24 ore di roma 2012

Pietro72XTC

Biker urlandum
9/5/08
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Anzio
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...ma voglio fare i complimenti anche al nostro El Diablo che nonostante una caduta nei primi giri ha continuato a girare, e a Manuel; compagni e vicini nelle ultime 24h :prost:
Incitati tutti e due e salutati prima di lasciare il campo. Sono stati GRANDI anche solo per il fatto di aver partecipato a tutte le 24hr...poi se andiamo a vedere come hanno condotto tutte le gare...è lodevole!
 

lucignolo72

Biker serius
18/1/08
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roma
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ragazzi.... a me lo speaker stava simpaticissimo....

acquaman fino a quando non batterò il tuo tempo sul giro non chiedermi l'amicizia.....



:-) :-) ..... scherzo.... ora PUOI FARLO questa notte ho fatto 18.22 ...:-)
 

Astal

Biker novus
27/4/10
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Roma
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Permettimi:

Lo speaker "..non parla di cose prive di senso per alcune ore...".

Sarà il venditore di pentole che avete a Roma che farà così, ma di norma lo

speaker "intrattiene il pubblico" (anche musicalmente ed eseguendo un'animazione come dj)

con notizie inerenti la gara, cenni alla storia della mountain bike, commenti tecnici e molto

altro.

Ugo De Cresi

Scusa, temo le mie parole siano state fraintese. Io non sono un ciclista (il fisico non me lo concede ghgh) ed occupandomi delle rilevazioni dei tempi il mio rapporto con lo speaker è puramente professionale ed i problemi derivano generalmente tutti da questa cosa (brevemente, per intrattenere il pubblico intrattiene spesso anche me)... E comunque non sembra che Elio sia proprio l'ultimo degli speaker! Unico appunto che posso fare al riguardo è di non venire a chiedermi la connessione alla nostra rete per vedere le classifiche in tempo reale quando noi siamo ancora senza corrente per alimentare l'impianto di amplificazione da lui usato... :specc:

Un ultimo mio parere riguardo invece i bagni (che non erano "tanti" ma io fila non l'ho mai trovata): in anni che faccio questo lavoro ancora mi devono capitare bagni "puliti" ad una qualsiasi gara MTB...
 

udc-ban

Biker cesareus
6/9/04
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Scusa, temo le mie parole siano state fraintese. Io non sono un ciclista (il fisico non me lo concede ghgh) ed occupandomi delle rilevazioni dei tempi il mio rapporto con lo speaker è puramente professionale ed i problemi derivano generalmente tutti da questa cosa (brevemente, per intrattenere il pubblico intrattiene spesso anche me)... E comunque non sembra che Elio sia proprio l'ultimo degli speaker! Unico appunto che posso fare al riguardo è di non venire a chiedermi la connessione alla nostra rete per vedere le classifiche in tempo reale quando noi siamo ancora senza corrente per alimentare l'impianto di amplificazione da lui usato... :specc:

Un ultimo mio parere riguardo invece i bagni (che non erano "tanti" ma io fila non l'ho mai trovata): in anni che faccio questo lavoro ancora mi devono capitare bagni "puliti" ad una qualsiasi gara MTB...

Conosco Claudio (Vettorel) da tanti anni ed ho stima e rispetto per le sue scelte.

Ma ho lavorato anche con Elio e non posso raccomntarmela e sopratutto raccontargliela.

Ora , vedi, io quando lo incontro Elio, di solito scappo perchè prima o poi mi mena di brutto.

Anzi , quando ci siamo incontrati a Cremona quest'anno devo dire che è stato un gran

signore perchè mi ha lasciato tornare a casa sulle mie gambe.

Però , vedi Astal, ci sono due modi di confrontarsi con le persone; prendersi in giro, oppure

dirsi la verità anche se fa male.

Ecco , io credo che Elio sia una bravissima persona.

E sono anche molto felice di aver constatato che un sacco di persone gli vogliono un gran

bene.

Ed a me pure dispiace che non siamo amici.

Però , Astal, come speaker Elio me la fa scendere di brutto.

Così come ad esempio io in bici sono inguardabile.

Si chiamano punti di vista.
 

