Partimmo dunque, in sella ai nostri fidi destrieri, in una mattinata spettrale, dove demoni e fantasmi (e qualche cacciatore) animavano la foresta.
Strane figure pietrificate da magici incantesimi si palesavano improvvise al nostro passaggio...
in su per la via, appparve al nostro cospetto un imponente quanto inquietante edifizio, da cui, teste marmoree che ci scrutavano sospettose...
la nostra anima fu però sollevata dalla maestosa veduta...
l'irto sentiero ci portò ai confini delle terre popolate da anima umana, entro una Valle Buia, dove la selvatica natura ostacolò non poco il nostro cammino...
Dopo tanto tribolare, aggirato il Legnoso Poggio, giungemmo sani e salvi allo sperduto Castellaccio dove ci rifocillammo con miracolose pozioni...
discendemmo quindi per la valle alla ricerca dell'eremitico folletto, detto di di Motrano. Non lo trovammo ma giungemmo al suo pertugio, nascosto nell'intricata selva...
ci dirigemmo quindi verso un diruto maniero, ma i Gallenesi riottosi ci respinsero astiosamente e anco il ritratto della poderosa torre ci fu negato, ma appena fuori tiro dalle loro alabarde rimirammo giulivi il grandioso edifizio...
risalimmo arditamente il colle, detto di Molli e giunti che fummo a metà della fatica, si palesò ai nostri occhi una marmorea voragine nel terreno, dove i cavatori, armati di mazza e piccone, estraggono faticosamente il prezioso materiale roccioso...
attraversammo ancora valli e monti, valli e monti, valli..... e monti e quando il giudizio universale si riversò umido su di noi, il caldo abbraccio delle domus domestica ci accolse fra le sue braccia murate!
Ma ben peggio del giudizio universale mi attendeva. La furia dell'adorata moglie, la qual sentitasti umiliata da così lunga assenza, si riversò con ardore e le sue dolci labbra sembrarono mille colubrine che con indicibili vocaboli mi colpirono dritto al petto.
Fui tristemente relegato nei recessi inferiori del palazzo a curare il povero destriero con untuosi unguenti...
Strane figure pietrificate da magici incantesimi si palesavano improvvise al nostro passaggio...
in su per la via, appparve al nostro cospetto un imponente quanto inquietante edifizio, da cui, teste marmoree che ci scrutavano sospettose...
la nostra anima fu però sollevata dalla maestosa veduta...
l'irto sentiero ci portò ai confini delle terre popolate da anima umana, entro una Valle Buia, dove la selvatica natura ostacolò non poco il nostro cammino...
Dopo tanto tribolare, aggirato il Legnoso Poggio, giungemmo sani e salvi allo sperduto Castellaccio dove ci rifocillammo con miracolose pozioni...
discendemmo quindi per la valle alla ricerca dell'eremitico folletto, detto di di Motrano. Non lo trovammo ma giungemmo al suo pertugio, nascosto nell'intricata selva...
ci dirigemmo quindi verso un diruto maniero, ma i Gallenesi riottosi ci respinsero astiosamente e anco il ritratto della poderosa torre ci fu negato, ma appena fuori tiro dalle loro alabarde rimirammo giulivi il grandioso edifizio...
risalimmo arditamente il colle, detto di Molli e giunti che fummo a metà della fatica, si palesò ai nostri occhi una marmorea voragine nel terreno, dove i cavatori, armati di mazza e piccone, estraggono faticosamente il prezioso materiale roccioso...
attraversammo ancora valli e monti, valli e monti, valli..... e monti e quando il giudizio universale si riversò umido su di noi, il caldo abbraccio delle domus domestica ci accolse fra le sue braccia murate!
Ma ben peggio del giudizio universale mi attendeva. La furia dell'adorata moglie, la qual sentitasti umiliata da così lunga assenza, si riversò con ardore e le sue dolci labbra sembrarono mille colubrine che con indicibili vocaboli mi colpirono dritto al petto.
Fui tristemente relegato nei recessi inferiori del palazzo a curare il povero destriero con untuosi unguenti...