Mentre giravo oggi da solo, mi sono venute in mente le volte che ho incrociato una vipera (diciamo 1-2 volte all'anno) e che era il caso di ripassare alcune nozioni fondamentali. Visto che ho fatto la ricerca, è bene metterla a disposizione di tutti!
Prendeteli come spunti di riflessione, non sono un medico e non ho quindi le competenze per poter dire se i trattamenti indicati siano corretti.
La vipera è una genere di serpenti velenosi, appartenenti alla famiglia dei Viperidae.
I loro occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti. Questo carattere, per le specie italiane, contribuisce a distinguerle dagli altri serpenti presenti negli stessi habitat, come le innocue bisce, che hanno pupilla rotonda. Altri caratteri che tipicamente permettono di distinguere una vipera da un colubride non velenoso italiano sono la testa triangolare e la coda che si restringe in modo brusco, mentre gli altri ofidi presentano testa ovale e coda che si restringe gradualmente.
La lunghezza è di norma intorno ai 60/80 cm.
Le vipere si nutrono di piccoli animali vivi che immobilizzano e uccidono con il potente veleno di cui sono dotate. Il veleno viene iniettato tramite due acuminati denti scanalati; infatti, quando la vipera morde, si ha la fuoriuscita del veleno che, percorrendo le scanalature dei denti, penetra nei tessuti della vittima.
Il veleno della vipera è pericoloso anche per luomo ed in casi molto rari anche mortale. Molto dipende dalla quantità che viene iniettata (ad es. se la vipera ha morso poco prima un topo, la sua ghiandola velenifera sarà quasi vuota, oppure se è molto piccola, la quantità di veleno contenuta nella ghiandola sarà ridotta), dalla zona del morso (molto pericolosi i morsi nella zona del collo e della testa), dalle condizioni fisiche dellinteressato e SOPRATTUTTO DALLA TEMPESTIVITÀ DELLINTERVENTO SANITARIO.
Zone di diffusione
In Sardegna non sono presenti vipere.
Ambiente
Le vipere, come tutti i rettili, amano il calore diretto dei raggi solari e le superfici che lo trattengono e lo rilasciano gradualmente, nonché i luoghi dove è facile nascondersi. Posti quindi particolarmente adatti alla presenza delle vipere sono:
- le pietraie esposte a solatio
- i muri a secco
- le fascine di legna
- i tronchi dalbero tagliati e accatastati
- le vecchie case abbandonate
- i pagliai
- le rive dei corsi dacqua e degli stagni
Frequentano normalmente gli ambienti boscosi non folti, le praterie, i campi, gli orti abbandonati e tutti gli ambienti tranquilli e ricchi di cibo, dal livello del mare fino a oltre i 1.500 metri, quasi sempre sulla terra e solo occasionalmente su alberi o cespugli molto folti.
Abitudini
Le vipere sono animali pigri e si spostano solo per mangiare
La loro attività si svolge nei mesi di aprile-maggio fino a ottobre-novembre, con una punta nei mesi più caldi. Sono animali rustici e sostano preferibilmente in luoghi tranquilli e caldi; rifuggono la presenza delluomo
Le vipere mordono luomo solo per difesa (quando si sentono minacciate dalla vicinanza delluomo). Quando possibile preferiscono scappare.
Precauzioni
Evitare il morso di vipera è abbastanza semplice se si seguono delle regole fondamentali, che elencheremo sinteticamente:
Dotazione di primo soccorso
- 1 benda alta cm. 7 e lunga mt. 6 (per il bendaggio delle braccia), 1 benda alta cm. 10 e lunga mt.10 (per il bendaggio delle gambe), 1 cerotto elastico adesivo alto cm. 10 e lungo cm. 50 (tipo Tensoplast), 1 stecca rigida
- un tampone disinfettante
- un piccolo bisturi in confezione sterile (da usare con molta cautela)
- una siringa aspira veleno
Il tutto conservato in una piccola scatola ben chiusa.
Sintomi
Il veleno assorbito può causare:
a) sintomi locali: dolore vivissimo nella sede del morso, arrossamento, cianosi, gonfiore dopo circa 10 minuti, crampi più o meno acuti;
b) sintomi generali: dopo circa 30 minuti-1 ora: cefalea, malessere, senso di vertigine, tachicardia, riduzione della pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea (a volte sanguinolenta); nei casi gravi compaiono depressione respiratoria e shock mortale.