paolotrust

Biker novus
18/9/12
2
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Roma
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Sono nuovo del forum per cui prima di tutto un saluto a tutti :-)
Io partecipo alla 24h di Roma da 4 anni prima con un team da 4, poi con uno da 8 con il chiodo fisso di farla da solo e finalmente dall'anno scorso sono riuscito a farla da solitario over.:i-want-t:
Onestamente lo speaker neanche lo sento, però ho sentito e subito la "musica" rap chiedendomi da dove venisse:omertà:
La pasta non so come sia perché non mi fermo abbastanza per assaggiarla e la mia coach (moglie) porta viveri per un battaglione di soldati:prost:
Per le docce non ho idea di come siano state quest'anno perché dopo l'esperienza degli anni passati (erano sempre fredde... forse perché arrivavo troppo tardi) mi sono attrezzato con una doccia solare portatile:bollicine:
I bagni a detta di mia moglie erano osceni, a sentir lei anche per l'uso sconsiderato di certe signore o signorine che hanno otturato e lasciato rifiuti che gli uomini non potrebbero mai lasciare:bleah:
Quando ci sono andato io prima di partire e dopo l'arrivo erano decenti anche se messi a cavolo e non come gli altri anni separati per uomini e donne, il che ha creato un po' di confusione di genere:nunsacci:
La corrente è stato un vero supplizio che onestamente negli anni precedenti non abbiamo vissuto.
Il percorso era come più o meno me lo aspettavo ma quel ponticello era impraticabile per i tandem e un paio di volte me li sono ritrovati di traverso fermi a metà ponte in seria difficoltà dato che essendo, uno dei due atleti, non vedente non erano in grado di spostarsi con agilità... fosse stato un po' più ampio :mrgreen:
il fondo era pazzesco data la pioggia del giorno precedente ma non è colpa degli organizzatori... quello è un campo coltivato che il contadino lascia sgombro per la 24h e non villa panphili ;-)
il cronometraggio a mio parere era perfetto ma se fossi negli organizzatori punzonerei i laccetti per tenere il cip come se fosse quello che mettono negli USA a chi è agli arresti domiciliari... ne ho visti un paio toglierselo e darlo ad un "amico" fresco e riposato... certo ci sono le foto ma non so se qualcuno controlli che al numero assegnato corrisponda sempre la stessa faccia... chissà che gusto ci provano certi individui a partecipare barando ad una gara mah :arrabbiat:
Unico appunto negativo l'accoglienza, la mattina di venerdì sotto un diluvio universale con il fango che bloccava anche le ruote della 4x4 della protezione civile sono entrato con la mia utilitaria per scaricare l'occorrente e immediatamente sono stato apostrofato da uno dell'organizzazione che mi intimava di uscire subito e portare tutto dentro a mano...
Ho chiesto come mai c'erano dentro furgoni, jeep e altri veicoli e mi è stato risposto che possono entrare tutti meno autovetture e motocicli e che ci era stata mandata un'email a tal proposito.... Io non l'ho mai ricevuta e voi? Da regolamento come negli anni precedenti sapevo che l'auto doveva essere parcheggiata fuori dopo aver scaricato.
Comunque l'atteggiamento del tizio ci ha costretto a montare tutto di corsa e sotto il temporale con il risultato che una raffica di vento mi ha spezzato il gazebo e l'auto si è cementata nel fango per cui non l'ho più spostata... che potevano farmi? :nunsacci:
Comunque nonostante tutto la rifarei anche dopodomani, domani no perché ancora sobbalzo :scassat:
Se potessi fare una richiesta pensando di essere esaudito chiederei un po' più di considerazione per i partecipanti che non fanno parte dei team famosi in fondo siamo tutti lì per fare la stessa cosa :i-want-t:
Alla fine ho migliorato la mia prestazione rispetto all'anno scorso sono arrivato 10° nella mia categoria forse soffrire un po' fa bene :prost:
 

paolotrust

Biker novus
18/9/12
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Roma
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Sono nuovo del forum per cui prima di tutto un saluto a tutti :-)
Io partecipo alla 24h di Roma da 4 anni prima con un team da 4, poi con uno da 8 con il chiodo fisso di farla da solo e finalmente dall'anno scorso sono riuscito a farla da solitario over.:i-want-t:
Onestamente lo speaker neanche lo sento, però ho sentito e subito la "musica" rap chiedendomi da dove venisse:omertà:
La pasta non so come sia perché non mi fermo abbastanza per assaggiarla e la mia coach (moglie) porta viveri per un battaglione di soldati:prost:
Per le docce non ho idea di come siano state quest'anno perché dopo l'esperienza degli anni passati (erano sempre fredde... forse perché arrivavo troppo tardi) mi sono attrezzato con una doccia solare portatile:bollicine:
I bagni a detta di mia moglie erano osceni, a sentir lei anche per l'uso sconsiderato di certe signore o signorine che hanno otturato e lasciato rifiuti che gli uomini non potrebbero mai lasciare:bleah:
Quando ci sono andato io prima di partire e dopo l'arrivo erano decenti anche se messi a cavolo e non come gli altri anni separati per uomini e donne, il che ha creato un po' di confusione di genere:nunsacci:
La corrente è stato un vero supplizio che onestamente negli anni precedenti non abbiamo vissuto.
Il percorso era come più o meno me lo aspettavo ma quel ponticello era impraticabile per i tandem e un paio di volte me li sono ritrovati di traverso fermi a metà ponte in seria difficoltà dato che essendo, uno dei due atleti, non vedente non erano in grado di spostarsi con agilità... fosse stato un po' più ampio :mrgreen:
il fondo era pazzesco data la pioggia del giorno precedente ma non è colpa degli organizzatori... quello è un campo coltivato che il contadino lascia sgombro per la 24h e non villa panphili ;-)
il cronometraggio a mio parere era perfetto ma se fossi negli organizzatori punzonerei i laccetti per tenere il cip come se fosse quello che mettono negli USA a chi è agli arresti domiciliari... ne ho visti un paio toglierselo e darlo ad un "amico" fresco e riposato... certo ci sono le foto ma non so se qualcuno controlli che al numero assegnato corrisponda sempre la stessa faccia... chissà che gusto ci provano certi individui a partecipare barando ad una gara mah :arrabbiat:
Unico appunto negativo l'accoglienza, la mattina di venerdì sotto un diluvio universale con il fango che bloccava anche le ruote della 4x4 della protezione civile sono entrato con la mia utilitaria per scaricare l'occorrente e immediatamente sono stato apostrofato da uno dell'organizzazione che mi intimava di uscire subito e portare tutto dentro a mano...
Ho chiesto come mai c'erano dentro furgoni, jeep e altri veicoli e mi è stato risposto che possono entrare tutti meno autovetture e motocicli e che ci era stata mandata un'email a tal proposito.... Io non l'ho mai ricevuta e voi? Da regolamento come negli anni precedenti sapevo che l'auto doveva essere parcheggiata fuori dopo aver scaricato.
Comunque l'atteggiamento del tizio ci ha costretto a montare tutto di corsa e sotto il temporale con il risultato che una raffica di vento mi ha spezzato il gazebo e l'auto si è cementata nel fango per cui non l'ho più spostata... che potevano farmi? :nunsacci:
Comunque nonostante tutto la rifarei anche dopodomani, domani no perché ancora sobbalzo :scassat:
Se potessi fare una richiesta pensando di essere esaudito chiederei un po' più di considerazione per i partecipanti che non fanno parte dei team famosi in fondo siamo tutti lì per fare la stessa cosa :i-want-t:
Alla fine ho migliorato la mia prestazione rispetto all'anno scorso sono arrivato 10° nella mia categoria forse soffrire un po' fa bene :prost:
Dimenticavo.... Forse prima di darci le medaglie sarebbe bene controllare dietro il numero che c'è scritto a me hanno dato quella del 13° e a lui quella del 14° non so' a chi sia andata la mia :offtopic:
 

