da "la stampa"
La città si interroga su un futuro che non appare del tutto roseo
di Marco Camisassa, ITIS A.Avogadro di Torino - IV C
I torinesi, non paiono del tutto convinti riguardo l’evento che ha attirato l’attenzione mondiale sulla loro città. Oltre alla diffusa sfiducia, la preoccupazione dei più è rivolta al futuro di queste immense opere realizzate con i fondi di Regione, Provincia, Città e Comune ed accompagnate dalla promessa di una flessibilità che ne permetterà svariate utilizzazioni nel corso del tempo.
La memoria cittadina torna, infatti, agli sprechi occorsi durante e dopo la manifestazione per i festeggiamenti del Centenario dell’Unità d’Italia, la tanto discussa Italia ‘61; in risposta a questi dubbi sono intervenuti sia i funzionari del Toroc (il comitato di organizzazione olimpico) sia il sindaco di Torino Sergio Chiamparino: le opere, secondo queste fonti, sono state costruite pensando soprattutto alla loro utilizzazione al di fuori di grandi manifestazioni come possono essere i giochi olimpici.
A riprova di queste dichiarazioni, alcune presentazioni dei giochi olimpici hanno avuto luogo proprio all’interno delle nuove costruzioni torinesi; ne è un esempio la presentazione, all’interno di un PalaIsozaki colmo in ogni ordine di posti, dell’inno olimpico “Va’” cantato da Claudio Baglioni.
Un altro grosso problema affrontato dalla giunta comunale e dal comitato di organizzazione, è stato il taglio di fondi deciso con l’ultima finanziaria; questo è stato uno dei periodi più critici nella storia dell’organizzazione dei giochi torinesi, ma il Comune è riuscito a venirne a capo grazie a un ulteriore stanziamento di fondi da parte della Regione e ad una più oculata gestione del villaggio olimpico in previsione futura: erano in molti a dubitare sull’eventualità di assegnare il nuovo quartiere olimpico sorto nella zona degli ex-mercati generali a foresteria universitaria.
Benchè gli occhi del mondo siano stati puntati sull’evento sportivo, l’attenzione degli italiani e, soprattutto dei torinesi, adesso si è focalizzata su ciò che avverrà dopo. E forse non hanno tutti i torti.