La Rock Shox Lyrik 2-step è sul mercato già da qualche anno, quindi in un certo senso non ci sarebbe molto da scoprire.
Eravamo però curiosi di metterla sotto torchio per qualche mese e capire se i problemi di scarsa affidabilità che in passato hanno afflitto i modelli dotati di tecnologia 2-step Air sono stati definitivamente risolti.
L'esemplare inviatoci da AMG, distributore per l'Italia di Rock Shox e numerosi altri marchi anche al di fuori del gruppo SRAM al quale Rock Shox appartiene, è perciò stato stressato per dei mesi dapprima su una Canyon Torque, in seguito (e ben più a lungo) su una Devinci Hectik ed infine su una Rose Granite Chief "pimpata".
L'uso che ne è stato fatto è quello che tipicamente attende le forcelle da 160 mm ad escursione variabile, quindi sia pedalato, e perciò con abbondante utilizzo della funzionalità di riduzione del travel 2-step, che meccanizzato.
La zona di utilizzo è stata prevalentemente l'Alto Lario, ma non le abbiamo fatto mancare qualche puntatina in altri lidi, comprese alcune giornate sul Lago di Garda in occasione del Bike Festival.
Chi conosce i sentieri che contornano questi due laghi avrà già capito che la povera Lyrik non ha avuto vita facile...
Livrea bianca e design "classico" per la Lyrik 2-step
Analisi statica e montaggio
La Lyrik 2-step è una forcella ad aria a piastra singola. La compensazione fra la camera negativa e quella positiva avviene automaticamente, il che consente di avere un unico punto di carico dell'aria e di non doversi preoccupare di bilanciare convenientemente la pressione delle due camere.
L'archetto di congiunzione fra i due foderi si trova nella più classica delle posizioni, mentre gli steli presentano un diametro di 35 mm.
Come ormai di norma per forcelle di queste escursioni, il fissaggio della ruota avviene tramite un perno passante.
Rock Shox adotta ormai da anni un perno denominato Maxle di sua proprietà, il quale rimane in sede grazie a due camme che ne espandono le estremità. Molto importante è avvitare a fondo il perno prima di bloccarlo tramite l'apposita levetta, dato che non è la prima volta che troviamo dei Maxle allentati proprio perchè non avvitati a dovere durante il montaggio della ruota!
Praticità e velocità del Maxle sono fuori discussione, ma a nostro avviso non è il sistema che garantisce il bloccaggio più granitico fra quelli presenti sul mercato.
Il cavo del freno anteriore viene fissato alla forcella alloggiandolo in un apposito incavo presente nell'archetto e bloccandolo con una fascetta da elettricista. Non sarà il sistema di fissaggio più raffinato, ma l'efficacia è garantita e una volta fissato rimane dov'è senza giocare strani scherzi.
Montata la forcella sulla bici, abbiamo una piccola sorpresa quando decidiamo di precaricarla utilizzando la nostra pompetta abituale al posto di quella in dotazione.
Al momento di staccare la pompa, infatti, c'è una notevole fuoriuscita di aria e ci ritroviamo con la forcella mezza spompa, storia che si ripete quando ci riproviamo con una pompetta diversa ma dotata di attacco del tutto simile.
Morale della favola: la pompa in dotazione non ha l'attacco più lungo del solito per pura casualità, ma perchè effettivamente necessario con la valvola di questa Lyrik se non si vuole perdere qualche decina di psi ogni volta che si stacca la pompa. Ricordatevene, prima di scoprirlo nel bel mezzo di un'uscita perchè vi siete portati appresso la vecchia pompa!