El.Diablo

Biker ultra
20/1/12
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Alessandria
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ma voglio fare i complimenti anche al nostro El Diablo che nonostante una caduta nei primi giri ha continuato a girare, e a Manuel; compagni e vicini nelle ultime 24h :prost:
...eccomi qua, con la coda tra le gambe... ed il braccio al collo!

Le "vacanze romane" sono state per il sottoscritto una vera iattura, ma tant'è...
Partito con i migliori propositi e forte della vittoria ottenuta in Val Rendena ho affrontato la trasferta Capitolina nella convinzione di poter fare bene e, soprattutto, divertirmi.

Purtroppo non è stato così.

I primi colpi di pedale mi restituiscono buone sensazioni, la voglia di pedalare è esponenziale, mi sento bene, la bici corre a meraviglia: che altro volere dalla vita?
Al primo giro mi rendo conto che l'unica insidia proposta dall'elementare tracciato è una curva in contropendenza che vira a sinistra facendo abbandonare ai corridori ciò che rimane delle antiche opere murarie di un acquedotto romano.
Al primo passaggio "prendo le misure", al secondo sperimento la traiettoria d'elezione, ed al terzo... schizzo letteralmente in volo atterrando violentemente sul pietrisco!
Avverto all'istante un dolore lancinante alla spalla sinistra, ed ancora riverso a terra non ho il coraggio di rialzarmi, quasi a volermi nascondere l'entità dei danni generati dalla caduta. Nessuno interviene.

Sanguino ovunque. L'avambraccio ed il ginocchio lesi tingono in un battibaleno la mia pelle di porpora e rimango inebetito ad annusare l'acre afrore ferroso del sangue.
Mi rialzo con fatica, e solo vagamente percepisco l'agitazione di coloro i quali si prodigano di avvisare del pericolo la mandria di bufali che sta sopraggiungendo.

"La mia gara è finita", penso a voce alta, ma l'istinto di rimontare in sella è più forte, ed ancora frastornato rimbalzo sulla bici e mi avvio lentamente verso il piccolo accampamento condiviso con Manuel e Paolo.
Cerco di pulire al meglio le ferite, disinfettandole copiosamente.
La spalla mi duole terribilmente ed è già evidente uno spiccato rigonfiamento. Non riesco a togliere la maglia e debbo farmi aiutare in quel sempice gesto che, nella fattispecie, diventa un’impresa biblica.
Avrei voglia di piangere: mi ero preparato al meglio, la condizione era ottima, la voglia di fare bene alle stelle… ma sono impotente di fronte a questa eventualità che non avevo onestamente valutato!

Decido di ricominciare a pedalare, ma sono sufficienti un paio di giri per farmi considerare l'eventualità di una visita presso il personale dell'unità sanitaria che presidia la manifestazione. Ivi mi accorgo di non essere l'unico biker già infortunato all'inizio della gara, ma di essere in buona compagnia: la curva assassina ha mietuto altre vittime, cacchio!
Attendo pazientemente il mio turno ed una gentilissima operatrice del soccorso mi medica le ferite con solerte professionalità, in attesa del medico che avrebbe dovuto controllarmi la spalla.
L’esito della visita è prevedibile ed ad un esame obiettivo il medico mi suggerisce il trasferimento in ospedale per gli accertamenti radiodiagnostici di rito.
In questo frangente, pur ben sapendo di sbagliare, decido di manlevare ciascheduno d’ogni responsabilità e di riprendere la corsa…

Ormai è trascorsa oltre un’ora dal momento dell’infortunio,il dolore è tremendo ma voglio resistere oltremodo e misura: il guerriero ferito non abbia mai ad arretrare!

Ricomincio ad inanellare qualche giro, ma la velocità è ridicola, non riesco a concentrarmi ed a distogliere la mia attenzione dal dolore opprimente.
Per giunta mi accorgo di non riuscire più a fare forza sul manubrio con il braccio interessato dall’infortunio e mi rendo presto conto che dovrò continuare a pedalare aggrappandomi con la sola mano destra e lasciando la sinistra esclusivamente appoggiata alla manopola.
Fortunatamente la natura esclusivamente pianeggiante del circuito romano mi consente di poter continuare con questo assetto, ma la forza per far compiere le rivoluzioni della pedaliera è comunque compromessa. Amen!

