...dopo aver dormito qualche ora ho ripreso possesso delle mie facoltà mentali e provo a rispondere a tutti quelli che hanno partecipato alla discussione.
Il risultato, se così si può dire, è andato più in la di tutte le mie più rosee aspettative, in primis averla portata in fondo
, poi effettivamente essere riuscito a pedalare continuamente per tutte quelle ore, ma questa è una questione che vorrei affrontare dopo.
Rispondo innanzitutto a chi si domanda se questo evento è sì o no una gara, personalmente mi ritrovo nell'espressione di Kiko, ovvero che ognuno può viverla a modo suo, a prescindere dalla classifica. Ovviamente per i primi si tratta di gara vera, riuscire a completarla in un giorno e 13 ore è da alieni, vuol dire fermarsi solo per espletare i bisogni fisiologici e tracannare qualcosa al volo, noi abbiamo deciso di portarla in fondo nel minor tempo possibile ma non abbiamo rinunciato a dormire (poco) a fare qualche bella foto (appena le risistemo le pubblico) e sopratutto a conoscere una quantità di personaggi unici, con cui irrimediabilmente scatta subito amicizia e complicità e
mai competizione. La vera gara è contro se stessi, contro i propri limiti, questa cosa può piacere o meno ma questo è nell'indole umana.
Abbiamo corso, lottato contro la fatica, contro le salite, contro le discese, contro il tempo, il freddo e il caldo ma non ci siamo mai preclusi il fatto di fermarsi a fare un selfie e pubblicarlo per comunicare alla moglie il fatto di essere ancora vivo, oppure per fare qualche foto artistica che spero di pubblicare appena risistemate.
Ci sono stati diversi momenti salienti da ricordare:
lo svalico al passo delle porchette sulle apuane
,
l'incontro con Sir Nofix e la formazione di una armata brancaleone fatta da personaggi unici provenienti da mezza italia,
l'incontro inaspettato a Pontido con il campione di Tavola alias Lungoboy
l'arrivo a Montemurlo, prima grande vittoria del giro
l'incontro con Gasp e Danit a Cerbaia
la grande debacle con le ragazze inglesi che ci hanno sverniciato sulla salita al castello di monteriggioni (abbiamo poi scoperto essere due professioniste che si erano attardate per aspettare una compagna in difficoltà)
l'arrivo a Siena nel mezzo di una bolgia infernale
le colline di Buonconvento nel tardo pomeriggio
la pedalata al chiar di luna attraverso la valdorcia
l'arrivo a Radicofani alle 2,00 del mattino dopo 223 km e quasi 14 h di pedalata e la notte all'ostello dei pellegrini
l'incontro con Kiko e la Machi che ci ha accompagnato e scortato fino a Sorano, mai nella vita sono stato in scia più volentieri..scherzo Kiko
la bellezza della maremma
l'arrivo all'argentario con l'idea di essere arrivati in fondo......mai sensazione fu più sbagliata, l'argentario c'ha ammazzato,
la pedalata a 30 all'ora nella feniglia al buio con i caprioli che ci passavano davanti
l'arrivo e l'abbraccio con l'amico Enzo che ci aspettava dopo aver concluso la tappa firenze Capalbio senza mai fermarsi..............
Per quanto riguarda il pedalare per tante ore deve dire sinceramente che ha stupito davvero anche me, non riuscivo a credere, conoscendo i miei limiti di poter continuare a pedalare, pedalare, pedalare senza essere stanco. Questa è stato un argomento che abbiamo trattato spesso con i compagni di questa avventura e nessuno è riuscito a dare una spiegazione valida.
E' come se, passato un certo punto, l'organismo entri in una sorta di omeostasi di risparmio energetico che ti impedisce di fare grossi sforzi ma ti da la costanza di un rendimento continuo, come se noi effettivamente durante le nostre girate riuscissimo a sfruttare solo un piccola parte del nostro potenziale.
Spero di non avervi annoiato troppo....
....ringrazio Sir Nofix per avermi accompagnato e tutti gli altri amici che ho incontrato durante questa avventura.
Per la cronaca il risultato dice: 30° assoluto in 2 giorni e 12 ore e 20 minuti