Non chiamatemi fratello, non sono della tribù

  • Orbea lancia la nuova Rise, la sua ebike leggera che ha fatto discutere tantissimo i nostri lettori. Io e Stefano abbiamo avuto modo di provarla in anteprima a Terlago, da oggi la potete toccare con mano al Bike Festival di Riva del Garda.
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bikerciuc

Biker infernalis
L'idea di "promozione" della montagna che ha in mente bikerciuc (che ovviamente mi correggerà se sbaglio) è funzionale, di fondo, all'iniziativa individuale e solitaria dell'esploratore (a piedi, in mtb o con gli sci non importa) che si immerge nell'ambiente montano e cerca di stare a contatto il più possibile con la natura, senza interferenze.
(...)
In soldoni la posizione di bikerciuc è molto più radicale di quanto sembri e che, pur rispettabile e comprensibile, rappresenta un tipo di approccio all'ambiente montano oggi realizzabile solo lontano dai luoghi del turismo di massa (tra cui, se ho ne capito, vi sono le montagne con cui ha maggiore familiarità)

no interpreti troppo rigidamente...
la mia posizione non è quella di "negare" l'accesso a chi non è adeguato... la mia posizione è creare una cultura adeguata della montagna...partendo dalle giuste premesse...la montagna non fa selezioni tra buoni e cattivi ma è un ottima maestra per tutti quelli che hanno l'umiltà di voler sacrificare un po' di fatica per imparare qualcosa.
In questo ci sta chi si affida a un professionista, che sia una guida di mtb, una guida alpina, un maestro di sci o un istruttore di kayak...
In questo ci sta chi, avendo già maturato delle esperienze, si sente in grado di provare a "volare con le sue ali".

sono fermamente convinto che un po' di "sana fatica" sia un ottimo metodo per imparare a non dare per scontata la montagna o il risultato...e, sono, tra le altre cose, un istruttore di mtb che ha proposto fin da quando ho iniziato l'attività (basta curiosare alla sezione documentazione sul mio sito), un programma di escursioni guidate a tema che cercano le connessioni tra storia, cultura e sport. Con ciò cerco di rispondere anche a Domingosh...perchè non è che io aspetti l'intervento istituzionale come una manna per ritrovarmi chilometri di sentieri tracciati...
mi aspetterei delle istituzioni più sensibili ad uno sviluppo turistico diffuso e di minor impatto, e degli operatori che non mi liquidino con un insulso e deprimente "il futuro è gravity"...
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
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La valsusa è un discorso molto particolare, spcie l'alta valle, che nella seconda metà del '900 ha subito una forte migrazione involontaria (...)
comuni commissariati per mafia, ovviamente in seguito alla speculazione della speculazione edilizia (il caso di Bardonecchia...e il commissariamento è fatto molto recente, degli anni 2000),
(...)
costruzioni indiscriminate che avvengono ancora adesso, abusivismo imperante poi sanato dai vari condoni, ristoranti che aprono e restano aperti per anni senza mai avere un cliente.

Vero che il caso Bardonecchia si può spiegare in parte con la tua analisi, ma sempre restando in zona, non possiamo attribuire tutte le colpe all'immigrazione altrimenti sarebbe facile fare un discorso al limite del leghismo "dove ci sono i nostri sindaci (=piemontesi) allora sì che le cose vanno bene!".

Purtroppo non è così: abbiamo ben altri fulgidi esempi di sfruttamento selvaggio del territorio montano: Sestriere su tutti, da sempre uno dei feudi della famiglia Agnelli sul cui alpeggio negli anni '20 ha fatto cadere tonnellate di denaro fresco presto riconvertito in cemento e acciaio.
Potrei proseguire con San Sicario borgo che prima degli anni '60 non c'era (e non c'è forse nemmeno oggi...), oppure i paesi fantasma come Pian Gelassa che la natura si è ripreso calandogli sopra una coltre immensa di neve (valanga) purtroppo non facendo a dovere il lavoro per cui gli scheletri degli ecomostri rimangono tutt'oggi a testimoninanza di un'epoca che vorremmo dimenticare.

beh, anche in questo c'è da non generalizzare.....
purtroppo la cricca al potere è quasi sempre quella direttamente coinvolta dagli interessi economici locali (quanti sindaci dei piccoli centri sono geometri, imprenditori edili o similari??)...e gli altri, distrattamente (e colpevolmente), subiscono..
Vero. Molto parte dalle amministrazioni locali che per l'appunto, in combutta con negozianti, albergatori, ristoratori, esercizi commerciali e affaristi di varia specie, decidono come sfruttare al meglio (=spremere soldi) le montagne che governano. E spesso trattasi di cosiddetti 'locals' per usare un termine da tribù

riguardo allo svendere la propria identità culturale per portare i sacchi in granaio...no, non mi riferivo ai bike park, mi riferivo alle edificazioni selvagge ed agli scempi, architettonici e non, compiuti anche in anni recenti ed anche a firma di noti docenti universitari di progettazione architettonica...dei quali forse sembra non accorgersi TeoDh, ma di cui mi accorgo io e si accorgono tanti altri... mi riferivo agli ecomostri alveare di seconde case che sono completamente avulsi da qualsiasi realtà alpina vuoi come impatto volumetrico, vuoi come dialogo formale tra la costruzione e il contesto... mi riferivo alla politica generica dell'edificazione residenziale privata di villeggiatura come a un miraggio da perseguire quasi che le seconde case fossero per i paesi una sorta di vitalizio che permette di dare per scontato che chi ha una casa tornerà e, magari poco, ma qualcosa spenderà.

