Viaggio al termine della notte

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Gianz

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Venerdì scorso, dopo tanto rifletterci su, ho deciso: avrei provato una notturna vera, totale, all night long, come recitava il ritornello di una canzone di un bel po' di tempo fa. Naturalmente in solitaria.
L'itinerario parte da Valdagno, dove abito, passa per Schio, per poi andare a Santorso, Piovene Rocchette, Arsiero, Passo Coe per la Val di Riofreddo, e poi si vedrà. Partendo alle 23.30 dovrei giungere a Passo Coe con le prime luci dell'alba. Controllo fari e fanali, 2, uno principale fissato al manubrio con 40 ore di autonomia a minima potenza, l'altro sul casco, con batteria infilata nello zaino. E luce posteriore.

L'inizio è facile: un primo passo, quello dello Zovo, che separa la valle dell'Agno da quella del Leogra. Lampioni qua e là, scarsissimo il traffico. Arrivo a Schio che è mezzanotte e mezza passata da poco, la piazza ancora colma di gente, auto in strada.
A Piovene Rocchette prendo la ciclabile verso Arsiero... sono ormai prossime le 2 ore di bici, e il movimento si spegne. Qualche comune ha già spento i lampioni per risparmiare corrente, il baretto lungo la ciclabile è illuminato, con la ragazza che pulisce i tavoli.
Ad Arsiero il paesello è spento: solo un bar ancora aperto, il resto tace. Un ragazzo torna in motorino verso casa, immagino.

Da qui comincia, più o meno a 2 km dal paese, la Val di Riofreddo, naturale collegamento del fondo valle con le zone alte di Tonezza, a destra, Passo Coe, a sinistra. Nel mezzo alcune sparute contrade, con il loro bravo lampione: una sorta di testimonianza delle nostra presenza nel nero dei boschi.

Comincio a risalire la valle: un vento freddissimo scende dai monti... è il cambio di clima, il vento che smantellerà la prima ondata di caldo sostituendola con aria più fresca, e proprio adesso decide di farsi vivo! Alla luce della torcia vedo una nevicata di pulviscolo misto a pollini vari... sembra quasi di star sott'acqua, con il particolato in sospensione. La strada, stretta tra 2 ali di alberi, immersa nel bosco, sale a volte ripida, altre volte concedendo tregua... rami e foglie la percorrono spostate dal vento sempre più gagliardo. L'umore comincia a peggiorare, non amo il vento quando giro in bici, e certo vento, poi, non so perchè, riesce a rendermi nervoso. Proseguo, ma inconsciamente comincio a guardare l'orologio, sperando arrivi presto il sorgere del sole, e con esso, ne sono sicuro, la fine del vento che tanto mi tormenta.

Notturne ne ho fatte parecchie, ma tutte al rientro, e tutte parziali: massimo un paio d'ore di buio, non di più, e con la prospettiva della comoda casa. Questa è qualcosa di strano, diverso. Mi sento inghiottito da un muro di notte, impenetrabile, ostile, ma al tempo stesso attraente come il canto di una sirena. Spengo il fanale posteriore, non serve più a nulla visto che quassù non c'è un cane. Il fanale sul manubrio è al minimo, una sorta di piccola finestra luminosa lì davanti che mi mostra un frammento di strada e null'altro. L'altro faro, sulla testa, sta lì per emergenza, nel caso si guastasse il primo, o se servisse più luce. Il cielo è un tripudio di stelle, tantissime!

Alle 3 e qualcosa arrivo alla prima contrada: mi rincuora vedere la luce del lampione! Un paio d'anni fa han cementato il fondo della strada, togliendo il ghiaino... ormai sono ad una certa quota, e passo Busati Mori, ultimissima contrada. Dopo di lei, qualche casa qua e là, sparsa, alcune malghe. Nient'altro.

Poco alla volta si sale di quota... incontro un rospo solitario che passeggia sul cemento... mi fermo, gli scatto 2 foto, e proseguo nel vento. Comincio ad esser stufo di questo vento che si sta facendo sempre più freddo, sempre più insistente. Tento di distrarmi pensando ad altro, evitando di prestargli attenzione. I km percorsi non sono poi molti, ma il dislivello comincia ad andare verso quota 1700 di dislivello positivo. Le gambe girano che è un piacere. Il cielo continua a rimanere stellato, e la strada attorno a me, con i boschi, le rocce e tutto il resto, di un nero assoluto. Sono ormai le 4... dai... ancora poco!