Idraulica Mission Control e regolazioni
L'idraulica adottata dalla Lyrik in test è di tipo Mission Control. In termini pratici, significa che si hanno a disposizione le seguenti regolazioni:
_Precarico dell'aria tramite la valvola tipo schrader posta alla base del fodero sinistro (la pompetta ad alta pressione viene fornita assieme alla forcella)
_Escursione settabile a 160 oppure 115 mm mediante il registro posto sulla testa dello stelo sinistro
_Rebound, mediante il registro alla base del fodero destro
_Compressione alle alte velocità, mediante la ghiera colore blu in cima allo stelo destro
_Compressione alle basse velocità, mediante la ghiera color argento in cima allo stelo destro
_Blocco, azionabile premendo la ghiera low speed, ruotandola leggermente in senso orario e rilasciandola (per lo sblocco si compie l'azione inversa)
_Taratura del gate (soglia di sblocco), mediante il registro posto al centro della ghiera di regolazione delle basse velocità. Il registro si aziona mediante una chiave esagonale che potete trovare sfilando il registro del ritorno dalla sua sede, nel caso ne foste sprovvisti.
Giocando con le varie regolazioni, troviamo conferma di quanto ricordavamo dalle Lyrik provate nelle ultime stagioni. Questo fa supporre che l'evoluzione dell'idraulica Mission Control negli anni sia avvenuta soprattutto a livello di affidabilità, mantenendo le già soddisfacenti funzionalità di base.
Più nel dettaglio, ecco i riscontri avuti:
_rebound: la taratura è efficace ed il range coperto persino più ampio del necessario. Nonostante le 25 posizioni disponibili, infatti, quelle realmente "utili" non sono più di 6/7 ed i più pignoli potrebbero desiderare quello step intermedio che invece non c'è.
Sia chiaro, stiamo cercando il pelo nell'uovo, però è innegabile che una miglior spaziatura fra le diverse posizioni consentirebbe una taratura più fine.
Spesso il registro del rebound si blocca dopo due/tre "click", come se si incastrasse. In questi casi basta tirarlo verso il basso e riprende a girare liberamente. Si tratta di un inconveniente che avevamo già rilevato anche su altri esemplari.
_regolazioni della compressione: qui la situazione si ribalta, e specie nei classici "test da piazzale" l'effetto di queste regolazioni non è chiaramente percepibile pur portando i registri nelle posizioni più estreme.
Non ci sentiamo di dire che all'atto pratico queste regolazioni non abbiano effetto, però la sensazione che l'efficacia non sia particolarmente marcata rimane.
_Lockout e taratura del gate: l'idraulica Mission Control permette di impostare la soglia di sblocco del lock-out, il "gate" per l'appunto.
In altre parole, mediante l'apposito registro è possibile stabilire di che entità dovrà essere la sollecitazione necessaria perchè il blocco si disattivi e la forcella assorba l'impatto.
La regolazione del gate si è dimostrata molto efficace, con un range che spazia dal blocco quasi totale al tutto aperto. I due giri e mezzo del registro consentono un "tuning" molto fine in grado di soddisfare tutte le esigenze.
I registri di regolazione della compressione si trovano sulla testa dello stelo destro, mentre a sinistra troviamo la regolazione del travel
In azione
Salita
Dal punto di vista del controllo dell'idraulica, la Lyrik 2-step è quanto di meglio si possa immaginare. La regolazione della compressione alle basse velocità ed il lock-out con ampio range di regolazione del gate permettono infatti di trovare tutte le combinazioni possibili ed immaginabili e di soddisfare perciò ogni esigenza.
Un po' più articolato è invece il discorso abbassamento: il passaggio da 160 mm a 115 mm e viceversa avviene in modo pratico e veloce tramite il registro posto sulla testa del fodero sinistro, ma molti potrebbero sentire la necessità di una posizione intermedia.
Quanto ciò possa costituire un handicap è funzione di più fattori, che vanno dalle preferenze personali al tipo di bici e di percorsi normalmente affrontati.
Discesa
Le regolazioni della Lyrik non saranno le più efficaci, il perno Maxle non sarà il più granitico sulla faccia della terra ed a livello di rigidità alcune concorrenti faranno leggermente meglio, ma ogni volta che usiamo una Lyrik dotata di idraulica Mission Control ci stupiamo di quanto ci piaccia questa forcella in discesa.