Proprio qui sta il punto.
Edificare una seconda casa è un business che conviene ad almeno 4 soggetti: in primis il proprietario del terreno (ovvio...ma non troppo trattandosi spesso di montanari).
Poi conviene al costrutture (ovvio...).
Poi viene il Comune che incassa gli oneri di urbanizzazione (..non sono poca cosa...), tutte le ICI sulle seconde case, la tassa rifiuti (per rifiuti che si e no saranno prodotti un mese l'anno trattandosi di villeggianti),
Infine conviene all'acquirente che capitalizza in bene immobile il denaro liquido.

Purtroppo ancora oggi l'italica gente, tutta, considera il mattone un investimento duraturo, l'unico capace di trasmettere la ricchezza ai posteri, anche se la casa non serve per abiatarvi, rimane sfitta per 11 mesi l'anno, costa e magari è pure la 3° o 4° casa di possesso.
Questa è la nostra gente...altro che tibù di bikers...con queste logiche ci si confronta ancora oggi.
Purtroppo non solo in montagna ma in misura percentualmente molto più rilevante in pianura e nelle campagne
 

andrea66

Biker poeticus
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donca town
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Liteville, Bronson
no interpreti troppo rigidamente...
la mia posizione non è quella di "negare" l'accesso a chi non è adeguato... la mia posizione è creare una cultura adeguata della montagna...partendo dalle giuste premesse...la montagna non fa selezioni tra buoni e cattivi ma è un ottima maestra per tutti quelli che hanno l'umiltà di voler sacrificare un po' di fatica per imparare qualcosa.
In questo ci sta chi si affida a un professionista, che sia una guida di mtb, una guida alpina, un maestro di sci o un istruttore di kayak...
In questo ci sta chi, avendo già maturato delle esperienze. si sente in grado di provare a "volare con le sue ali".

sono fermamente convinto che un po' di "sana fatica" sia un ottimo metodo per imparare a non dare per scontata la montagna o il risultato...e, sono, tra le altre cose, un istruttore di mtb che ha proposto fin da quando ho iniziato l'attività (basta curiosare alla sezione documentazione sul mio sito), un programma di escursioni guidate a tema che cercano le connessioni tra storia, cultura e sport. Con ciò cerco di rispondere anche a Domingosh...perchè non è che io aspetti l'intervento istituzionale come una manna per ritrovarmi chilometri di sentieri tracciati...
mi aspetterei delle istituzioni più sensibili ad uno sviluppo turistico diffuso e di minor impatto, e degli operatori che non mi liquidino con un insulso e deprimente "il futuro è gravity"...

francamente non ho mai pensato che tu volessi "negare" l'accesso, ma è evidente da quel che scrivi che non condividi certi approcci alla montagna, che sono poi quelli che hanno nella montagna un mezzo per la competizione, per il divertimento, ecc e non un bene da conoscere e da apprezzare in sè.

Che, poi, non è una posizione sbagliata, tutt'altro, è solo che deve fare i conti con le mode e le e le tendenze (anche sportive) degli ultimi anni e, sopratutto, con la diffusione del turismo di massa che sembra avere preso piede anche in montagna: e chi ti scrive è un appassionato, tra le altre cose, di alpinismo, che un pò di domeniche fa ha fatto praticamente la fila e aspettato un bel pò di minuti prima di poter salire l'ultimo tratto del palon de la mare (una delle 13 cime del gruppo ortles-cevedale) a causa della gente che c'era
 

kikhit

Biker incredibilis
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Occam Lt, Alma
Vero che il caso Bardonecchia si può spiegare in parte con la tua analisi, ma sempre restando in zona, non possiamo attribuire tutte le colpe all'immigrazione altrimenti sarebbe facile fare un discorso al limite del leghismo "dove ci sono i nostri sindaci (=piemontesi) allora sì che le cose vanno bene!".


non hai colto il significato e le implicazioni del mio intervento...(anche se è innegabile che vi è un nesso tra mafia e appalti edilizi, che ha raggiunto anche il neoalbergo di camposmith...motivo del commissariamento del Comune di Bardonecchia...ma è anche vero che in paesini 'piemontesi' ci sono modalità di accesso ai permessi di costruire di tipo mafioso ma tradizione molto locale)...che era teso a sottilineare la peculiarità geografica, sociale, culturale, economica e politica della Val Susa (e non solo di Bardonecchia, c'è stata mobilità delle famiglie in oggetto, ci sono studi interessanti a riguardo) rispetto a TUTTE le altre vallate piemontesi, che non hanno mai raggiunto livelli di antropizzazione e speculazione tali.
Il gabinetto-Sestriere lo ha edificato la famiglia Agnelli ad esempio...tanto per stare in zona...San Sicario da te citato...ma anche Borgate come Bousson, Rollieres, Grange Sises dove si continua a costruire su terreno in scivolamento di qualche cm ogni anno, ecc...dove costruiscono in 'stile rustico' ma con ascensori, su quattro piani, con elevatori dai garage al piano terra e su terreni dal rischio idrogeologico sottovalutato..come il neo villaggio a Pragelato, al centro di inchiesta...

