Ciao, riporto qui la testimonianza di CapoGufo, che ha pubblicato soltanto sullo spazio italiano delle 24h:
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L'esperienza dei GdT in Sardegna
Inizio con una premessa: questa 24 ore non era prevista
..
Infatti terminata la 24h di Roma, la stagione per noi era conclusa; dopo aver partecipato a ben nove 24h in un anno, alla fine si arriva piuttosto esausti.
Alla metà di Ottobre mi ero imbattuto nel web in un articolo della gara i Sardegna, ripromettendomi però di lasciare perdere, nessun contatto!
Sono resistito 4 giorni!! Poi per curiosità ho contattato lorganizzatore e la frittata è stata fatta!
Quindi Carlo ed io ci siamo rituffati nel mondo 24h: ricominciare a pedalare almeno un minimo, organizzare la logistica, comunicare lassenza lavorativa ai propri clienti ed ai propri famigliari.
Lorganizzazione ci ha messo molto del suo, agevolandoci in ogni nostra richiesta in quanto era improponibile, arrivando in aereo, portarsi tenda, gazebo, ecc. ecc.
La cosa che ci ha stupito maggiormente è stata lospitalità Sarda: sia da parte dellorganizzazione che della gente comune. Cosa a cui non siamo proprio così abituati e che ci ha fatto quindi riflettere sui rapporti umani che si vivono in molte città.
Ma veniamo alla manifestazione:
arriviamo il venerdì a Cagliari, appena scesi dallaereo veniamo sbalzati indietro di qualche mese: cè una temperatura estiva!!!
Dopo qualche minuto ci viene a prendere Pierpaolo degli Arestis (il team che gestisce la logistica della 24h) che ci porta al campo gara a Capoterra distante 15 minuti dallaeroporto.
Lì conosciamo il resto del team ed iniziamo a mangiare
..(sebbene avessimo già pranzato allaeroporto!).
Ritiriamo le bici che avevamo deciso di noleggiare. Devo ammettere che ho fatto molta fatica a lasciare la mia 29 a casa, ma Carlo era stato categorico: non complicarti la vita come al solito!. Ed ho fatto bene a dargli ascolto.
Dopo avere visto come era strutturata la logistica e conosciuto una moltitudine di persone entusiaste dallevento, ci rechiamo in bici allalbergo proposto nel pacchetto dellorganizzazione. Riusciamo a perderci, con tanto di navigatore, nel piccolo abitato di Capoterra; sarà il corposo vino Sardo, ma percorriamo quasi il doppio della distanza da fare!
Finalmente arriviamo, Pierpaolo, che ci aveva preceduto in macchina con i nostri bagagli, stava già dandoci per dispersi
.
Lalbergo è sfarzoso a dir poco! Sembra di essere in una reggia.
La mattina, dopo unabbondante colazione, ritorniamo al campo gara ed iniziamo a prepararci.
Il clima è fantastico, si sta tranquillamente con la divisa estiva che dalle nostre parti é già riposta nellarmadio per i prossimi sei mesi!!
Alle 11.30 (orario di partenza atipico) la gara ha inizio.
Il percorso molto scorrevole non presenta particolari difficoltà, si snoda sulla zona collinare a ridosso dellabitato di Capoterra in mezzo ad una vegetazione rigogliosa. Facile sì, ma con 130 mt. di dislivello che si sviluppano perlopiù nei primi tre chilometri.
Questo profilo altimetrico nel tempo si farà sentire eccome!
La cosa che mi colpisce di più è il tipo di terreno molto compatto, una specie di brecciolino che non fa polvere! La mia mtb dopo 17 ore effettive di gara, è come se fosse uscita dal negozio!!
La gara prosegue piacevolmente, arriva loscurità molto presto (siamo pur sempre a metà novembre) dando alla maggior parte dei partecipanti unemozione mai provata prima: il night riding!
Avendo come base il paddock degli Arestis qualche centinaio di metri dal bordo pista, iniziamo timidamente ma poi neanche tanto, ad approfittare del paddock di Matteo Melis, forte Biker che avevo avuto il piacere di conoscere alla premiazione della 24h CUP, dove quella santa di Claudia gli fa assistenza.
Mi ero ripromesso, visto il mio stato dallenamento, di fare una bella sosta notturna ma Ausilia mi ha convinto a chiaccherare del più e del meno per tutto il resto della gara così siamo arrivati alla mattina (una mezzora di sonno però me la sono fatta, con la scusa di cambiare la batteria della luce J ).
Che altro aggiungere? Speriamo in unedizione 2012!!!
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Ciao.