I negozianti Italiani guadagnano troppo?

  • Mahle, azienda tedesca nota per i suoi motori per E-roads e bici da commuting, presenta il nuovo sistema M40: si tratta di un motore full power con 105 Nm di coppia e 850 Watt di potenza massima, batterie da 500 e 800 Wh ed un peso del solo motore, dichiarato da Mahle, di 2,5 kg.
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Ragazzi, non ce l'ho fatta a leggere proprio tutto e in dettaglio... ma in sostanza cercherei di sintetizzare un po' di pensieri con:

. è vero, le differenze di prezzo oggi sono alcune volte come minimo "strane"... se non addirittura sconvolgenti in qualche caso fortunatamente sempre meno diffuso
. i negozi "classici" non hanno a mio giudizio reali e/o significative colpe di questi prezzi "gonfiati", dove in effetti lo sono (non guardiamo quindi alle offerte spot e/o liquidazioni), perché costretti, in virtù dei volumi specifici, a comprare dagli importatori (ufficiali e/o esclusivi che siano o non siano) sempre o quasi
. gli importatori (non tutti, ma quasi...) applicano in Italia in effetti ricarichi ben più alti della media globale (mondo)... come dimostra il fatto che ci sia chi ha abbassato di un 5 % quando l'Euro ha recuperato oltre il 30 %... e che ci sia chi ha invece comunque aumentato... o chi ha fatto finta di niente...
. non parlerei invece di Cayenne (che non ho... ma che non mi manca, visto l'immagine che si sta facendo in questo senso ;-) ) per non distrarsi dal concetto in essere, perché uno, per carità, potrebbe anche esser già stato ricco di suo... ma ammetto, senza fare nomi, che ci sia chi in relativamente pochi anni si sia fatto il megamacchinone... o anche più di uno...
. nonostante l'Italia sia un paese forte di piccola e media impresa, gli strumenti fiscali a sostegno di questo fondamentale tessuto economico non ci sono... anzi, esistono tutta una serie di leggi e leggine addirittura "vessatorie"... come i 1500 Euro e rotti che m'han fatto spendere per una legge sulla privacy che le amministrazioni/aziende pubbliche non rispettano tanto... o con tassazioni capestro: facendo un esempio banale, il ns. sito (che non costa una cifra "trascurabile") + tutti i pc nuovi + le laser a colori + fotocopiatore fascicolatore, ecc. comprati da diversi fornitori ma pagati max 90 gg. lo stato ce li fa scaricare come spese invece in 4 anni... creando un reddito che non c'è e sulla base del quale richiede anche un acconto per l'anno successivo...

Cosa fare allora?
Hmmm... innanzitutto il tempo sta già innegabilmente lavorando nella direzione giusta, livellando progressivamente le differenze di prezzo

La soluzione vera?
Secondo solo una realmente percorribile: dovrebbero intervenire le grandi aziende... sì... a livellare, con un listino guida internazionale (che tenga conto di trasporto e dazi e diverse tasse di vendita), i valori in campo a differenze accettabili.
In fin dei conti le migliori aziende di settore sono già riuscite a fare un listino europeo.

Ma ci sarebbe qualcos'altro: ovvero che crolli quella subdola ed inacettabile gestione "feudale" ancora in essere... che "impone" ad un singolo distributore di un determinato paese di non vendere in un altro... Se così fosse, se l'importatore italiano non applicasse condizioni accettabili (non solo di prezzo, ma anche di tempi di consegna, ecc.) un rivenditore possa davvero comprare dove vuole lui. Perché se Voi come consumatori lo fate già, ed è giustissimo, altrettanto giusto è che lo facciano pure i rivenditori ;-)
 

wollo

Biker tremendus
Bike Planet ha scritto:
Ragazzi, non ce l'ho fatta a leggere proprio tutto e in dettaglio... ma in sostanza cercherei di sintetizzare un po' di pensieri con:

. è vero, le differenze di prezzo oggi sono alcune volte come minimo "strane"... se non addirittura sconvolgenti in qualche caso fortunatamente sempre meno diffuso
. i negozi "classici" non hanno a mio giudizio reali e/o significative colpe di questi prezzi "gonfiati", dove in effetti lo sono (non guardiamo quindi alle offerte spot e/o liquidazioni), perché costretti, in virtù dei volumi specifici, a comprare dagli importatori (ufficiali e/o esclusivi che siano o non siano) sempre o quasi
. gli importatori (non tutti, ma quasi...) applicano in Italia in effetti ricarichi ben più alti della media globale (mondo)... come dimostra il fatto che ci sia chi ha abbassato di un 5 % quando l'Euro ha recuperato oltre il 30 %... e che ci sia chi ha invece comunque aumentato... o chi ha fatto finta di niente...
. non parlerei invece di Cayenne (che non ho... ma che non mi manca, visto l'immagine che si sta facendo in questo senso ;-) ) per non distrarsi dal concetto in essere, perché uno, per carità, potrebbe anche esser già stato ricco di suo... ma ammetto, senza fare nomi, che ci sia chi in relativamente pochi anni si sia fatto il megamacchinone... o anche più di uno...
. nonostante l'Italia sia un paese forte di piccola e media impresa, gli strumenti fiscali a sostegno di questo fondamentale tessuto economico non ci sono... anzi, esistono tutta una serie di leggi e leggine addirittura "vessatorie"... come i 1500 Euro e rotti che m'han fatto spendere per una legge sulla privacy che le amministrazioni/aziende pubbliche non rispettano tanto... o con tassazioni capestro: facendo un esempio banale, il ns. sito (che non costa una cifra "trascurabile") + tutti i pc nuovi + le laser a colori + fotocopiatore fascicolatore, ecc. comprati da diversi fornitori ma pagati max 90 gg. lo stato ce li fa scaricare come spese invece in 4 anni... creando un reddito che non c'è e sulla base del quale richiede anche un acconto per l'anno successivo...

Cosa fare allora?
Hmmm... innanzitutto il tempo sta già innegabilmente lavorando nella direzione giusta, livellando progressivamente le differenze di prezzo

La soluzione vera?
Secondo solo una realmente percorribile: dovrebbero intervenire le grandi aziende... sì... a livellare, con un listino guida internazionale (che tenga conto di trasporto e dazi e diverse tasse di vendita), i valori in campo a differenze accettabili.
In fin dei conti le migliori aziende di settore sono già riuscite a fare un listino europeo.

Ma ci sarebbe qualcos'altro: ovvero che crolli quella subdola ed inacettabile gestione "feudale" ancora in essere... che "impone" ad un singolo distributore di un determinato paese di non vendere in un altro... Se così fosse, se l'importatore italiano non applicasse condizioni accettabili (non solo di prezzo, ma anche di tempi di consegna, ecc.) un rivenditore possa davvero comprare dove vuole lui. Perché se Voi come consumatori lo fate già, ed è giustissimo, altrettanto giusto è che lo facciano pure i rivenditori ;-)

da commerciante (non di bici)a commerciante: :hail: :hail: :hail: :hail:
hai ragione!!!!!!
 

mutante

Biker cesareus
8/1/04
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trieste
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la logan, è vero. piuttosto che le pippe sulle bici, sarebbe da vedere quanto costaun'utilitaria al produttore. lì si, che sarebbe da scandalizzarsi...

Starlighterissimo ha scritto:
In effetti l'attesa mi stava logorando...ma aspetterò che mi arrivi dall'America...perché qua certi importatori (DSB-Bonandrini ndr) veramente esagerano (il prezzo in America di una ETS-X 70 è di 3500 dollari, cioè 2700 euro...che già non sono pochini). E tanto per ritornare sulla Terra: tra poco esce una Renault da 5000 euro (http://www.repubblica.it/2004/e/motori/maggio/autodapocorenault/autodapocorenault.html). Sì, avete letto bene...il costo di una ETS-X 70 qui in Italia: 4790 euro (e neanche il modello di punta della ETS-X). A me sembra inequivocabilmente vergognoso.
 

mutante

Biker cesareus
8/1/04
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non so... come spiegarmi?
amministrativamente è come dici tu. la realtà nei fatti è completamente diversa: è un'opinione chiara solo a chi ha vissuto un negozio dall'interno.
dove sto io non solo è zeppo di negozi (tre quarti pessimi, alcuni buoni), c'è un forte mercato nero e inoltre c'è l'interferenza delle vendite in internet. che è positiva perchè da una raddrizzata a tutti quelli che monopolizzavano il mercato, è negativa perchè il mercato è spezzettato in quote troppo piccole per farlo crescere effettivamente (aprire di più alla clientela alta, far decollare davvero il freeride investendoci). tutti si pestano i piedi a vicenda con le stesse cose, io riesco a cambiare un pò perchè il mio non è strettamente solo un negozio di bici. questo è un vantaggio.
comunque non sono contrario alle vendite internet (tipo bikeplanet che è un esempio di efficenza e trasparenza), sono contrario alla mentalità del "comprotuttoininternetperchètantoinegozisonoladri".