Ma anche posti come Sagnalonga..costruito nel nulla e dal nulla...con il Comune di Cesana che ha venduto terreni a privati, con relativi oneri per i permessi di costuire, questo ormai decenni fa....ma i terreni erano del Demanio, che in verifiche effettuate pochi anni fa se n'è finalmente accorto ed ai privati ha chiesto i soldi per i terreni...e allora il comune di Cesana era tutto di Valsusini doc....

Tutti questi esempi...e ce ne sono ancora...son tutti geograficamente collocati in un'area di pochissimi chilometri quadrati...

e ora, per ricollegarmi al bikerciuck, proprio in quest'area ogni località sfrutta la moda del gravity, apre un bikepark, che nella maggior parte dei casi, forse salvo uno o due, fa pena (rispetto a quelli che si trovano al di là del vicinissimo confine)...e che spesso restano mezzi vuoti...sempre salvo l'unico decente...e come sempre il discorso che prevale è quello della quantità, a discapito di quello della qualità.
 

kikhit

Biker incredibilis
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Proprio qui sta il punto.
Edificare una seconda casa è un business che conviene ad almeno 4 soggetti: in primis il proprietario del terreno (ovvio...ma non troppo trattandosi spesso di montanari).
Poi conviene al costrutture (ovvio...).
Poi viene il Comune che incassa gli oneri di urbanizzazione (..non sono poca cosa...), tutte le ICI sulle seconde case, la tassa rifiuti (per rifiuti che si e no saranno prodotti un mese l'anno trattandosi di villeggianti),
Infine conviene all'acquirente che capitalizza in bene immobile il denaro liquido.

Purtroppo ancora oggi l'italica gente, tutta, considera il mattone un investimento duraturo, l'unico capace di trasmettere la ricchezza ai posteri, anche se la casa non serve per abiatarvi, rimane sfitta per 11 mesi l'anno, costa e magari è pure la 3° o 4° casa di possesso.
Questa è la nostra gente...altro che tibù di bikers...con queste logiche ci si confronta ancora oggi.
Purtroppo non solo in montagna ma in misura percentualmente molto più rilevante in pianura e nelle campagne

e tu considera che dei 4 soggetti spesso i primi 3 erano (e sono) coincidenti in molti casi...e proprio per questo si parla di speculazione.

Per l'altro punto...mattone? obbligazioni? azioni? fondi? ogni scelta ha le sue conseguenze..ogni scelta porta clamorosamente OT in un argomento già troppo ampio.. ;-)
 
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booger

Biker ciceronis
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e tu considera che dei 4 soggetti spesso i primi 3 erano (e sono) coincidenti in molti casi...e proprio per questo si parla di speculazione.
E sai qual è la cosa che mi fa inc....zare di più?
Proprio il pensiero che quel soggetto, che giustamente dici "uno e trino", è il responsabile primo del dramma di oggi....

I custodi dei territori sono in prima istanza le genti che li hanno popolati, vissuti, coltivati, abitati...
Pensare che queste stesse persone nel secolo scorso, blandite dal denaro facile, e facendo una scelta pienamente consapevole, hanno svenduto le loro terre destinate ad essere divorate dalle lobbies del mattone....fa male, molto male.
 

kikhit

Biker incredibilis
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E sai qual è la cosa che mi fa inc....zare di più?
Proprio il pensiero che quel soggetto, che giustamente dici "uno e trino", è il responsabile primo del dramma di oggi....

I custodi dei territori sono in prima istanza le genti che li hanno popolati, vissuti, coltivati, abitati...
Pensare che queste stesse persone nel secolo scorso, blandite dal denaro facile, e facendo una scelta pienamente consapevole, hanno svenduto le loro terre destinate ad essere divorate dalle lobbies del mattone....fa male, molto male.


infatti i risultati sono evidenti...
 

