Siccome pari edotto dei fatti, mi riporti gli aspetti scientifici trascurati e le modalità troppo artificiali perpetrate?
Premessa doverosa: non sono edotto, ma ho dalla mia i racconti di mio suocero che tra il 1995 e gli inizi degli anni 2000 é stato direttore e presidente dell'ente Parco Nazionale della Maiella. Ha gestito tutta la fase di avvio dell'ente (istituito a metà anni '90) e la parte propedeutica costituita dai piani di assetto naturalistici (affidati a degli esperti), tra cui anche ciò che riguarda l'orso.
Tra gli aspetti scientifici trascurati in Trentino, da quello che posso apprendere a distanza, sembra sia mancato uno studio di previsione sul rapporto territorio/animale, di conseguenza il numero degli animali é cresciuto in maniera spropositata per il territorio nel quale sono stati reintrodotti. Ciò significa con tutta probabilità che quello spazio pur garantendo il cibo ad un animale che in tal senso ha molte "pretese", non risulta sufficiente per altri motivi come ad esempio il territorio conteso tra gli esemplari per gli accoppiamenti, ecc.. A quanto pare sono mancate anche altre iniziative come i dissuasori naturali, ossia "distrazioni" per pilotare l'animale. Al riguardo cito ancora un esempio delle mie parti: in alcune zone sono stati piantati alberi da frutto autoctono recuperando da un lato semi antichi di mele, pere, ecc, evitando la perdita di queste specie del posto, dall'altro é stato garantito del cibo agli animali tentando allo stesso tempo di tenerli lontano da alcune zone più sensibili.
Poi ci sono altre considerazioni: ad esempio il parco della Maiella cede in comodato d'uso gratuito recinzioni elettrificate con batteria e pannello solare a tutti i residenti che ne fanno richiesta e risarcisce prontamente i danni.