Anche questa 2-step, quasi al pari della versione a molla, è infatti caratterizzata da un'ottima scorrevolezza e sensibilità alle piccole asperità e da una progressività che secondo i nostri gusti rasenta la perfezione.
La risposta "piena" anche nella parte intermedia di travel (cosa che non tutte le forcelle ad aria sanno garantire) fa sì che questa 2-step sostenga debitamente l'avantreno anche sulle discese più ripide e gradonate. Il travel è inoltre ben sfruttabile mentre un'impennata finale della progressività mette al riparo da facili finecorsa.
Cercando nuovamente il pelo nell'uovo, abbiamo avuto l'impressione che il ritorno fatichi a gestire gli affondi maggiori quando lasciato piuttosto sfrenato sui tracciati più veloci. Forse non è un caso se Rock Shox ha introdotto da un anno a questa parte la tecnologia Dual Flow, la quale permette appunto di gestire separatamente il ritorno in prossimità del finecorsa.
A livello di rigidità, pur non essendo la Lyrik la più rigida fra le forcelle da 160 mm, non abbiamo mai notato imprecisioni imputabili ad eccessive flessioni.
Conclusioni
Come detto ad inizio test, ciò che più ci premeva era capire se l'affidabilità del sistema 2-step avesse raggiunto dei livelli soddisfacenti. In diversi mesi di strapazzi la forcella non ha mai manifestato il minimo inconveniente, quindi non possiamo che promuoverla per quanto riguarda il test-affidabilità.
A livello di qualità di funzionamento il giudizio è altrettanto positivo, ma da questo punto di vista non abbiamo scoperto nulla di nuovo, dato che già in passato avevamo avuto modo di provare più di una Lyrik ed ogni volta ne eravamo stati positivamente impressionati.
Il test ad ogni modo non si esaurisce qui, dato che si è trattato di un test di durata e la forcella la stiamo ancora utilizzando. Qualsiasi novità degna di nota verrà perciò segnalata.
Periodo di prova: cinque mesi
Peso rilevato: 2433 g perno passante incluso e cannotto da tagliare
Travel rilevato: 160 mm
Altezza "axle to crown": 545 mm
Eravamo però curiosi di metterla sotto torchio per qualche mese e capire se i problemi di scarsa affidabilità che in passato hanno afflitto i modelli dotati di tecnologia 2-step Air sono stati definitivamente risolti.
L'esemplare inviatoci da AMG, distributore per l'Italia di Rock Shox e numerosi altri marchi anche al di fuori del gruppo SRAM al quale Rock Shox appartiene, è perciò stato stressato per dei mesi dapprima su una Canyon Torque, in seguito (e ben più a lungo) su una Devinci Hectik ed infine su una Rose Granite Chief "pimpata".
L'uso che ne è stato fatto è quello che tipicamente attende le forcelle da 160 mm ad escursione variabile, quindi sia pedalato, e perciò con abbondante utilizzo della funzionalità di riduzione del travel 2-step, che meccanizzato.
La zona di utilizzo è stata prevalentemente l'Alto Lario, ma non le abbiamo fatto mancare qualche puntatina in altri lidi, comprese alcune giornate sul Lago di Garda in occasione del Bike Festival.
Chi conosce i sentieri che contornano questi due laghi avrà già capito che la povera Lyrik non ha avuto vita facile...
Livrea bianca e design "classico" per la Lyrik 2-step
Analisi statica e montaggio
La Lyrik 2-step è una forcella ad aria a piastra singola. La compensazione fra la camera negativa e quella positiva avviene automaticamente, il che consente di avere un unico punto di carico dell'aria e di non doversi preoccupare di bilanciare convenientemente la pressione delle due camere.
L'archetto di congiunzione fra i due foderi si trova nella più classica delle posizioni, mentre gli steli presentano un diametro di 35 mm.
Come ormai di norma per forcelle di queste escursioni, il fissaggio della ruota avviene tramite un perno passante.