marco10

Biker poeticus
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www.officinevecchi.com
Di contro, ciò che manca , spesso, è visione di insieme, progettazione e competenza. Si viaggia sparsi, su inziative a mosaico, singole e non sempre concettualmente e progettualmente consone, corrette e utili
esatto, ed il fatto di non aver un progetto comune porta spesso (o forse arriva da) a questo ragionamento per me sbagliato
Proprio qui sta il punto.
Edificare una seconda casa è un business che conviene ad almeno 4 soggetti: in primis il proprietario del terreno (ovvio...ma non troppo trattandosi spesso di montanari).
Poi conviene al costrutture (ovvio...).
Poi viene il Comune che incassa gli oneri di urbanizzazione (..non sono poca cosa...), tutte le ICI sulle seconde case, la tassa rifiuti (per rifiuti che si e no saranno prodotti un mese l'anno trattandosi di villeggianti),
Infine conviene all'acquirente che capitalizza in bene immobile il denaro liquido.
che è una delle rovine delle località turistiche, ci guadagna solo il costruttore (quando vende, perchè spesso gli restano al collo), tutti gli altri ci perdono.
ci perde il comune perchè prende si gli oneri ma aumentano i costi a suo carico vita natural durante
ci perde chi compra perchè in queste località del vorrei ma non posso i prezzi non salgono e se devi capitalizzare per necessità allora svende.
ci perdono i residenti perchè le seconde case non portano lavoro, non creano indotto.
tanto è vero che località dove esiste un progetto generale, diffuso e applicato le seconde case sono pochissime e ovviamente carissime mentre sono ampliamente diffusi b&b e alberghi che generano un gran indotto.

resina65 ha scritto:
ho detto guida intendendo una persona che ti spiega dove stai passando cosa è successo, che spiega che quello che vola è un gipeto e non una rondine come pensavi tu, che ti fa notare un fiore, .... perché l'ipotetico turista magari dovrebbe voler sapere queste cose
ho detto agriturismo vero intendendo quello che al mattino all'alba ti svegli con i bambini e vai a vedere o provare a mungere la mucca che il giorno prima hai imparato a non confondere con il toro, quello che a mezzogiorno mangi la frittatina di spinacini selvatici che hai incontrato mille volte sui sentieri e non sapevi fossero commestibili
ho detto sentieri curati intendendo una palina ogni tanto magari in piedi e non caduta e rivolta al contrario che ti permette di capire sulla striminzita cartina che hai preso che non ti stai perdendo
non è un idea balzana, tant'è vero che c'è chi la applica e anche da alcuni anni
però questo è il companatico, prima ti serve il pane. ed il "pane" lo si fa con un turismo base di massa
 

bikerciuc

Biker infernalis
però questo è il companatico, prima ti serve il pane. ed il "pane" lo si fa con un turismo base di massa

non condivido affatto perchè ne deriva l'equazione che autorizza a massacrare un territorio in nome del profitto...
il turismo di massa non può essere la premessa a successive proposte di qualità perchè conta sul numero e sulla massimizzazione del rapporto costi/benefici... con queste premesse si arriva ai casermoni alveare o agli splendidi hotel che giacciono come 'piccole perle' in posti tipo Limone Piemonte quota 1400...tanto per dire che non è solo la valsusa ad essere nei guai

non a caso nelle zone di progetti organizzati che citi, ricche di hotel e B&B hanno consolidato le loro "masse" dopo aver individuato delle premesse che spesso, essendo gente molto più legata alle loro terre che qui, non transigevano su scelte formali, su quantità edilizie edificabili, e sulle tipologie edilizie stesse...favorendo un utilizzo moderato dei suoli e una ricettività diffusa prevalentemente su piccole strutture (15-25 camere) che ovviamente occupano meno volume e impattano meno sull'ambiente.

se parto per dire che ho bisogno delle masse per fare reddito posso mettere travi di legno o pietre in facciata ma mi ritrovo sempre con in mano un fast-food.
 

selvadego

Biker superioris
17/6/05
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villaverla (vi)
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Allora caro bikerciuc, hai sollevato un bel vespaio con il tuo post
n.1 ho già scritto che sono d'accordo con te, PERO', c'è smpre un però,
vedi io vivo ai piedi delle Prealpi vicentine faccio l'operaio e ti dirò che da piccolo
andavo in montagna (alt di Asiago e dintorni) con i miei per prendere il "fresco"
e al massimo per cercare qualche fungo e sono convinto che anche oggi per molti sia
questo l'unico modo per respirare un po' d'aria un pelino migliore e pure per sfuggire
alla tropicalizzazione del clima degli ultimi anni.
Questo per dire che, ok il salire le montagne con fatica, ok la montagna come ricerca
di qualcosa di superiore a noi, ma molta gente soprattutto di questi (duri) tempi
va in montagna con motivazioni più semplici di quanto pensiamo.
P.s. due sabati fa lungo un sentiero del Pasubio in una zona molto
isolata ho dovuto raccoglier i resti di uno spuntino lasciato da qualche biker\escursionista
e ti posso assicurare che in quel posto non ci vai per caso, quindi non c'è niente
da fare la civiltà è un dono non di tutti.
 

Teo66

Biker Cazzaribus
30/6/10
2.430
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57
Capanna Monte Bar
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1 nera 1 elettrica
Allora caro bikerciuc, hai sollevato un bel vespaio con il tuo post
n.1 ho già scritto che sono d'accordo con te, PERO', c'è smpre un però,
vedi io vivo ai piedi delle Prealpi vicentine faccio l'operaio e ti dirò che da piccolo
andavo in montagna (alt di Asiago e dintorni) con i miei per prendere il "fresco"
e al massimo per cercare qualche fungo e sono convinto che anche oggi per molti sia
questo l'unico modo per respirare un po' d'aria un pelino migliore e pure per sfuggire
alla tropicalizzazione del clima degli ultimi anni.
Questo per dire che, ok il salire le montagne con fatica, ok la montagna come ricerca
di qualcosa di superiore a noi, ma molta gente soprattutto di questi (duri) tempi
va in montagna con motivazioni più semplici di quanto pensiamo.