La bici che utilizzo (una Scott Spark RC 29er) è assai confortevole e mi consente comunque di poter guidare e pedalare con una sola mano, vie più agevolato dal fatto che non occorre spostare la catena sulla guarnitura, bensì esclusivamente sul pacco pignoni con il comando destro.
Pochi giri e debbo rientrare al gazebo, pedalo malamente, tutto sbilanciato ed anche il ginocchio colpito dall’infortunio incomincia a far sentire le sue ragioni.
Incomincio ad essere importunato dal “tarlo del ritiro”, quella condizione di malessere psicologico (ben nota agli enduracers…) che corrode ad ogni tornata la volontà di continuare.
Mi fermo. Non riesco a capire cosa io debba fare, non c’è una parte del mio corpo che non solleciti continuamente la mia attenzione e mi sento esageratamente stanco per i pochi chilometri percorsi.
Mi siedo, mangio qualche cosa, bevo e realizzo di aver optato per la scelta sbagliata, che la cosa giusta sarebbe stato lasciarmi accompagnare in ospedale per gli accertamenti e ritornarmene a casa.
Ma sono solo: per ironia del destino l’amico che avrebbe dovuto partecipare con me all’evento mi ha dato buca, e pensare di “sbaraccare” il campo, caricare tutto in macchina ed intraprendere un viaggio di oltre 600 km non mi alletta affatto…

Rimonto in sella a fatica (ho un taglio anche all’interno della coscia) e mi accingo a ripartire senza il benché minimo entusiasmo.
Curiosamente mi accorgo che nei punti più sconnessi l’ammortizzatore posteriore tende al fondo corsa e decido di fermarmi per controllare la pressione.
Il responso del manometro è inquietante: il tanto decantato DT Swiss Nude2 ha perso metà della sua pressione di esercizio!
Riporto la pressione a regime confidando in qualche accidentale singolarità e riprendo la corsa.
Basterà un solo giro per confermarmi quanto temevo: la tenuta stagna dell’ammortizzatore è compromessa, e neppure rigonfiandolo è possibile mantenerne la pressione tanto è abbondante la perdita.
Provo a fare un giro con la bici completamente compressa a fondocorsa, ma l’assetto è quello di un chopper ed i pedali grattano inevitabilmente a terra ad ogni minima asperità.

Sono stremato e anche questa non ci voleva proprio…

“Cazzo! …io non mi arrendo! La sorte dovrà riservarmi la rovina di un aeromobile per fermarmi! "(…eventualità non remota, né tantomeno peregrina visto il traffico aereo che transita sulle nostre zucche!)
Mi reco al punto di assistenza meccanica, attendo il mio turno (molti biker lamentano le più svariate rotture) ed il verdetto del gentilissimo addetto è senza appello: “...non ci si può fare nulla. Non tiene piùla pressione, neppure pochi Psi: la revisione è l’unica terapia!”

Diamine! …la bici è praticamente nuova. Perlopiù usata pochissimo, un paio di gare, nulla più!
Il cortese meccanico mi guarda sconsolato ed è disposto a tutto pur d’aiutarmi: “…se ti garba posso prestarti questa mtb! Non è perfetta, non è della tua taglia (è una L ed io ho la M), la forcella non funziona, le ruote sono diverse tra loro e la posteriore potrebbe non tenere la pressione…e poi è una 26”!

Prendere o lasciare. Prendere!

La bici è notevolmente lunga (lo stem è da 13!) e solo la presenza delle appendici piegate all’insù mi consente di pedalare con un assetto quasi accettabile. La forcella effettivamente non funziona, l’ideale, insomma, sul manto di velluto del circuito capitolino!

Riprendo a pedalare, ormai non conto più le soste forzate ed il tempo perduto, ma chissenefrega!

Sono qui a seicento kilometri da casa, ho una spalla martoriata, una bici rigida e surdimensionata ed ho davvero la sensazione di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato. Allegria!

Ritorno al campo, ho il morale a terra e non ho più voglia di pedalare.
Smetto, vado a riposare in tenda.
Mi preoccupo solamente di avvertire i miei gentilissimi dirimpettai di svegliarmi dopo un paio d’ore, più che altro per verificare ch’io non sia nel contempo deceduto.
Mi addormento e sogno di essere tumulato in qualche cimitero monumentale della Città Eterna, magari in divisa ciclistica e con la bara ricoperta da un lenzuolo, quasi come un eroe…
Proprio mentre il mio delirio onirico sta materializzando l’immagine della vedova che lancia altezzosa la prima manciata di terra nella fossa, gli imperscrutabili assistenti dell’ottimo Paolo mi riportano alla dura realtà, richiamandomi dall’oltretomba.

Sono tutto rotto, stavo meglio in sogno, morto!
Nella mia condizione di defunto, quantomeno ero affrancato dall’onere del dolore terreno!

Cazzo, non riesco neppure ad alzarmi! Il braccio non mi regge più e la spalla è gonfia come un melone.
E’ notte e fa quasi fresco, ma la mantellina non riesco proprio ad infilarla: opterò per uno smanicato!
Al problema della borraccia avevo già rimediato (non riesco più ad estrarla dal portaborraccia) grazie allo zainetto idrico, ma la manica sinistra non c’è proprio verso di infilarla. Amen!
Se il fondo del tracciato generava già qualche problema con una 29er full, possiamo ben immaginare cosa significhi pedalare in queste condizioni una 26” rigida.

Stringo i denti, dandomi francamente del deficiente integrale, e ricomincio il girone dantesco.

La notte, l’acquedotto Claudio, la magia della Città Eterna…è tutto bellissimo, ma non me ne importa una sega: ho un dolore terribile ad ogni disconnessione riservatami dal suolo, ed anche guidare con il solo braccio destro mi sta tediando oltremisura.