Rock Shox adotta ormai da anni un perno denominato Maxle di sua proprietà, il quale rimane in sede grazie a due camme che ne espandono le estremità. Molto importante è avvitare a fondo il perno prima di bloccarlo tramite l'apposita levetta, dato che non è la prima volta che troviamo dei Maxle allentati proprio perchè non avvitati a dovere durante il montaggio della ruota!
Praticità e velocità del Maxle sono fuori discussione, ma a nostro avviso non è il sistema che garantisce il bloccaggio più granitico fra quelli presenti sul mercato.
Il cavo del freno anteriore viene fissato alla forcella alloggiandolo in un apposito incavo presente nell'archetto e bloccandolo con una fascetta da elettricista. Non sarà il sistema di fissaggio più raffinato, ma l'efficacia è garantita e una volta fissato rimane dov'è senza giocare strani scherzi.
Montata la forcella sulla bici, abbiamo una piccola sorpresa quando decidiamo di precaricarla utilizzando la nostra pompetta abituale al posto di quella in dotazione.
Al momento di staccare la pompa, infatti, c'è una notevole fuoriuscita di aria e ci ritroviamo con la forcella mezza spompa, storia che si ripete quando ci riproviamo con una pompetta diversa ma dotata di attacco del tutto simile.
Morale della favola: la pompa in dotazione non ha l'attacco più lungo del solito per pura casualità, ma perchè effettivamente necessario con la valvola di questa Lyrik se non si vuole perdere qualche decina di psi ogni volta che si stacca la pompa. Ricordatevene, prima di scoprirlo nel bel mezzo di un'uscita perchè vi siete portati appresso la vecchia pompa!
Idraulica Mission Control e regolazioni
L'idraulica adottata dalla Lyrik in test è di tipo Mission Control. In termini pratici, significa che si hanno a disposizione le seguenti regolazioni:
_Precarico dell'aria tramite la valvola tipo schrader posta alla base del fodero sinistro (la pompetta ad alta pressione viene fornita assieme alla forcella)
_Escursione settabile a 160 oppure 115 mm mediante il registro posto sulla testa dello stelo sinistro
_Rebound, mediante il registro alla base del fodero destro
_Compressione alle alte velocità, mediante la ghiera colore blu in cima allo stelo destro
_Compressione alle basse velocità, mediante la ghiera color argento in cima allo stelo destro
_Blocco, azionabile premendo la ghiera low speed, ruotandola leggermente in senso orario e rilasciandola (per lo sblocco si compie l'azione inversa)
_Taratura del gate (soglia di sblocco), mediante il registro posto al centro della ghiera di regolazione delle basse velocità. Il registro si aziona mediante una chiave esagonale che potete trovare sfilando il registro del ritorno dalla sua sede, nel caso ne foste sprovvisti.
Giocando con le varie regolazioni, troviamo conferma di quanto ricordavamo dalle Lyrik provate nelle ultime stagioni. Questo fa supporre che l'evoluzione dell'idraulica Mission Control negli anni sia avvenuta soprattutto a livello di affidabilità, mantenendo le già soddisfacenti funzionalità di base.
Più nel dettaglio, ecco i riscontri avuti:
_rebound: la taratura è efficace ed il range coperto persino più ampio del necessario. Nonostante le 25 posizioni disponibili, infatti, quelle realmente "utili" non sono più di 6/7 ed i più pignoli potrebbero desiderare quello step intermedio che invece non c'è.
Sia chiaro, stiamo cercando il pelo nell'uovo, però è innegabile che una miglior spaziatura fra le diverse posizioni consentirebbe una taratura più fine.
Spesso il registro del rebound si blocca dopo due/tre "click", come se si incastrasse. In questi casi basta tirarlo verso il basso e riprende a girare liberamente. Si tratta di un inconveniente che avevamo già rilevato anche su altri esemplari.
_regolazioni della compressione: qui la situazione si ribalta, e specie nei classici "test da piazzale" l'effetto di queste regolazioni non è chiaramente percepibile pur portando i registri nelle posizioni più estreme.
Non ci sentiamo di dire che all'atto pratico queste regolazioni non abbiano effetto, però la sensazione che l'efficacia non sia particolarmente marcata rimane.