P.s. due sabati fa lungo un sentiero del Pasubio in una zona molto
isolata ho dovuto raccoglier i resti di uno spuntino lasciato da qualche biker\escursionista
e ti posso assicurare che in quel posto non ci vai per caso, quindi non c'è niente
da fare la civiltà è un dono non di tutti.
Sono d'accordo, anche se amo molto la montagna vissuta in solitudine, non sono contrario al fatto che ci sia molta gente che ci vada.
Quello che a me infastidisce è il fatto che si va in montagna in "modalità" Rimini, ignorando totalmente le ricchezze che offre e traslocando le modalità "spiaggia affollata" su una vetta (immondizia, radio a manetta, mezzi motorizzati a tutti i costi per evitare 5 minuti a piedi).
A mio parere queste persone non hanno capito una beneamata mazza della montagna...
E' un modo di "vivere le cose" che non capisco, come chi si ostina ad andare in Alaska e pretende di mangiare gli spaghetti, il caffé ristretto, le melanzane alla parmigiana...se vado in un posto è per scoprirlo in tutti i suoi aspetti, altrimenti me ne sto a casa.
Boh...:nunsacci:

Un paio di anni fa sono andato a fare un giro a Cortina (partendo dalla Carnia ci vuole poco più di un'ora). Arrivato al lago di misurina sono rimasto scioccato dalla quantità di vetture (centinaia,migliaia ?) posteggiate, musica, un caos allucinante.
C'era la strada panoramica che passa sotto le 3 cime di Lavaredo intasata come la tangenziale, un delirio...
Io mi sono allontanato velocemente dalla zona, peraltro bellissima, sinceramente non ce l'ho fatta :via!:
Non era il numero delle persone, ma il caos, radio, sporcizia, la fila di camper e vetture ai piedi delle 3 cime.
Forse è un mio limite, ma in questo senso sento anch'io di non appartenere a quella tribù...
cortina2.jpg
 

