......
Un grosso abbraccio

Grazie Alfio, per fortuna non sono l'unico che prova queste sensazioni. Ciao e tante cose!
 

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