Non ce la faccio, onestamente non ce la posso fare!
Torno a dormire, con l’avvertenza ai simpaticissimi assistenti abruzzesi di svegliarmi al sorgere del sole…

Questa volta non sogno una pippa pur tentando di riacciuffare il sogno precedente (...più che altro per curiosità, tanto per verificare se la vedova fosse realmente inconsolabile!), ed un’emicrania da letteratura clinica mi assale per non abbandonarmi più.
Al risveglio i miei fantastici angeli custodi mi preparano anche una tazza di caffè fumante e ringraziatoli per la cortesia riprendo l’agonia ciclistica.

E’ parecchio strano: sono pervaso da una inspiegabile energia “intermittente” che mi consente talvolta di eseguire tornate a buon ritmo, ed altre a velocità ridicole. Mah!
Pedalo, pedalo sino a mezzodì e finalmente mi fermo: sono distrutto, letteralmente l’ombra di me stesso.

La prestazione è ridicola, ma non me ne cruccio affatto. Solo 38 tornate in circa 15 ore in sella, ma con un braccio solo ed un “cancello” fuorimisura in prestito!
Il primo pensiero è quello di restituire il manufatto in ferro battuto al legittimo proprietario, a cui vanno tutti i miei più sinceri ringraziamenti per il gentilissimo prestito e l’atto di fede!

Nel contempo ho l’onore di incontrare gli inossidabili High End Brothers, ed ivi colgo l’occasione per congratularmi della strepitosa prestazione.

Smontare l’accampamento sarà la vera impresa della giornata, e qui il ringraziamento va tutto al grande Manuel and family che mi consentiranno l’operazione altrimenti impeditami dalle condizioni della mia povera spalla.
Incontro al fine, anche altri componenti di vari forum ed è un piacere salutare le “vecchie conoscenze” Pietro, Daniele, Giovanni ed accomiatarmi dallo straordinario Alessandro, persona davvero squisita!

Ometto volutamente l’inutile resoconto del viaggio di ritorno, ma mi preme invece aprire un inciso sui postumi dell’infortunio occorsomi.

Giunto a casa, ho deviato subitamente all’ospedale civile della mia città, ed ivi sottoposto agli accertamenti di rito la diagnosi confermerà il sospetto dei danni provocati dal trauma che ha interessato l’acromion claveare ed ancor più inquietanti lesioni alle strutture tendinee.
La terapia sarà conservativa, nella speranza che il tempo sia risolutore e che non si debba ricorrere ad un intervento chirurgico.

Di certo l’unico spunto di riflessione altro non può essere che afferente la follia, perché occorre sempre porre la priorità alla salute, liberandosi da perigliose fantasie agonistiche e deliri di onnipotente invulnerabilità, semplicemente ricominciando ad ascoltare i saggi consigli dispensati dal nostro innato istinto di conservazione.

L’endurance è sicuramente una disciplina affascinante, ma mi sento in dovere morale di mettere in guardia coloro i quali stupidamente, come il sottoscritto, mettono a repentaglio la propria incolumità per barattarla sull’altare della più becera vanità.

Andrea
 

Metal azo

Biker serius
21/1/11
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Sabaudia
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Complimenti per l'ostinazione, ma che sfiga....la caduta, la spalla, il mezzo rotto e nonostante tutto l'hai finita! L'unica botta di culo è stata la bici prestata. Un viaggetto a Lourdes no?
 

maurithebiker

Biker novus
30/3/07
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genova
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Anche io sono caduto nel tuo stesso punto. Ero al secondo giro, e dopo meno di un'ora la mia 24 ore era finita: infatti mi sono rotto la clavicola. Nella ventina di minuti che sono rimasto fermo a bordo pista prima di riuscire a rialzarmi ho visto cadere in quel punto 7 o 8 persone, per fortuna senza conseguenze. Magari il prossimo anno si potrebbe segnalarlo, perchè obiettivamente pur non presentando alcuna difficoltà tecnica era un punto pericoloso.
Alla prossima!
Maurizio


...eccomi qua, con la coda tra le gambe... ed il braccio al collo!

Le "vacanze romane" sono state per il sottoscritto una vera iattura, ma tant'è...
Partito con i migliori propositi e forte della vittoria ottenuta in Val Rendena ho affrontato la trasferta Capitolina nella convinzione di poter fare bene e, soprattutto, divertirmi.

Purtroppo non è stato così.

I primi colpi di pedale mi restituiscono buone sensazioni, la voglia di pedalare è esponenziale, mi sento bene, la bici corre a meraviglia: che altro volere dalla vita?
Al primo giro mi rendo conto che l'unica insidia proposta dall'elementare tracciato è una curva in contropendenza che vira a sinistra facendo abbandonare ai corridori ciò che rimane delle antiche opere murarie di un acquedotto romano.
Al primo passaggio "prendo le misure", al secondo sperimento la traiettoria d'elezione, ed al terzo... schizzo letteralmente in volo atterrando violentemente sul pietrisco!
Avverto all'istante un dolore lancinante alla spalla sinistra, ed ancora riverso a terra non ho il coraggio di rialzarmi, quasi a volermi nascondere l'entità dei danni generati dalla caduta. Nessuno interviene.

Sanguino ovunque. L'avambraccio ed il ginocchio lesi tingono in un battibaleno la mia pelle di porpora e rimango inebetito ad annusare l'acre afrore ferroso del sangue.
Mi rialzo con fatica, e solo vagamente percepisco l'agitazione di coloro i quali si prodigano di avvisare del pericolo la mandria di bufali che sta sopraggiungendo.