_Lockout e taratura del gate: l'idraulica Mission Control permette di impostare la soglia di sblocco del lock-out, il "gate" per l'appunto.
In altre parole, mediante l'apposito registro è possibile stabilire di che entità dovrà essere la sollecitazione necessaria perchè il blocco si disattivi e la forcella assorba l'impatto.
La regolazione del gate si è dimostrata molto efficace, con un range che spazia dal blocco quasi totale al tutto aperto. I due giri e mezzo del registro consentono un "tuning" molto fine in grado di soddisfare tutte le esigenze.
I registri di regolazione della compressione si trovano sulla testa dello stelo destro, mentre a sinistra troviamo la regolazione del travel
In azione
Salita
Dal punto di vista del controllo dell'idraulica, la Lyrik 2-step è quanto di meglio si possa immaginare. La regolazione della compressione alle basse velocità ed il lock-out con ampio range di regolazione del gate permettono infatti di trovare tutte le combinazioni possibili ed immaginabili e di soddisfare perciò ogni esigenza.
Un po' più articolato è invece il discorso abbassamento: il passaggio da 160 mm a 115 mm e viceversa avviene in modo pratico e veloce tramite il registro posto sulla testa del fodero sinistro, ma molti potrebbero sentire la necessità di una posizione intermedia.
Quanto ciò possa costituire un handicap è funzione di più fattori, che vanno dalle preferenze personali al tipo di bici e di percorsi normalmente affrontati.
Discesa
Le regolazioni della Lyrik non saranno le più efficaci, il perno Maxle non sarà il più granitico sulla faccia della terra ed a livello di rigidità alcune concorrenti faranno leggermente meglio, ma ogni volta che usiamo una Lyrik dotata di idraulica Mission Control ci stupiamo di quanto ci piaccia questa forcella in discesa.
Anche questa 2-step, quasi al pari della versione a molla, è infatti caratterizzata da un'ottima scorrevolezza e sensibilità alle piccole asperità e da una progressività che secondo i nostri gusti rasenta la perfezione.
La risposta "piena" anche nella parte intermedia di travel (cosa che non tutte le forcelle ad aria sanno garantire) fa sì che questa 2-step sostenga debitamente l'avantreno anche sulle discese più ripide e gradonate. Il travel è inoltre ben sfruttabile mentre un'impennata finale della progressività mette al riparo da facili finecorsa.
Cercando nuovamente il pelo nell'uovo, abbiamo avuto l'impressione che il ritorno fatichi a gestire gli affondi maggiori quando lasciato piuttosto sfrenato sui tracciati più veloci. Forse non è un caso se Rock Shox ha introdotto da un anno a questa parte la tecnologia Dual Flow, la quale permette appunto di gestire separatamente il ritorno in prossimità del finecorsa.
A livello di rigidità, pur non essendo la Lyrik la più rigida fra le forcelle da 160 mm, non abbiamo mai notato imprecisioni imputabili ad eccessive flessioni.
Conclusioni
Come detto ad inizio test, ciò che più ci premeva era capire se l'affidabilità del sistema 2-step avesse raggiunto dei livelli soddisfacenti. In diversi mesi di strapazzi la forcella non ha mai manifestato il minimo inconveniente, quindi non possiamo che promuoverla per quanto riguarda il test-affidabilità.
A livello di qualità di funzionamento il giudizio è altrettanto positivo, ma da questo punto di vista non abbiamo scoperto nulla di nuovo, dato che già in passato avevamo avuto modo di provare più di una Lyrik ed ogni volta ne eravamo stati positivamente impressionati.
Il test ad ogni modo non si esaurisce qui, dato che si è trattato di un test di durata e la forcella la stiamo ancora utilizzando. Qualsiasi novità degna di nota verrà perciò segnalata.
Periodo di prova: cinque mesi
Peso rilevato: 2433 g perno passante incluso e cannotto da tagliare
Travel rilevato: 160 mm
Altezza "axle to crown": 545 mm