marco ha scritto:
panzer division ha scritto:
marco ha scritto:
Insomma è un'azienda che lavora come tante altre, senza avere un negozio aperto al pubblico

il discorso funziona magari in grandi regioni del nord e centro italia, ma in provincia di Trieste, vicino al confine sloveno, la "territorialità" è molto forte e molto più sentita. per questo concordo in parte con il discorso di mutante.
siamo una regione molto decentrata e non si possono applicare le stesse argomentazioni valide per un negozio di milano o della lombardia in generale.

non capisco il tuo discorso. Un negozio in carne ed ossa non potrebbe avere anche delle vendite online?
 

mutante

Biker cesareus
8/1/04
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o, il forum te lo sei fatto te e tanto di cappello, ma se non la smetti di dar fiato alle trombe e farti tutta sta pubblicità, dovrò prendere un travelgum per la nausea... :smile:
ma i topic hanno il rolè e un registratore di cassa, che ci apro un negozio dentro?!

marco ha scritto:
mutante ha scritto:
marco ha scritto:
caro mutante, e qui ci incontriamo allegramente di nuovo stasera, l'anziano marco osa dirti che internet ed un negozio in carne ed ossa sotto lo stesso tetto aumentano le vendite. Chiedere a qualcuno dei negozi che vendono nel forum.

Rimanere al passo coi tempi è sempre stata un'esigenza, non solo con internet :-o

non sono sotto stesso tetto, mi dispiace e neanche per sogno. non toglo nulla alla capacità di chi vende in internet, perchè è gente con la quale mi confronto ogni giorno. tuttavia la territorialità fa la differenza: chi vende in internet (e parlo degli operatori ESCLUSIVAMENTE in rete)dove vive non dà e toglie niente.è come se in quel luogo non ci fosse.
il negozio locale (che poi venda in internet o meno, cambia poco) ha una connessione forte con il suo territorio e da questo legame deve la sua sopravvivenza.

comprendi la differenza?

vecchio modo di pensare. Vendere in internet ti cambia, eccome. Raggiungi molti più potenziali acquirenti che altrimenti mai e poi mai sarebbero passati da te. Semplice. In più ti fai pubblicità pure nel tuo territorio, facendo sì che qualcuno della tua zona compri da te anche se prima non ti conosceva.

In quanto allo "stesso tetto" mi riferivo evidentemente ai negozi locali che hanno in più una vendita online.
 

K41

Biker superis
18/2/04
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Bike Planet ha scritto:
Ma ci sarebbe qualcos'altro: ovvero che crolli quella subdola ed inacettabile gestione "feudale" ancora in essere... che "impone" ad un singolo distributore di un determinato paese di non vendere in un altro...

Sono abbastanza d' accordo col resto. Ma vorrei in particolare evidenziare il problema della "fuedalità" che in Italia è un problema diffusissimo a tutti i livelli sociali, ci sono categorie protette , lobbie e rendite di posizione praticamente inscalfibili (di tutti i tipi e budget, distributori di benzina, tassisti , gestori telefonici , pizzicaroli , notai ecc. ecc.).
E una situazione simile si manifesta nelle professioni liberali e nel pubblico impiego (per fare un esempio, la grande maggioranza dei magistrati sono figli di magistrati).
Il risultato è che l' Italia è il paese al mondo col minor tasso di mobilità sociale e professionale.
E quindi è difficile per chi lavora bene riuscire ad emergere e a fornire servizi più efficienti e prezzi più bassi.
 

St3_fa_n0

Biker tremendus
23/2/04
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Nimis (UD)
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Bike
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Bene signori, ho letto più o meno tutte le risposte date alla mia domanda. Ho capito quali sono le problematiche a cui deve andare incontro un negoziante, ecc. ecc. spero solo che la concorrenza estera via internet si faccia sentire e che porti al superamento delle problematiche riassunte da bike-planet, così potremo finalmente comprare da noi a prezzi vantaggiosi e far girare la nostra economia: meglio che il Cayenne ce l'abbia il negoziante del mio paese che un crucco!
Volevo solo aggiungere che io la Norchina l'ho vestita comprando tutto in Italy...
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
11/8/03
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London, Nxxxx
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Vi dico solo una cosa: la ditta per la quale lavoro, a marzo (si spera non più tardi) aprirà un negozio -Velorution- sopra Oxford st, cuore di Londra.
Si tratterà in gran parte bici da città, trikes, bici pieghevoli (tipo Brompton) ed abbigliamento dal semplice commuter a quello Adidas-Stella McCartney. Il cliente avrà spazio per parcheggiare le bici dentro, un punto di ritrovo e la possibilità di acquistare/consumare cibi freschi (si, avete letto bene), un paio di Tv con video ed info, riviste, assistenza accurata... le cose fatte per bene. Di sicuro ci si guarderà bene dal rifiutare il montaggio di pezzi comprati altrove!
Giusto un esempio della politica decisa: dopo una settimana sostituiamo la sella al cliente se non gli sta bene ;-)
 