"La mia gara è finita", penso a voce alta, ma l'istinto di rimontare in sella è più forte, ed ancora frastornato rimbalzo sulla bici e mi avvio lentamente verso il piccolo accampamento condiviso con Manuel e Paolo.
Cerco di pulire al meglio le ferite, disinfettandole copiosamente.
La spalla mi duole terribilmente ed è già evidente uno spiccato rigonfiamento. Non riesco a togliere la maglia e debbo farmi aiutare in quel sempice gesto che, nella fattispecie, diventa un’impresa biblica.
Avrei voglia di piangere: mi ero preparato al meglio, la condizione era ottima, la voglia di fare bene alle stelle… ma sono impotente di fronte a questa eventualità che non avevo onestamente valutato!

Decido di ricominciare a pedalare, ma sono sufficienti un paio di giri per farmi considerare l'eventualità di una visita presso il personale dell'unità sanitaria che presidia la manifestazione. Ivi mi accorgo di non essere l'unico biker già infortunato all'inizio della gara, ma di essere in buona compagnia: la curva assassina ha mietuto altre vittime, cacchio!
Attendo pazientemente il mio turno ed una gentilissima operatrice del soccorso mi medica le ferite con solerte professionalità, in attesa del medico che avrebbe dovuto controllarmi la spalla.
L’esito della visita è prevedibile ed ad un esame obiettivo il medico mi suggerisce il trasferimento in ospedale per gli accertamenti radiodiagnostici di rito.
In questo frangente, pur ben sapendo di sbagliare, decido di manlevare ciascheduno d’ogni responsabilità e di riprendere la corsa…

Ormai è trascorsa oltre un’ora dal momento dell’infortunio,il dolore è tremendo ma voglio resistere oltremodo e misura: il guerriero ferito non abbia mai ad arretrare!

Ricomincio ad inanellare qualche giro, ma la velocità è ridicola, non riesco a concentrarmi ed a distogliere la mia attenzione dal dolore opprimente.
Per giunta mi accorgo di non riuscire più a fare forza sul manubrio con il braccio interessato dall’infortunio e mi rendo presto conto che dovrò continuare a pedalare aggrappandomi con la sola mano destra e lasciando la sinistra esclusivamente appoggiata alla manopola.
Fortunatamente la natura esclusivamente pianeggiante del circuito romano mi consente di poter continuare con questo assetto, ma la forza per far compiere le rivoluzioni della pedaliera è comunque compromessa. Amen!

La bici che utilizzo (una Scott Spark RC 29er) è assai confortevole e mi consente comunque di poter guidare e pedalare con una sola mano, vie più agevolato dal fatto che non occorre spostare la catena sulla guarnitura, bensì esclusivamente sul pacco pignoni con il comando destro.
Pochi giri e debbo rientrare al gazebo, pedalo malamente, tutto sbilanciato ed anche il ginocchio colpito dall’infortunio incomincia a far sentire le sue ragioni.
Incomincio ad essere importunato dal “tarlo del ritiro”, quella condizione di malessere psicologico (ben nota agli enduracers…) che corrode ad ogni tornata la volontà di continuare.
Mi fermo. Non riesco a capire cosa io debba fare, non c’è una parte del mio corpo che non solleciti continuamente la mia attenzione e mi sento esageratamente stanco per i pochi chilometri percorsi.
Mi siedo, mangio qualche cosa, bevo e realizzo di aver optato per la scelta sbagliata, che la cosa giusta sarebbe stato lasciarmi accompagnare in ospedale per gli accertamenti e ritornarmene a casa.
Ma sono solo: per ironia del destino l’amico che avrebbe dovuto partecipare con me all’evento mi ha dato buca, e pensare di “sbaraccare” il campo, caricare tutto in macchina ed intraprendere un viaggio di oltre 600 km non mi alletta affatto…

Rimonto in sella a fatica (ho un taglio anche all’interno della coscia) e mi accingo a ripartire senza il benché minimo entusiasmo.
Curiosamente mi accorgo che nei punti più sconnessi l’ammortizzatore posteriore tende al fondo corsa e decido di fermarmi per controllare la pressione.
Il responso del manometro è inquietante: il tanto decantato DT Swiss Nude2 ha perso metà della sua pressione di esercizio!
Riporto la pressione a regime confidando in qualche accidentale singolarità e riprendo la corsa.
Basterà un solo giro per confermarmi quanto temevo: la tenuta stagna dell’ammortizzatore è compromessa, e neppure rigonfiandolo è possibile mantenerne la pressione tanto è abbondante la perdita.
Provo a fare un giro con la bici completamente compressa a fondocorsa, ma l’assetto è quello di un chopper ed i pedali grattano inevitabilmente a terra ad ogni minima asperità.

Sono stremato e anche questa non ci voleva proprio…

“Cazzo! …io non mi arrendo! La sorte dovrà riservarmi la rovina di un aeromobile per fermarmi! "(…eventualità non remota, né tantomeno peregrina visto il traffico aereo che transita sulle nostre zucche!)
Mi reco al punto di assistenza meccanica, attendo il mio turno (molti biker lamentano le più svariate rotture) ed il verdetto del gentilissimo addetto è senza appello: “...non ci si può fare nulla. Non tiene piùla pressione, neppure pochi Psi: la revisione è l’unica terapia!”

