Il risveglio di questa mattina, con davanti agli occhi la lunga lista di “urgenze” da portare a termine in ufficio prima delle tanto agognate ferie, non è stato dei più felici. Oltretutto la prima cosa che mi salta in mente, non appena avviato il pc, è di buttare un occhio al forum, dove leggo il racconto ed i commenti dei protagonisti del giro di martedì sera sulle Highlands di Val di Teva al quale ho dovuto, per cause di forza maggiore e con non poca rabbia, dare forfait. Quando quindi sono oramai rassegnato ad una monotona e triste giornata in ufficio, il display del mio pc lampeggia a segnalare un messaggio skype da parte del “Sommo Maestro”, che mi chiede: “CI SEI STASERA PER UN GIRO VERSO LE 18:30?”. La voglia è a mille, e chiedo al Sommo di anticipare, strappandogli quindi come orario di partenza le 18:15, che però fatichiamo entrambi a mantenere. Ci incontriamo alle 18:25 a Mulino Renzini, da dove partiremo per la “lesson 4”. Lo strano silenzio del Maestro non mi piace, e la sensazione è confermata poco dopo quando, non appena imboccata la salita asfaltata per Onferno, il Sommo, forse in preda ad una sorta di overdose di successi finanziari legata all’ottima performance odierna della borsa italiana, pedala agile intonando il funebre ritornello “Datemi un coltello che mi taglio le vene…”. Lo affianco in salitA, anche se un poco timoroso all’idea che non trovando il coltello tanto desiderato possa sostituirlo con una discesa assassina e trascinarmi nel suo nefasto progetto. Al primo tornante un turista straniero ci preferisce alla vista panoramica di Sassofeltrio e ci punta dritta in faccia, in pieno stile “cinesino al colosseo”, la fotocamera digitale: io rispondo con un educato “cees”, il Maestro mostra la lingua nel pieno del suo sviluppo e poco dopo il turista ci urla dietro qualcosa che a noi risulta incomprensibile; probabilmente voleva solamente che il Maestro ripetesse la posa perché nella foto non era visibile la tonsilla destra! In cima alla salita svoltiamo a sinistra sullo sterrato, e non appena i copertoni lasciano l’asfalto il Maestro sembra preso da improvvisa energia positiva, mi sorride e mi dice “Si comincia”. Lo seguo nelle salite, ma lo lascio andare nelle discese, dove ancora mi sento troppo irrigidito dal timore di cadere. Continuiamo sull’asfalto verso Gemmano, per poi svoltare nuovamente sullo sterrato ed imboccare uno stupendo single track sabbioso-ghiaioso. Al ritorno sull’asfalto la scelta è tra Montefiore a destra e Gemmano a sinistra; optiamo per Gemmano ed iniziamo a salire su asfalto. Il Sommo mi dà carta bianca, “Adesso sfogati pure” mi dice, ma memore della “lesson 3” decido di salire assieme a lui per evitare che il resto del percorso si tramuti per ripicca in una specie di girone infernale Dantesco: mai tattica fu più sbagliata!! Scendiamo fino a Taverna e qui l’Eccelso mi convince a tentare uno strappone in sterrato, “breve ma molto intenso” a suo dire. Accetto, e mi preparo con il rampichino, ma non vedo il bivio. “Dovevi girare” mi urla. Guardo a destra e vedo un vero e proprio muro. Il primo tentativo è un insuccesso per entrambi. Torniamo indietro e riproviamo. Il Divino arriva in cima, io lo seguo e quando ormai già pregusto il successo la ruota posteriore mi tradisce e faccio gli ultimi metri a piedi: va beh, sarà per la prossima volta!! Ora si scende, arriviamo a Taverna e prendiamo l’asflato in direzione di casa quando il Magnifico mi chiede “devi rientrare a casa?”. Io da perfetto pirla gli dico “No” e lui, ghignando, “Adesso ti propongo qualcosa di insano”. Svoltiamo per Marazzano e subito dopo il ponte prendiamo a destra sul greto del Conca, dove al primo guado metto a mollo entrambi i piedi e con tale tecnica supererò tutti gli altri innumerevoli guadi. Fortunatamente anche il Professore mi imita al secondo guado, ma per giustificarsi impreca contro la ruota anteriore, rea di essersi impuntata (non ho ben capito contro cosa!?!?). Dopo il quarto o quinto guado abbandoniamo la Conca per riprendere la Provinciale verso casa. Lo accompagno fino a Mercatino chiacchierando del più e del meno e mentre imbocca la rampa del garage lo saluto e lo ringrazio del giro e della pazienza che ha avuto aspettandomi nei tratti più tecnici, ed approfitto del forum per farlo nuovamente:
GRAZIE ANDREA, SPERO CHE LA “LESSON 5” NON TARDI TROPPO.