PRIMO SOCCORSO
Con gradualità, in rapporto alle esigenze, si possono mettere in atto le seguenti metodiche:
CONSIGLI PRATICI DI COMPORTAMENTO
Morso agli arti inferiori (gambe):
Applicare una benda larga almeno 10 cm. e lunga circa 10 metri, tirando ed esercitando una discreta pressione. Tale bendaggio va esteso il più alto possibile e comunque anche al di sotto del punto morsicato. Per effettuare, infine, una buona immobilizzazione dell'arto, va applicata e congruamente fissata, una stecca rigida. Se queste due operazioni sono state correttamente eseguite, la compressione così esercitata non risulterà fastidiosa per l'infortunato e soprattutto potrà essere mantenuta in sede per diverse ore. In ogni caso NON DOVRA' ESSERE RIMOSSA fino a che il paziente non sia giunto al più vicino posto di pronto soccorso ospedaliero.
Morso al tronco, al collo, alla testa :
Anche in questo caso (peraltro fortunatamente molto meno frequente) si cerca di ottenere un ritardo della diffusione del veleno. E' consigliabile applicare un tampone rigido sopra la zona morsicata, tenendolo compresso con un cerotto elastico adesivo.
NEL FRATTEMPO LA PERSONA COLPITA VA IMMOBILIZZATA, TRANQUILLIZZATA E TRASPORTATA, POSSIBILMENTE SENZA FARLA CAMMINARE E NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE AL PIÙ VICINO POSTO DI PRONTO SOCCORSO.
LIMPORTANTE E NON PERDERE TEMPO (ad esempio per costruire una barella di fortuna o attardandosi nella applicazione del bendaggio)
Modalità d'uso
1) Porre il laccio a monte della ferita.
2) Disinfettare la ferita con il tampone.
3) Effettuare un provino per evidenziare l'eventuale allergia del soggetto verso il siero: iniettare 0,1 cc di siero sotto la pelle in zona facilmente visibile, ad esempio nel braccio. Attendere15 -20 minuti e verificare la presenza di segni allarmanti: rossore, gonfiore, dolore.
4) In assenza dei sopradetti segni iniettare metà della fiala in 4 o 5 punti intorno alla ferita e la restante metà alla radice dell'arto:nel gluteo se è stata colpita la gamba, nella spalla se è stato colpito il braccio.L'impiego e la posologia del siero antiofidico sono uguali qualunque sia il soggetto morsicato, adulto o bambino, cane o qualsiasi altro animale.
Fonti:
(testo principalmente estratto da:)http://faenza.uoei.it/pagweb/levipere.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Bitis_arietans.jpg
http://www.clicmedicina.it/pagine n 17/vipere.htm
Prendeteli come spunti di riflessione, non sono un medico e non ho quindi le competenze per poter dire se i trattamenti indicati siano corretti.
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La vipera è una genere di serpenti velenosi, appartenenti alla famiglia dei Viperidae.
I loro occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti. Questo carattere, per le specie italiane, contribuisce a distinguerle dagli altri serpenti presenti negli stessi habitat, come le innocue bisce, che hanno pupilla rotonda. Altri caratteri che tipicamente permettono di distinguere una vipera da un colubride non velenoso italiano sono la testa triangolare e la coda che si restringe in modo brusco, mentre gli altri ofidi presentano testa ovale e coda che si restringe gradualmente.
La lunghezza è di norma intorno ai 60/80 cm.
Le vipere si nutrono di piccoli animali vivi che immobilizzano e uccidono con il potente veleno di cui sono dotate. Il veleno viene iniettato tramite due acuminati denti scanalati; infatti, quando la vipera morde, si ha la fuoriuscita del veleno che, percorrendo le scanalature dei denti, penetra nei tessuti della vittima.