A malga Zolle di Dentro mi fermo a sganciare il filo di un recinto... di lì, alla luce del fanale, delle mucche mi guardano pigramente, svegliate dal mio passaggio. Si staranno chiedendo chi cacchio decide di salire lassù a quell'ora. Comincio a temere la presenza di cani da guardiania, cosa non rara da queste parti... Questa è zona di lupi, io stesso ne ho trovato, lo scorso anno, lungo questa stessa strada, gli escrementi, e l'anno prima, mentre passavo di fianco al Capel del Vescovo, ho visto chiaramente un branco di grossi cani correre giù per un pendio, in mezzo agli alberi. Mi immagino che sia lì attorno, il lupo, che mi guarda con curiosità... chissà, forse tra poco potrei vedere, alla luce del fanale, 2 piccole braci fissarmi. Non so se augurarmelo o meno, sinceramente. E poi, sinceramente, il lupo mi preoccupa assai meno di un feroce cane da gregge. Senso di inquietudine...

Ecco infine un bivio: a destra si sale al rifugio Rumor, poi Forcella Valbona e poi, volendo, Passo Coe o il rientro verso Tonezza. A sinistra, la strada delle malghe che passa per la Val di Campiluzzo, dove lo scorso anno ho visto segni del lupo. Il vento soffia tra gli abeti, lo fa sempre più forte, più freddo.
Decido di andare verso il rifugio, e se mai le condizioni decidessero di peggiorare, scendere verso valle, stufo marcio di quel vento infinito.

Ultimi tornanti di strada bianca, il vento dà il suo meglio, e quasi mi sposta. Fa freddissimo, e mi rendo conto solo allora che sono a quasi 2000 metri di quota. Mando a monte il giro e, arrivato alla provinciale, giro la bici verso Tonezza e verso la pianura. Il cielo sta schiarendo verso est, ma per oggi l'avventura termina qui...

Alle 6 sono in zona industriale a Schio, il sole sorge illuminando montagne senza una nuvola, con i boschi dalle foglie rivoltare dal vento. Ancora 2 ore di strada e sarò a casa, ma prima decido di passare per il panificio: un premio al giro!

Questa notturna è stata qualcosa di strano... un piccolo tassello nel percorso del "conosci te stesso", direi. Non riesco ancora a capire se la rifarò o se l'esperienza sarà prima e unica, però ammetto che mi ha lasciato dentro una sensazione strana, una voglia di rivedere quella notte, quel buio, rivivere quelle sensazioni, quelle emozioni così nuove e forti. E' il brutto delle esperienze forti: lasciano dietro di loro una sensazione di vuoto per tutto il resto che c'era prima di loro, ed una voglia di andare oltre, vedere un po' più in là.

Grazie se siete arrivati a leggere fin qui!

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Gianz

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Grande Gianz. Però io una avventura così preferirei farla con i miei compari di pedalate. Mica per paura di stare sulle o che altro. Ma proprio per il piacere di condividere una esperienza del genere.
Hai ragione: la condivisione è tanta roba. Il problema è trovare compagni di pedalate... :cry: :prost:
 

gabriele(76)

Biker tremendus
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Complimenti, sia per l'avventura che per il racconto. Grazie per aver condiviso.
Le pedalate in gruppo sono divertenti, ma la solitaria ha sempre un fascino particolare. Poi notturna...
 

Gianz

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la presenza di altri l'avrebbe cambiata in qualcosa di diverso...
Effettivamente è giusto, come modo di vedere le cose: una esperienza di gruppo avrebbe per forza di cose preso una direzione diversa, magari più scherzosa e divertente, magari arrivando a saldare dei rapporti di amicizia in maniera più forte.
ma la solitaria ha sempre un fascino particolare. Poi notturna...
Ti fa ragionare e vedere le cose in maniera radicalmente diversa, quello si.

Come ha scritto Eraclitus, si va verso qualcosa di più intimo.
 

MauroPS

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Vicino Udine.
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Pure io ho fatto notturne in solitaria e fanno un po' paura, ma è quello il bello. Mi aspetto sempre che esca qualche zombie o qualche licantropo e appena sento abbaiare da lontano accelero il ritmo. le ombre degli alberi sembrano dei mostri pronti a balzarti addosso...
 
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Non c'è niente di meglio di un bosco di notte per dare corpo ad ogni timore nascosto nelle pieghe del nostro animo!
 
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Joloh

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Complimenti per lla scrittura, sei kto bravo a descrivere le tue sensazioni. Io personalmente ho fatto un paio di notturne in gruppo e mai da solo. So già che avrei quella
Paura irrazionale che non sai da cosa è dovuta, ho la stessa sensazione quando quasi mi personnel sentieri non boschivi di giorno , figuriamoci di notte.
Mesco per la maggior parte delle volte da solo e quella sensazione di solitudine è unica.
Ci farò un pensiero a farmi una notturna vera pure io , solo con la mia Santa….
 
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