Che poi è quello che accade molte volte negli ambienti di lavoro, tanti infortuni sono dovuti, oltre al mancato rispetto delle regole minime di sicurezza, alla disinvoltura nell'affrontare una situazione "normale", la routine abbassa la soglia di attenzione e nel momento in cui qualcosa esce dai binari, quell'attimo in più, che serve per riattivare l'attenzione e riprendere in mano la situazione, molte volte è fatale.Ecco alla luce di ciò, mi viene da ipotizzare che un tratto percepito come "difficile" potrebbe essere meno pericoloso di un tratto percepito come più "facile": in quanto se io percepisco una cosa come "difficile" sto molto più attento e non prendo sotto gamba la situazione. Invece se percepisco la cosa come "facile" potrei rischiare di più. Stesso discorso quando si è "abituati al rischio" (che è l'altra faccia della medaglia chiamata "esperienza") potrebbe anche giocare nel senso di far prendere sotto gamba certe situazioni. La mia opinione è che in montagna che si sia esperti o meno, bisogna sempre avere un fondo di timore.
Ci si dimentica che la statistica vuole che almeno una volta vada in malora, e se sei pronto bene, se non lo sei e oltretutto non sei nemmeno attrezzato ...........