Il veleno della vipera è pericoloso anche per luomo ed in casi molto rari anche mortale. Molto dipende dalla quantità che viene iniettata (ad es. se la vipera ha morso poco prima un topo, la sua ghiandola velenifera sarà quasi vuota, oppure se è molto piccola, la quantità di veleno contenuta nella ghiandola sarà ridotta), dalla zona del morso (molto pericolosi i morsi nella zona del collo e della testa), dalle condizioni fisiche dellinteressato e SOPRATTUTTO DALLA TEMPESTIVITÀ DELLINTERVENTO SANITARIO.
Zone di diffusione
In Sardegna non sono presenti vipere.
Ambiente
Le vipere, come tutti i rettili, amano il calore diretto dei raggi solari e le superfici che lo trattengono e lo rilasciano gradualmente, nonché i luoghi dove è facile nascondersi. Posti quindi particolarmente adatti alla presenza delle vipere sono:
- le pietraie esposte a solatio
- i muri a secco
- le fascine di legna
- i tronchi dalbero tagliati e accatastati
- le vecchie case abbandonate
- i pagliai
- le rive dei corsi dacqua e degli stagni
Frequentano normalmente gli ambienti boscosi non folti, le praterie, i campi, gli orti abbandonati e tutti gli ambienti tranquilli e ricchi di cibo, dal livello del mare fino a oltre i 1.500 metri, quasi sempre sulla terra e solo occasionalmente su alberi o cespugli molto folti.
Abitudini
Le vipere sono animali pigri e si spostano solo per mangiare
La loro attività si svolge nei mesi di aprile-maggio fino a ottobre-novembre, con una punta nei mesi più caldi. Sono animali rustici e sostano preferibilmente in luoghi tranquilli e caldi; rifuggono la presenza delluomo
Le vipere mordono luomo solo per difesa (quando si sentono minacciate dalla vicinanza delluomo). Quando possibile preferiscono scappare.
Precauzioni
Evitare il morso di vipera è abbastanza semplice se si seguono delle regole fondamentali, che elencheremo sinteticamente:
- Preferire i sentieri e i luoghi frequentati in quanto la vipera,timidissima, li evita spaventata dalla presenza dell'uomo.
- Indossare calzature adatte, possibilmente alte, calzoni di stoffa robusta non aderenti e calzettoni spessi che attutiscono il morso,ricordando che il veleno può essere iniettato soltanto alla profondità massima di 3-4 mm. (vedi oltre).
- Farsi sentire dalle vipere che sono quasi sorde ma percepiscono le vibrazioni del terreno. Battere quindi il suolo con un bastone man mano che si procede o camminare pesantemente battendo i piedi.
- Fare attenzione ai posti freschi quando fa caldo e ai posti tiepidi quando fa fresco (ad es. una vegetazione fitta con il solleone; dei massi o una pietraia quando il cielo è coperto). È sbagliato pensare alle vipere acciambellate su un sasso sotto il sole rovente: data la loro struttura si ustionerebbero immediatamente.
- Attenzione a dove ci si siede o ci si distende: si corre il rischio di venir morsi in punti delicati. Un morso al collo può provocare la morte per soffocamento a causa del gonfiore che si viene a formare.
- Nel periodo estivo fare attenzione nei boschi anche ai rami degli alberi;
- Se si posano indumenti per terra, scuoterli con energia prima di indossarli.
- Distruggere gli avanzi dei cibi consumati ed in particolare le confezioni di latte usate: le vipere sono ghiotte di questo alimento.
- Non lasciare spalancate le porte delle automobili quando ci si ferma a lungo in aperta campagna o in montagna.
- Attenzione alle rocce, ai muri di pietra, ai casolari abbandonati e ai cespugli molto ramificati (ginepri, rododendri, rovi, ecc.). Non mettere mai le mani sotto la roccia, in una fessura o nell'erba alta.
- Evitare di schiacciare le vipere con i piedi o di colpire con pietre e bastoni: se non si colpiscono mortalmente si rivoltano cercando di mordere.
- Se ci si trova di fronte ad una vipera è meglio restare immobili o indietreggiare lentamente: la vipera cercherà di fuggire.
