ma detto da uno che i telai in titanio li vende non la vedo molto imparziale.
d'altronde l' articolo era osceno, ma non per il fatto che i telai in titanio sono spariti dalla scena che conta, il che è innegabile, ma per i motivi addotti, che sono sbagliati.
sono spariti dalla scena perché un telaio in carbonio per le aziende è incredibilmente remunerativo, a differenza del materiale grigio, che, se fatto bene, costa molto ed ha margini molto risicati per chi produce. Poi è innegabile che il carbonio sia molto prestazionale, ma andare sulla plastica è stata una scelta economica per i produttori.
Fra l'altro ai bei tempi un titanio industriale (Marin, DBR, Parkpre) costava poco meno di uno artigianale (tipo Merlin), per cui era difficile convincere i consumatori a preferire il proprio prodotto rispetto ad un altro, molto più curato, fatto da un piccolo costruttore. Ora, invece, chi ha potenzialità di fare ricerca e sviluppo, tira fuori biciclette in carbonio molto più efficienti di quelle (ormai sparite) artigianali nello stesso materiale, che infatti sono pressoché scomparse (trascuro volutamente quelle dei piccoli "etichettatori").
Però il titanio non è scomparso, semplicemente, non c'è più nei listini di Marin, Specy (beh, c'era la carbon-ti) ed egli altri grandi, ma nelle mani degli artigiani sta vivendo una seconda giovinezza. In America stanno rifiorendo i mitici costruttori, anche dietro altri marchi: ci sono Form (ex Titus), Indy Fab (ex Fat, che peraltro pare stia ritornando), Dean, Moots, Kish ed altri che stanno vendendo bene. In Italia penso che Nevi e Rewel vendano più o meno come prima. Anche sotto il mio culo c'è roba grigia.
Poi a Crisp importa poco, ha una lista d'attesa da paura.