Diamine! …la bici è praticamente nuova. Perlopiù usata pochissimo, un paio di gare, nulla più!
Il cortese meccanico mi guarda sconsolato ed è disposto a tutto pur d’aiutarmi: “…se ti garba posso prestarti questa mtb! Non è perfetta, non è della tua taglia (è una L ed io ho la M), la forcella non funziona, le ruote sono diverse tra loro e la posteriore potrebbe non tenere la pressione…e poi è una 26”!

Prendere o lasciare. Prendere!

La bici è notevolmente lunga (lo stem è da 13!) e solo la presenza delle appendici piegate all’insù mi consente di pedalare con un assetto quasi accettabile. La forcella effettivamente non funziona, l’ideale, insomma, sul manto di velluto del circuito capitolino!

Riprendo a pedalare, ormai non conto più le soste forzate ed il tempo perduto, ma chissenefrega!

Sono qui a seicento kilometri da casa, ho una spalla martoriata, una bici rigida e surdimensionata ed ho davvero la sensazione di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato. Allegria!

Ritorno al campo, ho il morale a terra e non ho più voglia di pedalare.
Smetto, vado a riposare in tenda.
Mi preoccupo solamente di avvertire i miei gentilissimi dirimpettai di svegliarmi dopo un paio d’ore, più che altro per verificare ch’io non sia nel contempo deceduto.
Mi addormento e sogno di essere tumulato in qualche cimitero monumentale della Città Eterna, magari in divisa ciclistica e con la bara ricoperta da un lenzuolo, quasi come un eroe…
Proprio mentre il mio delirio onirico sta materializzando l’immagine della vedova che lancia altezzosa la prima manciata di terra nella fossa, gli imperscrutabili assistenti dell’ottimo Paolo mi riportano alla dura realtà, richiamandomi dall’oltretomba.

Sono tutto rotto, stavo meglio in sogno, morto!
Nella mia condizione di defunto, quantomeno ero affrancato dall’onere del dolore terreno!

Cazzo, non riesco neppure ad alzarmi! Il braccio non mi regge più e la spalla è gonfia come un melone.
E’ notte e fa quasi fresco, ma la mantellina non riesco proprio ad infilarla: opterò per uno smanicato!
Al problema della borraccia avevo già rimediato (non riesco più ad estrarla dal portaborraccia) grazie allo zainetto idrico, ma la manica sinistra non c’è proprio verso di infilarla. Amen!
Se il fondo del tracciato generava già qualche problema con una 29er full, possiamo ben immaginare cosa significhi pedalare in queste condizioni una 26” rigida.

Stringo i denti, dandomi francamente del deficiente integrale, e ricomincio il girone dantesco.

La notte, l’acquedotto Claudio, la magia della Città Eterna…è tutto bellissimo, ma non me ne importa una sega: ho un dolore terribile ad ogni disconnessione riservatami dal suolo, ed anche guidare con il solo braccio destro mi sta tediando oltremisura.

Non ce la faccio, onestamente non ce la posso fare!
Torno a dormire, con l’avvertenza ai simpaticissimi assistenti abruzzesi di svegliarmi al sorgere del sole…

Questa volta non sogno una pippa pur tentando di riacciuffare il sogno precedente (...più che altro per curiosità, tanto per verificare se la vedova fosse realmente inconsolabile!), ed un’emicrania da letteratura clinica mi assale per non abbandonarmi più.
Al risveglio i miei fantastici angeli custodi mi preparano anche una tazza di caffè fumante e ringraziatoli per la cortesia riprendo l’agonia ciclistica.

E’ parecchio strano: sono pervaso da una inspiegabile energia “intermittente” che mi consente talvolta di eseguire tornate a buon ritmo, ed altre a velocità ridicole. Mah!
Pedalo, pedalo sino a mezzodì e finalmente mi fermo: sono distrutto, letteralmente l’ombra di me stesso.

La prestazione è ridicola, ma non me ne cruccio affatto. Solo 38 tornate in circa 15 ore in sella, ma con un braccio solo ed un “cancello” fuorimisura in prestito!
Il primo pensiero è quello di restituire il manufatto in ferro battuto al legittimo proprietario, a cui vanno tutti i miei più sinceri ringraziamenti per il gentilissimo prestito e l’atto di fede!

Nel contempo ho l’onore di incontrare gli inossidabili High End Brothers, ed ivi colgo l’occasione per congratularmi della strepitosa prestazione.

Smontare l’accampamento sarà la vera impresa della giornata, e qui il ringraziamento va tutto al grande Manuel and family che mi consentiranno l’operazione altrimenti impeditami dalle condizioni della mia povera spalla.
Incontro al fine, anche altri componenti di vari forum ed è un piacere salutare le “vecchie conoscenze” Pietro, Daniele, Giovanni ed accomiatarmi dallo straordinario Alessandro, persona davvero squisita!

Ometto volutamente l’inutile resoconto del viaggio di ritorno, ma mi preme invece aprire un inciso sui postumi dell’infortunio occorsomi.

Giunto a casa, ho deviato subitamente all’ospedale civile della mia città, ed ivi sottoposto agli accertamenti di rito la diagnosi confermerà il sospetto dei danni provocati dal trauma che ha interessato l’acromion claveare ed ancor più inquietanti lesioni alle strutture tendinee.
La terapia sarà conservativa, nella speranza che il tempo sia risolutore e che non si debba ricorrere ad un intervento chirurgico.