Dotazione di primo soccorso
- 1 benda alta cm. 7 e lunga mt. 6 (per il bendaggio delle braccia), 1 benda alta cm. 10 e lunga mt.10 (per il bendaggio delle gambe), 1 cerotto elastico adesivo alto cm. 10 e lungo cm. 50 (tipo Tensoplast), 1 stecca rigida
- un tampone disinfettante
- un piccolo bisturi in confezione sterile (da usare con molta cautela)
- una siringa aspira veleno
Il tutto conservato in una piccola scatola ben chiusa.
Sintomi
Il veleno assorbito può causare:
a) sintomi locali: dolore vivissimo nella sede del morso, arrossamento, cianosi, gonfiore dopo circa 10 minuti, crampi più o meno acuti;
b) sintomi generali: dopo circa 30 minuti-1 ora: cefalea, malessere, senso di vertigine, tachicardia, riduzione della pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea (a volte sanguinolenta); nei casi gravi compaiono depressione respiratoria e shock mortale.
PRIMO SOCCORSO
Con gradualità, in rapporto alle esigenze, si possono mettere in atto le seguenti metodiche:
- Calma: non lasciarsi prendere dall'ansia e non drammatizzare.
- Sdraiare e tranquilizzare l'infortunato: in una persona agitata il veleno entra in circolo più rapidamente. Prima che il gonfiore lo impedisca sfilare anelli, bracciali, ecc.
- Laccio: rallentare l'assorbimento del veleno applicando una fascia di stoffa (fazzoletto, foulard) di 5-6 cm. di larghezza tra la parte morsicata e la radice dell'arto, su una zona che disti 1015 cm. a monte del morso in modo da rallentare la circolazione senza sopprimerla.
Si deve solo rallentare la circolazione venosa e linfatica (laccio emolinfostatico), non si deve bloccare quella arteriosa. Quindi non fare legature troppo strette e pericolose. Il laccio dovrà essere allentato molto lentamente ogni 30 minuti circa. Dopo un minuto il laccio vari messo qualche cm. più a monte. È importante annotare l'ora di posa del laccio in maniera visibile, ad es. sulla fronte dell'infortunato, per aiutare i sanitari che lo prenderanno in cura. - Suzione del veleno: se la suzione è tempestiva, è possibile aspirare una notevole quantità di veleno. Se del veleno viene ingoiato dal soccorritore, non è grave perchè i succhi gastrici lo distruggeranno.Molto pericolosa può diventare questa manovra se il soccorritore ha denti cariati, piaghe nella mucosa della bocca o labbra screpolate, in quanto il veleno passerà nel suo sangue e ne verrà intossicato a sua volta.
La famosa incisione a croce sui fori del morto presenta solo rischi e non è di utilità alcuna: contribuisce ad aumentare la superficie di diffusione del veleno, moltiplica i rischi di necrosi ed espone al pericolo di infezioni.
L'intervento migliore è l'aspirazione del veleno con apposite coppette aspiratrici facilmente reperibili in commercio. - Disinfettare; è opportuno lavare la ferita con acqua ossigenata, con pergamato di potassio e con acqua semplice perchè il veleno di vipera èidrosolubile. Sono da evitare disinfezioni con alcool o sostanze alcoliche, perchè il veleno della vipera a contatto con alcool forma composti tossici.
Avendone la possibilità sarà utile applicare sulla ferita ghiaccio o neve:il freddo rallenta la messa in circolo del veleno. - Evitare la somministrazione di bevande alcooliche che sono dannosissime. Molto indicate, invece, bevande eccitanti come tè o caffè molto forti.
- Trasportare la persona colpita facendola muovere il meno possibile. Se si è lontani dai centri abitati costruire una barella di fortuna per il trasporto, perchè sotto sforzo fisico il sangue e quindi il veleno circolano con maggiore velocità.
CONSIGLI PRATICI DI COMPORTAMENTO
Morso agli arti inferiori (gambe):
Applicare una benda larga almeno 10 cm. e lunga circa 10 metri, tirando ed esercitando una discreta pressione. Tale bendaggio va esteso il più alto possibile e comunque anche al di sotto del punto morsicato. Per effettuare, infine, una buona immobilizzazione dell'arto, va applicata e congruamente fissata, una stecca rigida. Se queste due operazioni sono state correttamente eseguite, la compressione così esercitata non risulterà fastidiosa per l'infortunato e soprattutto potrà essere mantenuta in sede per diverse ore. In ogni caso NON DOVRA' ESSERE RIMOSSA fino a che il paziente non sia giunto al più vicino posto di pronto soccorso ospedaliero.