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cesare RBO

Biker perfektus
8/7/08
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2.305
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cagliari
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Ora probabilmente farò un OT di dimensioni bibliche… vabbe’ la gogna mi attende… portate ortaggi freschi almeno… e niente carote! Mi raccomando!!! La sella è già dura di suo….:smile::smile::smile:
<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p> </o:p>
La questione sarebbe per certi versi semplice ma nella quotidianità la cosa risulta poi complicarsi maledettamente….<o:p></o:p>
in teoria il problema più pressante non sarebbe dato tanto dai grandi numeri e relativa (incontestabile) pressione antropica (la quale potrebbe, sempre in teoria, essere gestita ed indirizzata con buonsenso, intelligenza e rispetto delle regole) quanto dal tipo di atteggiamento (modus pensandi e modus operandi) che la nostra società in toto ha (prodotto ed) accettato come l’unico possibile e l’unico esistente…. Una sorta di life style cinematografico-televisivo in cui la natura, ma anche il resto del genere umano, esistono solo in quanto sfondo del nostro agire ed esistere individualistico (ma in realtà ultra massificato)… <o:p></o:p>
È un pensiero mutuato (in grossa parte) dalle teorie ultraliberiste dove o sei una risorsa disponibile allo sfruttamento (nei tempi e modi che io decido) o sei un problema, un ostacolo o come minimo cosa inutile, non servi a nulla e quindi puoi essere spazzata via senza troppi riguardi e remore…<o:p></o:p>
Il concetto di “servire”… <o:p></o:p>
servire a cosa? La natura non è lì per servirci a qualche cosa o essere annientata o degradata a “cosa inutile”… è un concetto tanto aberrante quanto spaventoso e stupido.<o:p></o:p>
L’incredibile è che viviamo tutto ciò con la massima naturalezza, certo le eccezioni ci sono (e per fortuna) ma mediamente è questo l’approccio dominante ed in pochi mettono in discussione questi “dogmi”…<o:p></o:p>
È ovvio poi che queste masse abbiano nei confronti non solo della natura o della montagna ma del resto del mondo (nel senso più ampio possibile…) un comportamento più simile a quello di uno sciame di locuste (senza offesa per le locuste) che ad esseri raziocinanti, senzienti e magari pure consapevoli… per il semplice fatto che raziocinanti e senzienti lo sono poco e consapevoli per nulla…<o:p></o:p>
Non è accaduto per caso, non è accaduto in una notte… lo abbiamo fatto noi o comunque lo abbiamo permesso….<o:p></o:p>
Cosa è mancato? È mancata l’educazione, è mancata e manca la costruzione di una reale consapevolezza del fatto che siamo un'unica gigantesca comunità e che il rispetto è il fondamento di una reciproca salvaguardia degli interessi sia individuali che collettivi, è mancata la consapevolezza profonda che tra i due concetti (individuale/collettivo) non vi fosse poi grande differenza anzi…<o:p></o:p>
Quando parlo di educazione non mi riferisco solo a quella ambientale ma l’educazione in genere… io sono un uomo pratico, non amo i formalismi e non voglio certo passare per il vecchietto che si lamenta “perché i giovani d’oggi… ecc ecc”, ma sono stato educato a sapere che a seconda dell’ambiente e della situazione in cui ci si trova si adotta un codice di condotta… e lo si fa non in nome di arcaici e vuoti formalismi che la “modernità” ha spazzato via ma per rispetto del prossimo….e se il prossimo farà altrettanto le cose andranno assai diversamente…<o:p></o:p>
il primo pensiero è (o dovrebbe essere…) quello che sto facendo può dar fastidio a chi mi circonda? O all’ambiente (animali, piante ecc) nel quale mi trovo? Se si in che modo posso ovviare? Cioè posso riuscire a fare quello che voglio fare senza arrecare inutile disturbo o quantomeno limitarlo al massimo?<o:p></o:p>
Oppure cambiando prospettiva e guardando a noi stessi: chi e cosa sono io? Quanta distanza c’è tra quello che sono realmente e quello che dico di essere o che vorrei essere?<o:p></o:p>
In quanti si pongono queste domande? A giudicare da quello che si vede in giro pochi, moooolto pochi…..<o:p></o:p>
E anche chi se le fa spesso conclude dicendosi che “cosi gira il mondo”, “cosa ci posso fare io”, “se non lo faccio io lo fa qualcun altro”, “lo faccio perché gli altri lo fanno o lo hanno fatto a me”… le solite fregnacce a scopo autoassolutorio… <o:p></o:p>
È lo strano controsenso del vivere in una società che se da un lato ti urla “rompi le regole”, “fa a modo tuo”, “disegna nuove strade”… e dall’altro produce su scala industriale conformismo, pavidità ed omologazione come mai prima…. <o:p></o:p>
Bisognerebbe avere il coraggio di sedersi un attimo, guardarci in faccia e dirsi:<o:p></o:p>
Ok, c’abbiamo provato, i fondamenti erano assolutamente (incontestabilmente direi) farlocchi e non era nemmeno troppo difficile notarlo (vabbe’, chiamiamolo abbaglio collettivo) ora però che l’evidenza ci si è spiattellata sulla faccia con una certa “ruvidezza” ripensiamo il tutto secondo criteri realmente più moderni (e non modernisti) e cambiamo decisamente direzione….. la concettualità di riferimento esiste ed è piuttosto articolata (che volete i nomi? Dai che molti di voi li conoscono già….).<o:p></o:p>
ALT!!! Impossibile!!!! Per (almeno) mezzo secolo c’hanno riempito le cucuzzette (ora si capisce il perché?) con il dogma che questo non è il migliore dei mondi (o dei modi, a seconda…) possibile ma è l’unico mondo possibile, l’unica via realisticamente percorribile dal genere umano… un po’ come quando dicevano che quello (il re, l’imperatore, il papa, il dominus in generale) non era lì per tutelare privatissimi e terreni interessi ma addirittura “per espresso volere di Dio”… e chi sano di mente potrebbe opporsi al “folere ti tio”…. Eh beh… allora….<o:p></o:p>
Quanto in la dobbiamo spingerci ancora? Cosa deve succedere perché ci si spalanchino gli occhietti e si inneschi una sanissima riflessione su dove stiamo andando, in che modo e per fare cosa?<o:p></o:p>
Un saluto a voi<o:p></o:p>
<o:p> </o:p>
la definizione di bikerciuk continua (e mi ripeto) ad essere perfetta…<o:p></o:p>
“il rispetto è inversamente proporzionale a quanto uno se ne sbatte i coglioni degli altri”, aggiungerei che il rispetto prima si da e solo poi lo si pretende… e non è dettaglio da poco…<o:p></o:p>
<o:p> </o:p>
<o:p> </o:p>
 
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marco10

Biker poeticus
20/8/05
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non condivido affatto perchè ne deriva l'equazione che autorizza a massacrare un territorio in nome del profitto...
il turismo di massa non può essere la premessa a successive proposte di qualità perchè conta sul numero e sulla massimizzazione del rapporto costi/benefici... con queste premesse si arriva ai casermoni alveare o agli splendidi hotel che giacciono come 'piccole perle' in posti tipo Limone Piemonte quota 1400...tanto per dire che non è solo la valsusa ad essere nei guai

