Purtroppo pago ancora con eccessiva frequenza qualche caduta di troppo e sono convinto che debbano essere episodi veramente eccezionali e non abitudinari, perchè la caduta è una circostanza che si presenta in fase di apprendimento e progresso ma è sempre la conseguenza di un errore:
L'errore può essere di tecnica (baricentro, posizione, braccia, piedi, flessione, gestione della curva o della pendenza) ,di set up della bici, o di inadeguata preparazione: meno sei performante fisicamente, sovrappeso, lento più sei esposto a errori indotti da stanchezza e poca reattività.
Molti esperti sostegno che siccome la caduta è la conseguenza di un superamento dei propri limiti tecnici, rappresenta una mancanza di consapevolezza o una incapacità di valutazione che sono rischiose e da evitare, ovvero bisognerebbe scendere (o salire) sempre nel controllo dei propri limiti, anche in fase di progressione o apprendimento Un eccessivo rischio o mancanza di consapevolezza non è ammissibile in certi percorsi e circostanze, se in un trail flow puoi magari permetterti una caduta con
protezioni (dipende sempre cosa urti purtroppo) se stai facendo un passaggio in montagna su terreno difficile, esposto o strapiombi l'errore lo paghi con conseguenze tropo alte, fino a non poterlo raccontare.
Per questo a un certo livello di percorsi, bisogna avere il giusto compromesso di preparazione tecnica e fisica e di consapevolezza per affrontare in sicurezza i passaggi, meglio un tratto a piedi che una caudata letale..
La mtb trail/am/enduro è un sport molto performante e salvo per chi ha tecnica eccelsa la preparazione fisica è un'aspetto fondamentale, non solo la parte aerobica/resistenza di pedalata ma braccia, spalle, potenza delle gambe, reattività vanno adeguatamente implementate, soprattutto se si passano gli anta. Si spendono migliaia di euro per avere bici mezzo chilo più leggere e non ha senso presentarsi con 5-10 kg di zavorra adiposa addosso.
La caduta non è tanto dannosa in quanto tale ma per le possibili conseguenze, i danni sono inversamente persistenti e duraturi all'età (scrivo con magneto terapia alla spalla per alleviare dolori articolari da ripetute cadute sulla stesa), e anche una caduta quasi da fermo può avere conseguenze notevoli. Soprattutto i tempi di fermo obbligatorio e di recupero susseguenti all'infortunio generano un loop negativo di perdita di allenamento oltre che insicurezza.
Dissento assolutamente da chi ritiene superflui i corsi e la formazione. Premesso che sono validi solo se fatti con istruttori qualificati ed adeguati al tipo di esperienza richiesta, sono utili a tutti i livelli, e questa è una caratteristica comune a quasi tutti gli sport di dicessa.
Siccome la prima causa di caduta è il superamento dei propri limiti tecnici, alzare il limite tecnico individuale è sicuramente la migliore garanzia per ridurre il rischio, e difficilmente si migliora solo vedendo altri , perchè le impostazioni tecniche e i gesti da eseguire non sono così banali.
Molta gente scende affidandosi a coraggio , buona escursione di ammortizzatori, equilibrio o principi di guida motociclistica, molti meno scendono con una perfetta conduzione e capacità tecnica. Il percorso "preparato" del trail park è sicuramente il miglior contesto per fare pratica e crescere tecnicamente, ma i limiti si trovano soprattutto affrontano il trail/enduro su terreno naturale, dove la curva è magari irregolare e senza sponda, ill terreno non preparato, la tecnica dal cornering agli assetti sugli ostacoli fa tutta la differenza perchè non ci sono simmetrie, raggi di curve omogenee, rock garden "sicuri", anche il ritmo è assai più difficile da tenere.
Spesso ci si affida un po di velocità o abbrivio per passare ostacoli tecnici, che sicuramente agevola, ma in verità esser in grado di passare gli ostacoli a velocita minima richiede il corretto gesto tecnico, che andrebbe poi esercitato con la velocità di esecuzione non viceversa.
Infine dando per possibile la caduta, oltre a cercare di lavorare su tecnica e preparazione fisica (che consente anche miglior recupero dagli infortuni), la prevenzione "passiva" da sicuramente una mano,: un casco con buona copertura (tipo AM/trail) e magari MIPS, da unire a un integrale in caso di percorsi "spinti", utilizzo di ginocchiere in discesa e anche gomitiere pure nei percorsi dove "quelli bravi" non le usano (Una botta sul gomito è micidiale anche con impatti minimi), anche una protezione stinco con parastinco, calza con protezioni, etc aiuta molto perchè è un altro punto doloroso e facilmente esposto ad urti, non solo il micidiale pedale coi pin che si stampa sullo stinco, ma anche una scivolata urtando il telaio, una roccia che ruzzola etc.. Siccome la caduta classica dell'incapace (come avviene a me ) è il ribaltamento in avanti la protezione della schiena con un costoso
zaino omologato o parlaschina è una altra possibilità di evitare danni pericolosi.