Morso arti superiori (braccia) :
Premessa banale, ma importante: togliere eventuali orologi ed anelli. Effettuare un bendaggio compressivo ( benda alta 7 cm e lunga 6 metri), partendo dalla punta della dita della mano, arrivando fino al gomito (purché non impedisca la circolazione arteriosa: il polso deve essere percettibile); se si desidera comunque un margine di sicurezza superiore o se il morso è in prossimità o addirittura al di sopra del gomito, allora è necessario e consigliabile fasciare l'intero braccio fino alla spalla. Si procederà, quindi, come per l'arto inferiore, alla completa immobilizzazione con una stecca, bloccando il braccio al tronco.
Premessa banale, ma importante: togliere eventuali orologi ed anelli. Effettuare un bendaggio compressivo ( benda alta 7 cm e lunga 6 metri), partendo dalla punta della dita della mano, arrivando fino al gomito (purché non impedisca la circolazione arteriosa: il polso deve essere percettibile); se si desidera comunque un margine di sicurezza superiore o se il morso è in prossimità o addirittura al di sopra del gomito, allora è necessario e consigliabile fasciare l'intero braccio fino alla spalla. Si procederà, quindi, come per l'arto inferiore, alla completa immobilizzazione con una stecca, bloccando il braccio al tronco.
Morso al tronco, al collo, alla testa :
Anche in questo caso (peraltro fortunatamente molto meno frequente) si cerca di ottenere un ritardo della diffusione del veleno. E' consigliabile applicare un tampone rigido sopra la zona morsicata, tenendolo compresso con un cerotto elastico adesivo.
Le operazioni sopra descritte sono sufficienti a limitare la diffusione del veleno. Comunque, è possibile, se sono presenti persone esperte, anche:
utilizzare la siringa per far fuoriuscire il veleno dai due buchi causati dai denti veleniferi (con molta cautela per non rischiare di ledere arterie, tendini ecc., incidere con due tagli a X , con centro il buco del morso, la parte colpita per facilitare la fuoriuscita del veleno)
utilizzare la siringa per far fuoriuscire il veleno dai due buchi causati dai denti veleniferi (con molta cautela per non rischiare di ledere arterie, tendini ecc., incidere con due tagli a X , con centro il buco del morso, la parte colpita per facilitare la fuoriuscita del veleno)
NEL FRATTEMPO LA PERSONA COLPITA VA IMMOBILIZZATA, TRANQUILLIZZATA E TRASPORTATA, POSSIBILMENTE SENZA FARLA CAMMINARE E NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE AL PIÙ VICINO POSTO DI PRONTO SOCCORSO.
LIMPORTANTE E NON PERDERE TEMPO (ad esempio per costruire una barella di fortuna o attardandosi nella applicazione del bendaggio)
E utile raccogliere i dati per unadeguata anamnesi: identificazione del serpente, o quantomeno lunghezza, grandezza, colorazione, disegno e comportamento;
- Veloce possibilità (15-30 minuti) di raggiungere 1'ospedale: non conviene fare niente oltre ad applicare la fasciatura linfostatica dopo aver sfilato anelli, bracciali, ecc. Portare la persona in ospedale distesa,infondendo tranquillità e somministrando bevande calde.
- Lontano dall'ospedale, ma in compagnia di altre persone: a stendere la persona e tranquilizzarla, rallentare l'assorbimento del veleno con la fasciatura (o con il laccio), ed immobilizzare l'arto se si prevede che i tempi di arrivo all'ospedale saranno molto lunghi.
- Lontani dalla struttura ospedaliera, da soli e lontani da possibili soccorritori: è consigliabile eseguire tutte le misure di primo soccorso descritte (spremitura e aspirazione, lavaggio, fasciatura compessiva).
Se la persona è certa di non essere allergica al siero (vedi oltre) può iniettarselo per via intramuscolare. Può scegliere se rimanere immobile ed aspettare soccorsi possibili o tentare di raggiungere probabili soccorritori. Questa evenienza conferma quanto sia imprudente affrontare da soli gite a rischio.