K41

Biker superis
18/2/04
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Switch ha scritto:
meglio che il Cayenne ce l'abbia il negoziante del mio paese che un crucco!

meglio avere più biker con bici di livello Cayenne (o quasi) così si abbassano i prezzi per cui aumentano le vendite di bici buone ecc ecc (circolo virtuoso per noi viziosi della mtb) :-?
 

Lampo 13

Biker imperialis
11/4/03
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Lodz - Polonia
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A quello che ha detto Bike Planet vorrei aggiungere che in Italia
c'è il problema di una mentalità un po' vecchia da parte dei commercianti.
In tutti i campi ma, soprattutto, negli attrzzi tecnici, tipo bici, sci racchette etc.
I ricarichi delle attrezzature sono decisamente più bassi che nel vestiario,
i "numeri" di vendita anche, il target inevitabilmente più piccolo e la concorrenza
della grande distribuzione (anche internet) è feroce.
Cosa fare? Due cose solamente,
associarsi tra piccoli rivenditori per fare gli acquisti alla grande e
garantire un servizio di qualità elevatissima.
Perchè debbo andare nel negozietto sotto casa a comprare un cambio XT
quando da Decathlon lo trovo a meno?
Perchè nel negozietto trovo una persona gentile, disponibile, preparata,
che mi sà consigliare, mi sà aiutare a scegliere ciò di cui ho veramente
bisogno e mi sà dare una assistenza meccanica che nel grande magazzino
me la sogno!
Se trovo un imbecille che mi chiede più soldi, mi tratta a pesci in faccia
e mi vuole solo sfilare i soldi dal portafogli, vado da Decathlon!
Se poi i piccoli si associassero, diventerebbero come i grandi, potrebbero
riuscire a "saltare" MIC o chi per lui, ed avere prezzi competitivi.
Ma no, ... non si può, ... che faccio compro insieme al mio concorrente?
Non sia mai! ... etc, etc,
Tra l'altro sono in pochi che sanno mettere le mani sulle bici, se il
risparmio da Bike Planet è esiguo e poi debbo andare a farmi montare
il pezzo a pagamento, tanto vale che lo compro direttamente da chi me lo monta gratis!
(P.S. io li sò montare, e posso sempre comprare da B.P.! :cool: )
 

luca19721

Biker forumensus
28/9/03
2.023
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Brianza
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Boh..comunque a me sembra strano che in Inghilterra..una Marzocchi(un modello fatto in Italia..non Taiwan)..la paghi meno che da noi...
Un esempio...Marzocchi Z1 Freride 1 mod.2005
prezzo in Italia 745 euro...con lo sconto si arrivera' circa a 670 euro max,no?
prezzo in Inghilterra 409 sterline incluso la spedizione..ovvero 591 euro!!
...per no parlare dei prezzi delle Manitou o Rock Shox!
La Pike Team da noi costa 660 euro ,da scontare..in Inghilterra 432 euro..scontata,ok..ma e' pur sempre una bella differenza!!!
Secondo me i negozianti non c'entrano...ma sono gli importatori..e distributori..che fanno i prezzi come vogliono loro in base al potere d'acquisto e la poca attenzione dell'acquirente verso i prezzi. ..e noi Italiani..perdonatemi se dico cio'...siamo gli unici in Europa che ci siamo fatti fregare cosi' con l'euro..Si vede che anche se piangiamo sempre miseria..alla fine ci va bene cosi'..Ieri al supermarket,all'Unes..4 mele 2,70 euro..Ue' ma siamo pazzi?...Ci fregano sulle mele ed il latte..figuriamoci sulle biciclette!!!!!!!!!Solo che poi ..con la faccenda della garanzia..uno compra in Italia... Se pero' gli importatori fossero unici..come per Kona e Cannondale..con i prezzi in chiaro sul sito della marca stessa..forse sarebbe diverso,no?Ciao a tutti :prost:
 

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