non a caso nelle zone di progetti organizzati che citi, ricche di hotel e B&B hanno consolidato le loro "masse" dopo aver individuato delle premesse che spesso, essendo gente molto più legata alle loro terre che qui, non transigevano su scelte formali, su quantità edilizie edificabili, e sulle tipologie edilizie stesse...favorendo un utilizzo moderato dei suoli e una ricettività diffusa prevalentemente su piccole strutture (15-25 camere) che ovviamente occupano meno volume e impattano meno sull'ambiente.
mi pare una contraddizione: dici che da queste premesse si arriva ai casermoni e poi fai l'esempio di chi fa massa senza casermoni.
vero che la visione miope porta ai casermoni, ma non che è obbligatorio arrivarci
bikerciuc ha scritto:
se parto per dire che ho bisogno delle masse per fare reddito posso mettere travi di legno o pietre in facciata ma mi ritrovo sempre con in mano un fast-food.
si, da qui non ci scappi.
ma quel contadino che fa agriturismo e mi fa mungere la mucchina (5 minuti, perchè sono in vacanza e va bene la campagna ma ecc. ecc.) ci deve mantenere una famiglia, e la mucchina mangia tutti i giorni, e i campi li intorno non si curano da soli, quindi non può campare con pochi eletti, a lui servono clienti tutti i giorni e non pochi.
e la mattina voglio il pane per colazione ed il panettiere non può mantenere una famiglia facendo il pane solo per lui ed i suoi pochi eletti clienti, deve fare tanto pane, quindi di questi agriturismi ne servono parecchi e con parecchi clienti...e così via.
ci sono sempre pro e contro: per ottenere i servizi essenziali che mi servono devono sviluppare anche il "superfluo" (stabilire poi cos'è superfluo e per chi...) altrimenti il sistema non sta in piedi
 
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bikerciuc

Biker infernalis
...sono convinto che anche oggi per molti sia
questo l'unico modo per respirare un po' d'aria un pelino migliore e pure per sfuggire alla tropicalizzazione del clima degli ultimi anni.
Questo per dire che, ok il salire le montagne con fatica, ok la montagna come ricerca di qualcosa di superiore a noi, ma molta gente soprattutto di questi (duri) tempi va in montagna con motivazioni più semplici di quanto pensiamo.
P.s. due sabati fa lungo un sentiero del Pasubio in una zona molto
isolata ho dovuto raccoglier i resti di uno spuntino lasciato da qualche biker\escursionista
e ti posso assicurare che in quel posto non ci vai per caso, quindi non c'è niente
da fare la civiltà è un dono non di tutti.

be' io non pretendo mica che tu salga solo e sempre su un monte per cercare illuminanti Verità superiori... se ci vai anche solo per startene un po' lontano dai problemi che "questi duri tempi" hanno creato non solo a te... vedi che cerchi, indirettamente quanto vuoi, nella montagna un rifugio e una distanza da tutto ciò e la vivi non solamente come una salita e una discesa...cosa che, anche se ti pare di no, ti porta praticamente ad essere d'accordo con me.

altresì non ho mai scritto che chi pedala non può essere un c......e...se io pesco un biker pedalante che lascia la sua merda in giro per montagne e boschi stai pur sicuro che una bella riga di legnate (metaforiche s'intende se no mi dicono che sono "pericoloso" per la società) non gliele risparmio.
 

bikerciuc

Biker infernalis
mi pare una contraddizione: dici che da queste premesse si arriva ai casermoni e poi fai l'esempio di chi fa massa senza casermoni.
vero che la visione miope porta ai casermoni, ma non che è obbligatorio arrivarci

si, da qui non ci scappi.
ma quel contadino che fa agriturismo e mi fa mungere la mucchina (5 minuti, perchè sono in vacanza e va bene la campagna ma ecc. ecc.) ci deve mantenere una famiglia, e la mucchina mangia tutti i giorni, e i campi li intorno non si curano da soli, quindi non può campare con pochi eletti, a lui servono clienti tutti i giorni e non pochi.
e la mattina voglio il pane per colazione ed il panettiere non può mantenere una famiglia facendo il pane solo per lui ed i suoi pochi eletti clienti, deve fare tanto pane, quindi di questi agriturismi ne servono parecchi e con parecchi clienti...e così via.
ci sono sempre pro e contro: per ottenere i servizi essenziali che mi servono devono sviluppare anche il "superfluo" (stabilire poi cos'è superfluo e per chi...) altrimenti il sistema non sta in piedi

hanno evitato gli scempi in quanto, quando hanno iniziato a fare turismo, si sono rivolti, pedonatemi la crudità di questo, ad un pubblico molto elitario...l'unico che a quei tempi si potesse permettere una qualche forma di villeggiatura.
facciamo un esempio? ok dai: le dolomiti hanno conservato i loro paesaggi perchè il loro 'fare turismo' è decollato a fine '800 con i concetti di "Grand Tour" ed i viaggiatori stranieri tipo Stendhal che hanno magnificato paesaggi ed emozioni... non si poteva certo parlare di masse caro te.
Avendo iniziato bene, hanno potuto proseguire relativamente bene ed aumentare via via l'offerta (ed il bacino d'utenza) mantenendo alta la qualità... dubito che in località rimaste tutto sommato amene tipo i paesini dell'alta Badia troverai mai hotel da 100 stanze o condomini a 7 piani.