IL SIERO ANTIOFIDICO
L'intervento con siero specifico antivipera sta diventando sempre più una pratica di esclusiva competenza ospedaliera. Il siero disponibile in Italia è adatto a neutralizzare il veleno delle quattro specie di vipere nazionali.
È prodotto sottoponendo dei cavalli a dosi crescenti di veleno di vipera, cui gli animali reagiscono con la produzione di anticorpi specifici, i quali hanno la proprietà di legarsi alle tossine del veleno neutralizzandone l'attività.
Viene venduto in confezioni contenenti mediamente una fiala da 10 cc di siero, una siringa con ago sterile, un laccio emostatico, un tampone disinfettante.
Svantaggi del siero
Deve essere conservato in frigorifero o a una temperatura di + 2, + 6 gradi centigradi e può essere asportato per periodi molto brevi (poche ore).
Se conservato in auto, in tenda o in roulotte senza frigorifero si deteriora e se iniettato può creare gravissimi disturbi.
Può provocare manifestazioni allergiche che possono portare alla morte dell'infortunato (sembra che diversi decessi attribuiti al veleno delle vipere fossero dovuti a shock anafilattico).
Se iniettato troppo velocemente o per via endovenosa anzichè intramuscolare o sottocutanea può provocare collasso e quindi la morte.
È evidente che la scelta e l'attuazione della terapia con siero antiafidico devono essere atti di specifica competenza medica, salvo casi di assoluta necessità e cioè se sono già comparsi sintomi generali di avvelenamento o se l'ospedalizzazione avviene dopo oltre 2-3 ore dal morso.
IL SIERO ANTIOFIDICO
L'intervento con siero specifico antivipera sta diventando sempre più una pratica di esclusiva competenza ospedaliera. Il siero disponibile in Italia è adatto a neutralizzare il veleno delle quattro specie di vipere nazionali.
È prodotto sottoponendo dei cavalli a dosi crescenti di veleno di vipera, cui gli animali reagiscono con la produzione di anticorpi specifici, i quali hanno la proprietà di legarsi alle tossine del veleno neutralizzandone l'attività.
Viene venduto in confezioni contenenti mediamente una fiala da 10 cc di siero, una siringa con ago sterile, un laccio emostatico, un tampone disinfettante.
Svantaggi del siero
Deve essere conservato in frigorifero o a una temperatura di + 2, + 6 gradi centigradi e può essere asportato per periodi molto brevi (poche ore).
Se conservato in auto, in tenda o in roulotte senza frigorifero si deteriora e se iniettato può creare gravissimi disturbi.
Può provocare manifestazioni allergiche che possono portare alla morte dell'infortunato (sembra che diversi decessi attribuiti al veleno delle vipere fossero dovuti a shock anafilattico).
Se iniettato troppo velocemente o per via endovenosa anzichè intramuscolare o sottocutanea può provocare collasso e quindi la morte.
È evidente che la scelta e l'attuazione della terapia con siero antiafidico devono essere atti di specifica competenza medica, salvo casi di assoluta necessità e cioè se sono già comparsi sintomi generali di avvelenamento o se l'ospedalizzazione avviene dopo oltre 2-3 ore dal morso.
Modalità d'uso
1) Porre il laccio a monte della ferita.
2) Disinfettare la ferita con il tampone.
3) Effettuare un provino per evidenziare l'eventuale allergia del soggetto verso il siero: iniettare 0,1 cc di siero sotto la pelle in zona facilmente visibile, ad esempio nel braccio. Attendere15 -20 minuti e verificare la presenza di segni allarmanti: rossore, gonfiore, dolore.
4) In assenza dei sopradetti segni iniettare metà della fiala in 4 o 5 punti intorno alla ferita e la restante metà alla radice dell'arto:nel gluteo se è stata colpita la gamba, nella spalla se è stato colpito il braccio.L'impiego e la posologia del siero antiofidico sono uguali qualunque sia il soggetto morsicato, adulto o bambino, cane o qualsiasi altro animale.
Fonti:
(testo principalmente estratto da:)http://faenza.uoei.it/pagweb/levipere.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Bitis_arietans.jpg
http://www.clicmedicina.it/pagine n 17/vipere.htm