Ragazzi, non ce l'ho fatta a leggere proprio tutto e in dettaglio... ma in sostanza cercherei di sintetizzare un po' di pensieri con:
. è vero, le differenze di prezzo oggi sono alcune volte come minimo "strane"... se non addirittura sconvolgenti in qualche caso fortunatamente sempre meno diffuso
. i negozi "classici" non hanno a mio giudizio reali e/o significative colpe di questi prezzi "gonfiati", dove in effetti lo sono (non guardiamo quindi alle offerte spot e/o liquidazioni), perché costretti, in virtù dei volumi specifici, a comprare dagli importatori (ufficiali e/o esclusivi che siano o non siano) sempre o quasi
. gli importatori (non tutti, ma quasi...) applicano in Italia in effetti ricarichi ben più alti della media globale (mondo)... come dimostra il fatto che ci sia chi ha abbassato di un 5 % quando l'Euro ha recuperato oltre il 30 %... e che ci sia chi ha invece comunque aumentato... o chi ha fatto finta di niente...
. non parlerei invece di Cayenne (che non ho... ma che non mi manca, visto l'immagine che si sta facendo in questo senso
) per non distrarsi dal concetto in essere, perché uno, per carità, potrebbe anche esser già stato ricco di suo... ma ammetto, senza fare nomi, che ci sia chi in relativamente pochi anni si sia fatto il megamacchinone... o anche più di uno...
. nonostante l'Italia sia un paese forte di piccola e media impresa, gli strumenti fiscali a sostegno di questo fondamentale tessuto economico non ci sono... anzi, esistono tutta una serie di leggi e leggine addirittura "vessatorie"... come i 1500 Euro e rotti che m'han fatto spendere per una legge sulla privacy che le amministrazioni/aziende pubbliche non rispettano tanto... o con tassazioni capestro: facendo un esempio banale, il ns. sito (che non costa una cifra "trascurabile") + tutti i pc nuovi + le laser a colori + fotocopiatore fascicolatore, ecc. comprati da diversi fornitori ma pagati max 90 gg. lo stato ce li fa scaricare come spese invece in 4 anni... creando un reddito che non c'è e sulla base del quale richiede anche un acconto per l'anno successivo...
Cosa fare allora?
Hmmm... innanzitutto il tempo sta già innegabilmente lavorando nella direzione giusta, livellando progressivamente le differenze di prezzo
La soluzione vera?
Secondo solo una realmente percorribile: dovrebbero intervenire le grandi aziende... sì... a livellare, con un listino guida internazionale (che tenga conto di trasporto e dazi e diverse tasse di vendita), i valori in campo a differenze accettabili.
In fin dei conti le migliori aziende di settore sono già riuscite a fare un listino europeo.
Ma ci sarebbe qualcos'altro: ovvero che crolli quella subdola ed inacettabile gestione "feudale" ancora in essere... che "impone" ad un singolo distributore di un determinato paese di non vendere in un altro... Se così fosse, se l'importatore italiano non applicasse condizioni accettabili (non solo di prezzo, ma anche di tempi di consegna, ecc.) un rivenditore possa davvero comprare dove vuole lui. Perché se Voi come consumatori lo fate già, ed è giustissimo, altrettanto giusto è che lo facciano pure i rivenditori
. è vero, le differenze di prezzo oggi sono alcune volte come minimo "strane"... se non addirittura sconvolgenti in qualche caso fortunatamente sempre meno diffuso
. i negozi "classici" non hanno a mio giudizio reali e/o significative colpe di questi prezzi "gonfiati", dove in effetti lo sono (non guardiamo quindi alle offerte spot e/o liquidazioni), perché costretti, in virtù dei volumi specifici, a comprare dagli importatori (ufficiali e/o esclusivi che siano o non siano) sempre o quasi
. gli importatori (non tutti, ma quasi...) applicano in Italia in effetti ricarichi ben più alti della media globale (mondo)... come dimostra il fatto che ci sia chi ha abbassato di un 5 % quando l'Euro ha recuperato oltre il 30 %... e che ci sia chi ha invece comunque aumentato... o chi ha fatto finta di niente...
. non parlerei invece di Cayenne (che non ho... ma che non mi manca, visto l'immagine che si sta facendo in questo senso

. nonostante l'Italia sia un paese forte di piccola e media impresa, gli strumenti fiscali a sostegno di questo fondamentale tessuto economico non ci sono... anzi, esistono tutta una serie di leggi e leggine addirittura "vessatorie"... come i 1500 Euro e rotti che m'han fatto spendere per una legge sulla privacy che le amministrazioni/aziende pubbliche non rispettano tanto... o con tassazioni capestro: facendo un esempio banale, il ns. sito (che non costa una cifra "trascurabile") + tutti i pc nuovi + le laser a colori + fotocopiatore fascicolatore, ecc. comprati da diversi fornitori ma pagati max 90 gg. lo stato ce li fa scaricare come spese invece in 4 anni... creando un reddito che non c'è e sulla base del quale richiede anche un acconto per l'anno successivo...
Cosa fare allora?
Hmmm... innanzitutto il tempo sta già innegabilmente lavorando nella direzione giusta, livellando progressivamente le differenze di prezzo
La soluzione vera?
Secondo solo una realmente percorribile: dovrebbero intervenire le grandi aziende... sì... a livellare, con un listino guida internazionale (che tenga conto di trasporto e dazi e diverse tasse di vendita), i valori in campo a differenze accettabili.
In fin dei conti le migliori aziende di settore sono già riuscite a fare un listino europeo.
Ma ci sarebbe qualcos'altro: ovvero che crolli quella subdola ed inacettabile gestione "feudale" ancora in essere... che "impone" ad un singolo distributore di un determinato paese di non vendere in un altro... Se così fosse, se l'importatore italiano non applicasse condizioni accettabili (non solo di prezzo, ma anche di tempi di consegna, ecc.) un rivenditore possa davvero comprare dove vuole lui. Perché se Voi come consumatori lo fate già, ed è giustissimo, altrettanto giusto è che lo facciano pure i rivenditori