Di certo l’unico spunto di riflessione altro non può essere che afferente la follia, perché occorre sempre porre la priorità alla salute, liberandosi da perigliose fantasie agonistiche e deliri di onnipotente invulnerabilità, semplicemente ricominciando ad ascoltare i saggi consigli dispensati dal nostro innato istinto di conservazione.

L’endurance è sicuramente una disciplina affascinante, ma mi sento in dovere morale di mettere in guardia coloro i quali stupidamente, come il sottoscritto, mettono a repentaglio la propria incolumità per barattarla sull’altare della più becera vanità.

Andrea
 

El.Diablo

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Complimenti per l'ostinazione, ma che sfiga....la caduta, la spalla, il mezzo rotto e nonostante tutto l'hai finita! L'unica botta di culo è stata la bici prestata. Un viaggetto a Lourdes no?

A Lourdes correrò sicuramente la mia prossima 24h, vuoi per l'affisione del canonico ex-voto, ovvero per una salvifica immersione d'ordinanza nelle taumaturgiche acque! :-)
 

El.Diablo

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Anche io sono caduto nel tuo stesso punto. Ero al secondo giro, e dopo meno di un'ora la mia 24 ore era finita: infatti mi sono rotto la clavicola. Nella ventina di minuti che sono rimasto fermo a bordo pista prima di riuscire a rialzarmi ho visto cadere in quel punto 7 o 8 persone, per fortuna senza conseguenze. Magari il prossimo anno si potrebbe segnalarlo, perchè obiettivamente pur non presentando alcuna difficoltà tecnica era un punto pericoloso.
Alla prossima!
Maurizio

Convengo pienamente con te, caro Maurizio, sulla pericolosità di quella particolare situazione, tant'è che proprio per la difficoltà di ravvisarne con anticipo le insidie, si potrebbe configurare nella fattispecie ciò che il Codice Civile definisce "tranello e/o trabocchetto".

Mi dispiace per l'accaduto, e penso quindi di averti incrociato nella zona ove stazionava il presidio di pronto soccorso, essendo stato sostanzialmente vittima di analogo infortunio nel medesimo lasso temporale.

Ciò premesso è mia convinzione, fors'anche masticando frequentemente il tema annoso dell'infortunistica stradale, che ancor più che segnalata quella curva è geometricamente un'aberrazione (gradi della svolta, incidenza della rampa e l'evidente contropendenza), e come tale sarebbe stato opportuno modificarne la traiettoria proiettando ben più all'esterno l'angolo di fuga della stessa!
 

lucignolo72

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18/1/08
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Convengo pienamente con te, caro Maurizio, sulla pericolosità di quella particolare situazione, tant'è che proprio per la difficoltà di ravvisarne con anticipo le difficoltà, si potrebbe configurare nella fattispecie ciò che il Codice Civile definisce "tranello e/o trabocchetto".

Mi dispiace per l'accaduto, e penso quindi di averti incrociato nella zona ove stazionava il presidio di pronto soccorso, essendo stato sostanzialmente vittima di analogo infortunio nel medesimo lasso temporale.

Ciò premesso è mia convinzione, fors'anche masticando frequentemente il tema annoso dell'infortunistica stradale, che ancor più che segnalata quella curva è geometricamente un'aberrazione (gradi della svolta, incidenza della rampa e l'evidente contropendenza), e come tale andava modificata proiettando ben più all'esterno l'angolo di fuga della curva![/QUOTE

:nunsacci::nunsacci:
 

andrea19801

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20/7/10
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silvi
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Grazie caro Pietro!
Per quest'anno la mia stagione agonistica è purtroppo conclusa a causa dell'infortunio occorsomi, ma ci rividremo certamente in quella prossima ventura!;-)

Andrea bellissimo resoconto e sei stato grandissimo a continuare a girare in quelle condizioni... anche meccaniche...
e ti auguro una prontissima guarigione!

....ma fammi capire,,,, dopo Roma avevi altro in programma ?!?! :rosik:
non ti è bastato tutto quello che hai fatto? :medita:

personalmente lunedì pomeriggio ho provveduto a consegnare al mio meccanico la bici e gli ho detto che se la puo' tenere con tutta calma!
vado in letargo per un po' :medita:
 

El.Diablo

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Andrea bellissimo resoconto e sei stato grandissimo a continuare a girare in quelle condizioni... anche meccaniche...
e ti auguro una prontissima guarigione!

....ma fammi capire,,,, dopo Roma avevi altro in programma ?!?! :rosik:
non ti è bastato tutto quello che hai fatto? :medita:

personalmente lunedì pomeriggio ho provveduto a consegnare al mio meccanico la bici e gli ho detto che se la puo' tenere con tutta calma!
vado in letargo per un po' :medita:

Carissimo Paolo, il tuo affezionatissimo aveva in programma le due ultime gare del circuito nostrano (la Coppa Piemonte Mtb che prevede 10 prove) ed avendone corse già 5 avrei dovuto affrontare le ultima due "a manetta" per ben classificarmi e come ogni anno presenziare alle premiazioni finali. Amen!

Purtroppo dopo questo infortunio la mia stagione agonistica si chiude prematuramente, e mi dispiace che dopo tantissimi anni trascorsi a correre su strada ed in mtb io sia per la prima volta costretto ad interrompere anzitempo il calendario delle gare selezionate.

Tu non ci crederai, ma è la prima volta in vita mia che mi debbo fermare per un infortunio, e l'ironia della sorte vuole che dopo essere tranquillamente sopravvissuto alle competizioni più tecniche ed "assassine" sparse su tutto il patrio suolo, io sia caduto proprio sul tracciato più elementare che si potesse affrontare!
 

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