Se invece cominci male pensando al casermone...finisci peggio con tutte le nefandezze che Kikhit ed altri hanno così ben illustrato.

con questo, lo scrivo a scanso di sicure male interpretazioni del mio pensiero, non intendo dire nel modo più assoluto che il turismo vada indirizzato ai ricconi di turno in quanto teoricamente più rispettosi, intendo dire che occorre cercare di fare un po' meno numero e di offrire una qualità maggiore anche facendo spendere qualcosa in più (cosa poi da vedere) già che mi pare sopravvivano sia le pizzerie che i ristoranti più blasonati e non già destinati ai grandi numeri.
Ma mentre per un ristorante può essere questione di snobismo per la montagna è questione di conservazione ed interesse collettivo.

dubito poi che le condizioni di "sussistenza" che tu vuoi attribuire alle realtà locali alpine trovino una reale corrispondenza con quanto invece realmente riscontrabile sui territori...
In ogni caso, l'agriturismo che ti fa provare a mungere la mucca, credo, ti farà vivere un'esperienza particolare e userà questa sua peculiarità per farsi pubblicità con i tuoi racconti che invoglieranno altri potenziali e potenzialmente numerosi clienti...che saranno proporzionali alla qualità del trattamento ricevuto.
Certo c'è chi preferisce spendere qualcosa in meno (forse ma molto forse) e farsi una bella vacanza in un hotel montano da 200 camere con la discoteca incorporata il quale somiglia più a Chernobyl che a una baita, lontano dall'odore del letame e dal profumo del formaggio... ma sono scelte di vita che non mi sento di giudicare perchè allora, forse, tantovaleva una bella sciata nel bunker refrigerato di Abu Dhabi.
 

resina65

Biker grossissimus
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ma quel contadino che fa agriturismo e mi fa mungere la mucchina (5 minuti, perchè sono in vacanza e va bene la campagna ma ecc. ecc.) ci deve mantenere una famiglia, e la mucchina mangia tutti i giorni, e i campi li intorno non si curano da soli, quindi non può campare con pochi eletti, a lui servono clienti tutti i giorni e non pochi.
e la mattina voglio il pane per colazione ed il panettiere non può mantenere una famiglia facendo il pane solo per lui ed i suoi pochi eletti clienti, deve fare tanto pane, quindi di questi agriturismi ne servono parecchi e con parecchi clienti...e così via.
ci sono sempre pro e contro: per ottenere i servizi essenziali che mi servono devono sviluppare anche il "superfluo" (stabilire poi cos'è superfluo e per chi...) altrimenti il sistema non sta in piedi


mhmhmhm
non sono mica tanto concorde
primo perché l'agriturismo non deve campare con i clienti, ma deve "integrare" con i clienti perché la mucca ce l'aveva già e la mungeva già

secondo: tu il pane a colazione non lo puoi "volere" perché mangi quello che ti danno e se si fa il pane una volta alla settimana tu al mattino mangi quello che c'è e magari scopri che si è conservato benissimo

forse è proprio lì il passaggio: tu non vai a fare il turista che paga e vuole, ma tu vai a incontrare e a scoprire come vive il pastore e il panettiere e paghi perché per quel periodo scopri un modo di vivere e un ambiente che prima non conoscevi


quello che dici tu è proprio l'esempio dell'agriturismo che a me non piace


come esempio (magari non calza, ma è il primo che mi viene in mente) ti posso fare quello dei pescatori che pescano tutto l'anno, ma nel periodo vacanziero ti portano a pescare con loro e parti alla sera e torni al mattino e mangi quello che mangiano loro e fai quello che fanno loro


p.s. il mio discorso semmai è discutibile sul piano sanitario/di sicurezza/fiscale perché ormai ci sono mila e mila ostacoli di tipo burocratico che fanno desistere il valligiano a intraprendere simili attività
 
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kikhit

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ma quel contadino che fa agriturismo e mi fa mungere la mucchina (5 minuti, perchè sono in vacanza e va bene la campagna ma ecc. ecc.) ci deve mantenere una famiglia, e la mucchina mangia tutti i giorni, e i campi li intorno non si curano da soli, quindi non può campare con pochi eletti, a lui servono clienti tutti i giorni e non pochi.

l'esempio non calza...l'agriturismo è prima una azienda agricola (attività che DEVE essere quella primaria come fonte di reddito), poi una attività ricettiva.
Se non campa senza tanti clienti, non è un agriturismo ma una pensione di campagna o montagna, che ha sfruttato l'iscrizione del titolare dell'azienda ai coltivatori diretti per usufruire dei finanziamenti europpei e regionali ed aprire un albergo-ristorante spendendo meno e pagando meno tasse di una attività di somministrazione 'normale' come un ristorante.
E di questi agriturismo farlocchi sono piene le nostre montagne, e sono una delle cause (non delle peggiori, beninteso) del turismo di massa volto al 'consumo' della montagna come oggetto.
 
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kikhit

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offrire una qualità maggiore anche facendo spendere qualcosa in più (cosa poi da vedere)


In molte zone del Tuirolo italiano, dell'Austria in generale, ho notato una qualità maggiore a prezzi decisamente accessibili, più bassi di quelli delle nostre valli.
E tutta una rete di 'invisibili' (ma ben presenti) infrastrutture turistiche...rivolte però prevalentemente ad un turismo consapevole dell'ambito in cui si pratica, senza quasi mai portare alla realizzazione di complessi orribili come quelli che ho abitualmente sotto gli occhi.
Il senso civico e di rispetto poi dei fuitori fa il resto..
 

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